Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Liabele_swag1D    29/04/2014    2 recensioni
"LOUIS LA MACCHINA!!!"
Un rumore assordante e poi il buio.
Aprii gli occhi e mi sembrava come la prima volta. [...]
"Chi siete?" riuscii a balbettare.
Una donna bionda seduta accanto alla mia barella cominciò a singhiozzare mentre le mani le tremavano e si faceva consolare da un uomo sulla cinquantina, alto e moro. Un altro signore con indosso un camice bianco si avvicinò lentamente a me con fare rassicurante.
Ma che avevo detto di male?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

CAPITOLO II


Non volevo che anche lui scoppiasse in lacrime, c'erano stati fin troppi pianti in quella giornata. Fu come se mi avesse letto nel pensiero. Infatti, ingoiò o per lo meno tentò di ingoiare il magone.
"Ciao, s-sono Lou... Louis."
"Ciao" gli sorrisi.
Aveva la mano sinistra poggiata sul lettino ma non osava sfiorarmi. Gliela strinsi. 
"Io sono Eleanor" dissi calma continuando a sostenere il mio sorriso.
Rimase per pochi secondi in silenzio, fissando ancora la mia mano che teneva fortemente la sua. Poi alzò la testa e guardò fuori la finestra. I suoi occhi si dipinsero dello stesso colore del cielo: grigio-azzurrognolo.
"Lo so."
"Oh..."
Abbassai lo sguardo. Il dottor Hartmann era rimasto muto per tutto il tempo sull'uscio della porta ma a quel punto si intromise nell'entusiasmante chiacchierata.
"Louis, credo che così possa bastare, puoi uscire"
Il ragazzo si alzò e mogio uscì dalla stanza con un tonfo della porta quasi impercettibile.
"Eleanor... quel ragazzo è il tuo fidanzato."
"Cosa???"
Ero letteralmente scioccata, non potevo crederci. Beh, almeno nella mia "vita precedente" avevo ottimi gusti. Il dottore prese una sedia la trascinò accanto al letto e si sedette.
"Circa un paio di settimane fa... eri in macchina con lui. Vi stavate divertendo, probabilmente stavate cantando seguendo il ritmo della radio dell'automobile e... Louis rideva, anche tu, ma ad un certo punto, arrivati ad un incrocio è passata sfrecciando una macchina che vi ha tagliato la strada proprio dal lato in cui c'eri tu. In una frazione di secondi il botto ti ha fatto andare a sbattere la testa all'indietro ed è il motivo per cui non ricordi nulla."
Le lacrime mi scendevano silenziose. Non avevo la più pallida idea di che pensare, dovevo prendermela con Louis? Era ancora il mio fidanzato? Era stata solo colpa mia? Sarei riuscita a ricordare? Sarei riuscita a camminare?
"Ma... le mie gambe? Perché non riesco a muoverle se non sono stata colpita alla colonna vertebrale durante l'incidente?"
"E' l'unica cosa che non riesco a spiegarmi. Se qualcosa, un pezzo di vetro del finestrino, ti avesse colpito in basso alla colonna vertebrale si sarebbe spiegato il perché della tua paralisi, per cui credo che sia solo una paura. Una specie di fobia psicologica che devi riuscire a combattere."
"SI MA COME?" urlai in lacrime.
"Eleanor stai cal-"
"NO! Sono stufa! Perché doveva capitare a me, eh? Questo me lo può spiegare? Che ho fatto di male? I-io... io" tirai su col naso e diedi un grido di esasperazione. Piansi, piansi e ancora piansi. Era orribile.

