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Autore: giapponesina6    30/04/2014    2 recensioni
Salve a tutti, sono tornata con una nuova fiction della mia coppia preferita. Questa volta la nostra Misty si troverà a dover decidere se seguire il suo cuore o la ragione, mentre Ash, impegnato nella lega di Kalos, dovrà fare il possibile per riaverla per lui. Spero di riscuotere lo stesso successo delle altre fic che ho scritto. Attendo vostri commenti e recensioni e accetto ogni tipo di critica. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty, Tracey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Ecco il mio quarto capitolo, approfitterò di questo bel ponte per dedicarmi anima e corpo a questa storia. Spero di non risultare banale e scontata, anche perchè non è facile scrivere tante storie sempre sullo stesso argomento, non vorrei annoiarvi. Buona lettura!
 
05 Settembre ore 02.15
 
Non riesco proprio a chiudere occhio. Continuo a pensare alle parole che mi ha detto Tracey, lo avrà fatto solo perché vuole che mi liberi da Ash o perché vuole realmente il mio bene? Vorrei tanto vederlo, anche solo per un istante. Poter incrociare i suoi occhi e specchiarmi nella sua anima.
Lo amo.
È proprio così. Ovunque tu sia, io sono disposta ad amarti fino a lì. Ti amo Ash Ketchum, ti amo da impazzire e tu, probabilmente, ti sarai anche scordato di me.
Ho un forte dolore allo stomaco.
Forse dovrei davvero buttarmi in questa nuova storia, del resto Tracey mi vuole bene davvero ci tiene a me e forse come ha detto lui imparerò ad amarlo, prima o poi.
Devo tagliare col passato.
Devo voltare pagina.
Chiuderò per sempre il capitolo Ash Ketchum dalla mia vita, il capitolo più bello della mia vita.
 
La ragazza si alzò dal letto e scese in cucina per bere un sorso d’acqua. Vide dalla finestra che era ancora notte fonda.
Il cielo era ricoperto da nuvole e le stelle erano ben nascoste e probabilmente da dietro le nuvole la stavano osservando. Sorrise.  Pensò che prima o poi quel suo dolore sarebbe passato assieme alla sua adolescenza e forse in un futuro ci avrebbe riso sopra.
Si versò un altro bicchiere d’acqua e si diresse in camera sua.
 
 
 
Ash era in viaggio verso Kanto su un aereo. Serena si era appisolata al suo fianco, mentre Brock era intento a fissare una giovane hostess, pensò che era sempre il solito e che alcune cose davvero non cambieranno mai. Ripensò a quando erano in viaggio assieme e con loro vi era anche Misty.
Già proprio lei.
Ogni volta che il viso della sua amica gli veniva in mente provava una fitta lancinante allo stomaco.
< A cosa stai pensando? >
< Nulla d’importante > arrossì terribilmente.
< Questa notizia ti ha tramortito vero? >
< Diciamo che ho sempre creduto che il professor Oak fosse immune da ogni cosa ed eterno. Non ho mai immaginato la mia vita senza lui >
< Gli sei molto legato vero Ash? >
< Sai Brock, quando hai la mancanza di un padre, da piccolo, ogni figura maschile diviene importante. > nuovamente una lacrima gli rigò il volto.
< Purtroppo non siamo destinati a vivere in eterno >
< Quanto tempo gli resta? >
< Due settimane >
Quelle parole lo segnarono profondamente.
Non disse più nulla. Si chiuse in se stesso ripensando a quell’uomo fantastico.
 
Serena venne destata dal sonno dalla loro discussione, ma preferì non dire nulla. Sapeva di quanto fosse forte il legame tra Ash e il professore.  Trattenne le lacrime, non voleva farsi vedere nuovamente in quello stato. Poi con gesto istintivo strinse con forza la mano di Ash.
In quella presa voleva fargli sapere che lei c’era.
Lui la guardò teneramente.
< Serena? Ti abbiamo svegliato? >
< Non preoccuparti. Voglio solo starti accanto >
< Grazie >
Lui continuò a tenerle la mano, poi ripensò di nuova alla ragazzina dai capelli rossi. Avrebbe tanto voluto sfiorare la sua di mano in quel momento.
 
