Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: no_light_    30/04/2014    6 recensioni
Tratto dal testo:
'‹‹Come fai a sopportare tutto questo? Non hai voglia di reagire, di cambiare?››
Furono queste le parole con cui Liam si presentò a Zayn. Non gli disse nemmeno il suo nome all’inizio, gli espresse soltanto la sua voglia di aiutarlo a cambiare, ciò che aveva in mente per migliorare la sua situazione.'
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera!
Questa non doveva essere una raccolta, ma non potevo sopportare l’idea di far soffrire i miei ziam, perciò ho deciso di pubblicare questo.
Forse è banale, un’idiozia, una cosa senza senso, ma ci sono alcune parti che personalmente adoro e quindi concludo così.
Grazie a chi arriverà fino alla fine e chi avrà il coraggio di leggere ahah
Alla prossima!
 
Come sempre ringrazio la mia Ila
per il meraviglioso banner.
E ringrazio anche la letteratura
latina che mi ha ispirata lol


 
Serva me, servabo te
 
 
Le cose che si amano non si posseggono mai completamente. Semplicemente si custodiscono’

Era questo ciò che diceva il caro vecchio Catullo, compagno di Liam in tutti i pomeriggi passati a studiare su tomi di pagine e pagine.
Appena arrivato in America aveva deciso di seguire un corso di letteratura latina per approfondire le sue conoscenze; aveva scoperto quella passione grazie ai libri che Zayn portava nella loro radura, pieni di aforismi di quegli autori antichi che catturavano tutta la sua attenzione.
Aveva ottenuto risultati positivi ad ogni esame, e quei voti alti erano una delle tante cose per cui avrebbe dovuto ringraziare il ragazzo moro che non aveva abbandonato la sua mente e il suo cuore nemmeno per un secondo.
Sicuramente aveva sbagliato a fargli quel discorso patetico e senza senso prima della sua partenza, ma era terrorizzato da quell’addio e aveva pensato che così facendo avrebbe potuto soffrire di meno.
Ovviamente così non fu, infatti non dimenticava tutte le notti che aveva passato ad asciugarsi le lacrime silenziose sulle sue guance, tutte le volte che aveva fissato quella sequenza di numeri e quel tastino verde che sarebbero stati utili per risentire la sua voce, ma soprattutto non dimenticava ogni singola frase degli autori che studiava all’università, soprattutto quelle che gli ricordavano terribilmente lui.
Uno di questi era proprio Catullo, il poeta dell’amore, dai versi dolci e intrisi di sentimenti passionali e affettuosi.
Si trovava perfettamente d’accordo con il verso che stava analizzando per la versione che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo.
Certo, Zayn non era un oggetto, ma era il ragazzo di cui era innamorato e non era suo, non stavano insieme, ma nonostante questo custodiva il suo ricordo, il sentimento che li legava.
Secondo lui avrebbe potuto recuperare il tempo perso, avrebbe potuto farsi perdonare da lui perché il messaggio di risposta che aveva ricevuto due settimane prima gli aveva dato nuova speranza.
Quello di Zayn non era un ‘no’ definitivo, ma gli chiedeva solo un po’ di tempo per accettare che fosse tornato da lui.
Tra l’altro avrebbe voluto farlo prima, ma la codardia e la paura lo avevano sempre bloccato, finché un giorno, sempre grazie ai suoi adorati poeti latini, non aveva trovato il coraggio di contattarlo dopo tutti quei mesi di lontananza.
 
Dopo ben nove ore di viaggio finalmente toccava suolo inglese.
Non aveva avvisato nessuno del suo arrivo, voleva fare una sorpresa ai suoi genitori e, perché no, anche a Zayn.
Nonostante non sapeva quale sarebbe stata la reazione del ragazzo, aveva deciso che sarebbe andato a trovarlo. Aveva bisogno di parlargli, di rivederlo dopo tutto quel tempo.


