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Autore: niallsblast    30/04/2014    4 recensioni
Due ragazzi. Due passati difficili. Un presente complicato. Una malattia. Una battaglia. La LORO battaglia. E forse un futuro insieme.
Tratto dalla storia:
"- Harry a me non spaventa aiutarti. Non ho paura di starti accanto. Sarà anche la tua battaglia, ma non è una battaglia se non ci si allea. - . Harry sorrise leggermente per la specie di metafora dell’amico. Louis gli alzò la testa dolcemente con una mano sotto al mento costringendolo a regalargli uno sguardo. – Combattiamo insieme, piccolo. – concluse dolcemente. Harry annuì con gli occhi pieni di lacrime: aveva trovato un amico, sentiva una forza addosso da spaccare il mondo, benché si stesse quasi addormentando dalla stanchezza.."
ATTENZIONE! Storia ovviamente Larry. Se non vi piace, non entrate.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=xzgPs9JYtiI
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Our Own Struggle - DICIANNOVESIMO CAPITOLO





Ci misero poco ad arrivare all’ospedale, dove però dovettero aspettare un bel po’, perché con la neve molti pazienti gravi, reduci da incidenti, passavano davanti ai due.
Harry se ne stava in piedi accanto al letto che finalmente erano riusciti a dare a Louis e si guardava nervosamente intorno, nella speranza che qualcuno li degnasse di attenzioni.
- Speriamo di non dover attendere ancora tanto perché ti mettano i punti. – sbuffò Harry.
- Guarda. - . Louis gli sventolò il polso destro sotto al naso del riccio  che, giratosi, sorrideva perché il moro sembrava essere tornato se stesso, ovvero pieno di energia.
- Cosa devo guardare, Lou? Il tuo polso sexy? – scherzò il più piccolo.
- Stupido. – rise Louis. – Ho anche io il braccialetto come il tuo. - . Louis si riferiva al braccialetto ospedaliero che Harry non aveva buttato e che restava saldamente attaccato al suo polso per ricordare tutto ciò che aveva passato e che aveva sconfitto.
Harry rise leggermente e si sedette accanto a lui. – Non è una gran conquista eh. - . Louis alzò le spalle, poi si appoggiò alla sua spalla, spiaccicandoci sopra la guancia sana. Harry, però, si mosse subito prendendo lentamente il viso di Louis, tra le mani. Poi lo guardò dritto negli occhi. Uno sguardo che Louis riuscì stranamente a sostenere. Entrambi volevano la stessa cosa, ma non lo sapevano. Poi a Harry cadde lo sguardo sul labbro inferiore del più grande, che era tagliato. Evidentemente pensò fosse una bella idea e appoggiò le sue labbra carnose su quelle sottili di Louis che sussultò estasiato. Chiusero gli occhi e si lasciarono trasportare dalle loro lingue che esploravano per la prima volta la bocca l’uno dell’altro.
Entrambi avevano aspettato così tanto, avevano fatto così tante cose insieme e un sacco ne avrebbero fatte, ma non è strano? Due persone che si amano, ma che non riescono ad aprirsi? Deve sempre succedere qualcosa di brutto? ‘Non ti accorgi di quello che hai finché non lo perdi’ o finché non rischi di perderlo, no?
 
