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Autore: Katherine Buffy Pierce    28/04/2014    1 recensioni
Questa storia segue la storia "Il ritorno di Katherine Pierce dopo l'oblio".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Katherine Pierce 2.0'
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Decidemmo di partire per l’Italia... Stefan e Damon avevano origini italiane e, dunque, possedevano ancora una vecchia casa nei pressi di Firenze, appartenente al loro trisnonno. Soggiogai un pilota per farci portare a Firenze con il jet privato di un riccone. Il volo durò circa 8 ore. Era molto stancante viaggiare con l’aereo...
-Vuoi delle noccioline, Elena?- chiese Damon, porgendole a Elena.
-No, grazie.- disse Elena, guardando fuori dal finestrino.
-Io si, grazie.- dissi con una risatina.
-Ecco signorina Katherine.- disse appoggiando un pacchetto di noccioline, sul palmo aperto della mia mano.
-Grazie.- dissi con un sorriso.
-Beh, Elena... Come stai? Ti piace essere di nuovo umana?- le chiesi tra una nocciolina e l’altra.
Mi fulminò con lo sguardo e tornò a guardare fuori dal finestrino.
-Beh, prego.- dissi io mangiando un’altra nocciolina.
-Ehm, Katherine. Io, sinceramente, non so nemmeno cosa stia facendo, quindi mi affido a te.- disse Stefan, ad un tratto.
-Mmm... A cosa ti riferisci?- gli chiesi con un sorrisetto malizioso. Forse voleva che lo coccolassi un po’ per proteggerlo.
-Sei tu quella che elabora sempre dei piani geniali... Devi pensarci tu, per favore...- disse Stefan, smontando la mia teoria.
-Oh. Ok. Il piano è che arriviamo in Italia... E ci rimaniamo finché campiamo... O finché Markos non ci trova, costringendoci a nasconderci in un posto ancora più lontano.- risposi io mangiando le mie noccioline.
-Non possiamo lasciare tutto e tutti a Mystic Falls! Se non ci trovano, potrebbero fare del male a Bonnie, Matt e tutti gli altri!- disse Elena, protestando.
-Quanto sei idiota, Elena. Come pensi che sia potuta sfuggire a Klaus per ben 500 anni?! Non ho mai pensato agli altri. Ho sempre pensato a sopravvivere. Io ero al primo posto e tutti gli altri, valevano meno di me. Dovresti fare lo stesso.- le risposi io alzandomi.
-Beh, se ci pensate bene, Katherine ha ragione... Però non possiamo abbandonare tutti, Kitty Kat- disse Damon con sorriso.
-Mmm. Beh, per ora rimarremo in Italia. Dobbiamo far calmare le acque prima di tornare a Mystic Falls...- risposi io finendo le mie noccioline.
-Eh va bene. Però devo chiamare Jeremy e gli altri!- disse Elena guardando Damon.
-Fallo adesso. Il telefono dell’aereo funziona. Anche se dovessero rintracciare la chiamata, l’aereo è in movimento e quindi non saprebbero dove siamo diretti, di preciso...- dissi io dandole il telefono.
-Uhm, ok.- disse Elena prendendo il telefono per comporre dei numeri.
Dopo aver avvisato tutti, Elena si riposò. Tutti noi ci riposammo, finché atterrammo in una grande prateria fuori Firenze. Avevo soggiogato il pilota a non portarci in aeroporto... Dovevamo rimanere indiscreti. Corremmo a velocità di vampiro fino alla vecchia casa di Stefan e Damon. Appena la vidi, notai che non era una casa qualunque. Era un castello! Era incredibile che in tutti questi anni, fosse ancora in piedi. Appena ci avvicinammo all’entrata, notammo una cosa... Era diventato un castello adibito come location per matrimoni ecc.
-Mi scusi, a chi appartiene questo castello?- chiese Stefan alla signora che si trovava alla scrivania, appena dentro al castello.
-Ehm, alla regione toscana. I proprietari sono morti moltissimi anni fa e non avevano eredi, perciò andò alla regione.- disse la signora confusa.
-Beh, io sono Stefan Salvatore e lui è mio fratello Damon.- disse Stefan, gentilmente.
-Oh, Salvatore?! Come la famiglia che possedeva questo castello. Oh... Se volete riprendervi la proprietà del castello, dovete passare dalla regione... Io sono solamente un’impiegata che si occupa dell’amministrazione del castello.- disse preoccupata la donna.
-Va bene. Grazie mille.- disse Stefan uscendo dal castello.
-E ora che si fa?- chiesi io.
-Io ed Elena andiamo a riscuotere ciò che ci spetta... Voi due state qui.- disse Damon con un sorriso prima di rubare una macchina nel parcheggio.
Io e Stefan facemmo un giro per i giardini stupendi di quella abitazione.
-Wow. E’ bellissimo questo posto.- dissi guardando la meraviglia che mi circondava.
-Katherine. Capisco ciò che hai fatto... Ma perché hai posto quell’incantesimo su Elena? Perché non vuoi che torni un vampiro?- chiese Stefan confuso.
-Oh. Beh... Elena non sarebbe mai dovuta diventare un vampiro. E’ meglio così per lei...- risposi io guardando il laghetto del castello.
-Si, ma lei non vuole essere umana.- disse Stefan.
-Perché tutte queste paranoie, Stefan?- chiesi io stanca di continuare quel discorso.
-Perché io voglio essere umano. Non mi hai nemmeno preso in considerazione, vero?- disse Stefan, lasciandomi spiazzata.
-Lo so, Stefan. Ma se a me o a Elena viene succhiata via la cura, non moriremo di invecchiamento precoce... Mentre tu si! A meno che non torni ad essere un vampiro...- dissi io guardandolo in quegli occhi fantastici.
-Lo so... Però avrei voluto provarci...- disse Stefan guardando in basso. Mi faceva molta tenerezza.
-Stefan... La cura non è perduta... Posso sempre fartela prendere...- dissi io con un sorriso.
-Rinunceresti per sempre all’immortalità, per un mio capriccio?- chiese Stefan con un sorriso.
-Rinuncerei a tutto per te, Stefan.- gli risposi avvicinandomi a lui.
-Oh.- disse con un sorriso compiaciuto.
-Anche sapendo che non potresti mai tornare ad essere un vampiro?- chiese Stefan curioso.
-Si. E poi, volendo, Bonnie potrebbe inventarsi un incantesimo, se ci ripensassi...- dissi io con un sorriso. Stefan mi sorrise a sua volta e si avvicinò a me, fino a baciarmi. Il bacio che mi diede fu semplice ma appassionato. Appena le sue labbra toccarono le mie, mi sentii bruciare dentro. Mi sentii finalmente viva! Dopo un istante, si staccò da me.
-Oh, Stefan.- dissi abbracciandolo. Lui mi abbracciò a sua volta e mi diede un bacio sulla testa.
-Non capisco... Non sei arrabbiato con me?- gli chiesi confusa.
-No. Capisco perché ti sei voluta vendicare. Avevi ragione a farlo. E... Quando ti ho detto che pensavo di amarti, beh... E’ proprio così...- disse lui dandomi un altro bacio.
-Oh, mio Dio.- fu l’unica cosa che riuscii a pensare. Finalmente l’amore della mia vita, era riuscito finalmente a perdonarmi e ad amarmi di nuovo come un tempo.
In quel momento, non avrei desiderato altro. Pensai subito che se fossi morta in quell’istante, sarei stata comunque felice.
  
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