 
Un raggio di sole penetrò dalla finestra della ragazza e il giovane ragazzo le portò la colazione.
< Buongiorno Misty, coraggio svegliati, hai un incontro tra meno di un’ora >
< Ho bisogno di dormire ancora un po’ > disse in tono assonnato >
Lui le stampò un delicato bacio sulla fronte che la fece trasalire. Si mise a sedere e lo guardò negli occhi. Doveva assolutamente abituarsi a quei gesti spontanei di Tracey e doveva abituarsi ad amarlo.
< Ti lascio la colazione qui, esco per una commissione >
La lasciò sola, bella come non mai nel suo letto.
Appena il ragazzo fu fuori si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Addentò un pezzo di cornetto, era evidentemente appena sfornato.
Prese il suo diario e gettò su qualche riga.
 
 05 Settembre ore 08.16
 Svegliarsi la mattina con un bel raggio di sole e un buon cornetto al cioccolato è il massimo, ma sarebbe ancora più bello se a svegliarmi ci fosse stato lui. È vero mi ero ripromessa di non pensarci più e cercherò di mantenere la promessa, anche se sarà difficile. Mi attende una giornata pienissima.
 
La ragazzina dai capelli castani stava mandando in campo il suo ultimo Pokemon.
<  Squirtle attacco testata >
< Corsola usa corazza e contrattacca >
< Caspita il tuo Pokemon è davvero forte, Squirtle usa getto d’acqua >
Il Pokemon testuggine si scagliò contro il Pokemon corallo.
< Non ti basterà questo, Corsola concludiamo l’incontro con un super assalto >
Fu il colpo finale.
< Sei davvero bravissima Misty >
< Continua ad allenarti Janet, la strada per diventare allenatori è molto ardua ed è in salita, ma una volta raggiunta la cima il panorama è uno dei più belli >
< Grazie mille >
La ragazzina uscì dalla palestra non scoraggiata per la sconfitta, ma con un forte desiderio di diventare la numero uno.
Misty l’osservò allontanarsi e non si accorse di Tracey, che la prese in una morsa.
< Tracey non ti avevo sentito arrivare >
< Che buon profumo hai >
< Grazie >
La baciò.
Questa volta la ragazza cercò di essere il più naturale possibile.
< Ho trovato una lettera nella posta, viene da Pallet e il mittente è la signora Ketchum >
< La signora Ketchum? >pronunciò quella frase con un sospiro di voce, cosa poteva volere da lei la madre di Ash.
Ad un tratto trasalì. E se fosse tornato.
< Eccola qui >
La prese con fare tremante.
< Cosa vorrà la madre di Ash da me >
< Se non l’apri non lo saprai mai >
Il cuore le batteva all’impazzata, aveva quasi timore che Tracey potesse sentirlo. Fece un respiro profondo e scartò la busta.
Prese a leggere con calma ogni singola riga.
Poi ad un trattò sbiancò.
< No, non può essere >
 
 
Ash guardava dall’oblò , la vista era monotona, solo nuvole. Ci sarebbero volute ancora un paio di ore prima di arrivare a Kanto. Serena si era nuovamente assopita al suo fianco.
< Deve esserti davvero legata >
< Come? >
< Serena. Questa ragazzina ti vuole molto bene >
< Siamo molto amici > arrossì.
< Sicuro che non c’è dell’altro? >
< Assolutamente no. Serena per me è solo una cara amica. >
< E che mi dici di Misty? >
< Misty? Cosa c’entra ora lei > non riuscì a controllare il suo evidentissimo imbarazzo.
< Non l’hai più sentita? >
< No. Sono ormai anni che non ho sue notizie. > il suo sguardo si incupì.
< Credo che lei stia aspettando ancora il tuo ritorno >
< Visto che siamo diretti a Kanto, cercherò di trovare un attimo per passare a salutarla. Sai mi manca terribilmente >
< Come? >Brock non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva sempre pensato che tra i due ci fosse ben altro che una semplice amicizia, ma Ash era troppo immaturo per capirlo e ora quella rivelazione lo aveva letteralmente spiazzato.
< A volte ti accorgi dell’importanza delle persone solo quando sono tremendamente distanti >
< Non è mai troppo tardi per rimediare. Una volta lì avrete tempo per parlare >
Ash sapeva cosa intendesse dirgli l’amico e arrossì al pensiero. Non riusciva proprio ad immaginare lui e Misty in una veste diversa da quella del solito.
 
