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Autore: Nihal07    28/04/2014    1 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo IV

 
Kakashi si svegliò circondato da un dolcissimo odore di biscotti e caffè.
Quando aprì gli occhi e si tirò su, vide subito una Sakura intenta a gironzolare avanti e indietro spalancando tende e finestre per far entrare più luce possibile con una tazza di caffè in mano.
“Ben svegliato!” Un sorriso a trentadue denti fu la prima cosa che la ragazza rivolse al jonin.
Kakashi si stropicciò gli occhi. “Che ore sono?”
“Le nove.”
“Cosa?!” L’uomo sembrò svegliarsi completamente per un attimo. “Ma non devi andare a lavoro?”
La rosa negò con la testa. “Ho il turno di riposo oggi. Vuoi una tazza di caffè?”
“No, ti ringrazio. Dato che oggi non lavori però, potresti farne a meno anche tu.”
Sakura alzò le spalle. “Oramai è un’abitudine.”
Si sedette vicino a lui. “Oggi passerai tutta la giornata con me, preparati. Ti porterò a fare shopping, mangerai qualcosa di decente a pranzo e mi accompagnerai in ospedale nel pomeriggio per far visita ai bambini che si trovano lì.” Sakura annuì convinta e Kakashi si passò una mano dietro la testa.
“Io non vengo a fare shopping con te. In più non voglio che il tuo giorno di riposo sia speso per me. Sto bene.”
Sakura sorrise. “Voglio solo aiutarti a fare luce su questa storia, infatti…” Fece una pausa. “Stasera passerò da te.”
Kakashi la guardò interrogativo. “Per quale motivo?”
“Si dovrà far vedere prima o poi, non credi?”
L’uomo si alzò e si stiracchiò lentamente. “Hai già fatto abbastanza.” Sospirò. “Ora ho bisogno di un po’ di tempo per me.”
Il jonin si diresse verso la porta: “Dimenticati la mattinata di shopping sfrenato e il pranzo da re. Per quanto riguarda il seguirti in ospedale…” Fece pressione sulla maniglia, girò la chiave e uscì. “Ci vediamo dopo.”
“E per stasera?!” Troppo tardi, Kakashi aveva già chiuso la porta e se n’era andato.
Sakura tornò in cucina e restò per un attimo ferma davanti al tavolo apparecchiato con una tazza di caffè dal lato opposto al suo. “Sarà per un’altra volta allora…”
 
