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Autore: giapponesina6    30/04/2014    2 recensioni
Salve a tutti, sono tornata con una nuova fiction della mia coppia preferita. Questa volta la nostra Misty si troverà a dover decidere se seguire il suo cuore o la ragione, mentre Ash, impegnato nella lega di Kalos, dovrà fare il possibile per riaverla per lui. Spero di riscuotere lo stesso successo delle altre fic che ho scritto. Attendo vostri commenti e recensioni e accetto ogni tipo di critica. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty, Tracey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Ecco il terzo capitolo, scusate se non riesco a pubblicare con quotidianeità, ma a volte gli impegni sono troppi. Buona lettura a tutti voi.




Quella mattina Misty si sentiva terribilmente vuota, un senso di nausea la perseguitava e aveva un fortissimo cerchio alla testa. Si versò del caffè amaro, per sopperire a quello stato in cui si trovava. 
Tracey la vide seduta in un angolo e sorrise.
< Hai una cera orribile, ti senti ancora poco bene? >
< Sto meglio, ho solo mal alla testa >
< Credo che dovresti uscire a prendere un po’ d’aria >
< Ho così tante cose da fare >
< Ci penserò io. Tu devi solo riposarti >
< Sei sempre così gentile >
< Non direi >
Presero a ridere, e finalmente per la prima volta in quella giornata si sentì serena.
< Vado a farmi una doccia > lo lasciò li solo, con i suoi pensieri.
Lei era bella da togliere il fiato.
 
 
Uscì dalla doccia e prese a vestirsi, la giornata era bella e il clima piacevole. Uscì di casa nel primo pomeriggio e si recò sulle sponde del fiume. Da piccola ci passava interi pomeriggi, intenta a fantasticare sul suo futuro e ora a distanza di tanti anni si ritrovava nuovamente su quelle rive ad immaginare un futuro, magari con lui.
A quel pensiero arrossì.
Del resto Ash non aveva idea di cosa lei provasse per lui, non aveva mai avuto il coraggio di confidargli i suoi sentimenti. Prese il suo diario dalla borsa e prese a scrivere alcune righe.
 
07 luglio ore 13.45
 
E mi ritrovo qui sulle sponde del fiume a pensare a lui. Così lontano da me, così distante dal mio corpo. Vorrei voltarmi e trovarlo dietro di me, invece, sono cola, completamente sola. È vero c’è Tracey, ma davvero non è la stessa cosa.
Dovrei apprezzare di più il suo modo di essere, invece che stare qui a pensare a quello stupido, del resto Ash è solo un ragazzino, mentre Tracey, ecco lui è maturo, protettivo e, ecco, lui purtroppo non è Ash.
 
 
Il cielo di Kalos era ricoperto di nuvole, stranamente quella giornata cupa gli fece riaffiorare nella mente diversi ricordi legati al periodo nelle isole Orange. Tanto era preso da quei pensieri che non si accorse della presenza di Serena, che come un uragano era entrata nella sua camera.
< Serena? >
< Scusa non volevo disturbarti, ero venuta a chiamarti per il pranzo >
< Non ho molto appetito >
< Per caso non ti senti bene? >
< Sto benissimo, posso avere un po’ di privacy ora? >
< Si può sapere cos’hai? È da ieri che ti comporti così >
< Così come? >
< Hai la testa chissà dove e sei sempre così distaccato >
< Ecco io > nuovamente gli tornò alla mente la ragazzina dai capelli rossi, possibile che gli mancasse così tanto.
< Ash? >
< Sono solo un po’ stanco Serena, sono qui a Kalos da così tanto tempo, mi manca la mia città, mia madre e i miei amici >
< Se è solo questo il problema potremmo prenderci una pausa >
< Non voglio rimandare il mio sogno, ho quasi conquistato tutte le medaglie >
La ragazza lo guardò stranita, non riusciva neanche lei a volte a capirlo. Era come un enigma da risolvere. Si limitò a sorridergli e lasciarlo solo come le aveva chiesto.
Il ragazzo tornò a fissare fuori dalla finestra e si chiese se anche Misty ogni tanto pensava a lui.
 
 
I giorni trascorsero, l’estate era quasi terminata e l’autunno, ormai, era alle porte e di lui neanche l’ombra.
Misty si era gettata a capofitto negli incontri di Pokemon e aveva deciso di intraprendere una frequentazione con Tracey, erano usciti diverse volte, ma la scintilla non era ancora scattata. Quella sera il ragazzo decise di portarla a cena fuori.
< Era tutto squisito Tracey >
< Sono contento che ti sia piaciuto > non riusciva proprio a levarle gli occhi di dosso.
< Possiamo tornare >
< Avevo intenzione di andare a fare un giro >
< Sono molto stanca >
< Misty usciamo assieme da diversi giorni, siamo fermi sempre sullo stesso punto, se non te la senti possiamo finirla qui > lui era sempre tremendamente sincero, anche troppo.
< Sto bene in tua compagnia, ma non riesco ad andare oltre >
< Sei troppo legata al suo ricordo, non puoi continuare a vivere così >
Ancora una volta quella sincerità la colpì appieno. 
Poi fu un gesto rapido. Lui la prese tra le sue braccia e posò le sue labbra su quelle di lei.
Ancora una volta Misty non fu in grado di trattenere le lacrime.
 
02 Settembre ore 23.40
Non volevo che andasse così. Non doveva succedere. Io non volevo.
 
Una lacrima bagnò il foglio.
Poi prese a riscrivere.
 
