Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Jade Tisdale    30/04/2014    2 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

15. Paure.

 

 

Dopo l'incidente di Marron, io e Crilin decidemmo di sospendere i suoi allenamenti per un po'. Ci eravamo spaventati a morte per ciò che era successo. La piccola invece, a distanza di pochi giorni, sembrava già essersi dimenticata di quella giornata.
Una mattina mi svegliai di soprassalto, col cuore che batteva a mille.
No, non è possibile... Sono passati più di cinque anni dall'ultima volta...
Mi portai le mani sulla testa. Era da tanto che non facevo un incubo. 
Tentai di fare mente locale e di ricordare la trama del sogno. Si ambientava nel laboratorio sotterraneo del Dottor Gelo. Era passato a malapena un mese da quando ci aveva catturati e il processo per trasformarci in cyborg era già cominciato, ma doveva ancora essere portato a termine. “Prima di ultimare il mio progetto, dovete diventare sempre più potenti, fino a raggiungere il vostro limite, cosicché io possa moltiplicare il vostro livello combattivo e superare quel limite” erano le parole che quel pazzo continuava a dirci. Ci faceva fare esercizi disumani, anche per 24 ore consecutive senza darci tregua. E se noi ci azzardavamo a fermarci, ci puniva con delle scosse elettriche a carica potentissima. Avevamo tentato in ogni modo di ribellarci, di provare ad ucciderlo. Ma furono tutti sforzi inutili. Gelo era mille volte più forte di noi. Prima di trasformarci in cyborg, doveva avere la sicurezza che diventassimo potenti, ma non più di lui. Nel sogno, ricordai quando il Dottore, ad un punto cruciale del suo progetto, ci disse che non poteva attribuirci pari forza e pari intelligenza, ma che uno dei due avrebbe avuto lo 0,01% di forza in più dell'altro che, al contrario, avrebbe avuto la stessa percentuale in più di intelligenza. Ci disse che, l'unico modo per essere sicuro di dare la maggioranza di qualità ad entrambi, era quello di farci scontrare a vicenda. Quello che sarebbe stato sconfitto, avrebbe ricevuto maggiore intelligenza, mentre il vincitore, avrebbe avuto maggiore forza. Quando ce lo disse, io rimasi impietrita. Mio fratello invece, iniziò ad opporsi dicendo che non aveva intenzione di farmi del male ed insultò Gelo in una maniera impressionante. Il Dottore allora, lo tirò per i capelli fino al lettino, legandolo ben stretto. Avrei voluto intervenire, ma avevo promesso a mio fratello che non l'avrei più fatto, per evitare che quel pazzo mi facesse del male. Così, Gelo iniziò a torturarlo con l'elettricità. Quella volta, sentii mio fratello urlare molto più forte di quelle precedenti. Evidentemente, l'energia elettrica era molto alta.
«No! Non fargli del male, ti prego!» implorai mentre le lacrime iniziavano a rigarmi il viso.
Il Dottore non mi ascoltò minimamente, anzi, aumentò la potenza delle scariche al massimo. Le urla di mio fratello si fecero ancora più grandi e i miei occhi non cessarono di piangere. Quella volta, iniziai veramente a credere che Gelo lo avrebbe ucciso.
«Masaru!»
