Storie originali > Poesia
Segui la storia  |       
Autore: hiccup    29/04/2014    1 recensioni
“Anno nuovo, vita nuova, giusto?”
“Speriamo siano trecentosessantacinque giorni unici, emozionanti, miei. Non chiedo altro”
“Si inizia oggi; con questo sole aranciato e con questo sguardo stanco, ereditato dal passato.”
[365 poesie per 365 giorni]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ventinove aprile: nei sogni si piange e s’inghiottono le lacrime.
 
 
 
Cammino, cammino, cammino
e il sole quasi muore, oltre le nubi,
e l’orizzonte si delinea prepotentemente ustionato.
 
Rileggo solerte tra i miei passi incalzanti, cadenzati, veloci
le pagine della giornata scritte con calligrafia febbrile e scomposta:
i libri letti, le leggende sfogliate, i miti amati;
le persone lontane e le persone vicine;
le risate sonanti e le lacrime dolceamare;
i singhiozzi, i singulti e i silenzi assordanti;
le proposte ilari e le promesse nuove, ridondanti.
 
Cammino, cammino, cammino
e il già sole muore, oltre la tua fronte candida,
e le nuvole si chiazzano d’emozioni e di sentimenti forti;
stillano sangue vermiglio e ceruleo,
tingono le stelle e coccolano la luna acerba.
 
Sospiro una, due volte, tre volte:
un eterno ritorno, un eterno divenire - un’eterna fine?
 
Mi fermo, ti guardo, ti sorrido tra le ciocche di capelli profumati
E cerco la tua mano nell’incantevole sogno audace di primavera;
l’afferro con dolcezza e fermezza, insieme, e la stringo;
non voglio perderti ora che ti ho trovato, sussurro.
E la notte piomba su di noi, implode in se stessa e nei nostri cuori;
li arresta e noi piangiamo l’uno le lacrime dell’altra;
le mani si stringono ancora e i pensieri fioriscono nelle tempie.
Arriva la tempesta, la grandine, la disperazione
e le nostre nocche si scheggiano, si lacerano i nostri petti, si strappano i sorrisi,
i miei occhi piangono rimorso e i tuoi piangono desiderio confuso;
non voglio perderti ora che ti ho trovato, urlo.
E nessuno mi sente – nemmeno tu; inghiotti a vuoto e sparisci,
incateni lo sguardo agli astri brillanti e ineffabili e non mi guardi,
non mi vedi; e come potresti vedermi?
Vedi solo le costellazioni, tu, e dietro le costellazioni scorgi gli infiniti e se?
Ma non hai il coraggio di districare quei grumi possibili, inquietanti,
e quindi svanisci lentamente, inesorabilmente.
 
 
Mi sveglio, mi sveglio, mi sveglio
E non respiro, non respiro, non respiro;
solo un sogno, solo un sogno, solo un sogno.
 


 
*


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: hiccup