Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: MayaNp994    29/04/2014    4 recensioni
Si dice che nell’epoca Sengoku, una giovane donna morì imprigionando il suo amato all’albero Sacro.
La donna prima di morire fece in modo che il suo spirito venisse assorbito dall’albero, in modo che quando il suo amato venisse liberato lei rinascesse dalle sue ceneri e potesse vivere con lui la vita che non hanno potuto vivere prima.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14. Il suo sangue.
No. Non attaccarli.
Cosa sto facendo? Perché sto combattendo con Inuyasha e Kikyo?
-Sesshomaru! Risvegliati brutto idiota!- disse parando il mio colpo micidiale.
Risvegliarmi? Ma io ero sveglio.
Attaccali e uccidili.
Rumiko? No. Non di nuovo. Non poteva avermi posseduto di nuovo.
Questa volta era diverso però. Ero in me.  
La prima volta che successe questa cosa fu circa cinquant’anni fa. Quando Rumiko si impossessò di me per distrarre Kikyo, mentre le entrava nel corpo.
Quando mi risvegliai non capivo cosa stava succedendo. Non trovavo Rumiko. Non trovavo Kikyo ed Inuyasha era imprigionato al Goshinboku.
Ora però vedevo cosa stavo facendo. Vedevo chi stavo attaccando e ne capivo il motivo.
KAGOME! Dov’era Kagome? Non la vedevo.
-..si, Kagome. Tu sei nata nell’epoca Sengoku. Ma non ci resterai per molto.- e fu a quel punto che lo sentii.
L’odore del suo sangue.
L’odore del veleno di Rumiko. Quello stesso veleno per che due volte l’aveva portata nel limbo.
KAGOME! Non addormentarti!
“Se.. sshomaru..” La sua mente era altrove.
KAGOME!! KAGOME RISPONDIMI!
“Perché la mamma piange? Oddio. Ho una gamba rotta..”
No.. Kagome..   Era troppo tardi.  La sua memoria era stata cancellata. Il suo corpo si trovava in un’era creata apposta per lei.
Piansi. O almeno credetti di farlo. Quella maledetta me l’avrebbe pagata. Dovevo solo liberarmi da questo.. trucco da fenomeno da baraccone.
Mi concentrai con tutta la mia forza di volontà. La mia mente era focalizzata sul mio corpo. Dovevo riprenderne il possesso.
Cosa succede? Muoviti stolto di un demone!
Ghignai. –E’ tornato Kagome!- gridò Inuyasha all’improvviso. –Kagome!! – si fiondò sul corpo senza vita della Sacerdotessa della Luna.
Mi voltai e all’improvviso lo vidi. Il simbolo del limbo. Un cerchio nero come la pece sulla fronte di Kagome. Della mia Kagome.
Spiccai in volo e raggiunsi Rumiko. Lei era esterefatta da come mi ero liberato. Era bloccata. Scioccata che un suo “rito” non fosse andato a buon fine.
La afferrai per la gola per non farla scappare. La portai davanti al corpo di Kagome che, piano piano, cominciava a scomparire.
Rise. –E’ tardi. Ormai la prossima volta che verrà da questa parte sarà quando inciamperà di nuovo e cadrà nel pozzo.- rise più acutamente. Mi dava fastidio. –Non c’è neanche la certezza che ci torni più a quel pozzo.-
-Kikyo… è vero?- chiese Inuyasha alla Sacerdotessa del Sole che, triste, annuì. L’avevo perduta per la terza volta.
 
La prima volta che vidi Kagome fu in un cesto in riva al fiume. Aveva una Luna sul braccino. Aveva a malapena due mesi.
La salvai da morte certa. La crebbi fino al primo anno di vita. Poi scomparve dal nulla ma c’era un odore che non mi era nuovo. Era la puzza del veleno del demone dei mille mondi.
Quel demone era capace di creare quanti mondi paralleli volesse, denominati come “Limbo”. Uno di questi mondi era quello di Kagome.
Era un mondo strano, il suo limbo. C’erano strani aggeggi con le ruote che si muovevano senza asini o cavalli. Strane scatole parlanti con poteri ipnotici. La gente ci stava davanti delle ore.
Era un mondo che non avrei mai compreso.
All’età di quattro anni, Kagome, cadde nel pozzo e da lì scoprimmo che dal limbo si poteva anche scappare.
La trovai piangente che invocava la mamma. Persona mai esistita.
-Signore… lei ha visto la mia mamma?- mi chiese la piccola Sacerdotessa.
-No. Vieni con me. Cercheremo la tua mamma.- La presi in bracco e cominciai a camminare in cerca di una persona che, sapevo, non avrei mai potuto trovare.
Come fai a spiegare ad una piccola creatura di quattro anni che la sua intera vita era stata contraffatta, che la persona che l’aveva cresciuta, che lei stessa considerava come mamma, era solo un manichino demoniaco.
Dopo un paio di settimane, ebbi un vuoto di memoria, e quando mi risvegliai la bambina era sparita. Nell’aria sempre lo stesso odore.
 
“Oh Hojo. Se solo tu avessi i capelli argentati.” Spalancai gli occhi. E’ vero. Si ricordava di me.
Mi ero dimenticato di questo particolare. Doveva solo sognarmi e forse avrei potuto fare qualcosa con l’aiuto di Kikyo.
Speravo davvero che funzionasse.
   
 
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