Il sogno finiva così, con la me del passato che urlava il nome del fratello in segno di disperazione. Mi alzai velocemente dal letto ed estrassi dal comodino l'album di fotografie che io e Crilin stavamo ancora completando. In realtà, avevamo occupato a malapena un quarto di quell'album. C'erano alcune foto del nostro matrimonio, dei primi giorni di vita di Marron, di alcune feste, di quelle volte che Crilin era andato a pescare con Goku e altre. Ce n'erano molte, ma l'album era talmente grosso che ci sarebbero voluti anni per completarlo. Alla fine dell'album, c'era una foto che non era stata inserita da nessuna parte, ma che mi dispiaceva buttare. Raffigurava me e C17 quando eravamo andati alla ricerca di Goku. Ne avevamo fatte un paio in una di quelle macchinette apposite, solo per divertirci un po'. Le avevamo tenute nelle tasche dei pantaloni fino a quando Cell ci aveva assorbiti. Quando mi ero svegliata, dopo che il mostro mi aveva sputata fuori, la mia era ancora intatta e avevo deciso di non buttarla. L'avevo lasciata dentro alla tasca anche quando avevo cambiato look, ma l'avevo inserita alla fine dell'album non appena io e Crilin l'avevamo comprato. La presi tra le mani e osservai prima me, poi mio fratello.
«Masaru...» ripetei, osservando gli occhi cerulei di C17, identici ai miei. «E' così che ti chiamavi?» 
In quegli anni C17 non si era più fatto vedere. Qualche volta mi era parso di sentire la sua aura non molto distante da me, ma non ne ero mai stata molto sicura. Misi nuovamente la foto al suo posto e scesi al piano inferiore. Marron era imbambolata davanti alla televisione a guardare i cartoni animati, mentre Muten era seduto dietro di lei nel divano, intento a leggere una delle sue riviste femminili. Entrai in cucina sbadigliando. Non appena mi vide, Crilin mi porse una tazza di caffè fumante. 
«Buongiorno C18.» disse con un grande sorriso. «Dormito bene questa notte?»
Voltai lo sguardo nella sua direzione e lo fulminai, facendolo sobbalzare.
«Lo prento come un no...» disse deglutendo. «Che è successo?»
Presi a soffiare un po' dentro alla tazza, dopodiché guardai di nuovo Crilin negli occhi.
«Ho fatto un incubo.» dissi secca.
Crilin mi prese la mano libera e la strinse nella sua.
«Ti va di parlarne?» chiese, con un sorriso.
Scossi la testa. Non sempre avevo raccontato i miei sogni a Crilin. Quando lo facevo, lui mi ascoltava volentieri, dandomi consigli e rassicurandomi. Quando invece non lo facevo, si limitava a sorridere. 
«Mamma! Papà! C'è Goten!»
Io e Crilin, prima di dirigerci verso la soglia -dove ad attenderci c'erano già nostra figlia e il maestro-, ci scambiammo un'occhiata confusa.
«Ciao Crilin! Ciao C18!» esclamò il figlio di Goku, con un grande sorriso.
«Goten!» disse in tutta risposta mio marito, scompigliandogli un po' i capelli. «Che cosa ci fai qui a quest'ora?»
«Beh, in realtà doveva venire Trunks, ma l'altro giorno, mentre mi allenavo con papà, ho accidentalmente tagliato a metà uno dei nostri alberi con un'onda energetica e la mamma, anziché mettermi in punizione, ha deciso di mandarmi a fare delle commissioni, anche quelle degli altri!» Il piccolo fece un sospiro. «Comunque, sono qui per dirvi che Bulma ci ha invitati tutti a pranzo da lei. Non c'è un motivo preciso, vuole semplicemente trascorrere un po' di tempo in nostra compagnia.»
Sul volto di Crilin si formò un grande sorriso, segno che era contento dell'invito.

