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Autore: Nihal07    30/04/2014    3 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo V
 


Kakashi sospirò chiudendosi la porta alle spalle.
Aveva appena cenato con Genma ed Asuma che l’avevano gentilmente costretto ad accettare.
Guardò l’orologio attaccato ad una parete della stanza: le 22.00.
Il tempo era volato. Infondo gli aveva fatto bene. Era da molto che non dedicava del tempo ai suoi amici.
Sorrise tra sé e sé e si diresse in bagno a cambiarsi.
Uscito, camminò fino alla camera da letto, e si girò quando sentì cadere dal comodino una delle due foto del Team Yamato e del Team 7.
Si avvicinò e la raccolse.
Rin sorrideva e Obito lo guardava in cagnesco.
Si sedette e iniziò a riflettere sul passato.
Quegli occhi, quella sincerità, quell’amore. Rin gli aveva regalato tutte quelle stupende emozioni che poche volte un uomo prova nella sua vita.
Gli sembrava impossibile che una ragazza così dolce ed altruista potesse diventare così insensibile e vendicativa. Per di più, verso di lui.
Quando lei gli aveva dichiarato il suo amore, lui le aveva risposto in una delle maniere più brutali possibili.
Le aveva detto che per lui, lei era solo spazzatura, un peso. Alla fine, forse, si era risollevato aggiungendo un semplice “O almeno, lo pensavo prima”.
Prima di cosa? Prima che Obito gli facesse una romanzina da Oscar? Perspicace.
 Ah, si… La parte migliore non era ancora arrivata.
Lui l’avrebbe sempre protetta, perché… Già, perché? Per una promessa. Non perché le voleva bene, no… Ma lui non era un ipocrita, non mentiva. Lui era uno che le cose te le diceva in faccia.
E con le sue ultime parole, Kakashi si sarebbe meritato un ceffone in faccia, cosa che però la situazione non  rendeva possibile.
“Era Obito quello che ti amava veramente”.  Come aveva potuto lei non accorgersene?
Ma ormai era troppo tardi. Obito era morto.
Che idiota. Nominarle Obito proprio in un momento del genere.
La verità è che nessuna ragazza dovrebbe sentirsi rispondere una cosa del genere. Tanto meno lei.
Gli uomini dovrebbero rispondere qualcosa come: “Sono onorato di sapere che provi un sentimento così forte per me, ma devi scusarmi perché io non provo lo stesso. Ma ricorda che infondo tu sei fantastica e troverai sicuramente qualcuno che possa darti più di quanto possa fare io.”
Ma ci sono veramente frasi capaci di non ferire in situazioni del genere?
È che lui era così preso, così assorbito, da tutte quelle faccende da adulti e da tutti quegli incarichi per godersi quello che la gioventù regalava ogni giorno ai ragazzi della sua età. E Rin era lì, ad aspettarlo.
Se si fosse fermato un attimo a fare i conti con il suo passato, forse, si sarebbe potuto salvare.
Se solo avesse dato a quella ragazza la possibilità di redimerlo da morti ben diverse da quella a cui Obito era andato incontro, forse avrebbe potuto capire di amarla. O almeno, avrebbe imparato a farlo con il tempo. Lei glielo avrebbe insegnato.
Lui era uno dei ninja più forti e abili di Konoha, ma quando si trovava davanti a quella ragazza che conosceva da una vita, non riusciva mai a dirle quello che veramente avrebbe voluto.
E il tempo, sfortunatamente gliel’aveva portata via.
E ogni volta davanti alla sua tomba, lui le chiedeva di perdonarlo.
Perché lei era una di quelle ragazze che un uomo come lui poteva soltanto amare con tutto se stesso.
Ma era troppo tardi ormai. Perché Rin non c’era più.
Distolse lo sguardo da quella foto e la appoggiò di nuovo sul comodino.
E se con il tempo, lui avesse cambiato lei, e non viceversa? Se lei fosse diventata quello che ora lui temeva?
Ma se quella donna che aveva visto ieri sera era veramente Rin, forse non era troppo tardi, forse lui poteva ancora…
Si alzò di scatto sentendo un rumore, ma fece solo in tempo a prendere un kunai dal tascapane lì vicino che qualcuno lo colpì alle spalle dietro la testa e lo bloccò a terra.
La stessa figura che l’aveva sorpreso gli sfilò dalle mani il kunai e gli premette pesantemente una mano davanti la bocca, così da non farlo parlare.
Un’espressione di dolore si materializzò sul volto del jonin, quando sentì la pungente lama del kunai penetrare lentamente nel suo fianco.
Da lì, tutto divenne un po’ confuso, ma non perse conoscenza.
Riuscì a vedere l’ombra di una donna che veniva avanti, mentre qualcuno, dietro di lui, lo tirava su. Sempre tenendolo bloccato, lo costrinse ad alzarsi in piedi.
“Kakashi.” La voce della ragazza che si spacciava per Rin arrivò alle orecchie del jonin gentile e gioiosa. “Sono contenta di vederti.”
 