Tracey mi ha baciata. Ha profanato la mia bocca. Il suo sapore si è mescolato con il mio e l’effetto non è stato quelli dei più idilliaci. Ho sempre immagino il mio primo bacio con Ash. Mi sono sempre chiesta che sapore avessero le sue labbra, ma ora tutto sembra così troppo lontano. Sono arrivata al punto di non ritorno.
Perché non l’ho fermato?
Quella maledetta riconoscenza.
 
 
Nella regione di Kalos quella notte Ash ebbe incubi che lo turbarono, come se riuscisse a vivere in lui lo stato d’animo di Misty.
La mattina aveva un aspetto orribile e ovviamente Serena glielo fece notare, ma quella mattina non aveva proprio voglia di mettersi a discutere con lei.
Presero a incamminarsi verso la palestra di Fractalopoli e Ash si stranì nel trovarsi dinanzi una vecchia conoscenza.
< Brock? Tu qui? >
< Ash? Non posso crederci finalmente ti ho trovato > lo strinse forte a sé con un certo entusiasmo.
< Mi stavi cercando? >
< Non riuscivamo a metterci in contatto con te in nessun modo e anche tu che non ti fai sentire da tempo. >
< È forse successo qualcosa a mia madre? O a Misty? > parve realmente preoccupato e quasi non si accorse di aver fatto realmente il suo nome.
Brock parve sorpreso dalla cosa.
< Tua madre sta bene, per quanto riguarda Misty non la sento da un po’, ma credo stia bene. Si tratta del professor Oak >
< Il professor Oak ? >
Serena in disparte ascoltava silenziosa, senza battere ciglio e ovviamente aveva notato che Ash avesse menzionato il nome di una ragazza.
< È stato poco bene, si è sottoposto ad un piccolo intervento, ma la cosa non si è risolta, credo che sia giusto che tu faccia ritorno a Pallet > il suo tono divenne molto più serio.
< Non può essere vero > una lacrima gli rigò il volto. Aveva tanto desiderato rientrare a pallet, ma ovviamente non avrebbe voluto farlo per una simile cosa.
Ad un tratto gli vennero a mente vaghi ricordi, di quando era solo un bambino e si recava di nascosto alle lezioni del professore, di quando si intrufolava nel suo laboratorio e Gary gli riferiva tutto, ma il professore con un sorriso sulle labbra gli perdonava sempre tutto. Ricordava perfettamente quando intraprese il suo viaggio e lui gli consegnò Pikachu.  E poi, per pura follia, si era imbattuto in Misty.
Nuovamente la sua attenzione fu rapita da quella ragazzina dai capelli rossi.
< Ash? > la voce dell’amico lo riportò alla realtà
< D’accordo Brock, torneremo a Pallet subito >
 
Serena parve capire un secondo dopo il tutto. Il professor Oak, il vecchio e caro professore, che tanto aveva consolato le sue lacrime da piccola, stava male. Si sentì raggelare.
Aveva tanto agognato di tornare a Pallet con Ash e rivivere la magia del loro primo incontro, ma non era quello il modo. Prese a piangere come una bambina.
Quella reazione spiazzò entrambi i ragazzi, ma ovviamente Ash capì il suo dolore e prese a stringerla tra le braccia.
In quell’abbraccio lei si abbandonò totalmente.
Mente.
Corpo.
Anima.
Cuore.
Tutto era nelle sue braccia. lei lo amava terribilmente.
< Te la senti di venire con me? > le sospirò dolcemente.
Lei si limitò ad acconsentire col capo, non l’avrebbe mai lasciato solo, per nessun motivo.
 
04 Settembre ore 16.02
 
Caro diario, mi sento sola. Una stupida sola.
Non sono riuscita a rivolgergli ancora una parola su quel bacio, ma credo che dovremmo affrontare l’argomento. Cosa devo fare? Sono così terribilmente confusa.
 
Entrò lui in camera e lei lasciò cadere la penna in terra.
< Ti disturbo? >
< No > arrossì al pensiero di quel bacio rubato.
< Sei come scomparsa. Viviamo sotto lo stesso tetto e non ti vedo da un pezzo >
< Avevo bisogno di starmene un po’ da sola >
< Credo che dovremmo parlarne >
< Lo credo anch’io > sospirò.
Lui le si avvicinò e le si sedette accanto. Prese a carezzarle i capelli.
< Sei davvero bella Misty >
Nuovamente la ragazzina arrossì.
< Tracey piantala con questi complimenti > parve realmente infastidita.
< Quel bacio per me è stato importante. Ho aspettato quel momento per molto, e non ho saputo resistere. >
< Sai che per me le cose sono leggermente diverse >
< So che nel tuo cuoricino ora c’è ancora lui, ma col tempo riusciremo a superarlo >
< Ma io non voglio Tracey. Io >
< Misty non voglio sentir ragioni. Ci sono stato io a consolare le tue lacrime quando hai ripreso a fare la capopalestra. Ci sono stato io quando hai dovuto rimetterti in gioco, quando sei stata male e quando non avevi voglia di vedere nessuno. Ci sono sempre stato solo e sempre io, mi spiace dirtelo, ma lui per te non c’è mai stato >
Fu il colpo finale.
Le lacrime presero a scenderle lungo il viso. Avrebbe tanto voluto urlare il suo dolore al mondo intero.
< Ti accontenteresti della mia riconoscenza Tracey? >
< Col tempo tramuterà in amore, ne sono sicuro. >
La guardò dritto negli occhi, quegli occhi verdi che avrebbero fatto innamorare chiunque.
E con gesto rapido la baciò.
Questa volta fu un bacio diverso.
Quelle parole continuavano a rimbombarle in testa.
Lui , per lei, non c’era mai stato.
  
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