 

Quella volta non mi dispiaceva andare alla Capsule Corporation. E poi, vedere Marron e Crilin felici assieme ai propri amici, in un certo senso, rendeva felice anche me. Non parlavo molto, certo, ma ultimamente partecipavo alle discussioni e alcune volte intervenivo dicendo cosa pensavo riguardo a determinati argomenti.
Il pranzo fu ricco di pietanze a dir poco squisite. Io non sarei mai stata in grado di cucinare bene come Bulma. Finito di mangiare, i bambini si misero a giocare in un angolo del cortile, mentre noi adulti -a parte Vegeta che si era diretto all'interno della casa- restammo seduti a tavola. Lo seguii dopo poco, usando la scusa che dovevo usare il bagno. Non avevo idea del motivo per cui lo stessi seguendo. Da un po' di tempo avrei voluto parlargli degli allenamenti, certo, ma avrei potuto farlo in qualsiasi momento. Il sayan si diresse in cucina, precisamente diretto verso il cesto coi frutti, dalla quale estrasse una mela. Si voltò di me con noncuranza, passandosi il frutto da una mano all'altra. 
«Da quando tua figlia è nata, non ci siamo più allenati.» disse ad un tratto, quasi come se mi avesse letto nel pensiero.
«Lo so.» risposi. «Ho pensato che non avresti più avuto bisogno di me. In fondo, dopo la lotta contro Majin Bu ti sei rafforzato parecchio.»
Sul suo viso si formò un sorriso beffardo. 
«Sai, c'è una cosa che non mi è chiara...» Fece una pausa. «Sette anni fa mi hai rotto un braccio senza provare pietà e durante i nostri allenamenti, ho pensato che si potesse ripetere la stessa storia. Invece, anche se non facevi sul serio, riuscivi a battermi comunque.»
«E cos'è che non ti è chiaro?»
Riprese a giocherellare con la mela, dedicandogli così tutte le sue attenzioni.
«Non capisco come mai non hai lottato contro Majin Bu. Magari non saresti riuscita a sconfiggerlo, ma di sicuro gli avresti procurato delle lesioni non indifferenti.»
Abbassai lo sguardo.
«Non c'era alcuna possibilità che io riuscissi a fargli qualcosa. Goku non c'è riuscito nemmeno trasformato in super sayan di terzo livello, ma ha dovuto usare la sfera Genkidama. Per cui, non gli avrei fatto neanche il solletico.»
«Non ne sarei così sicuro.» insistette, dando finalmente un morso alla mela. «A quanto mi risulta, al torneo ti sei battuta con Trunks e Goten e sembrava che foste alla pari. Loro erano in due, mentre tu una soltanto. Quindi, ritengo che se ti fossi allenata con loro nella stanza dello spirito e del tempo, tu e Gotenks sareste riusciti a spedirlo all'altro mondo senza l'intervento di Kaarot. Ma a quanto pare, tu eri troppo occupata a stare dietro alla tua figlioletta, invece di pensare a salvare il pianeta.»
Quella frase riuscì ad irritarmi. Se già ero di cattivo umore per l'incubo che avevo fatto, di certo Vegeta con le sue frecciatine non mi faceva sentire meglio.
Sbattei la mano sul tavolo di legno, mentre la tempia sinistra iniziò a pulsarmi.
«Senti, a me non interessa che tu sia il principe dei sayan. Sappi solo che hai un figlio e una moglie che ti amano nonostante il tuo carattere, perciò, il minimo che tu possa fare prima di combattere, sarà sempre assicurarti che loro stiano bene. Dovresti insegnare a tuo figlio che le arti marziali servono a lui per salvarsi la pelle e non perché tu vuoi che diventi il più forte della terra, facendogli fare degli sforzi che sono inadatti ad un bambino della sua età! Dovresti trattare bene tua moglie, che ti ha dato un tetto sotto cui vivere, anziché continuare a trattarla col tuo solito modo scorbutico e incivile!»
Le mie parole lasciarono di stucco sia me che Vegeta.
«Mia figlia era spaventata ed io le sono rimasta accanto per cercare di calmarla. Credo che qualsiasi madre avrebbe fatto in questo modo.» continuai.
Il sayan abbassò lo sguardo.
«Tu non sei nessuno per dirmi quello che devo e non devo fare. Hai capito?» disse, con un tono di voce molto più alto del mio.
«Vale anche per me.» risposi, incrociando le braccia.
Dopo pochi minuti, il sayan sembrò calmarsi. Io, al contrario, ero ancora parecchio arrabbiata.
«Comunque.» dissi ad un tratto, cercando di mantenere un tono di voce calmo. «Ero venuta per dirti che, se vuoi, sono ancora disponibile ad allenarmi.» 
Il sorriso di qualche minuto prima tornò a contornare il suo viso.
«Ma non avevi detto che noi sayan siamo diventati molto più forti di te?»
Sorrisi a mia volta.
«Non mi arrendo facilmente. Nemmeno contro i sayan.»

 

Quando finalmente mio fratello aprì gli occhi, sentii crescere dentro di me una gioia indescrivibile.
«Masaru!» esclamai, limitandomi ad accarezzargli la guancia.
Sapevo che, se l'avessi abbracciato, gli avrei fatto male, visto che aveva lesioni per tutto il corpo.
Si mise seduto e si guardò intorno. Ormai era tardi e Gelo ci aveva rinchiusi nella nostra cella.
«Stai bene?» mi chiese, guardandomi negli occhi.
«Dovrei essere io a chiedertelo!» puntualizzai, sorridendo.
Mio fratello ricambiò il sorriso.
«Sto bene, tranquilla. Il peggio ormai è passato.»
Passai l'indice attorno ad una ferita che aveva sulla fronte. 
«Il Dottore ha detto che per qualche giorno ci lascerà riposare e che ci farà lottare non appena le tue ferite si allevieranno.»
Sbuffò.
«Io non voglio lottare con te...»
«Nemmeno io lo voglio, ma preferisco farmi un paio di lividi piuttosto che vederti ridotto così.»
In quell'istante, il Dottor Gelo aprì la cella e si diresse verso di noi.
«Credo sia il momento che voi due vi dividiate.» disse semplicemente, tirandomi via per un braccio.
Masaru mi bloccò, stringendo la mia mano nella sua. Gelo se ne accorse e con un lieve strattone, riuscì a dividerci.
«Masaru! Ti prego, no! Masaru!» iniziai ad urlare, trattenendo a stento le lacrime.
«Taci, ragazzina! Tu e il tuo fratellino vi rivedrete il giorno del vostro scontro. Ora però dovete riposare da soli.» continuò il Dottore, chiudendo a chiave la cella di mio fratello.
Ogni passo in più che faceva, era una pugnalata al petto che mi faceva star male.
«Non puoi portarmela via, brutto verme schifoso!» iniziò a gridare Masaru, anche lui sul punto di piangere. «Riportami mia sorella! Riportamela Gelo!» 

