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Autore: Directioner_2001    30/04/2014    2 recensioni
*TRATTO DAL DICIASSETTESIMO CAPITOLO*:
"Cominciamo gli Hunger Games.
Gli Hunger Games è vendicare, non uccidersi.
Ed è questo che dobbiamo fare io e David.
Vendicare i nostri tre amici.
Cuori spezzati, lacrime che scendono.
Questi sono gli Hunger Games.
Amicizia e amore: cosa prendere e cosa lasciare.
Ho preso l'amore, mi hanno ripagato con l'amicizia.
Ora inizia la rivoluzione.
In questo istante."
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io vi ucciderò, in un modo o nell'altro. '
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Capitolo Quindici.


Apro la porta dell'appartamento, e sola e spensierata mi chiudo in camera mentre mille pensieri mi si affollano in testa.
-Ehi.
-David...cosa ci fai tu qui?
-Ti aspettavo.
Si siede accanto a me, anzi, si sdraia completamente.
-Volevo parlarti...
-Di cosa?
-Di noi.
Ecco, e ricomincia.
Inizio a giocare con le mie dita per scaricare la tensione dentro.
-E cosa c'è che non va..?
-Non so, prima ci odiamo, poi...sono confuso. Non mi piace questa cosa: si lo so, con quell'ombra ce ne siamo andati, tutti credono che mi hai salvato, che tu sei l'eroina...- inizia a ringhiare sottovoce contro me.-Sono stanco di recitare, odio e amore: cosa scegli?!? Sono anche stanco di ignorarci, che io ti salvo, che mi baci e poi non ne vuoi sapere niente!
Scuoto il capo, mi metto seduta e sto a guardarlo mentre diventa rosso dalla rabbia.
-Che cavolo dici?!
-La verità, Prim, la verità!Sono stanco, ok?!- si alza, si dirige verso la porta e la sbatte violentemente quando esce dalla stanza.
-David!- urlo quando è lontano.
AH!
Sbatto i pugni sulla porta, e poi mi ci metto contro, scivolando fino a terra.
Mi fa uscire pazza questo ragazzo.
Do un calcio al letto, e sento qualcosa che mi respinge, facendomi zoppiacre tenendo il piede tra le mani.
-Ma cos?!- sbraito mentre con un "ah" o "oh" saltello sul posto.
Dopo essermi ripresa, mi metto a pancia in giù per terra e mi allungo per prendere quella cosa "strana".
La afferro, ha le dimensioni di una scatola.
Strisciando, ritorno alla luce e tengo quella che sembrerebbe una scatola da regalo, ma fatta in legno.
Ecco, cosa avevo sentito.
Il legno.
La apro lentamente, e serro gli occhi, aspettandomi un mostro che usciva da là dentro...o qualcos altro che non esiste.
Ma quando li apro, vedo solo tanti fogli.
Cosa sono?
Ma uno in particolare lo afferro e lo schiudo, trovandoci un biglietto bianco e ordinato, e delle parole che posso vedere solamente posizionandolo sotto alla lampada.
E impiego minimo mezz'ora solo per leggero, quando il coprifuoco scade.
-A letto cara....ma cosa stai facendo?
-Niente, è un foglietto che mia mamma mi ha lasciato tanto tempo fa.
-Oh, daccordo, va a dormire presto!
-Sììì, notte Effie.
-Notte cara.
Dovevo dirle "Addio Effie", non "Notte Effie".
Sospiro, e scuoto il capo per non pensarci più, e ritorno a leggere il bigliettino misterioso.

"Ciao piccola.
Sai chi sono, o te lo devo scrivere?Naah.
Comunque...è arrivato il momento eh?
Domani, un bagno di sangue, coltelli sporchi.
Ti va di partecipare?Certo che sì.
Ho bisogno di parlarti.
Adesso, in questo momento.
Ti aspetto in terrazzo.
Non sono David nè Matt, ma faccio parte del 12.
Presto, vieni.
Anonimo"


Assolutamente geniale.
Proprio il momento dell'intervista, fruga nella mia stanza e mi lascia un bigliettino in una scatola di cui non ci ho guardato niente ancora.
Ma questo mi spinge ad andare prima in terrazzo.
Domani sarò nell'Arena lo stesso.
Non morirò oggi, ma domani.
Non cambia nulla.
Apro la porta e di nascosto dopo aver preso una pistola in caso di emergenza e corro silenziosamente verso le scale, che salgo immediatamente.
Ho paura, quando cammino verso il nulla.
La luna illumina qualcosa, ma non rende la mia vista migliore, perciò cerco di far di meglio.
Di avere occhi di gatti.
Che guardano ombre, cose che le persone non potrebbero mai guardare nell'oscurità più tenebrosa.

