FRANCESCA
Non
le era bastato avermi soffiato il ragazzo, lo aveva anche baciato.
La
mia migliore amica, proprio lei che mi conosceva da ben 10 anni:ci
eravamo
conosciute tra i banchi di scuola.
“Ciao!”
cominciai io.
“Ciao…” Il suo tono era
timido, quasi sembrava volersi nascondere sotto quella massa bionda che
le
scendeva lungo le spalle.
Era sola.
“Come ti chiami?”
“Martina…” Era quasi un
sibilo, il suo.
"Piacere, io sono
Francesca!” Avevo usato un tono volutamente alto, per farle
capire che di me
poteva fidarsi.
“Come mai sei sola?”
Non mi rispose. Allora mi
sedetti accanto a lei.
“Vuoi diventare mia
amica?”
Martina voltò il suo viso
verso di me, gli occhi che le si erano illuminati: annuì
leggermente.
Da
qualche anno a questa parte era radicalmente cambiata:era diventata
più sicura
di sé, meno timida.
Francesca,
ma sei
veramente sicura che ti abbia portato via il
“ragazzo”?
Beh,
non sono proprio sicura che sia il mio ragazzo, ma è
sicuramente la persona che
AMO!
Se
prima lo odiavo, ma nel frattempo lo amavo; ora lo odio e basta:questo
stramaledettissimo bacio sta rovinando tutto.
Se
non mi fossi affacciata alla finestra, non avrei saputo nulla.
E
forse questo mi avrebbe fatto più schifo:continuare ad amare
qualcuno, senza
sapere ogni minima cosa di lui.
A
volte, però, è meglio non sapere piuttosto che
sapere e poi piangere il giorno
dopo.
*********
Sono
passati 3 giorni, i 3 giorni più brutti della mia vita:oltre
ad essere
costretta a studiare tutto per l’imminente ritorno scuola, ero tentata di
uscire di casa,
suonare al campanello del palazzo affianco e chiarire tutto fra me e
Andrea.
Ogni
volta che mi ripromettevo di farlo, non riuscivo a muovermi.
Perché
fare mosse false?
L’unica
persona che più poteva essermi d’aiuto era Giulia.
Presi
il telefono e composi il numero…
“Giorgia,
sono io…Francy!”
“Oiii,
da quanto tempo non ti fai sentire: ti ho mandato messaggi da tutte le
parti,
ti ho pure chiamato sai, ma tua mamma mi ha detto che non
c’eri!” mi rispose
una voce piuttosto agitata dall’altra parte.
“In
realtà c’ero, ma non volevo essere
disturbata…Comunque Giù, stai calma!”
“Ma
io sto calmissima,è solo che non ti fai
sentire…non riuscivo a contattarti e…mi
sono preoccupata…”
Dal
tono di voce con cui disse le ultime 3 parole,capì che
veramente si era
preoccupata per me: Giulia era una ragazza che non diceva bugie,
specialmente
alle sue amiche.
Più
sincera di lei, non c’era nessuno: sapeva mantenere i segreti
come
nessun’altro!
L’avevo
conosciuta un anno prima, durante il catechismo per la Cresima, e mi ci
ero
subito affezionata.
Così
dolce, così sensibile, sapeva ascoltarti e consigliarti in
ogni momento.
“Senti
Giù, ho bisogno di parlarti…”
“Per
telefono o a voce!”
“Possibilmente
a voce!”
“Vengo
io a casa tua, o tu a casa mia?”
*********
Mezz’ora
dopo eravamo tutte e due sedute a gambe incrociate sul letto, io
abbracciata al
mio pupazzo preferito e lei che giocherellava con la cover
dell’IPhone.
“Credo
che tu dovresti parlare prima con Martina e poi con Andrea.”
rispose Giorgia,
dopo averle spiegato la situazione.
“E
se non risolvo niente?”
“Se
non risolvi niente…”
Ci
fu un momento in cui la mora restò in silenzio, fissando il
mio peluche, come
se trovasse la soluzione adatta.
“Senti,
mi dispiace dirlo, ma ci sono tanti ragazzi più maturi , se
te la devo dire tutta,
molto più belli di Andrea. Fattene una ragione!”
“Questo
sarebbe il tuo consiglio?”
“Beh,non
è un consiglio, è la mia opinione su tutto quello
che sta succedendo.
Guardati…stai in questo stato per uno stronzo, che nemmeno
ti saluta quando ti
incrocia!”
“E
secondo te, dovrei mollare tutto proprio ora?”
“Avresti
dovuto mollare tempo fa!”
A
quelle parole il cuore quasi mi si fermò: come poteva dirmi
questo?
Le
parole fanno più male di una lama affilata conficcata nel
petto: quelle parole
per me erano come una lama che mi aveva trafitto il cuore.
Mi
buttai con la faccia sul cuscino, decisa a non parlare più.
Non
aveva senso continuare quella discussione, se io pensavo una cosa e lei
ne
pensava un’altra: avrei comunque fatto ciò che
pensavo io.
La
sua voce calda mi sussurrò
all’orecchio:”Allora me ne vado!Quando ti sei
ripresa, dimmelo! Ti lascio ai tuoi pensieri…”
Detto
questo uscì dalla camera e si chiuse la porta alle spalle.
Non
la salutai, non mossi neanche un dito: le lacrime stavano bagnando la
coperta
su cui ero distesa.
Se
quelle lacrime le avesse potute asciugare lui, se fosse stato qui,
vicino a
me….
Se
fosse stato qui vicino
a te, non avresti pianto.
Triste
verità!
NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti!
Ecco un altro capitolo! Questo è più di
passaggio, pechè in realtà non è molto
importante, tranne per il fatto che Francesca vede Andrea e Martina che
si baciano. In seguito scoprirete ulteriori colpi di scena!
Per adesso vi lascio!
Vorrei solo ringraziare nicosacco, il mio fedele lettore, Ipangelo che
segue, Asso di Picche che ha messo la storia tra le preferite e
buzzicozz che segue.
Grazie anche a chi non si fa sentire!
Un bacio dalla vostra ElenSofy!