Harry poteva sentire il sapore del sangue del labbro di Louis entrargli con forza nella bocca. Lui fu il primo a staccarsi. – Boo, tu sembri una persona forte, tieni la maschera da duro davanti al tuo viso, ma so quanto sei fragile, ti prego, non aver paura a mostrarti con me. - . Harry guardava Louis che però aveva ancora una volta lo sguardo abbassato. Era incredibile come quel ragazzo fosse timido e chiuso, quando sembrava tutto il contrario. – Louis, che cosa è successo in quel vicolo? - . Harry aveva lasciato libero il viso di Louis che tradiva il suo quasi imbarazzo a parlarne, e si era alzato dal letto.
- Mi hanno picchiato. - . Louis deglutì comprendendo la pesantezza che quelle parole avevano su di lui.
- Perché lo hanno fatto? - . Harry gli prese una mano per rassicurarlo, ma una fitta di dolore allo stomaco investì il più grande facendolo contorcere su se stesso e stritolare la mano del più piccolo. Harry gli accarezzò i capelli setosi, preoccupato.  - Louis, che succede? – chiese allarmato, poi Louis con una smorfia rigurgitò sangue davanti a sè, attirando l’attenzione di alcuni dottori che fecero spostare un Harry paralizzato.
- Lo portiamo a fare delle analisi, lei si vada a pulire un po’. – suggerì un’infermiera dopo aver apppoggiato una mano sulla spalla del più piccolo, mentre altri portavano via il letto di Louis.
- No, vi prego, posso venire anche io? - . Harry afferrò il braccio di un dottore per fermarlo.
- No, non puoi, mi spiace, ma ti terremo informato. Facciamo solo dei controlli, è in buone mani. – lo rassicurò lui, poi sparì con gli altri dottori e Louis che teneva gli occhi chiusi e si contorceva per il dolore.
Harry guardò l’ora e decise di chiamare Johannah per dirle che erano in ospedale perchè Louis era stato picchiato, lei disse che si sarebbe fiondata in ospedale appena portate le bambine dal loro padre.
Harry sospirò e si accovacciò su una delle poltrone nella sala d’aspetto, prendendosi le ginocchia al petto e appoggiando la testa sulle ginocchia. Era sfinito e preoccupato. Osservava la porta da cui sarebbero dovuti uscire i dottori con informazioni di Louis, quando finalmente un infermiere lo avvicinò.
- Louis sta bene, ha una piccola lacerazione dello stomaco dovuto al rompimento di due costole, serve solo del riposo. Vuole venirlo a vedere? - . Harry scattò in piedi, leggermente sollevato per le notizie e annuì. L’infermiere lo guidò fino alla camera. Una volta arrivati alla porta entrò, mentre Harry rimase immobile davanti ad essa a fissare il numero. 221. La stessa camera dove aveva passato i due anni peggiori, o forse migliori da quando aveva incontrato Louis, della sua vita. L’infermiere lo guardò storto. – Tutto bene? - .
- S-sì, ma questo piano non era oncologia? - .
- Sì, ma un mese fa hanno cambiato oncologia con medicina interna. - . Harry annuì pensieroso.
- Vuole entrare? – lo esortò. Harry annuì impercettibilmente mandando a quel paese la concidenza del numero di camera ed entrando timidamente nella stanza, mentre si guardava intorno. Riconobbe subito ogni dettaglio, poi vide Louis e lasciò stare i ricordi per avvicinarsi e prendergli la mano, ma dormiva.
- Non lo faccia faticare. Adesso arriverà un dottore per suturargli il taglio. - . Detto questo l’infermiere uscì, lasciando Harry a guardare Louis che si stava svegliando.
- Ehi, Lou, va tutto bene. Devi solo stare fermo e riposarti. Ho già chiamato tua mamma e ha detto che sta venendo. So che non vuoi farla preoccupare, ma deve sapere e io non sapevo cosa fare... - . Louis lo zittì allungando un dito verso le sue labbra.
- Va bene così, lo avrei fatto anche io. – sorrise e Harry annuì sedendosi accanto a suo letto, su una sedia, poco dopo arrivò anche Jay.
 
Mentre i due ragazzi stavano parlando ormai già da un’ora di musica e Johannah era andata a prendere del tè per Louis, il maggiore iniziò ad agitarsi un po’, mentre Harry iniziava a preoccuparsi.
- Louis, vado a chiamare qualcuno? - . Il moro scosse la testa velocemente con il viso imperlato di sudore. Louis stava sudando come mai, a causa dei conati che si sforzava a trattenere, ma era uno sforzo troppo grande per il suo corpo così stanco. E così si arrese. Tirò su il busto e rigettò nella ciotola di plastica che il riccio gli teneva saldamente sulle gambe.
 