Londra non era cambiata poi molto; il traffico era sempre lo stesso, i fastidiosissimi clacson producevano un rumore che si diffondeva nell’aria ogni minuto, le persone erano sempre di corsa, e nemmeno casa Malik era diversa.
Prima ancora di tornare a casa sua aveva deciso di passare casualmente dalla zona del bosco dove aveva passato i mesi più belli della sua vita.
Lo vide da lontano, così come la casetta bianca che spuntava tra tutto quel verde. Avrebbe aspettato, non si sarebbe ripresentato subito, ma il giorno dopo sarebbe andato nella foresta cercando di capire come agire e quali parole usare per giustificare quella sorpresa.


I signori Payne furono felicissimi di ritrovarsi loro figlio davanti dopo tutti quei mesi in cui era stato lontano da loro per poter studiare.
Erano fieri di lui e delle decisioni che aveva preso, infatti erano stati i primi a permettergli di andare in America, nonostante tutto ciò costasse fatica e denaro.
Non sapeva per quanto tempo sarebbe rimasto, ma sicuramente avrebbe passato almeno un mese e mezzo lì, per tornare solo a fine Luglio nello Utah.
Come ai vecchi tempi avevano cenato tutti insieme, raccontandosi la giornata che avevano trascorso, e a differenza delle altre volte Liam raccontò loro anche i suoi piani futuri. Era talmente affascinato dalla letteratura latina che avrebbe sicuramente scritto un libro in cui avrebbe commentato le opere degli autori che più gli erano piaciuti.
Era un progetto abbastanza complicato e complesso, ma avrebbe cominciato non appena sarebbe ritornato all’università.
Era da un po’ di tempo che quell’idea gli frullava in testa, e aveva anche preparato uno schema dove aveva addirittura inserito lo spazio per i ringraziamenti.
Poteva risultare patetico, e anche un po’ contraddittorio, ma aveva deciso di inserirci anche Zayn perché infondo era anche merito suo se era riuscito a trovare la sua strada.
 
Non riusciva a dormire. Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto senza trovare pace.
L’aria era troppo calda e non sopportava nemmeno il leggero lenzuolo bianco, completamente abbandonato ai piedi del letto.
Si passò una mano sugli occhi, stanco, massaggiandosi poi le tempie. Rimuginava su cose a cui non avrebbe dovuto pensare più visto che appartenevano ormai al passato; che senso aveva rivivere continuamente il primo bacio con Zayn? Nessuno, proprio come si sentiva lui da un anno.
Liam aveva sempre avuto una personalità forte, soprattutto dopo essersi ribellato alle ingiustizie e alle angherie che gli avevano inflitto durante la sua infanzia, ma dopo aver lasciato Zayn sentiva che un pezzo di lui era rimasto a Londra, nella loro radura.
In America aveva degli amici, ma nonostante questo sentiva la mancanza della persona più importante.
Prese il cellulare e, come faceva troppo spesso, si fermò ad osservare il numero che ormai conosceva a memoria, con il dito troppo vicino al tastino verde che gli avrebbe permesso di ascoltare la voce, sicuramente roca, di un dormiente Zayn.
Ma poi la razionalità si era impossessata di lui, così aveva spento tutto, chiudendo gli occhi e abbandonando la testa sul cuscino.
Non dormì per niente, ma almeno riuscì a trovare un modo per presentarsi a casa del moro.
 