Dopo aver passato la serata da Hinata, Sakura decise di tornare a casa.
Attraversata la piazza del villaggio, si tormentò un po’ con l’idea di passare da Kakashi.
L’aveva visto schivo quel pomeriggio. Era preoccupata e voleva essere sicura che tutto procedesse per il meglio. Pensare che quella ragazza potesse essere tornata ad infastidirlo, la inquietava molto.
Sapeva che lui non dormiva alle 10.00 di sera, di conseguenza, decise di incamminarsi verso casa sua.
Giusto per vedere come stava e per stare più tranquilla.
 
“A-Ancora tu…”
Rin rise. “L’altra sera non abbiamo finito, ricordi?”
“E per questo ti sei portata dietro un amico? Forse… Hai capito di non potercela fare da sola?”
Kakashi la sfidò con lo sguardo.
Inizialmente colpita dalla frecciatina dell’uomo, la donna tornò seria per un attimo, ma poi sorrise abbassandosi al suo livello e poggiandogli una mano sul viso.
“Semplicemente volevo evitassi di scappare come un coniglio impaurito. Ieri sera è successo proprio così.”
Kakashi cercò di divincolarsi per un attimo. “Se vuoi farmi fuori, perché non ti muovi e basta?”
La donna si allontanò e con tono sereno disse: “Forse il mio atteggiamento ti ha fatto pensare questo, ma stai tranquillo. Ho programmi molto più interessanti per quanto ti riguarda.”
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Kakashi venne attraversato da un brivido di terrore.
“Kakashi Sensei?! È in casa?”
Rin abbassò la voce. “Ma guarda un po’.” Si avvicinò alla finestra e vide una ragazza dai capelli rosa che aspettava davanti la porta d’ingresso. “Sakura… Giusto? Il suo nome è questo.”
L’uomo cercò di liberarsi ma fu tutto inutile. “Non toccarla.”
“Non sei nelle condizioni adatte per dare ordini.”
Il jonin abbassò la testa rassegnato. “Tu vuoi me, non lei. Lasciala stare…”
Rin finse di pensarci un attimo e si avvicinò al ninja. “Kakashi… Lei è importante per te?”
L’uomo esitò un attimo, poi annuì.
“Più di quanto lo fossi io per te?”
Kakashi esitò di nuovo. “I-Io… Non lo so…”
Rin sospirò. “Risposta sbagliata.”
La ragazza fece per alzarsi, e l’uomo ebbe di nuovo paura. “Aspetta…”
“Si?”
“Non farle male…” Kakashi cercò la pietà nei suoi occhi. “Ti prego…”
E per un attimo sembrò vederla.
Rin si abbassò, gli sorrise e gli accarezzò dolcemente una guancia.
E fu lì che per un attimo, il ninja sentì che forse, lei era veramente davanti a lui. Che Rin era tornata per davvero.
“Come vuoi, non le farò del male.”
Per un breve lasso di tempo, il jonin si rilassò. “Ti ringrazio…”
A quel punto la donna si alzò, prese un kunai e ci giocherellò per un attimo.
“Devo ammettere che però sei un po’ cambiato.”
“Cosa vuoi dire?”
Rin afferrò saldamente il kunai e ferì Kakashi, premendo l’arma sul ventre dell’uomo, che per un attimo sentì in fiato mancargli.
Poi la ragazza gli sussurrò: “Ora credi a qualunque cosa la gente ti dica. Ho detto di avere grandi programmi per te. La tua allieva, rientra in uno di questi. La vedrai morire, come io ho visto Obito tirare gli ultimi respiri.”
Kakashi cercò di farsi forza, senza però grandi risultati.
Infatti dopo pochissimo iniziò a perdere conoscenza, tra la leggera risata di Rin e la paura per l’incolumità della sua allieva. “Sakura…”
 
Sakura sbuffò, convinta che l’uomo non le volesse aprire.
Fece il giro della casa e vide la finestra della camera di Kakashi aperta.
Decise di entrare da lì, e salita sul balcone sbirciò dentro.
Non lo vide e a quel punto si sporse di più, fino a diventare completamente visibile.
Nulla.
Saltò dentro e mosse qualche passo titubante.
Si stava addentrando dentro la casa del suo maestro. Se lui l’avesse scoperta… Cosa sarebbe successo?
Sorrise tranquillizzandosi e si disse che non sarebbe accaduto proprio nulla.
Qualcosa però la bloccò.
Si abbassò e toccò il pavimento.
Sentì qualcosa di viscido al tatto e per poco non cadde all’indietro quando si accorse che quello davanti a lei era sangue.
“Kakashi!”


 
  
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