Serena si svegliò e vederlo al suo fianco la risollevò. Era bello come nessun altro. Nella sua mente sempre e solo lui, come una vera e proprio ossessione. Quanto avrebbe voluto sentirlo sulla sua pelle e assaporare le sue labbra.
< Manca ancora molto ? >
< Siamo quasi arrivati >
< Ho sempre sognato di tornare a Pallet, ma non era proprio questo il modo in cui volevo farlo > aveva la voce rotta in gola.
< Serena? Credimi anche per me non è piacevole rientrare per questo motivo. Ma devo vedere il professor Oak, devo poterlo vedere, potrebbe essere l’ultima volta > nuovamente i suoi occhi si colmarono di lacrime.
Lei si sentì responsabile di quelle lacrime.
< Scusami, non volevo >
< Tranquilla >
Nuovamente la ragazzina gli prese la mano e la strinse.
 
La ragazza fece cadere la lettera in terra e lacrime amare presero a sgorgarle dagli occhi. Prese a tremare. Ciò che aveva letto l’aveva letteralmente paralizzata.
< Misty cosa c’è scritto in quella lettera > il ragazzo parve notevolmente preoccupato, ma lei non rispose. Si limitò a piangere.
Raccolse la lettera da terra e prese a leggerla d’un fiato.
 
Cara Misty,
molto probabilmente non ti aspettavi una lettera proprio da me,
è da molto che non ci sentiamo, spero che le cose ti vadano nel migliore dei modi.
Il motivo di questa lettera è ben lontano dal semplice scambio di informazioni piacevoli.
Purtroppo il Professor Oak sta male, sta davvero male.
Ho semplicemente pensato che sarebbe stato carino da parte tua e soprattutto di Tracey, venire a dargli un ultimo saluto. Spero che accetterai il mio invito.
Sono sicura che anche il professore ne sarebbe lieto.
Ti abbraccio forte.
Delia Ketchum.
 
< Non può essere > il ragazzo si accasciò in terra e si portò le mani a volto. Lui aveva lavorato per più di un anno assieme al professore, da lui aveva imparato tantissime cose sui Pokemon e non solo. Lui era un maestro di vita.
Il suo dolore era visibile nei suoi occhi e Misty lo strinse in un abbraccio.
< Credo che dovremmo recarci lì al più presto. >
< Mi sembra impossibile. Quell’uomo ha fatto la storia del mondo dei Pokemon. A lui sono dovute tantissime scoperte, a lui devo davvero tanto. Non può lasciare questo mondo >
< Coraggio Tracey >
< Per favore stringimi più forte, ne ho un tremendo bisogno >
La ragazza fece come le aveva chiesto. Poi ad un tratto pensò ad Ash. Lui era stato avvertito della cosa. Molto probabilmente era a Pallet. Si sentì mancare la terra da sotto i piedi al pensiero di rincontrarlo.
Poi gettando quel pensiero libidinoso lontano, continuò a stringere quel ragazzo, che tanto ora aveva bisogno di lei.
 
05 Settembre 13.36
 
Questa notizia mi ha davvero stravolta, non posso crederci che il professor Oak sia così male, non è giusto. Questa vita è ingiusta.
Le lacrime di Tracey mi hanno fatto così male, e se oso pensare a quella di Ash. Avrà bisogno di un abbraccio. Di una persona cara al suo fianco. Quanto vorrei esserci io a stringerti.  Per favore fa che lui ci sia a Pallet. Ho troppo bisogno di vederlo.
 
Tracey era sconvolto, quella notizia lo aveva scombussolato. Prese a prepararsi velocemente mettendo l’indispensabile in uno zaino. Ripensò ai giorni trascorsi al suo laboratorio. Ogni giorno era una nuova scoperta, con lui tutto appariva così semplice. Si recò in camera di Misty.
< Sei pronta? >
Lei si asciugò gli occhi e ripose il diario nello zaino.
< Si  >
Si affrettarono a lasciare la palestra, le sorelle di Misty avrebbero pensato a tutto.
Sarebbero arrivati per la sera.
Durante il tragitto nessuno dei due parlava. Misty notò lo sguardo cupo del ragazzo. Gli prese la mano e gliela strinse.
Lui apprezzò il gesto della ragazza e ricambiò la presa.
Camminarono senza fermarsi, fino a raggiungere la foresta di Viridian.
Quel luogo suscitò in lei troppi ricordi.
Segni indelebili dal suo cuore. Dalla sua anima.
Il ragazzo percepì il suo stato d’animo, non collegandolo alla foresta.
< Qualcosa non va? >
< No nulla > si affrettò a dire, deglutendo vistosamente.
Attraversare quella foresta fu un colpo allo stomaco. Lì aveva passato dei giorni fantastici con Ash, dormito sotto lo stesso cielo stellato.
Ridere.
Litigare.
Per poi riprendere a ridere.
Tutto con lui aveva un sapore magico. Tutto con lui era stupendamente magico.
Si portò una mano al petto per tentare di regolarizzare il battito del suo cuore e il respiro affannoso.
Tracey la guardò con aria preoccupata.
< Sicura di stare bene? >
< Sono solo un po’ stanca, stiamo camminando da ore > mentì.
Questa volta fu lui a prenderle la mano, proseguendo nella foresta.
Lei socchiuse gli occhi per rivivere gli odori e le sensazione di quei giorni lontani, ma ancora terribilmente vivi nella sua mente.
 