Come sempre stare steso ad osservare gli alberi e il cielo lo rilassava; prima di suonare il campanello di casa Malik, Liam aveva deciso di prendere un po’ di tempo per cercare di regolare il battito del suo cuore, stando nel posto che gli era mancato tanto.
Più pensava al viso di Zayn, all’espressione che avrebbe fatto quando se lo sarebbe ritrovato davanti, più l’ansia e l’agitazione salivano. Non aveva paura di un rifiuto, aveva paura di non riuscire a parlare e di andarsene di sua spontanea volontà.
Dopo un tempo indefinito si era alzato, recandosi alla porta in legno bianco.
Premette solo per pochi secondi il dito sul tastino di metallo colorato d’oro, forse nella speranza che nessuno sentisse per poter scappare via come faceva sempre, ma contro ogni sua aspettativa una ragazza molto bella gli chiese chi fosse sorridendo cordiale.
Era praticamente la fotocopia di Zayn al femminile e dedusse che si trattava di sua sorella.
Le chiese proprio se il moro fosse in casa e, dopo un cenno affermativo, urlò che qualcuno lo attendeva alla porta.
Il respiro gli si bloccò in gola quando lo vide scendere le scale, bello come sempre ma molto diverso rispetto all’ultima volta che lo aveva visto.
I capelli scuri erano più corti, e un accenno di barba era presente sul suo viso, leggermente cambiato; gli sembrava più uomo, più affascinante.
L’unica cosa che non trovava per niente diversa erano i suoi occhi marroncini chiari che, non appena incontrarono i suoi, si spalancarono.
Stettero fermi ed immobili, finché la ragazza non intervenne, avvisando il fratello che tornava in camera sua.
Dopo l’iniziale smarrimento avevano cominciato a parlare.
Naturalmente Zayn volle sapere immediatamente il motivo della sua visita e, senza troppi giri di parole, Liam gli aveva risposto che gli era mancato e che il tempo che avrebbe trascorso a Londra lo avrebbe usato per farsi perdonare da lui e cercare di ricucire i loro rapporti.
Gli aveva proposto di andare nella loro radura, ma il moro gli aveva spiegato che non ci tornava da due mesi e non gli sembrava il caso di andarci con lui.
Ovviamente Liam aveva accettato la sua decisione, sedendosi accanto a lui sul divano del salotto di casa Malik.

Zayn era curioso di sapere cosa facesse in America, infatti fu la prima domanda che gli pose.
Il castano gli spiegò la passione che gli era esplosa per la letteratura latina, gli raccontò le attività e i corsi che seguiva e cosa faceva nel tempo libero.
Parlavano come se non fossero stati separati per quasi dodici mesi, infatti la loro confidenza era sempre la stessa, ma ad essere diverso era lo sguardo che Zayn gli riservava, e quella era proprio la paura che aveva Liam.
I suoi occhioni non lo guardavano più con una luce particolare, non lo guardavano più con ammirazione ed amore, lo guardavano in un modo strano; tutto ciò che riusciva a leggerci era delusione mista a vuoto. Zayn probabilmente non provava più niente per lui, e quel pensiero quasi lo soffocò; smise di respirare per un secondo, sentendo gli occhi inumidirsi, e abbassò la testa per non mostrarsi debole.
Ma Zayn non parve accorgersi del suo cambio d’umore, o meglio fece finta di niente, rivolgendogli solo delle parole che arrivarono forti e chiare alle sue orecchie, con la stessa potenza di uno schiaffo.
‹‹Bellissimo tatuaggio - constatò osservando la scritta ‘serva me servabo te’ sotto la piuma - Peccato che tu non l’abbia messa in pratica. Mi stavi salvando, poi mi hai lasciato da solo e sono crollato. Forse avrei preferito che non tornassi, avrei preferito che non venissi da me. Mi rendi vulnerabile e tutto ciò che vorrei fare in questo momento sarebbe prenderti a pugni, proprio come mi hai insegnato, per poi baciare ogni singola ferita››
Liam rialzò lo sguardo e lo fissò in quello del moro; gli appariva finalmente diverso. Riuscì a scorgerci passione e rabbia insieme, e il solo pensiero di riavere quelle labbra sulle sue e su ogni parte del suo corpo lo fece rabbrividire.
Avrebbe voluto farsi prendere a pugni se sarebbe bastato quello a far tornare tutto come prima, ma siccome sapeva che il perdono doveva guadagnarselo preferì alzarsi, salutandolo senza azzardarsi a posare le labbra sul suo zigomo, e tornare nella loro radura.
Ancora una volta si stese sul prato, chiudendo gli occhi e ascoltando il cinguettio degli uccellini.
Era sereno, e non si accorse nemmeno di Zayn che, dalla finestra e con il cuore a tremila, lo stava guardando con due sentimenti contrastanti ad attanagliargli lo stomaco: il desiderio di correre da lui e dimenticarsi di tutto ciò che gli aveva fatto, e la rabbia che non gli permetteva di muoversi da lì.
 
