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Autore: Frozen pal    29/04/2014    1 recensioni
Dopo gli avvenimenti accaduti in Italia, nella dimora dei Volturi, una novità arriverà inaspettata davanti alla porta di casa Cullen: una persona perduta da tempo tornerà per aiutare il proprio fratello ad essere felice insieme alla sua amata umana, Bella.
Riusciranno ad affrontare l'astuzia che i Volturi utilizzano da secoli per ottenere ciò che vogliono?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse, Breaking Dawn
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Mi annoio a morte
 
< Mi state dicendo che Victoria ha un esercito di neonati e che vuole uccidere Bella per vendetta? >
< Io ho ucciso il suo compagno, James, in passato, salvando Bella. Vuole vendicarsi >
< Grazie Edward. Ma i neonati da dove sbucano? > Carlisle si alzò di scatto dal divano e si avvicinò a me preoccupato.
< Se hai qualcosa da dirci, fallo Juliet > Disse, più che altro ordinò.
< Ascoltando conversazioni tra Aro e quella vipera di Jane si scoprono tante cose: la vipera bionda, il fratello emo e l’armadio Felix hanno aiutato a nascondere dei neonati di recente >
< Mi stai dicendo che i Volturi si sono alleati contro di noi con Victoria? >
< Carlisle, ti prego calmati > Gli mise una mano sulla spalla Esme. < Puoi dirci altro? >
< No e mi dispiace > Dichiarai. < Come faremo? >
< Combatteremo > Mio fratello si alzò e io lo fulminai con lo sguardo.
< Non credo proprio > Dissi io. < Carlisle sa chi è Aro e chi sono i suoi scagnozzi, ma non sa di che sono capaci > Sapevo che li stavo mettendo tutti in allarme, ma non c’era altro modo per avvertirli. < Io si Ed. E se coprono Victoria c’è un motivo, legato alla trasformazione di Bella e ai poteri di Alice, forse anche ai tuoi, Aro è un collezionista, della peggior specie >
< Conta anche che vorrà riaverti, Juliet >
< Non ricordarmelo Alice, ti prego > Lo dissi quasi ringhiando. Non volevo ricordare. No.
< Comunque sono le undici e Juliet dovrebbe essere a letto da almeno due ore > S’intromise Esme. < Andiamo dai > Mi invitò con un braccio alzato e un sorriso.
< Notte > Mi rassegnai, andando in stanza con quella che era diventata una seconda madre per me.
Mi cambiai e dopo essermi lavata i denti mi buttai sul letto, stanca e preoccupata.
< Fatti forza, domani qua ci sarà la festa del diploma! > Era sicuramente più entusiasta di me.
< Okay. Vedrò di dormire. A domani, alle nove e mezzo, Esme > Mi baciò sulla fronte.
< A domani Juliet. Buona notte >
Quando uscì dalla stanza sprofondai tra le coperte e chiusi gli occhi, riposando.
 
< Ancora >
Un’altra frustata alla schiena, altro urlo di dolore da parte mia, altre imprecazioni.
< Vuoi capirlo che non lo so?! Io non lo so! > Arrivò un’altra frustata, più forte delle precedenti.
Ero certa di sanguinare, di sicuro, allora perché non capivano? Io non ero come loro, non sentivo la necessità di bere sangue. Ma non sapevo cosa ero, e forse non lo avrei mai saputo se l’armadio avesse continuato a frustarmi con quella forza.
< Ma secoli fa la tua era una stirpe! Estinta tempo dopo a causa della caccia alle streghe, una delle tante. Ce ne sono altri come te, e tu ce lo dirai, ragazzina > Stava parlando quello biondo, che mi odiava per certo, più degli altri forse.
Aro invece mi ammirava, anche se permetteva che mi frustassero fino a farmi sanguinare.
< Basta >
Finalmente, lo avevano capito.
< Cosa fai fratello? > Domandò il biondo confuso e irritato.
< Come può saperne qualcosa? Parliamo di secoli fa Caius, lei appartiene al Novecento, un’epoca moderna, che di streghe non sa davvero nulla >
Mi lasciarono in ginocchio, a terra, con la maglia sporca del mi sangue e mi slegarono rapidamente. Aro si abbassò al mio livello e mi guardò intenerito, come se fosse pentito di ciò che aveva appena fatto, per circa tre mesi.
< Juliet, da ora in poi mi prenderò io cura di te. Anzi noi. Perché sei con noi, no? >
< A quanto pare non ho altra scelta >
E invece ce l’avevo. Solo che non lo sapevo ancora, per mia sfortuna.

