Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi
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Autore: vivienne_90    30/04/2014    7 recensioni
«Ma che— dove diavolo sono?».
Ritsu per l'ennesima volta si addormenta in treno e si risveglia in una lussuosa suite di un albergo...
Come ci è finito lì? Come ha fatto a non accorgersi di niente? Sopratutto, chi ce l'ha portato?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera, Un po' tutti | Coppie: Takano/Onodera
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Disclaimer: Sekai-ichi Hatsukoi è un'opera di Shungiku Nakamura, io non traggo alcun profitto da questa storia.

Buon giorno a tutti! Oggi si aggiorna di mercoledì, perché giovedì io non ci sono e non voglio lasciarvi così in sospeso u.u
meglio un giorno prima che un giorno dopo giusto? ;)
Prima di tutto voglio fare gli auguri a Valiance visto che in questa settimana compie gli anni ^^  tanti tanti auguri *O*,
spero che questo regalino ti piaccia u.u
Come ben sapete tutti questa storia sta per finire, quindi godetevi il capitolo, noi ci vediamo dopo nel mio piccolo angolino ^^  
Buona lettura ;-) 










 
L'aeroporto di Narita era pieno di gente, gli altoparlanti chiamavano i nomi dei voli,
gli stranieri chiedevano informazioni alle hostess; per qualcuno Tokyo non era la destinazione finale
e, pregando di non aver perso i bagagli, aspettavano che il prossimo aereo arrivasse presto
fumando una sigaretta nell'area apposita, comprando riviste o facendo una sosta al bar.
Agli arrivi c'era chi andava via da solo, gruppi di amici erano pronti ad affrontare
una divertente avventura, una ragazza piangendo baciava il fidanzato, era da troppo tempo
che non si vedevano, i genitori tenevano i loro bambini per mano per paura di perderli
e in quel mare di abbracci un uomo di trentun anni cercava la sua famiglia con lo sguardo,
«Ri-chan siamo qui!» — e li trovò, An, suo padre e sua madre erano lì che agitavano le mani
per farsi notare, “Quanto sono rumorosi.”.
Sorridendo li raggiunse e dopo essersi fatto stritolare per bene dalla madre, abbracciò
la sua ex promessa sposa e suo padre, «Hai solo questo bagaglio a mano?».
«Oh sì, il resto l'ho spedito al vecchio appartamento.».
«Hai continuato a pagare l'affitto? Ma sei scemo? Non sprecare i soldi così!».
«Mamma non sono scemo, solo non volevo tornare e trovarmi senza casa, ora possiamo andare
a mangiare? Sto morendo di fame, ho voglia di takoyaki.».
Tra risate e prese in giro si sedettero in un ristorante dell'aeroporto dove Ritsu poté
finalmente mangiare i suoi adorati takoyaki.
«Allora Ri-chan com'è andata?».
An gli prese la mano sorridendo e lui sorrise a sua volta, «Molto bene, Parigi è stupenda
e anche il lavoro è andato bene, ma è bello sai... dopo due anni è bello essere finalmente a casa.».
 