Era passata una settimana dal loro incontro e non avevano smesso di scriversi messaggi ogni notte, parlando fino all’alba.
Era strano perché avrebbero potuto parlare durante il giorno, ma entrambi preferivano la notte perché all’oscurità si sentivano sicuri, riuscivano ad esprimere i loro sentimenti, a dirsi tutto ciò che avrebbero voluto urlarsi in faccia dopo un anno lontani chilometri e chilometri.
Una cosa che Liam amava particolarmente di quelle notti in bianco erano le citazioni latine che si mandavano. La prima notte aveva deciso di dedicargli alcuni versi di Orazio.
‘Non chiederti mai cosa accadrà domani e considera una conquista ogni giorno in più che il destino ti concede’
Lui non pensava al futuro, pensava solo a vivere alla giornata, considerando una fortuna il solo fatto di riuscire a parlare con Zayn che aveva deciso di perdonarlo non appena i loro sguardi si erano rincontrati, ma non rendendolo esplicito per testare quanto il ragazzo ci tenesse realmente a lui.
Forse era da egoisti, ma il solo pensiero che Liam continuasse ad amarlo nonostante tutto e che avesse voglia di dimostrarglielo giorno per giorno lo rendeva felicissimo, e voleva godersi tutte quelle attenzioni che riusciva ad apprezzare solo se provenivano da lui.
‘Bisogna osare: Venere stessa aiuta i coraggiosi’ gli aveva scritto Liam la sesta notte. Quelle parole convinsero Zayn che il sentimento del ragazzo era sincero, così come lo era la voglia che aveva di riconquistarlo.
Decise di dargli ancora una volta fiducia, chiedendogli di vedersi l’indomani. Non avevano nemmeno avuto bisogno di dirsi dove, infatti entrambi sapevano dove si sarebbero ritrovati.
E per questi motivi Liam si addormentò con il sorriso, perché solo due innamorati potevano avere un certo feeling, solo due amanti potevano capirsi con una sola parola o un solo sguardo, e sperava di sistemare la situazione nella loro radura.
 