Un passo falso, fai scattare tutto.
Le luci si accendono all'improvviso e io scatto a girarmi con una pistola in mano.
Non posso crederci per un momento.
La pistola cade tra le mie mani, e si schianta contro il pavimento mentre io porto le mani alla bocca piangendo di...
Felicità.
-Zio, Zio Haymitch!- urlo di gioia, gli salto addosso, lui ride e mi stringe forte per non farmi cadere.
-Cosa ci fai tu qui?
-Sono scappato.
-COME?
-Sì, scappato, sapevo del nascondiglio.- indica la botola a terra.- Ma non l'ho detto a nessuno, e sono venuto da lì.
-Tu sei pazzo, zio, completamente!- rido prendendogli il viso tra le mani.
-Non dire a nessuno che sono qui.
-Daccordo, scusa...
-Dimmi.
-Ma cosa sei venuto a fare qui?
-A darti qualche consiglio, e per farti stare lontana da Matt: metterà solo bastoni tra le ruote del tuo carro.
-Mhh e perchè?
-Perchè tutti vogliono che tu stia accanto a David, e non Matt.
Come non dargli torto.
Tutti hanno ragione apparte me.
Annuisco, mi lascia un ultimo bacio sulla fronte e mi lascia sola lì, dicendomi ancora la stessa fatidica frase, che io avervo forse previsto qualche secondo prima di lui.
-Ricorda chi è il vero nemico Prim!
Uno sparo.
Mio zio scappa per fortuna, ma io vengo intravista e corro.
Veloce, ma silenziosa.
La mia corsa è instintiva verso la mia camera, prima che possa fare qualcos altro come dissetarmi o magari riprendere fiato.
Ma no.
Faccio di testa mia, mi chiudo in camera e cerco di riprendermi.
Cos'altro c'è nella scatola?
Non l'ho chiesto più a zio Haymitch, così decido di darci un'occhiata.
Tutti i foglietti contengono una parola.
Snow, cercarti, sta, uccidilo, testa, vuole, muoia, tua, Haymitch.
Li ricollego come mi pare, e compongo la fare.
"Snow sta provando a cercarti, vuole che tu muoia. Uccidilo, non fare di testa tua. Da tuo zio Haymitch".
Ho fatto bene?Credo di si.
Ho ricollegato per bene?Era un solo modo per formare queste parole collegate, come pezzi di un puzzle.
Mi convico: è così.
Rimetto tutto nella scatola, e con un calcio la rimando sotto al letto.
E' stata un lunga serata: è meglio dormire 7-8 ore piene.
Mi manca il mio letto.