                                                                         *
 
La ‘Marukawa Shoten’ era caotica come sempre e gli editori dell'Emerald erano sul punto
di collassare, tutti e quattro erano a conoscenza del fatto che sarebbero morti giovani,
ma amavano quel lavoro, non potevano farci niente.
Finalmente abbiamo finito.”.
Il telefono nella sua tasca vibrò e il Capo-editore si costrinse ad aprire gli occhi, notò con piacere
che anche i suoi colleghi, come lui, non erano in splendida forma, Mino aveva la testa poggiata,
abbandonata senza vita, sulla scrivania, Kisa era svenuto sul pavimento e Hatori,
con la cravatta allentata, borbottava maledizioni indirizzate a Chiharu Yoshikawa pregando
che la raggiungessero. Ecco perché quando si alzò in piedi rimase sorpreso, era convinto
che sarebbe caduto rovinosamente a terra.
Si trascinò fino alla macchinetta dove prese una bevanda energetica, sedendosi sul divano comodo
tirò fuori il cellulare, “Un messaggio.”.
Una ragazza che stava frequentando gli aveva chiesto se potevano vedersi per fare colazione
insieme, avrebbe voluto rispondere di no, che non gli andava per niente di mangiare con lei,
che era stanco visto che aveva passato tutta la notte a lavorare, ma si sforzò, ‘Certo stesso bar,
stessa ora.’. — se voleva lasciarla almeno doveva farlo guardandola negli occhi, dopo sei mesi
di relazione glielo doveva.
Sbuffando, abbandonò la testa sulla spalliera del divano e le palpebre pesanti si chiusero,
non voleva pensarci, “È già passato così tanto tempo?”.
Due anni erano trascorsi da quando la sua relazione era finita e Takano continuava la sua vita,
non si era lasciato andare come l'ultima volta, un uomo adulto non l'avrebbe fatto.
Continuava a dare il massimo a lavoro, si preparava da mangiare, usciva, frequentava donne
di cui non s'innamorava e qualche volta ritornava nell'appartamento 1202 che continuava
ad essere vuoto, in qualche modo si sentiva rincuorato, nessuno ci era andato ad abitare.
Aveva parlato troppo presto, ormai era da un mese che i facchini continuavano a portare
scatoloni e mobili, spazzando via, come niente fosse, la sua unica consolazione.
Non aveva conosciuto il suo nuovo vicino, non l'aveva mai incontrato e non gli andava
nemmeno di farlo, ormai aveva imparato la lezione. I vicini di casa posso essere pericolosi,
talmente pericolosi da farti comprare un biglietto per Londra, per poi fartelo buttare nel cestino
appena arrivati a casa.
Facendosi forza si alzò dal comodo divano e dopo aver detto ai suoi collaboratori di andare
a dormire, uscì dall'edificio.
 