 
La consegna dei diplomi fu davvero noiosa, mantenni il mio atteggiamento freddo finchè Bella e Edward non mi presentarono alcuni loro, dedussi solo dell’umana, “amici”. I ragazzi all’inizio sembravano entusiasti di adocchiare una così bella ragazza apparentemente innocente, cosa che ero diventata solo dopo la trasformazione. Aro, allora a qualcosa sei utile, cacchio. Le ragazze non furono tanto entusiaste di conoscermi, dato che le sminuivo con il mio aspetto e il mio carattere misterioso, uguale, se non più innocente, a quello di mio fratello.
Quando tornai a casa mi beccai Alice per un’ora, la quale mi truccò e mi preparò per la festa che si doveva svolgere precisamente alle nove.
Ed erano le due del pomeriggio.
< Vedo che di vestiti tu non ne hai >
< Sinceramente, non mi sarebbero serviti, erano un peso in più > Fece una smorfia.
< Il problema sono quelle! > Indicò il mio seno. Abbondante, per lei. Ma era una terza, nella norma per me. < Ti presterei volentieri qualcosa, ma soffocheresti >
< Ma posso benissimo mettermi dei jeans, dei tacchi e una maglia che considero elegante, nulla di che, è solo una festa > Mi guardò come se avessi appena ucciso qualcuno. < Non lo è? >
< Ogni occasione è importante per una donna, e per i vestiti! E tu ora sei una donna, quindi poche storie, andiamo a vedere se Rosalie ne ha uno così- >
< Ah nononono non ho intenzione di disturbarla per una cavolata simile > Ma lo sguardo omicida di Alice mi fece indugiare. < E sia… Ma non deve essere rosa, tanto meno giallo >
 
< Stai davvero bene sorellina! > Sorrisi, per non tirargli un ceffone.
< Fratellino! Anche tu… Con quella comoda camicia e quei jeans decenti, cacchio… >
< Sapevo che Alice ti avrebbe costretta ad indossare cose del genere >
< Ma il copri spalle è mio coso, e meno male. Da quando ho guardato nel suo armadio sono terrorizzata dalle feste… Davvero >
Avevo dei tacchi bassi, e quello andava più che bene, ma il vestitino rosso svolazzante e scollato di Rosalie mi faceva sentire troppo scoperta.
E io più delle braccia di solito non facevo vedere nulla.
< C’è troppa gente che ti fissa. Non so se esserne contento oppure no >
< No. Decisamente > Mio fratello scoppiò a ridere, poi adocchiò la sua umana e addio mondo.
Rimasi lì, da sola, a guardarmi intorno, in cerca di qualche essere per lo meno galante o simile. Nulla.
< Eccoti, sorella del ghiacciolo > Mi voltai volentieri e davanti a me trovai Jacob con altri due suoi amici, carini, che mi presentò, prima di farci lasciare soli.
< Mi annoio a morte >
< Non fare queste battute ti prego > Gli diedi un pugno sulla spalla. < Okay scherzavo. Comunque stai bene sai? > Annuì, non sapendo come reagire. < Non dai i brividi come gli altri >
< Oh ma grazie! Davvero Jake sei così carino e galante verso la mia famiglia sai? > Scoppiò a ridere.
< Mi piace il tuo sarcasmo. Sei una okay. Ce l’hai qualcuno allora? > Sospirai. < Argomento no? >
< Argomento no > Dichiarai. < Non so cosa vuol dire quando ti piace qualcuno più che… Come amico, perciò non ho mai avuto nessuno. Anche perché ero circondata da vampiri orrendi >
< Da quando i vampiri sono orrendi o belli? Devi rinnovarti Juls > Lo guardai male. < Oh ehm scusa… Non volevo, se vuoi ti chiamo Juliet > Sorrisi.
< Non mordo Jacob. E comunque chiamami Juls, mi piace >
< Bene Juls> Mi voltai di scatto, trovando mio fratello con uno sguardo preoccupato. < Venite con me >
 
