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Autore: Not_Lollipops    30/04/2014    3 recensioni
E’ strano come tutto quello che percepiamo sia direttamente collegato alle nostra aspettative, credo che siano in realtà le aspettative a fotterci. Quando abbiamo aspettative nutriamo una sorta di attaccamento e gli diamo importanza; rimaniamo delusi se la realtà non raggiunge le nostre aspettative. Al contrario, senza aspettative, tutto può stupirci e deluderci incondizionatamente. E penso che sia questo il segreto di Frank; non nutriva alcuna aspettativa, era in balia del destino.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Give ‘em hell, kid.


Il tiepido sole di ottobre scalda i miei piedi, inclinando leggermente la testa osservo un flebile raggio di sole. Siedo sotto Ivy il mio albero preferito in tutto il cortile,  che ho rinominato così perché staziona proprio di fronte al muro ricoperto d’edera (da qui il nome ivy) della scuola. I jeans sono un po' sporchi di terra, che fortunatamente non è umida, ma non me ne preoccupo affatto. Ho terminato il romanzo e ne ho preso un altro alla biblioteca che mi sta appassionando velocemente, è il momento cruciale del mio libro, i detenuti sono in procinto di evadere dalla prigione. Mentre giro la pagina, un'ombra sinuosa mi oscura la vista, alzo la testa chiudendo un occhio, per mettere meglio a fuoco. Con mia grande sorpresa, è Frank. Mi sorride e ricambio. 

"Ciao, Carter." - sussurra in modo delicato. Dei brividi mi percorrono la spina dorsale. Rispondo con un cenno della testa, osservandolo mentre si appoggia con la spalla contro la quercia. 
"Puoi sederti." – gli dico: trova un po' di posto sotto l'ombra della quercia, stendendo le gambe vicino le mie. Incrocio le caviglie, mi sento a mio agio con lui accanto, non c’è alcun tipo di imbarazzo, mi piace.

"Che libro è?"- si sfila gli occhiali da sole e indica il volume, glielo passo e lui legge il titolo ad alta voce, sorridendo poi.
"È una splendida giornata." - affermo incrociando le dita in grembo.
"Puoi dirlo." - posa il libro sul manto d'erba e sistema il braccio sotto la nuca.

Gli fisso il labbro, il taglio si è quasi rimarginato. Nota il movimento veloce che i miei occhi compiono dal labbro al taglio sulla guancia. Il ricordo del pomeriggio di qualche giorno prima riaffiora nella mia mente, arrossisco leggermente, quasi colpevole per averlo incoraggiato a spogliarsi. Si accorge anche di questo e con un movimento delle sopracciglia mi rassicura, come se mi stesse leggendo la mente. 

"Io volevo ringraziarti, per... uhm, be', lo sai."- tentenna in modo delizioso
" È okay, Frankie." – dico con lo sguardo rivolto all’edera rossastra, che mi ricorda la mia vecchia casa a Philadelphia. 
" Frankie?” - dice piano un po’ stranito o forse piacevolmente sorpreso, facendomi ridere. Un altro punto per te.



Sono quasi le sei quando ritorno a casa, tutto è tranquillo, probabilmente la mamma è con Scott, il suo compagno da quasi due anni. Dopo il divorzio la mamma ha fatto poca fatica nel rimettersi in piedi; i primi tempi erano duri, non avevamo più sostegno economico e senza la presenza di mio padre la casa era più silenziosa e strana che mai. Trasferirci da Philadelphia a Belleville era una sfida per entrambe, ma sapevo e so tutt’ora che è stata la decisione giusta. Troppi ricordi in quella casa ci angosciavano e una coltre invisibile di rimpianti copriva tutto quello che toccavamo. Non so se mi piace Scott, non è cattivo, figuriamoci, ma penso che provochi un senso di repellenza per tutti quelli come me; vedere la propria madre dopo tanto tempo con un altro uomo fa sempre strano. Forse non è colpa sua, o di mia madre, non è colpa di nessuno, suppongo. 

Controllo il cellulare; niente di nuovo. Stupidamente mi aspettavo qualche messaggio da parte di Frank, l'ho incrociato a scuola molto poco da quando abbiamo parlato all'ombra dell’albero in cortile. Sono piuttosto preoccupata per i pestaggi, non sono certa che quella sia la prima volta che fa a pugni; non riesco a capire se è una specie di capo espiatorio quello che fa, che abbia bisogno di sfogarsi così? O magari, subisce una serie di pestaggi? Quel soprannome poi, Pansy , mi perseguita di continuo nei sogni. Sogno sempre più spesso di sentire la voce di qualcuno, una voce familiare ma che non riconosco, che lo ripete più e più volte. Mi piace Frank, non voglio che si faccia male, non voglio che sia costretto a incassare colpi o a darli. 

Preparo qualcosa da mettere sotto i denti e accendo la televisione. Riempio la scodella con dell'acqua  per Elmo, il mio gatto, e inizio a ripetere fisica per l'interrogazione. Sto leggendo la terza pagina del paragrafo quando il telefono squilla, leggo il nome sul display col fronte corrugata; è Frank.

'C'è un concerto, stasera.' - dice dopo qualche scambio di convenevoli - 'Suono con la mia band... ti andrebbe di, insomma, venire?'
'Mi piacerebbe, Frank. Come vi chiamate?' -chiedo interessata
'My Chemical Romance.' -dice con fierezza e un pizzico di orgoglio- 'Ti piacerà’
'Carino.'
'Ci vediamo tra un paio d'ore, volpe. Meglio che ti prepari.'
Frank mi avverte che passerà a prendermi, poi stacca la chiamata. Che nome strano e molto particolare per un gruppo, sono sicura che non si tratta di pop scadente, non è la cosa che piacerebbe a Frank… o a me.