Ogni volta che Louis riempiva di rosso quella ciotola, ed era successo ormai già quattro volte, a Harry si contorceva lo stomaco. Vedere Louis così debole era struggente e si chiedeva se anche il moro si fosse sentito così a Natale, nella sua camera a vedere proprio il piccolo in quelle condizioni.
Louis si lasciò cadere ancora una volta all’indietro, tornando sdraiato, mentre Harry appoggiò la ciotola su un tavolino in attesa di un’infermiera che la avrebbe sostituita. Poi si riavvicinò a Louis, che teneva gli occhi chiusi, ormai stremato, e iniziò ad accarezzargli la fronte impleralata di sudore dolcemente, osservando i tratti dolci del più grande, mentre quest’ultimo si addormentò.
- Signor Tomlinson? - . Un dottore entrò cautamente e senza fare troppo rumare nella camera dei due ragazzi, tenendo in mano una cartella medica.
- Veramente Louis dorme, credo. Io sono Harry. - . Il ragazzo porse una mano, subito stretta dal dottore che poi appoggiò la cartellina su un tavolino, mentre un’infermiera, al seguito dell’uomo, cambiava la ciotola.
- Allora, Harry, mi chiamo Derek e adesso sistemo il taglio del tuo amico va bene? – iniziò lui avvicinandosi a Louis e scrutando il taglio profondo sulla sua fronte, dal quale era stata tolta la medicazione di fortuna di Harry. – E direi anche di reidratarlo attraverso la flebo, visto quanto ha vomitato. - . Il dottore adesso parlava con l’infermiera che uscì dalla stanza finita la frase. Derek si girò di scatto verso Harry che sobbalzò leggermente sorpreso. – Siete fratelli? - . Il dottore scrutò intensamente Harry.
- No, sono un suo amico. – rispose appena lui.
- Non c’è un familiare da chiamare visto la sua giovane età e le escoriazioni da rissa? Ci sono certe procedure che dovrei seguire e anche se è maggiorenne bisogna informare i genitori. - . Il dottore guardava Harry con dolcezza.
- Sì, ma ora è al bar. – rispose Harry.
- Ok, allora diamoci da fare intanto.  - . Derek alzò le mani al cielo per stendersi, poi si avvicinò a un cassetto di un mobiletto, dal quale estrasse vari oggetti. Harry portò una sedia accanto al letto del moro e ci si sedette sopra, poi prese la mano di Louis e gliela strinse. Probabilmente era più spaventato il più piccolo che Louis, anche perché il più grande stava ancora dormendo.
- Ma… Gli farà male? – tentò Harry. Il dottore scosse la testa mentre l’infermiera rientrò in camera e richiuse la porta dietro di sè. – Lo anestetizzo, tranquillo. - . Il dottore lanciò uno sguardo a chi era entrato, poi tornò a guardare Harry.
– Scusa. - . L’infermiera prese la mano di Louis, cucciando di lato Harry, per mettere la flebo nella vena del moro. – Ecco. - . La ragazza lasciò subito la mano di Louis in quella di Harry sorridendo.
- Se ti fa senso, ti conviene uscire. – suggerì lei a Harry.
- No, grazie. Resto qua, magari chiudo gli occhi. - .
                                                                                 