< Avevi ragione Juliet, stanno arrivando e sono molto numerosi > Disse Alice, che molto probabilmente aveva avuto una delle sue visioni poco prima che Ed chiamasse me e Jacob.
< Non possiamo combatterli, sarebbe un atto imprudente e- >
< Non combatteresti nemmeno con noi al tuo fianco? > Jacob interruppe mio fratello. < In fondo non ci fa male uccidere un po’ dei nostri nemici naturali >
< No Jake tu scherzi vero? >
< No Bella, non scherzo. Vero ragazzi? > Gli altri due annuirono, con un sorriso maligno in volto. < Allora siamo d’accordo, siamo con voi, ammazziamo i neonati e siamo a posto >
Volevo dire la mia, volevo dire che non avremmo mai avuto pace a causa mia, di Alice e di Edward.
Ma non lo feci. L’entusiasmo di Jacob faceva andare su di giri anche me e non ero tanto crudele da spegnere sia lui che me.
Ritornammo tutti a festeggiare, come se non avessimo parlato per qualche minuto del fatto che un numeroso gruppo di neonati sarebbero venuti ad ucciderci.
< Domani preparati come sempre, anzi meglio in tuta >
< Che facciamo domani Ed? >
< Lo scoprirai >
Quando sorrideva, di solito la cosa non era a mio vantaggio.
 
