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Autore: holmeslessassbutttimelord    29/04/2014    2 recensioni
Castiel non ha parlato per quasi vent'anni, e sembra sul punto di essere mandato fuori dall'ennesimo ospedale psichiatrico. È irrispettoso, non cooperativo ed antisociale rende difficile a chiunque essergli amici. Ma quando Dean viene internato nello stesso ospedale, l'intero mondo di Castiel cambia.
(Mental Hospital!AU)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Buongiorno Castiel!” trillò la dottoressa Perri. “Mi scuso per questa sessione anticipata, ma volevo continuare a parlare con te riguardo alla svolta di ieri sera. Come ti senti?”
“Mi sento bene.”
“Perfetto. Da dove vuoi cominciare oggi?”
“Non so, da dove vuole lei, credo.”
La dottoressa sorrise, come se fosse la risposta che desiderava sentire. “Bene, okay, sappiamo cosa ha rotto il tuo silenzio, giusto? Ma non sappiamo veramente cosa ti ha portato a fare il tuo voto.” Castiel aprì la bocca per contrastare l'affermazione, ma la dottoressa lo azzittì con un gesto della mano. “Non provare a dirmi che avendo già letto i tuoi files non abbiamo bisogno di parlare, Castiel. Ho bisogno di sentire le cose dalla tua prospettiva. Tutto ciò che ho è un profilo poco dettagliato e preciso da parte di tuo fratello, devi darmi qualche informazione in più.”
Castiel chiuse la bocca ed annuì debolmente.
“Bene, cos'è che ti ha condotto fino ai corridoi del centro d'igiene mentale Bridgway?” lo incitò la dottoressa Perri.
“Ho avuto quello che i dottori, come te, chiamano crollo mentale. Prima che mio fratello Gabriel tornasse a casa distrussi mezza casa, fortunatamente è riuscito a fermarmi.” la voce di Castiel era fredda e priva di emozioni. La risposta sembrava come se fosse stata ripetuta molte volte.
“Cosa ha causato il crollo? Pensi di saperlo?”
“Non ci fu una sola causa. Fu tutto: il bullismo, l'innocenza, gli standard incredibilmente alti che mio padre aveva posto... Non ce la facevo più. Ho mollato, abbandonato e mandato tutto a puttane, e tutto ciò mi portò a quel... Episodio.”
La dottoressa annuì, prendendo meticolosamente appunti. “Tuo padre, non l'hai mai nominato, parlami di lui.”
“Non c'è molto da dire. È quello che si considera generalmente con il classico padre assente: non stava molto a casa, ma quando c'era si aspettava la perfezione. Voti rigorosamente alti, non inferiori alla A[1], stanze ordinate e pulite, l'apparenza era tutto. Per un po' sono riuscito a seguire i suoi standard, facevo del mio meglio per impressionarlo, per attirare la sua attenzione, ma le uniche volte in cui mi prestava attenzione era quando facevo degli errori. E si fidi, non la gradirebbe neanche lei quel tipo di attenzione.”
“Come li puniva tuo padre questi tuoi errori?” chiese con delicatezza.
“In molti modi, cinture, cucchiai di legno, lavori. Una volta mi chiuse nella mia camera da letto per tre giorni, solo perché ruppi un bicchiere mentre lavavo i piatti. Aveva un carattere molto irascibile, soprattutto se beveva.”
“E com'era il tuo rapporto con i tuoi fratelli?”
“Era buono, credo. Gabriel e Michael, i più grandi, si preoccupavano per me. E Lucifer si assicurava, prima di passare a trovarci, che mio padre non fosse a casa. Ho fatto il possibile per prendermi cura di Balthazar e Uriel, visto che erano i miei fratellini. Io e Balthazar eravamo molto uniti. Una volta veniva a trovarmi spesso, ma credo si sia stufato di essere ignorato. Anche se ogni anno mi spedisce una lettera facendomi gli auguri per il mio compleanno.” ricordò affettuosamente.
“E Lucifer? Hai detto che era l'unico a passare a salutarvi, come mai non viveva con tutti voi?”
“Nostro Padre l'ha buttato fuori di casa quando era ancora un ragazzo. Era un ragazzo ribelle, anche se amava molto nostro Padre, pensava fosse troppo dispotico. Tutto ciò che ricordo di lui erano le continue liti tra di loro. Probabilmente ha fatto la cosa migliore ad andarsene.”
“Cosa pensavi delle regole di tuo padre?”
“Aveva... Aveva le sue ragioni per essere così severo. Voglio dire, dopotutto aveva sei figli di cui prendersi cura. A volte era sicuramente eccessivo, ma era difficile occuparsi di noi. Gabriel e Balthazar erano degli incubi ed io e Michael ci scontravamo sempre... Ha dato del suo meglio. Mi meritavo ciò che mi infliggeva. Non creavo scompiglio come faceva Gabriel, e non ero un ribelle come Lucifer, ma ciò che ho fatto era molto peggio. Non obbedivo spesso, non facevo mai ciò che mi era stato detto. Mi dava un ordine, e dovevo seguirlo. Prima di essere internato qui, rischiavo di essere cacciato come Lucifer. Ho infranto una delle regole più importanti di mio Padre.”
“Che regola era?”