 

Mi svegliai col fiatone e il corpo che mi tremava. Mi voltai verso mio marito e lui mi accolse immediatamente tra le sue braccia.
«E' già il secondo incubo che fai nell'arco di una settimana.» puntualizzò, baciandomi poi la chioma dorata. «Si tratta di nuovo di Cell?»
«No.» dissi secca, asciugandomi le lacrime. «Scusa, ma non ne voglio parlare.»
«Hai urlato il nome Masaru.» disse, ignorando completamente la mia ultima osservazione. «Chi è?»
«Crilin, ho detto che non voglio parlarne!»
Sciolsi l'abbraccio e mi alzai in piedi, dirigendomi verso la finestra. Crilin sospirò e mi venne vicino.
«Sono stufo di vederti star male. Ogni volta che piangi e non mi dici che ti prende mi sembra quasi di non essere abbastanza.»
«Non devi neanche dirlo...»
«Tranquilla, tanto non ho mai fatto niente di buono nella mia vita, una delusione in più o una in meno, cosa cambia?»
Alzai un sopracciglio.
«Non hai mai fatto niente di buono nella tua vita? Davvero Crilin? Dopo tutti questi anni hai il coraggio di dire una frase simile?»
Il terrestre abbassò lo sguardo.
«E' normale che tu non voglia parlarmi dei tuoi incubi. In fondo, chi sono io per obbligarti a raccontarmeli?» Emise un altro sospiro. «Sono un pessimo marito...»
In men che non si dica, gli arrivò uno schiaffo dritto sulla guancia. 
«Quand'è che la smetterai di dire queste cazzate?» chiesi con gli occhi lucidi. «I miei sogni riguardano le torture che ci faceva passare Gelo prima che diventassimo cyborg. E Masaru... Era il vero nome di mio fratello.»
«E perché non me l'hai detto subito?» chiese confuso.
«Sai, Crilin... Non sono ricordi piacevoli.»
«Hai ragione... Perdonami, non avrei dovuto insistere...»
Gli presi il volto tra le mani e lo guardai con espressione terribilmente seria.
«Perché hai detto di essere un cattivo marito?» 
Il terrestre abbassò lo sguardo.
«Ecco, a volte mi pare di non essere esattamente il marito modello che le donne desiderano. Sono debole, basso, imbranato e neppure così attraente. E poi, tu mi sei piaciuta fin da subito, ma mai e poi mai avrei pensato che tu potessi ricambiare i miei stessi sentimenti. Insomma, a volte mi sembra quasi che si tratti di un sogno e credo di non meritare una famiglia così bella.»
Feci un mezzo sorriso.
«Per cominciare, a me non mi interessa delle qualità che cercano le donne. Poi, sai benissimo che se non ti amassi non mi sarei mai messo con te. Posso scherzare su questa faccenda, ma tu mi conosci meglio di chiunque altro e sai che non ti avrei mai mentito.»
«Lo so.» disse sorridendo. «E' per questo che ti amo.»
Gli presi il volto tra le mani e gli diedi un bacio, dimenticando completamente l'agitazione provocata dall'incubo di poco prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

So che è un po' tardi, ma ho trovato solo ora il tempo di ultimare e di pubblicare il capitolo.
Allora, la nostra C18 è di nuovo tormentata dai soliti incubi e Crilin, ovviamente, fa di tutto per consolarla.
Non ho molto da dire riguardo a questo capitolo, spero solo che, come al solito, sia di vostro gradimento.
Mi auguro che la discussione con Vegeta non vi sia sembrata banale.
Aspetto, come sempre, le vostre impressioni! :) 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Jade Tisdale