Passarono due giorni e mi dimisero dall'ospedale.
Due infermiere mi aiutarono a scendere dal lettino e a posizionarmi su quella che sarebbe stata la mia nuova compagna di vita: una sedia a rotelle. Il dottor Hartmann si avvicinò a me e si poggiò sui manici della sedia.
"Allora piccola Eleanor, noi ci vediamo lunedì per la prossima visita, d'accordo?"
"Si."
"Ciao"
Uscii accompagnata da madre e Louis. Sì, io la chiamavo "Madre". Non "Mamma" o "Mia madre". Non sentivo che mi appartenesse, e quindi mi sembrava paradossale usare l'aggettivo possessivo su qualcosa o qualcuno che non era mio. Appena fuori vidi una miriade di gente che urlavano, esultavano o piangevano addirittura. Caspita, ero nel cuore di tutti allora. Le loro voci si riunivano in un'unico coro che diceva... Louis? Quando mi videro ci fu un silenzio di tomba. Mi sentii imbarazzata. Tutte quelle persone si divisero lasciandomi passare mentre madre spingeva da dietro la sedia a rotelle. Sembrava di essere sul Red Carpet di Hollywood. Sentii delle mani sbattere fra di loro poi altre, poi altre ancora. Stavano applaudendo. Sorrisi ad ognuno di loro, che fossero ragazze, bambine, donne, uomini, anziani... uno ad uno. Ad attendermi alla fine del percorso c'era una macchina dai vetri scuri. Louis inaspettatamente si avvicinò a me. Il mio cuore tamburellava nel petto mentre lo guardavo con gli occhi sbarrati. Mi prese in braccio come una principessa, in silenzio senza osare alzare lo sguardo. Madre piegò la sedia e la mise nel cofano mentre Louis mi porgeva delicatamente sul sedile posteriore con tanto di imbracature e cinture. Era rimasto scosso anche lui da quell'incidente. Stavolta a guidare fu padre. Già, lo stesso discorso dell'appartenenza valeva anche per lui. In macchina non feci altro se non guardare fuori dal finestrino, meravigliata dal paesaggio. Anche dei semplici palazzi per me erano stupefacenti, non ricordavo nulla, era come vederli per la prima volta. 
Dopo un tragitto silenzioso e cupo ci fermammo. Madre e padre mi aiutarono a scendere dall'automobile mentre Louis prendeva e dispiegava la sedia. Dopo essermi messa comoda padre mi spinse lungo un vialetto. Ci fermammo di fronte ad una porta. Quella era casa mia.
Guardai ogni angolo di essa meravigliata. Era splendida ed enorme. Forse lì doveva esserci anche camera mia.
"Qual è la mia camera?" chiesi ad alta voce in generale.
"E'..." sentii una voce pimpante che però si trasformò subito in una triste affermazione.
"è al piano di sopra... in... in fondo alle scale" indicò Louis. 
"Mi accompagni?" chiesi sorridente. 
Parve sorpreso. Forse credeva che non mi sarei più fidata di lui dopo l'incidente ma io credevo che tutti avessero il diritto di una seconda possibilità per riscattarsi.
"C-certo!" balbettò.
Mi prese in braccio. Io mi aggrappai al suo collo. Era forte. Notai che aveva molti tatuaggi sulle braccia, alcuni un po' idioti, altri molto significativi. Chissà se ce ne avevo qualcuno anche io...
Arrivammo di fronte ad una porta color ciliegio chiusa. La presa di Louis si fece sempre più morbida fin quando non mi fece toccare con le punte dei piedi il pavimento. Mi stava lasciando per farmi camminare, probabilmente per la forza dell'abitudine non si rendeva ancora conto.
"Louis!!!" strillai per farlo riprendere ma mi ritrovai l'attimo dopo col sedere per terra e lui con la mano sulla maniglia mentre mi fissava sconsolato. Incominciai a... ridere.
Sì, era buffa la sua goffaggine e distrazione. Anche lui si mise a ridere mentre mi riprendeva fra le sue braccia. Entrammo in camera mentre con un piede chiuse la porta. Mi fece sedere sulla sedia della scrivania. Sopra di essa c'erano tanti fogli e alcune fotografie incorniciate, era molto disordinata. Il resto della stanza era formata da un armadio color crema, un piccolo comodino dello stesso colore ed un letto con un lenzuolo bianco e una fantasia floreale rosa stampata dello stesso colore.
"Allora, io.. vado." disse Louis già con un piede fuori la porta.
"
Le persone a volte si lamentano perché hanno dei brutti i ricordi. Io pagherei anche per riavere quelli." dissi. 
Si fermò. Strinse le mani a pugni lungo i fianchi. 
"Ti prego, resta" gli pregai con le lacrime agli occhi. Una di queste scese lungo la guancia rigandomela.
"Non posso." 
E sbatté la porta. 

 
***



 
Nel prossimo capitolo:
"Perché c'era tutta quella gente fuori all'ospedale? Perché mi applaudivano? Chi sei?"



 
Ehyyy eccomi qua con il secondo capitolo. E' stato un vero e proprio parto guardate ahahah Lo sto scrivendo dalle 17:00 T.T AHAHAHAH
Questo è solo un piccolo capitolo di passaggio, nulla di importante, dovevo solo descrivere il ritorno a casa. Si farà sempre più interessante *-* per lo meno, spero ahahah. Un bacione a tutti, ah volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo e vi chiedo di continuare a farlo, grazie mille.
E poi dico a te, si tu, proprio tu che stai leggendo. Sei bellissima. Che dici di lasciarmi una recensione? AHAHAHAH
La vostra imbranata autrice:
Liabele_swag1D
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Liabele_swag1D