Ero circondata da lupi, tutti trasformati, che per giunta non mi avevano mai vista e quindi non mi vedevano di buon occhio, tranne Jacob, Quil ed Embry, che ormai sapevano cos’ero e non avevano intenzione di uccidermi o torturarmi come aveva fatto Aro.
< Fanno così tanta paura? >
< Vedi tu: sono alti come cavalli e hanno denti grossi come il mio indice > Risposi a Jasper, che si era fatto avanti per spiegare ai Licantropi perché eravamo lì.
Dovevamo dimostrare come combattevano i vampiri, per evitare perdite dolorose nella battaglia imminente. Il problema era che io non ero un vampiro, almeno non completamente, Carlisle aveva trovato delle documentazioni su una specie vissuta secoli fa con le mie stesse capacità, che era vampiro solo per un quarto; quindi non mi sentivo abbastanza utile in quel momento.
< Dato che abbiamo con noi la sorella di Edward, Juliet, e dato che è vampiro solo per un quarto, le chiederemo di aiutarci quando verrà il momento > Mi guardò negli occhi, cercando una conferma. Io annuì e Jasper continuò a parlare.
Per un attimo pensai di usare il potere di mio fratello, volevo leggere nella mente di Sam, l’alfa del branco di Jacob, volevo sapere perché mi fissava e decifrare la sua espressione in base ai suoi pensieri. Ma non lo feci, dato che non volevo superare il mio limite.
Cosa che mi era già successa.
Il mio potere è quello di apprenderne altri quando li sento, li percepisco, oppure quando li vedo in azione. In quel mese avevo saputo della telepatia di Ed, delle visioni del futuro di Alice e del controllo delle emozioni di Jasper; ma dato che avevo già una volta fatto un sovraccarico di poteri, e non era andato proprio tutto bene, avevo scartato dalla mia mente la possibilità di utilizzarli.
Mio fratello e Bella si avvicinarono a me, svegliandomi momentaneamente dall’abbiocco che stava per prendermi alla sprovvista.
< Juliet, rimani a guardare con Bella, finchè non abbiamo bisogno di te >
< Okay >
< Osservate bene. In futuro queste cose vi saranno utili > Sorrisi.
< Si certo, come se non avessi mai decapitato un neonato > Risposi io, ottenendo uno sguardo terrorizzato dall’umana. Mi ricordai dopo qualche secondo che lei non sapeva ancora del mio istinto omicida, e che Ed ne conoscesse solo una parte.
Quella meno pericolosa.
Carlisle e Edward cominciarono a combattere, mio fratello ovviamente barò con il suo potere di lettura nella mente altrui e dubitavo che senza quello fosse sopravvissuto ai colpi del dottore. Seguirono Rosalie contro Esme e Alice contro Jasper, il quale alla fine di ogni duello spiegava quale presa era meglio utilizzare contro l’istinto primordiale e selvaggio dei neonati per ucciderli.
< Mini Ed tocca a te! > Riconobbi la voce di Emmett.
E quindi non era per nulla un buon segno.
< Oddio > Mi feci avanti, togliendomi la felpa e rimanendo in canotta e tuta lunga. Mi misi le mani in tasca e ascoltai Jasper che ci diceva cosa dovevamo fare.
< In questa lotta che ci aspetta, probabilmente sanno di te i neonati, perciò Juliet non utilizzerai i tuoi poteri contro Emmett. Vogliamo vedere se sai proteggerti anche senza quelli >
Io sapevo proteggermi solo con quelli. I poteri erano accessori che usavo ogni tanto, giusto per sfogo, quando non riuscivo a controllarmi. Ma di solito ero una persona a sangue freddo, che non provava pietà verso coloro che uccideva.
Volevo cambiare, odiavo essere un’omicida, ma sapevo che ci sarebbe voluto del tempo.
E io avevo pazienza.
< Okay >
Rimasi immobile, con le mani in tasca, anche quando Emmett partì all’attacco contro di me come un cinghiale in carica, imbufalito, incazzato nero perché avevo invaso il suo territorio.
Lo presi per la faccia con la mano destra, lui si lamentò perché gli avevo fatto scrocchiare il collo, poi gli mollai un calcio al petto e lo mandai contro un albero dietro di lui. Rimisi la mano in tasca e guardai le reazioni di tutti: stupiti, impauriti, non le decifravo tutte, ma la maggior parte mi erano familiari, purtroppo. Perfino da Edward.
Jasper applaudì e mi diede una pacca sulla spalla, sorridendomi in modo rassicurante.
< Questo i neonati non se lo aspettano di certo. Juliet è un avversario che non lascia trasparire emozioni, per questo sono sicuro che ne abbatterà la maggior parte. Nessuna emozione, nessuna pietà, mirare alla testa, spaccandogliela contro un albero o staccandogliela a morsi o con le mani, è questa la strategia adatta contro i neonati > Sospirai e tornai a mettermi la felpa, sedendomi a terra, isolandomi come facevo di solito, quando sapevo che emozioni come l’ansia e la paura tentavano di farmi cedere al mio potere.
Sentivo il ghiaccio diffondersi nel mio sangue, poi osservai le mie mani diventare blu e ricordai quello che dicevo sempre per sopprimere quella voglia di congelare persone.
< Niente emozioni. Niente. Emozioni. Nessuna emozione… > Le mie mani tornarono pallide e sospirai di sollievo.
Il muso peloso di un lupo si strusciò contro di me, era quello di uno che non conoscevo ancora, ma che ero certa di aver visto da qualche parte la prima volta, alla casetta nella foresta.
< Ciao lupo, tu sei… Leah? > Il lupo scosse il muso. < Mhh… Allora sei suo fratello, no? > Mi si strusciò ancora addosso. < Okay capito… Seth > Si sedette a fianco a me, osservando tutti i miei nuovi familiari che si ricomponevano, pronti per tornare a casa. < Sorpreso per le mie mani blu eh? Mi succede spesso, quando provo emozioni troppo forti, per questo sono fredda. Credimi, vorrei tanto essere un normale vampiro… Senza questo maledetto potere… >
L’affetto che emanava quel cucciolo peloso era molto e mi scaldava un po’ il cuore sapere che non aveva paura di me, nemmeno dopo aver visto con che facilità avevo steso Emmett.
Poi un ringhio ci riportò alla realtà, dato che Seth doveva seguire il suo capo Sam. Mi alzai e li salutai con un cenno e la faccia più innocente che potessi fare, per poi raggiungere l’auto dove stava per entrare mio fratello.
< Non mi avevi detto del poco autocontrollo del tuo potere > Spalancai gli occhi. < Se non me lo avesse detto Bella poco fa, avrei pensato che rimuginavi nel passato osceno che hai vissuto dai Volturi. Invece avevi le mani blu e stavi per congelare qualcuno >
< Non è facile apparire per quello che sono Ed, cioè un’assassina a sangue freddo, senza sentimenti, senza paura di aprire la testa a qualcuno. A volte perdo il controllo perché mi sento un mostro >
< Ma non lo sei > Mi prese per le spalle e mi baciò la fronte. < Sai combattere e sei una ragazza sensibile, non fredda. Hai un lato oscuro che controllerai quando capirai, o qualcuno lo farà per te, che tu in realtà sei solo mia sorella, la mia dolce e silenziosa sorella > Feci un sorriso forzato.
E fu così che in quel momento così speciale tra fratelli, che il mio stomaco brontolò, ad alta voce.
< Ops > Mi coprì la pancia di scatto, mentre Edward scoppiò a ridere divertito.
< Mi dispiace solo che non abbiamo molto in casa. E’ finito anche il succo d’arancia >
Ero diventata un palo, ferma immobile e con il viso che esprimeva rabbia.
< Forza su datemi un’auto! Forza forza forzaa! Come voi mangiate animali, li mangio anche io, e ora voglio una benedetta bistecca ai ferri, o magari due, con tante di quelle patatine fritte che nessuno riuscirebbe a mangiare! Emmett! Emmett dammi l’auto. ORA >
Mentre io scleravo, in tono scherzoso, a causa del mio attacco di fame improvviso, ero certa che Bella si fosse tranquillizzata vedendomi nella mia forma normale.
In fondo lo speravo, perché se per mio fratello lei era importante, lo era anche per me allora.
 