Castiel si agitò sulla sedia, abbassò lo sguardo cercando la risposta sul pavimento.
“Io... Io mi sono innamorato. Mio Padre ci aveva imposto una regola, non ci era permesso socializzare, o meglio avere degli appuntamenti, con persone che fossero fuori dalla cerchia della nostra chiesa. E anche allora, avrebbe dovuto incontrare e dare la sua approvazione a quelle persone.” spiegò. “Chiunque non rientrasse nei suoi standard, entrava direttamente nella lista nera, e la ragazza di cui mi innamorai... Beh era molto lontana da tutto ciò che era 'okay' per mio Padre.”
“Lei com'era?”
“Era la tipica cattiva ragazza. Beveva, andava alle feste e si vestiva in un modo provocante. Era tutto ciò che per Lui era il male, ed io ero assolutamente affascinato da lei. Non avrei mai pensato, mai, di poter catturare l'attenzione di una come lei. Meg, lei era bellissima, interessante e pericolosa, ed io ero, beh... Io ero io.”
Castiel fece una pausa, sorrise amaramente. Rivivere le sue esperienze con Meg era abbastanza doloroso.
“Comunque sia, in qualche modo abbiamo iniziato a frequentarci. Uscivo di casa ogni notte per incontrarla al parco vicino casa. Bevevamo e parlavamo... Era piacevole. Ma non potevo sapere che Michael ci seguiva, e dopo un litigio fra noi due, lui finì per dirlo a nostro Padre. Era oltremodo furioso, stavo già oltrepassando il limite da lui impostomi quando portai i risultati della fine del semestre. Tutte le sere fuori portarono la mia carriera scolastica ad un abbassamento, avevo brutti voti in quasi tutte le materie. Credo che questo fu il mio punto di rottura, mi sentivo un fallimento totale. E credo di essere semplicemente esploso.”
“E come sei finito da qui a diventare muto?” chiese la dottoressa.
“Una volta tornato a casa, mio Padre vide il casino che avevo combinato in casa, anche se tentai di scusarmi ero completamente instabile, e le parole non uscirono fuori. Annaspavo e balbettavo, non riuscivo a parlare.... Alla fine mio Padre disse solamente 'Se non riesci neanche a scusarti correttamente, tanto vale che non parli affatto!' Così decisi, dopo aver distrutto mezza casa ed infranto tutte le sue regole, che almeno quest'ordine avrei potuto rispettarlo. Perciò divenni muto.”
La dottoressa Perri lo fissava, pena e compassione stampate sul suo volto.
“Castiel, non puoi controllare chi ami. E tuo padre non avrebbe mai dovuto sottoporti a questo tipo di pressione, sei un brav'uomo.”
Castiel scosse la testa. “Non ho fatto altro che complicarle la vita, dottoressa, e ancora mi difende.”
“Hai fatto tutt'altro che complicarmi la vita! Hai minato pesantemente alla mia pazienza e mi hai fatto venir voglia di strapparmi i capelli, ma Castiel, tu sei il mio caso più soddisfacente! Sei passato dall'essere muto e non cooperativo alla bellissima e brillante persona che sei ora. Sei un bravissimo artista, parli eloquentemente e intelligentemente, e hai costruito una meravigliosa amicizia con Dean. Non potrei essere più orgogliosa di te!” esclamò onestamente.
“Davvero?”
“Sì, Castiel, davvero! Così tante persone mi dissero, quando accettai il tuo caso, che non avrei mai visto un miglioramento in te, ma non solo vedo il progresso, vedo un futuro da poter vivere fuori dalle mura di quest'ospedale. Penso che potrai liberarti di tutte le cose che ti hanno afflitto in questi anni. Perché non vedi lo stesso potenziale?”
“Io... Io non credo di poterlo fare. Ho già fallito così tante volte in passato. Chi mi assicura che non fallirò ancora?”
“Non è mai troppo tardi per fare le cose in maniera corretta, Castiel. Puoi sempre riprovare.”
In quel momento, la piccola scintilla di speranza che Castiel aveva sempre mantenuto accesa, esplose e divenne un fuoco. Avrebbe potuto avere una vita fuori da un istituto mentale, avrebbe potuto avere una casa ed un lavoro. Magari avrebbe potuto avere veramente il controllo sulla sua vita e sulle persone che avrebbe potuto frequentare. Magari si sarebbe imposto da solo le regole da rispettare.”
“Pensa davvero io sia in grado di farlo?”
“Non lo penso, lo so.”
Se la dottoressa aveva una tale speranza nel suo futuro, pensò, allora poteva averla anche lui. Poteva andarsene una volta per tutte.

 

 

 

[1]Ormai ci siamo tutti “americanizzati” perciò non c'è bisogno che vi spiego come mettono i voti gli americani no?
Note della traduttrice:  Solo un appunto riguardo la traduzione, per quanto riguarda il racconto di Cas, per chi non l'avesse notato, padre è scritto con la maiuscola, il che è un chiaro riferimento a Dio.
Come sempre grazie a chi recensisce ma anche a chi tace, vi voglio bene, grazie per aver deciso di seguirmi *^*
 

  
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