I raggi del Sole accarezzavano la pelle dei due ragazzi che erano sdraiati sull’erba uno accanto all’altro, proprio come ai vecchi tempi.
Non si erano ancora toccati, e quando si erano salutati non avevano accennato nemmeno a baciarsi, ma solo guardandosi negli occhi avevano capito che qualcosa era cambiato, che tutto stava per tornare al suo posto.
‹‹L’università che frequento mi piace molto, e sono convinto che sarebbe il tuo paradiso. Ci sono corsi di letteratura, di disegno, di pugilato anche - arrossì ricordando tutti i pomeriggi che avevano passato a baciarsi mentre si sfioravano con pugni deboli - Tu invece cosa fai?››
‹‹Alla fine ho deciso di andare a lavorare. Sono un allenatore di boxe, strano ma vero - ridacchiò Zayn posando lo sguardo su quello completamente ammaliato e rapito di Liam – I miei allievi dicono che sono piuttosto bravo, e mi fido di loro. Li ho raccontato che sono diventato così esperto grazie al migliore allenatore del mondo che non cambierei mai per nessun altro. Infatti ho specificato più volte che devo quasi tutto a lui e alla sua incredibile forza che mi ha trasmesso con i suoi abbracci, le sue ramanzine e i suoi baci›› terminò il discorso con un filo di voce e con le guance completamente in fiamme.
Liam avrebbe voluto accarezzargli il viso, il petto, le braccia, ogni minima parte di quel corpo così vicino al suo, ma si trattenne sorridendogli e parlandogli del progetto che aveva in mente.
Parlarono di quel libro per un po’, finché Zayn non lo interruppe improvvisamente, chiedendogli il significato del tatuaggio.
‹‹L’ho fatto dopo un mese dal mio trasferimento. Rappresenta tutto ciò che avrei voluto essere con te. Avrei voluto salvarti completamente perché tu hai continuato a farlo ogni giorno. Se sentivo nostalgia di casa mi bastava perdermi nei nostri ricordi, immaginarmi in questa radura con te. Quindi questa frase rappresenta noi: te perché continui a salvarmi, e me perché avrei voluto prendermi cura di te fino in fondo››
Sentì un brivido non appena le dita di Zayn sfiorarono la sua pelle, proprio nel punto occupato dalla frase.
Cominciò a sospirare non appena vide che la distanza tra i loro visi diventava sempre minore, fino a che i loro respiri si sfiorarono, proprio come i loro corpi.
Zayn era sdraiato ormai di lato, e una parte di lui era completamente appoggiata sopra Liam che rimaneva immobile, sussultando non appena sentì proprio le labbra del moro posarsi sul suo tatuaggio.
Lo osservò rapito, desiderando che quella bocca lasciasse la pelle del suo braccio per posarsi sulla sua.
Evidentemente anche Zayn provò il suo stesso desiderio, infatti dopo poco poggiò delicatamente le sue labbra su quello del castano, mormorando su esse alcune parole che fecero aumentare a dismisura i battiti dei loro cuori.
‹‹Ora che sei un esperto di poeti latini posso citarti una frase di Publilio Siro. La ferita d'amore la sana chi la provoca, quindi è inutile non perdonarti, è inutile che io continui a stare male, a dirti cose che nemmeno penso. D’altronde mi hai lasciato per una buona causa, la realizzazione di un tuo sogno, e siccome io voglio solo tutto il bene del mondo per te lo accetto e ti perdono. Ti perdono perché sei tornato da me, perché mi hai sempre accettato per quello che sono, perché mi hai aiutato a far emergere la mia vera personalità, e ti perdono perché sei l’unico che può risanare la ferita del mio cuore, cuore che apparterrà sempre a te››
Non furono necessarie altre parole: le loro bocche che finalmente si toccavano di nuovo, i loro sapori che si mischiavano, il loro amore ancora più forte e che non si era mai spento, erano necessari ad entrambi per capire che da quel momento in poi non avrebbero mai più potuto fare a meno uno dell’altro.
 
Due anni dopo Liam era tornato a Londra, riuscendo a realizzare il suo sogno e a pubblicare il suo primo libro.
Al suo interno commentava le opere dei grandi poeti latini come Catullo, Orazio, Seneca, Cicerone e tanti altri.
Stava parlando da circa un quarto d’ora in una libreria gremita di persone.
Ma tra tutte quelle persone, tra tutti quegli sguardi, l’unico a catturare la sua attenzione era quello di Zayn. Finalmente nei suoi occhi aveva ritrovato quella brillantezza che gli dimostrava quanto lo amasse, quella dolcezza e quella determinazione che erano state la sua forza durante la stesura del libro e durante il suo percorso universitario.
Avevano deciso di ritornare insieme il giorno stesso della radura; alla fine non avrebbe giovato a nessuno dei due stare lontani solo per un errore, che poi errore non poteva nemmeno considerarsi, di gioventù, infatti l’amore sarebbe stato l’unico modo per risanare le loro ferite, per recuperare tutto il tempo che avevano perso.

Il momento della dedica più importante era arrivato.
Liam la sapeva praticamente a memoria, quindi non ebbe bisogno delle pagine del libro, ma solo di due occhioni color dell’oro che lo guardavano emozionato, facendolo sentire l’uomo più felice della Terra.
Gli dedicò quelle poche parole col cuore in mano, facendo finta di essere nella loro radura, circondati dagli alberi e dai loro adorati rumori della natura, non considerando per niente la gente che stava assistendo a quella specie di dichiarazione d’amore.

‘Infine devo ringraziare una delle persone più importanti della mia vita, l’unica persona che amerò sempre, l’unica che sarà capace di capirmi con un solo sguardo. Forse proprio per questo anche in questo caso sarà l’unica a comprendere, ma mi limito a questo: ‘serva me, servabo te’. Sempre e per sempre’
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: no_light_