                                                                   *
 
Era una giornata calda, umida e assolata, era una brutta giornata.
Takano sognava la notte, il suo letto e l'aria condizionata, invece doveva recarsi ad uno stupido
appuntamento, di cui non gliene importava niente, per mangiare, anche se non aveva fame,
con una ragazza che avrebbe lasciato tra qualche minuto. Era una brutta giornata.
Le strade erano affollate come sempre, la gente lo urtava e si scusava, improvvisamente
desiderò di trasferirsi su un'isola deserta e di mandare tutto a quel paese.
Entrò nel locale e l'aria condizionata lo rinfrescò subito, uno dei suoi desideri si era avverato.
Era una grazioso bar su due piani, ispirato alla Francia e all'Italia serviva ottimi cappuccini
e morbidi croissant. Ricordò di averlo trovato per caso, lui e la sfortunata ragazza,
in una delle tante domeniche, stavano passeggiando per la città, lei lo vide e se ne innamorò,
fu così che divenne il loro punto d'incontro e Masamune non si lamentò.
L'arredamento dai colori pastello era piacevole, ma la cosa più importante era che in quel momento
ci fossero poche persone, relativamente parlando, almeno rispetto all'ora di punta erano
decisamente di meno. Si sarebbe accontentato.
Scortato da un cameriere si sedette al tavolino avvertendo una sensazione di disagio,
come se qualcuno lo stesse osservando, non se ne curò e iniziò ad ispezionare il locale
guardandosi intorno, lei non era ancora arrivata.
Il minino che tu possa fare, dopo avermi fatto venire fin qui, è arrivare puntuale.”.
Nemmeno a farlo apposta la porta si aprì e la riconobbe subito, anche perché con un sorriso
a trentadue denti si stava sbracciando per salutarlo. Moe era una solare impiegata
di ventisette anni, i capelli castani erano corti e per essere giapponese era alta, ma non quanto lui.
Con un sorriso di circostanza la invitò a sedersi, ordinarono e la donna iniziò la conversazione.
Takano aveva sempre pensato che quella ragazza non avesse molti pregi, ma se c'era una cosa
che gli piaceva di lei era che fosse logorroica, qualcuno lo avrebbe considerato un difetto,
invece lui adorava il fatto che parlasse così tanto.
Parlava, parlava e parlava, non si stancava mai, faceva domande retoriche, faceva domande
a cui non dava tempo di rispondere, era autonoma, si rispondeva da sola.
«Mi stai ascoltando? Che domanda stupida, è ovvio che mi ascolti!».
Sorrise, «Certo, continua pure.».
No, non la stava ascoltando, stava pensando ai fatti suoi, ecco perché gli piaceva che Moe
fosse logorroica, lei parlava, lui faceva finta di ascoltare e pensava al lavoro, a cosa avrebbe
mangiato per cena, a quale film vedere e se fosse il caso di fare il bucato, era rimasto
senza mutande pulite, “Voglio chiedere a Yokozawa se stasera posso andare a trovarlo,
così ne approfitto e rivedo il mio gatto.”.
«Accidenti, oggi hai proprio una brutta faccia, ti senti bene?».
Takano sbuffò, il monologo era finito, ora doveva parlare per forza, «Sì, sto bene,
solo che ho passato tutta la notte a lavorare.».
«Capisco, ma potevi dirlo che volevi andare a casa, sei sempre il solito, non pensavo
che mi amassi così tanto, a proposito mia mamma ha detto che vuole conoscerti e—».
Alt, cos'è questa storia?”, doveva fermarla subito, prima che continuasse a dire cose senza senso
e così fece, «Moe, sei sicuramente una ragazza simpatica e abbiamo una modesta intesa sessuale,
ma io non ti amo affatto, quindi non incontrerò tua madre.».
Pensò di avere esagerato, “Ti prego non piangere, non ho voglia di consolarti.”, invece la ragazza
stava sorridendo, «Ma cosa dici? Hai sempre voglia di scherzare, ormai sono sei mesi
che stiamo insieme, è ora che ti presenti la mia famiglia, non avere—».
Oh cielo...”, la interruppe di nuovo guardandola in faccia per la prima volta, «Io non sto scherzando,
sono serissimo e se sono venuto qui, quando in realtà volevo solo andare a dormire, 
non è per amore, ma perché era questo quello che volevo dirti e ora che te l'ho detto 
vorrei continuare a fare colazione, possibilmente da solo.».
Il viso di Moe subì diverse trasformazioni: dal sorriso era passato allo stupore, dallo stupore
si era fatto serio, la serietà lasciò spazio alla rabbia e la rabbia si trasformò in copiose lacrime.
L'incubo di Takano si era manifestato, stava piangendo, ma non dovette consolarla.
La donna si era alzata e gli stava urlando contro facendo voltare tutti i presenti, lui la lasciò fare
continuando ad ignorare cosa volesse dirgli, «Ti stai rendendo ridicola lo sai?».
Evidentemente quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, perché Moe se ne andò
sbattendo forte la porta gridando a pieni polmoni ‘Sei solo uno stronzo!’.
Io sarò pure uno stronzo, ma tu sei veramente troppo ingenua, spiegami perché mai
dopo sei mesi dovrei conoscere la tua famiglia, quando dopo tre anni di storia non ho visto
nemmeno l'ombra della casa dei genitori di quel deficiente
? Più che altro,
perché ci sto ancora pensando?”.
Come se niente fosse successo l'uomo ricominciò a fare colazione, non si curò degli sguardi
minacciosi delle donne né di quelli comprensivi da parte degli uomini e non notò nemmeno
degli occhi particolarmente divertiti che, vedendolo da solo, si stavano avvicinando
pericolosamente, «Ah, sei un disastro, non sai che le donne non andrebbero mai fatte piangere
in quel modo? Non te l'hanno insegnato? Eh, Masamune?».
Quella voce l'aveva già sentita, la conosceva bene, ma non poteva essere lui, “Stai calmo,
stai solo avendo un'altra allucinazione uditiva e poi non ti chiamerebbe mai per nome.”.
Si sentì sfiorare la spalla, quelle mani, sapeva a chi appartenessero.
Stufo di quella situazione si decise a voltarsi e quello che vide lo lasciò senza fiato.
Ritsu era davanti ai suoi occhi, era tornato, «Posso sedermi qui?» — e gli stava sorridendo.
Non riuscendo a decidere se attaccarlo al muro e baciarlo o attaccarlo al muro e pestarlo a sangue,
per non sbagliare, decise di rimanere immobile e con un cenno del capo gli diede il permesso
di sedersi davanti a sé, «È da un po' che non ci vediamo, come stai?» — e se ne pentì.
Mi stai prendendo per il culo?”, lo guardò, non era cambiato molto in quei due anni,
per lo meno non fisicamente. Takano si diede dello stupido, era ovvio che non fosse cambiato
fisicamente, l'età dello sviluppo era passata da un pezzo e comunque erano passati solo due anni,
«Bene, quando sei tornato? Dove sei stato tutto questo tempo?».
Alzando la mano chiamò il cameriere e si fece portare una spremuta d'arancia con qualche biscotto
e un bicchiere d'acqua, «Ero a Parigi, sono tornato solo da pochi giorni.».
«Parigi? Strano, pensavo che prediligessi Londra per giocare a nascondino.».
«Mi piace cambiare.».
«Sì, me ne sono accorto, la prossima dove andrai? Visto che ti piace tanto l'Europa direi Berlino.».
«Berlino? No, decisamente troppo fredda, avevo pensato a Madrid.».
«Ottima scelta, non ci sono mai stato, ma molti amici mi hanno detto che è bellissima.».
Il cameriere arrivò posando educatamente l'ordinazione davanti al ragazzo dagli occhi verdi
e quel piccolo battibecco fatto di domande e risposte acide si spezzò, «Ecco a lei Signore.».
Takano, infastidito, osservò il suo ex compagno che con un'aria ancora divertita sorseggiava
la sua spremuta. Cosa c'era di divertente in tutta quella situazione? — «Comunque ho saputo
che sei partito per lavoro, com'è andata?».
«Oh, benissimo! L'autore di cui mi sono occupato ora è in vetta alle classifiche, sono molto soddisfatto,
devo ammettere che avrei preferito lavorare con uno scrittore francese,ma almeno non ho avuto problemi
con la lingua visto che era giapponese come me.».
Lo ascoltò attentamente mentre gli raccontava della sua esperienza lavorativa all'estero
con un'abbagliante luce negli occhi, era stato davvero così contento di andarsene senza dirgli niente,
dopo il modo in cui si erano lasciati? Perché l'aveva salutato? Perché si comportava
come se fosse tutto normale? Cosa voleva ora da lui? — «E il nuovo fidanzato come ha preso
la tua partenza? Immagino che sia venuto in Francia con te, due anni sono tanti.».
Il giovane lo guardò negli occhi e gli prese la mano intrecciandola con la sua, «Ti sbagli,
lui non è mai stato il mio compagno.».
Masamune sosteneva il suo sguardo, senza avere la minima intenzione di cedere, ma era difficile.
Aveva sognato per due anni interi quelle mani e pensava che non le avrebbe più sentite,
invece ora erano di nuovo con lui, su di lui, poteva sentirle, erano calde e rassicuranti come sempre.
Ma era difficile. «E con questo cosa vorresti insinuare?». Fottutamente difficile.
Sul volto di Ritsu comparve un sorriso nostalgico e genuino, «Insinuare? No, voglio dirti la verità.».
«La verità? E quale sarebbe la ‘verità’?».
Gli occhi verdi strinsero ancora più forte quella mano che cercava in tutti i modi
di allontanarsi da loro, non l'avrebbero permesso, non più, il tempo di stare separati era finito.
Per calmarsi si chiusero un momento e poi, quando si riaprirono, iniziarono a parlare
e parlarono come non avevano mai fatto — «Il giorno in cui ci hai visti, il giornoche ci siamo lasciati,
avevo deciso di incontrare Yuki per dirgli che avevo deciso con chi stare e—».
Nella mente di Takano tutte quelle immagini e ricordi affiorarono con impetuosità,
come se fosse passato solo un giorno, come se quei due anni non fossero mai esistiti
e bastò quello per far interrompere bruscamente il contatto con quelle mani che tanto amava,
perché non ci stava capendo più niente, doveva essere lucido, non doveva, non voleva,
lasciarsi trasportare, «E tu hai scelto lui.».
No.”, Ritsu si sporse quanto bastava e per un attimo catturò le labbra dell'altro fra le sue,
perché era stato lontano da lui per troppo tempo, era cresciuto, finalmente era alla sua altezza,
l'aveva raggiunto, finalmente poteva tornare dal suo primo amore, «No, io avevo scelto te.».
Come se non fosse successo niente richiamò il cameriere e pagò le due colazioni,
«Ora devo andare, ci vediamo a lavoro ‘Takano-san’, o magari stasera, chi lo sa...~».
 