La battaglia era imminente e dentro di me mi chiedevo se non fosse stato tutto calcolato.
Il discorso che ho origliato, la mia fuga e poi in seguito questo attacco anticipato.
Certo che era tutto calcolato, di sicuro la vipera bionda, fratellino emo e l’armadio si sarebbero fatti vivi, per così dire, alla fine della battaglia. Per darci il colpo di grazia. Oppure per “controllare” che diamine era successo sotto i loro nasi pallidi senza che se ne “accorgessero”, per così dire.
< Come siamo pensierosi > Esme mi appoggiò le mani sulle spalle e sentì come ero contratta. < Santo cielo Juliet sei un blocco di ghiaccio… Va tutto bene? >
Cosa le rispondevo?
No, non andava tutto bene, per nulla, dato che i Volturi l’avrebbero fatta franca per l’ennesima volta.
Si, andava bene, la battaglia stava per arrivare, ma io non ci facevo molto caso, pensavo piuttosto al passato e alla famiglia che possiedo ora, che non ho mai avuto. Si, sono felice e va tutto bene.
< Di solito nemmeno Edward ci mette così tanto a rispondermi quando è indeciso, sai? > Le sorrisi.
< Quando era piccolo non sapeva mentire, e non credo che le cose siano cambiate poi così tanto >
< No infatti. Ma nemmeno tu sai mentire >
< Ma io lo ammetto, lui no > Mi sorrise e decisi di dirle la verità. < I Volturi la passeranno liscia ancora, lo sappiamo, non lasceranno che la mia testimonianza faccia dei buoni frutti, taglieranno la pianta prima che espanda le sue radici > Mi accarezzò la schiena, sapeva che dovevo ancora dirle qualcosa. < E poi… Volevo ringraziarvi. Mi sembra strano essere entrata in questa famiglia subito… Nessuno mi vuole stare vicino, Caius e l’altro mi evitavano, avevano paura di me. Aro era solo interessato alle mie origini e al modo di creare altri esseri come me. Ma qui io sono parte di una famiglia vera… E’ fantastico Esme, davvero, grazie > Mi sembrò commossa, forse se non fosse stato per il fatto che non poteva piangere, credo che delle lacrime sarebbero scese sul suo bel viso.
< Grazie a te, sei stata coraggiosa a scappare dai Volturi. E non temere, ti difenderemo con le unghie e con i denti > Annuì e lei volle abbracciarmi, contraccambiai il gesto affettuoso.
Carlisle era stato uno dei più fortunati a trovare una persona come Esme con cui stare per tutta l’eternità, con cui formare una bella famiglia, in cui aveva deciso di ospitare anche mio fratello, sotto richiesta disperata di mia madre.
Ed io ero stata fortunata ad essere accolta tra loro.







Angolo Autrice
Molto bene! Comincio col salutare tutti e col dire che sono colpita, in nemmeno mezz'ora ho ricevuto due recensioni (e ringrazio chi le ha lasciate ^_^) e le visualizzazioni sono state tante. E per questa cosa? Okay comincerò a lavorarci meglio u.u
Ecco un altro capitolo, Juliet comincia un po' ad integrarsi come vediamo, e sì... Nel caso qualcuno se lo fosse chiesto, ho preso spunto dalla personalità e il personaggio di Elsa, di Frozen. Anche perchè io adoro il cartone e il personaggio in sè u.u
Okay ho finito di rompere :) al prossimo capitolo!
  
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