 
Kakashi aprì la porta esausto.
Uscito dalla casa di Sakura aveva optato per allenarsi un paio d’ore. Giusto per sgombrare la mente.
Entrò e si guardò attorno.
Salite le scale e arrivato in camera non potè non notare il disordine provocato dallo scontro della notte prima. No, non era stato un sogno, sfortunatamente.
Si fece una lunga doccia e cambiatosi, scese dirigendosi in cucina.
Cucinò velocemente qualcosa e pranzò.
Gli tornò in mente la proposta di Sakura e decise di accettarla: quel pomeriggio sarebbe andato in ospedale. Per la prima volta, non da paziente.
Ok, forse era la seconda.
Si mise a leggere uno dei suoi libri porno, fino a quando non arrivarono le 15.00.
Sakura non gli aveva detto un orario preciso, ma era quasi sicuro che l’avrebbe trovata lì, al suo arrivo.
Si avviò all’ospedale con calma e fu felice di vedere Tsunade che passeggiava con Shizune all’entrata.
“Salve Hokage. Shizune.” Kakashi fece un cenno col capo.
“Ciao Kakashi.”
“Cerco Sakura. Sapete se è qui?”
Tsunade ci pensò un attimo. “Deve essere al terzo piano. Chiedi, una volta arrivato, in che stanza si trova.”
Kakashi annuì e, dopo aver salutato, entrò e decise di usare le scale.
Arrivato al piano indicato, fermò un’infermiera. “Scusi, lei sa dove posso trovare Haruno Sakura?”
La donna annuì. “Si trova nell’ultima stanza a sinistra infondo al corridoio.”
“Grazie.”
L’uomo aumentò il passo, ma si fermò di colpo, sentendo delle risate di bambini.
Per un attimo lo attraversò l’idea di sbirciare, ma si disse che non sarebbe stato carino.
Bussò lentamente e sentì la voce di una bambina dire: “Avanti.” E ridere.
Quando la ragazzina però lo vide entrare, rimase un tantino scossa. Probabilmente non si aspettava di veder entrare un ninja.
“Ciao.” Kakashi sorrise, ma non riscosse molto successo.
Fu felice di sentire una voce che conosceva fin troppo bene provenire dal centro della stanza.
“Kira, torna con gli altri bambini.”
Sakura si fermò alla vista di Kakashi. “Alla fine sei venuto?”
L’uomo annuì. “Dopo quello che ti ho fatto passare ieri sera, non potevo mancare.”
La rosa sorrise. “Vieni, che ti presento qualcuno.”
Arrivati in mezzo la stanza, Sakura attirò l’attenzione dei presenti. “Bambini! Devo presentarvi una persona.”
“Il tuo fidanzato Sakura Chan?” Un bambino rise sonoramente e Sakura arrossì.
“No Yamamoto!! Il mio Maestro.” La rosa fece la linguaccia al bimbo che alzò le spalle divertito.
Anche Kakashi rise tra sé e sé.
“È venuto qui per farci compagnia, di conseguenza, possiamo sfruttarlo quanto vogliamo.”
Ed è a quell’affermazione che Kakashi iniziò a preoccuparsi. “Non era presente nel contratto questo accordo.”
Sakura gli sorrise. “Vedrai che ti divertirai.”
Infatti il pomeriggio passò velocemente.
Mentre i bambini tornavano a casa, chi accompagnato dai familiari, chi da solo, Sakura si fermò a guardare Kakashi intento a giocare a “sasso carta forbice” con un bimbo.
“Accidenti, hai vinto ancora…”
Il ragazzino si alzò divertito. “Se vuoi la rivincita, ti toccherà aspettare fino a quando non ci rivedremo. Preparati bene.” Poi salutò il jonin e uscì dalla stanza intravedendo, probabilmente, un suo parente intento ad aspettarlo. 
“Arrivederci Sakura Sensei!! Mio zio è arrivato.”
“Arrivederci  Takao.”
Kakashi a quel punto sospirò e si girò a guardare Sakura che arrossì. Questa d’altra parte si era infatti appena accorta del suo sguardo misto di dolcezza, affetto e ammirazione, verso l’uomo che aveva davanti, prima che il bambino la salvasse da quella situazione. Diamine…
Pregò non se ne fosse accorto.
L’uomo si alzò e cammino versò di lei. “Avevi ragione.”
“Su cosa?”
“Ci voleva una giornata come questa.” Fece una pausa. “Ma… Fammi capire… Sensei?”
Sakura rise imbarazzata. “In effetti lo trovo un po’ esagerato ma… Cosa posso farci?”
“Comunque… Non tutti i bambini sono tornati a casa con i genitori.”
La rosa sorrise triste. “Alcuni hanno i loro genitori ricoverati in ospedale. Altri non ce li hanno o questi ultimi non hanno abbastanza tempo per loro. Infine ci sono quei ragazzini che sono costretti a rimanere qui in ospedale a causa di malattie non curabili, ma fortunatamente non infettive. In questo modo possono giocare con gli altri. La mattina, l’accademia li impegna molto, ma di pomeriggio, pochi sarebbero quelli con qualcosa da fare. Diciamo che qui possono giocare con gli altri, instaurare legami e…” Sakura si diresse verso un tavolo con un paio di fogli sparsi sopra, li raccolse e sorrise di nuovo, stavolta più serena. “Fare i compiti.”
“Mi dispiace.”
“Già.” L’Haruno sospirò. “Ti va se quando finisco di mettere a posto, ti accompagno a casa?”
Kakashi negò con la testa. “Apprezzo il fatto che ti preoccupi ma… Non mi va molto.”
La ragazza si sentì un po’ ferita nel profondo. “Come vuoi. Senti, per stasera…”
L’uomo sorrise. “Dormi tranquilla. Io starò bene. Ora scusa, ma devo andare.”
Prima che Sakura potesse rispondere, il jonin si volatilizzò in una nuvoletta di fumo e la rosa si morse un labbro. Perché lo sentiva così distante?
Sospirò e finì di mettere a posto la stanza.
Aveva un brutto presentimento.


 
  
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