Non aveva avuto il tempo di dire o fare nulla, se non guardarlo mentre usciva dalla porta
di quel maledetto bar scomparendo dal suo campo visivo, mentre nelle sue orecchie risuonava
ancora quella voce cantilenante e soddisfatta. “ ‘A lavoro o stasera’? Che cavolo sta succedendo?”.
Masamune iniziò a maledire quella brutta, bruttissima, estenuante giornata.
Non dormiva da giorni, aveva lasciato la ragazza che stava frequentando creando una scenata
e, dulcis in fundo, aveva dovuto affrontare il suo ex compagno, che aveva dato per disperso
con il suo attuale fidanzato, che aveva scoperto non essere tale, perché in quel fatidico giorno
Ritsu aveva scelto lui e non il famoso ‘Yuki’. “Ho dimenticato qualcosa?”.
Iniziava ad avere mal di testa. Non riusciva a capacitarsi di come fosse stato possibile
che nell'arco di qualche ora si fosse venuta a creare una situazione del genere, in più
quella maledettissima giornata era appena iniziata. Maledizione, infondo tutto quello
che avrebbe voluto erano solo tre semplici cose: la notte, il suo letto e l'aria condizionata.
Deficiente, non potevi restartene a Parigi?Non potevi lasciarmi in pace?”.
Takano strinse i pugni. L'aveva cercato per così tanto tempo, aveva addirittura pensato
di andarlo a cercare in Inghilterra per prenderlo a calci in culo, ma poi pensò che i vecchi metodi
fossero migliori, così aveva iniziato ad inviargli messaggi e a chiamarlo, ma ogni volta
la fastidiosissima voce della segreteria telefonica gli diceva allegramente che il numero selezionato
era errato o inesistente. Ritsu aveva cambiato numero, non voleva essere trovato,
quindi come poteva presentarsi così all'improvviso e baciarlo? —  lo maledisse.
Sentiva ancora le labbra morbide sulle sue, quelle che aveva sognato per due lunghissimi anni.
Il cellulare suonò avvisandolo dell'arrivo di una nuova mail, la lesse e senza pensarci due volte
salvò il numero sconosciuto,“Non penso che ci vorrà molto tempo idiota.”.
 