Un'ora dopo siamo all'entrata di uno stabile abbandonato, preparato appositamente per il concerto, dopo esser scesi dalla macchina di seconda mano di Frank che lui guida con serena esperienza . Ci sono già alcune persone in giro, molte delle quali radunate vicino a quello che funge da bancone da bar con tanto di barista. Frank rivolge alcuni cenni di saluto a delle ragazze e qualcuna gli si avvicina anche per l'autografo. Inutile specificare che non mi piacciono e non piace il modo in cui lo guardano o come fanno mostra di loro stesse, mentre cinguettano quando gli parlano. 

'Porca Puttana, quella cazzo di cameriera è una puritana con la lingua lunga. Lo ha detto a tutta Belleville, te lo assicuro, ci credo che Ray è andato in bianco.'- una voce nasale urla per il backstage, qualcuno impreca di non trovare un calzino.
'Fottiti Gerard!' - urla un'altra voce
'A quello ci pensa Frank, Ray caro!' - il proprietario della voce si avvicina a noi e bacia con irruenza Frank sulle labbra, con accenni di lingua, costringendo il moro a lasciare la mia mano per respingerlo. Dopo che si sono staccati entrambi ridono.
'Non è vero, Frank?'
‘Sei arrivato al massimo alla seconda base con quella'- commenta l’altro.

Mi sento improvvisamente fuori posto notando quanto sia differente rispetto a loro, non avverto nessuna sorta di familiarità, mi sento come un’intrusa tra quei ragazzi che ridono e si scambiano battute. Mi metto dietro Frank, quasi nascondendomi, lui sembra accorgersi della mia insicurezza e mi prende la mano spontaneamente.

'Frank, chi è questa?' - dice il ragazzo del bacio, indicandomi in modo infantile. Ha i capelli del colore della pece lunghi fino a toccare le spalle, la pelle invece è pallida solo un po’ rosea sulle guance. I tratti del viso sono femminili, anche troppo delicati trattandosi di un ragazzo. Storce il naso all’insù squadrandomi sfacciatamente con gli occhi di una pallida sfumatura verde, per poi mostrare un sorrisetto quasi ironico scoprendo piccoli e bianchi denti a schiera.

“Carter, ti presento il mio amico poco educato Gerard Way, voce del nostro gruppo.”
“Piacere di conoscerti.”- dico subito. Gerard mi porge una mano candida, mentre con l’altra regge una lattina. 
“Il piacere è mio, Carter.” – replica gentile, subito dopo prende Frank per una manica per condurlo fino all’altro lato della stanza. I due si parlano accesamente, discutendo e gesticolando con foga. Alla fine Frank replica con qualcosa che non riesco a sentire, facendo voltare Gerard che risponde al ragazzo fissandomi negli occhi. E’ palese che stanno discutendo su di me.

"Devi scusarlo. Non è molto avvezzo alle relazioni sociali."- dice sarcastico un ragazzo ricciuto con un sorriso gentile.
"No, è okay.'- replico con una scrollata di spalle –“Carter."
“Ray. Lui è Mikey, il nostro bassista e fratello di Gerard, e il batterista si chiama Bob.”

Dopo avermi presentato tutti i componenti della band, parliamo del più e del meno, scopro che ha un fratello e che andava a scuola con Gerard, è più grande di Frank di qualche anno e abita poco lontano dalla piazza. Gli altri due ragazzi ritornano verso il gruppo, sciogliendo la loro “riunione” come se non si fossero mai parlati; Frank mi mostra la sua chitarra con eccitazione febbrile, dandomi informazioni su diversi particolari che la distinguono da quella di Ray.

“Frank, dammi una mano con il trucco.”- ci interrompe Gerard, mentre va verso gli specchi con un rotolo di nastro adesivo.
“Posso aiutarvi io.” - dico guardando gli altri ragazzi.

Ray, Bob e Mikey non sono soliti truccarsi e quindi passo subito a Gerard, che mi spiega con precisione come devo mettere il nero e fare attenzione al cerone che macchi i vestiti. Quando si guarda allo specchio è entusiasta, quindi toglie il nastro adesivo, che serviva per tracciare una fascia sugli occhi ben definita. Fa una specie di inchino, ringraziandomi e poi si allontana cercando la cintura dei pantaloni. Quando arriva il turno di Frank lui ghigna mentre si allaccia con gesti veloci la cravatta al collo, in procinto di fare il nodo.

“Fermo.”- mormoro a pochi centimetri dalle labbra di Frank – “Fermo.” - ripeto.
“Frank!”- lo rimprovero ad alta voce, con il pennello per l’ombretto a mezz’aria trattenuto fra l’indice e il medio a mo’ di sigaretta –“Smettila di sorridere, Cristo.”- Gerard mi schiocca un'occhiata divertita e Mikey ride, mentre accorda lo strumento.
“Fa' il bravo.” - sussurro piano facendolo sentire solo a noi due, gli dico che ho quasi finito mentre segno le due X sulle palpebre.

Gli prendo il mento tra le dita e lo giro, cercando qualche eventuale sbavatura. Lui si stringe la cravatta e abbassa il colletto della camicia, allacciando un braccio ai miei fianchi. "Perfetto"- sorrido a Frank che ricambia dopo essersi squadrato allo specchio. 

Gerard raduna i ragazzi e li incoraggia “Diamogli l’inferno, ragazzi.”

I My Chemical Romance sono pronti
.

Writer's corner:
Okay, terzo capitolo. Che ve ne pare? Sono entrati in scena anche gli altri, e soprattutto Gerard avrà un ruolo preciso nei prossimi capitoli, fantastico! Haha. Non esitate a lasciare recensioni, perché insomma, ve se ama raga. Ora evaporo vvb xx  

  
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