Così il dottore, con tutte le accortezze possibili, suturò la fronte di Louis, per poi appoggiarci sopra un bel cerotto.
- Puoi aprire gli occhi, ragazzo. – disse divertito Derek riordinando gli strumenti. Harry li riaprì e guardò subito Louis che dormiva ancora tranquillamente con un grosso cerotto appiccicato sulla fronte. Sorrise a quella macchia bianca che stonava sulla sua pelle abbronzata.
- Stanotte lo terremo d’occhio per vedere come si comporta il suo stomaco. Per i punti tornerete poi tra due settimane. - . Il dottore sorrise a Harry, gli appoggiò una mano sulla spalla e lo guardò, non potendo rimanere impassibile alla magrezza di quel ragazzo minorenne che per di più si era presentato con un ragazzo coinvolto in una rissa: troppe cose strane. – Sicuro di stare bene, ragazzo? - . Harry annuì prontamente, senza pensarci davvero. – Uh! Il mio cerca-persone. Devo andare, ragazzo. - . L’uomo diede un’occhiata a un aggeggio estratto dalla tasca dei pantaloni.
- Grazie di tutto. - . Harry guardava il signore che gli stava sorridendo, poi il dottore se ne andò lasciando Harry solo con Louis che però continuava a dormire. Il più piccolo appoggiò la testa sul letto, accanto al corpo caldo dell’altro e si addormentò.
 
- Harreh. - . Louis stava accarezzando i capelli di Harry già da diversi minuti mentre quello dormiva ancora con la testa appoggiata di lato accanto a lui. Il maggiore sorrise, pensando a quando il ragazzo si sarebbe svegliato e al torcicollo che lo avrebbe perseguitato per tutto il giorno.
Harry mugugnò e si alzò a fatica dalla posizione assunta per tutta la sera.
- Torcicollo? – sorrise il moro guardando Harry far girare il collo con una smorfia mentre di alzava in piedi. - Vieni qua, Harreh. - . Louis lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso sè, costringendo il riccio a tornare a sdraiarsi accanto a lui. – Ti curo io. – sorrise, poi, lasciando dei baci asciutti sul suo collo.
- Come ti senti? – chiese Harry accoccolandosi alla destra di Louis che aveva maturato un occhio nero durante la notte.
- Meglio. - . Louis si sentiva meglio davvero ed era anche felice, perchè solo ora si rendeva conto che Harry poteva essere suo, dopo mesi che lo aveva desiderato.
– Che ore sono? – chiese poi.
- Le nove. - . Louis appoggiò la testa sulla spalla di Harry che gli afferrò la mano.
– Non mi hai ancora risposto. Perchè ti hanno picchiato? - . Louis chiuse gli occhi, rassegnandosi. Doveva essere sincero, soprattutto dopo quel bacio.
- Per il motivo per cui mio padre non mi ha riconosciuto suo figlio. Perchè sono gay, Harry. - .
- E questa sarebbe una motivazione?! Una motivazione per picchiare un ragazzo a sangue e non riconoscere il proprio figlio?! - . Harry, si alzò di scatto in piedi, arrabbiato. Si stava trattenendo con tutte le sue forze per non dare un pugno sul muro. – Louis - . Dopo due minuti buoni, Harry si risedette sul letto accanto a lui, usando tutta la calma che aveva in corpo, e gli riprese una mano. – Perchè non mi hai mai detto di tuo padre? Infondo, ormai lo sai che sono gay. - . Louis sorrise leggermente.
- Fino a qualche ora fa, no, non lo sapevo. - . Harry lo guardò male, protestando silenziosamente. – Comunque non importa, è passato. - .
- Sì, è passato, ma come vedi adesso stai male. Louis, non lascerò mai più che nessuno ti faccia del male. - . Harry lo guardava dritto negli occhi che Louis, poi, abbassò perchè non riusciva a sostenere l’intensità di quel verde che ormai aveva capito di amare.



CORNEEER
Salveee sono tornata in tempo come avevo detto con questo capitolo che è un po' il cuore della storia. Ditemi cosa ve ne pare :)
Non so quando tornerò (ultimo mese, ultime verifiche..) però mi impegnerò per farlo presto.
Volevo ringraziare tutti quelli che recensiscono, che aggiungono OOS alle preferite/seguite/ricordate: mi riempite il cuore!
Per nuovi progetti continuate a seguirmi! Il mio attuale progetto è la traduzione di Through The Dark (fan fiction) che trovate qua: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2531669&i=1
Un bacione e grazie a tutti, Lele


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