************
Jay posa le sue mani sul mio petto, solo per sistemarmi la tuta.
Io resto impassibile.
Non mi vergogno affatto, Papà lo fa sempre.
Mi ci sono abituata facilmente, a Jay.
-Va bene?- domanda, un po' dispiaciuto dal fatto che io sia piccola e vado in un'Arena super specializzata.
-Sì, grazie ancora Jay, sei stato un ottimo stilista.
-So che ti manca Lady, io voglio cercare di essere importante come lei lo era per te.
-Vorrei, ma questo non è il momento, morirò tra meno di 5 minuti.
-Non dirlo neanche.
-Ma se è...
-Senti Prim, mi hanno detto che sei fantastica nell'arco, e ti ho visto anche.
So che tu farai del tuo meglio per tornare a casa: pensa ai tuoi!
Poche parole che fanno molto effetto.
-Hai ragione, cercherò di tornare, grazie Jay, sei il migliore.- gli stringo il collo l'ultima volta, mentre lui posa le sue mani lungo i miei fianchi.
-Brava, pensa al lato positivo!
-E' ora di andare.- Un pacificatore irrompe nella stanza, e da alcune pacche a Jay per dirgli che è meglio andare.
-No, no nooo!!- urlo in preda al panico.-JAYYYYY!!
-Buona fortuna.
-Jayy nooo!!- urlo ancora, finchè non mi sbattono dentro al cilindro in vetro.
Che botta.
Massaggio la parte dolente e mi rimetto in piedi, anche se è difficile perchè mi poggio alla parete circolare.
Quando sono diritta sbatto i pugni contro il vetro.
"10 secondi al lancio"urla la voce metallica.
-Aiutooooo!!Aiutoooooo!!
Il cilindro si alza, e io sono costretta a fare altrettanto.
Ho le lacrime agli occhi, la mia rabbia è diventata tristezza.
Cerco di respirare profondamente, finchè la luce del sole non mi acceca completamente, rischierò di diventare cieca.
Come non detto:acqua.
Davanti a me c'è una distesa d'acqua, il che mi ricorda gli 86° Hunger Games e quelli degli 75°.
Ognuno è sul proprio cilindro, e io mi sto trattenendo da non urlare e piangere.
E' scaduto il tempo.
Si parte.
-Prim!!- c'è un urlo.
Cosa?!
-Oh!
Qualcuno mi spinge da dietro, non un tributo, come se qualcuno di invisibile mi avrebbe spinto verso la morte.
Finisco in acqua, e cerco di nuotare, senza riuscirci.
Passa qualche minuto, quando ne vedo uno che cerca di uccidermi.
Non ha armi, è spoglio di armi.
Mi inchioda al cilindro, e cerca di colpirmi quando io stessa mi aggrappo al sul bordo e gli sferro un calcio in faccia, che lo fa sanguinare di brutto dalla bocca.
Fa come per nascondersi sott'acqua, e mi afferra i piedi per mandarmici giù, accanto a lui.
E' un maschio, le femmine sono tutte attratte dalle armi.
Pugni e pugni ci mandiamo a vicenda, quando ne ho abbastanza.
Lego le gambe alla sua vita, lo metto di spalle al cilindro e sferro pugni a più non posso, anche se tra poco perderò i sensi.
Lui muore sotto ai miei colpi, e stupita, dimentico il fatto che sono in acqua:ma qualcuno mi afferra, e mi aiuta a tornare a galla.
Non lo riconosco.
Metto a fuoco la vista e noto che Louis mi tiene stretta al suo petto, portandomi verso la riva.
Ah, già :DISTRETTO 4.
Stringo le braccia attorno al suo collo, e inizio a tossire l'acqua che ho bevuto quando stavo lottando con un tributo, non so di quale distretto...lo vedrò stasera.
Mi posa dolcemente sulla sabbia umida, mentre cerco di riprendermi a poco a poco dalle emozioni che si riuniscono in me in un mal di pancia che mi fa piegare in due, ma non ci vuole tanto per farmelo passare.
Proprio Louis stesso mi aiuta a rimettermi in piedi e David mi passa un arco e una faretra, che metto velocemente in spalla.
-Tutto bene?- chiede Matt.
-Sì, sto bene...La Wright?
-E' con i favoriti...vuole fa- COLPO DI CANNONE.
Stanno venendo.
-Presto, via via!- esclamo.
-Giù ragazzi!!- urla Louis.
David e Matt mi spingono a terra, e loro si mettono sulle ginocchia mentre Louis uccide un favorito del 5.
Poco dopo, iniziamo a correre fra gli alberi, lasciandoci alle spalle la Cornucopia.
Ma, quando ci sentiamo più lontani possibili, rallentiamo il passo per avere più forze per la notte, nel caso ci vengano a trovare i tributi sopravvissuti al bagno di sangue.
Ci fermiamo tutti davanti ad un masso gigante, che si trova davanti ad un lago bellissimo.
Tutti e 4  (non so perchè mi ritrovo insieme alla combriccola dei maschi!) ci laviamo il viso velocemente e ci rimettiamo in cammino.
-Louis!- urla una ragazza.
-Eleanor!- lui ne è attratto, tanto che corre verso di lei.
Le regala un dolce bacio sulle labbra, e le prende la mano.
-Prim, Matt, David...lei è Eleanor.
-Piacere.
-Alleata?- chiedo sorridente.
-Forse, che ne dite?
-Per me è sì.- diciamo all'unisono noi, del 12.
-Perfetto, vieni.- Louis la accoglie sorridente.
Bene, una ragazza insieme a me.
Sembra avere l'età di 18, ma ne ha solamente 16, e sembra molto carina.
I ragazzi armati ci superano, mentre io e El (anche noi armate) parliamo del più e del meno.
All'improvviso, un'ombra è dietro di me.
El scappa, mentre io rimango immobile.
Afferro un ramo li vicino, e quando sento i suoi passi, la colpisco come se fosse una pallina da baseball, che io devo prendere con la mazza.
Un colpo allo stomaco,  uno alla schiena e via.
Si ritrova a terra dolorante, la ragazza dell'1.
Lascio cadere il ramo pieno di sangue a terra, e lascio che ella muoia in fretta.
Ma non lo fa, rimane 3-4 minuti a gemere, così mi ritrovo a piantarle una freccia dietro alla schiena, che la fa fermare di botto, mentre uno sparo di cannone riempie le orecchie di tutti.
Ho ucciso due tributi, devo sentirmi un'assassina o....una che vuole tornare esplicitamente a casa?!




 
  
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