Takano aveva conosciuto tanti ‘Ritsu’ nel corso della loro storia e ogni volta si era innamorato di lui,
quella, di certo, non sarebbe stata un'eccezione.
 
 
                                          ‘Ti farò dire un'altra volta che mi ami... sarà meglio che ti prepari !’.
 
 
 
 
 
 
 
«La fragilità del cristallo
non è una debolezza, ma una raffinatezza

 
Into the wild
 

 
 
 

                                                         FINE











Angolino dell' autrice, si fa per dire u.u
 
AAAALT!!!! FERMI TUTTI!!!
Sappiate che anche se c'è scritto "fine", non è finita per niente u.u manca il l'epilogo xD
quindi avremo ancora un giovedì (ovviamente non questo xD) da passare insieme T^T
o forse se mi sento buona aggiornerò mercoledì... mmm dipende da come mi gira,
quindi tenete i vostri bellissimi occhietti ben aperti xDDD Comunque che posso dire,
ho amato questo capitolo e ridevo mentre lo scrivevo (lo so, sono scema u.u),
quindi spero che abbiate riso anche voi e spero di avervi fatto felici.
Ritsu è tornato dal suo primo amore ed è cambiato di nuovo, ora è sicuro di sé
(forse anche troppo xD), mentre Takano si arrende ai suoi sentimenti
e non ci capisce niente di nuovo, ma va bene così no?
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo e mi raccomando
passate un divertentissimo primo maggio ^^
 
Questa Fic sarà aggiornata settimanalmente, ogni giovedì/mercoledì (?), come sempre ringrazio tutte le persone
che hanno iniziato a leggere questa storia e che continuano a seguirla, spero che vi siate divertiti a leggere.
 
Bene, da Vivienne è tutto e, come sempre, al prossimo, ultimo, capitolo se vi va.

Ja ne ^_^


 
  
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