 
Finalmente l’aereo atterrò a Kanto, erano da poco passate le 18 e il cielo di Viridian si stagliava nella sua immensa bellezza. Quelle tonalità di rosso davano un senso di calore e protezione di cui il ragazzo aveva bisogno.
< Siamo a casa Pikachu > il piccolo Pokemon gli salì sulla spalla.
Finalmente si trovava nella sua regione, a soli pochi chilometri da Pallet.
Si misero subito in cammino verso casa.
< Attraverseremo anche la foresta Ash? > arrossì.
< No Serena. Non è sulla nostra strada. >
< Peccato >
Lui sapeva benissimo quanto la ragazzina teneva a visitare il luogo del loro primo incontro.
< Prima o poi ti ci porterò > le sorrise.
Lei si sciolse letteralmente a quel sorriso per poi riuscire a ricambiare il gesto.
 
Finalmente all’orizzonte apparve la cittadina di Pallet. Il ragazzo si precipitò di corsa verso casa e nel vedere la madre prese a piangere.
La donna lo strinse forte a sé.
Riusciva a capire il suo dolore, del resto il professor Oak era stato come un padre per lui.
< Tesoro mio, fatti stringere forte >
< Mamma. Dove si trova? >
< È a casa sua >
< Posso andarci subito >
< Certo >
La donna notò sull’uscio della porta il giovane allenatore e lo ringraziò col capo, poi vide anche una ragazzina, dai lunghi capelli biondi davvero graziosa e le porse un caloroso sorriso.
Serena avvampò.
Quella era la mamma di Ash.
< Serena, puoi accomodarti nella camera degli ospiti, Brock ti indicherà ogni cosa, io devo andare a vederlo >
< Se vuoi posso venire con te >
< Sei davvero gentile, ma ho bisogno di stare solo >
Lei capì le sue parole e lo abbracciò per poi seguire Brock in camera.
 
 
L’uomo era sofferente nel suo letto. Ansimava affannosamente e la fronte era imperlata di sudore. Accanto a lui Gary e sua sorella May erano intenti a prestargli le migliori cure.
< Coraggio nonno. Fatti forza > le parole del ragazzo erano davvero strazianti.
Fu sorpreso di trovarsi lì Ash, sapeva che stava partecipando alla lega di Kalos, molto probabilmente era stato messo al corrente della cosa. Gli lasciò posto e lo lasciò solo.
Ash impallidì nel vedere la scena. Quell’uomo , tanto buono, tanto preparato e ammirevole stava soffrendo terribilmente.
< Professor Oak. Sono qui. Sono Ash > riuscì a dirgli, ma l’uomo parve non ascoltarlo.
Ash gli prese la mano. Quante volte quella mano lo aveva carezzato per tirarlo su di morale quando era soltanto un bambino.
Continuò. < Coraggio, si faccia forza. Lei non può lasciarci >
Poi le lacrime presero il sopravvento e si abbandonò ad un pianto.
 
 
La cittadina di Pallet appariva proprio cole lei ricordava. Tranquilla e spensierata. Il sole era tramontato da un pezzo e in cielo era apparsa già qualche stella. La ragazza era stremata.
< Misty io vorrei andare subito da lui >
< Verrò con te Tracey, non ti lascerò solo >
Lui apprezzò nuovamente le sue parole, la strinse a sé e la baciò.
 
Il laboratorio del professore era invariato. Tracey ricordava perfettamente i giorni trascorsi lì.  Notò che Gary era sull’uscio della porta.
< Gary? >
< Tracey? Misty? Siete anche voi qui? È un piacere rivedervi >
< Ti prego posso vederlo? >
< Certo, vieni >
Misty li seguì senza dire nulla. Per poi perdere del tutto la consapevolezza nell’entrare in quella stanza.
  
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