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Autore: itkindaofhappened    01/05/2014    1 recensioni
Lei aveva sempre avuto un debole per quelli come lui, stronzi e arroganti, pensava che il suo amore l'avrebbe cambiato.
Ci aveva provato in tutti i modi, gli aveva fatto capire l'importanza dell' amicizia, gli aveva insegnato ad amare.
Lui aveva sempre avuto un debole per quelle come lei, libere e fragili, pensava che amandola avrebbe potuto redimersi.
Ci aveva provato in tutti i modi, l'aveva seguita, aveva trovato in lei un'amica, un'amante.
Poi, l'aveva fatta a pezzi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Agrodolce.
Quando l'amore fa male.


Alla fine, più o meno, il viaggio era proseguito piuttosto tranquillamente.
Certo, c'erano state qualche frecciatine da parte dei due "amiconi" che sedevano proprio accanto a Lara ma lei era riuscita prontamente a calmare i due.
Aveva passato l'ultima ora che mancava a chiacchierare principalmente con Giulio, dato che anche lei era in pessimi rapporti con Andrea.
Ad un certo punto era stata sicura di averlo sentito sussurrare "tradimento" ma non se ne era preoccupata continuando a conversare con l'altro.
Era riuscita a conoscerlo un po' meglio.
Era un ragazzo strafottente, ma anche molto brillante e simpatico, quando voleva ; tuttavia le dava l'impressione di essere molto freddo, non capiva se fosse per il fatto che quasi non si conoscessero o se fosse così di natura, non ne fece un dramma, pensando che in questa settimana l'avrebbe sicuramente conosciuto meglio.
In qualche modo era profondamente attratta da quel ragazzo, specialmente dalla voce: era bassa e calda. Facendo un confronto con quella di Andrea, però, si accorse di preferire quella del biondo e di questo rimase piuttosto stupita.
Non per il fatto che ne preferisse la voce, ma perchè quel confronto era nato senza alcun senso.
-"Ragazzi, siamo quasi arrivati. Iniziate a raccogliere le schifezze che avete lasciato sui sedili, o vi beccherete serie interminabili di 800 metri, avete capito?"
Manuel aveva due anni in meno di Sergio, eppure sembrava averne molti di più: aveva un aspetto trasandato e lunghi capelli grigi che portava legati in un codino.
Lara aveva sentito dire che aveva perso la moglie qualche anno prima, forse era questo il motivo di questa sua trascuratezza.
Tuttavia non era diventato un uomo freddo, anzi aveva messo tutto il suo amore in quella squadra, nei suoi atleti; era diventato l'idolo dei suoi ragazzi.
-"Eccoci!" esclamò mentre parcheggiava il pulmino blu notte.
Lara guardò fuori dal finestrino e vide un enorme albergo di color pesca dalle grandi finestre e con numerose terrazze, adornate da numerosi fiori colorati; ciò che da subito la colpì fu il piccolo giardino che si intravedeva dal parcheggio e si ripromise che l'avrebbe visitato il prima possibile.
Scese in fretta dal mezzo e si guardò intorno, notando che era tutto immerso nel verde: un ottimo posto in cui rilassarsi.
-"Tutti qua, forza! Abbiamo delle piccole regole di convivenza da fissare." la voce chiara e forte di Sergio sovrastò le voci degli atleti che avevano iniziato a chiacchierare.
Come gli era stato detto, si avvicinarono tutti ai due allenatori e questi iniziarono a distribuire foglietti con elencate dieci regole principali.
"Dovevano già essersi messi d'accordo, questa trasferta comune non è un caso" pensò Lara, lanciando occhiate preoccupate al foglietto azzurro cielo.
-"Ora potete andare, le camere vi saranno comunicate in reception." 
Le cinque amiche si diressero verso il portabagagli per prendere le loro valigie, successivamente entrarono nell'hotel e, dopo aver ricevuto le chiavi della stanza che, ovviamente, avrebbero condiviso, iniziarono a salire le scale, arrivando alla loro stanza.
Era una stanza molto semplice dalle pareti rosa pastello, abbastanza grande da contenere cinque letti: un matrimoniale, uno singolo e uno a castello.
Vi era una grande scrivania addossata alla parete di un azzurro chiaro e, accanto ai letti, comodini del medesimo colore.
Un enorme tv a schermo piatto era posta esattamente davanti ai letti, per offrire a tutti gli ospiti un'agevole visione
Emily e Lara si fiondarono sul matrimoniale, Sofia si mise nel singolo, Chiara e Angelica in quello a castello.
-"Certo che è proprio una cazzata questa storia delle regole, pensano davvero che le rispetteremo? Scommetto che fra meno di un giorno Lara e Andrea litigheranno pesantemente, quello che è successo con Stefano non è piaciuto per niente al mio amore." Chiara aveva detto la verità, quel foglio non sarebbe servito a nulla, non con Giulio, Andrea e Lara che non aspettavano altro per urlarsi l'uno contro l'altro.
-"Io mi preoccupo di più per quello che succederà con l'altra squadra, non sarà una settimana tranquilla questa." Emily era la pacifista, probabilmente sarebbe corsa da una parte all'altra per cercare di calmare tutte le discussioni che sarebbero venute a crearsi.
-"Emy, ovviamente non lo sarà. Hai visto come se le sono date quei due idioti?" Anche Angelica era preoccupata, glielo si leggeva dagli occhi.
-"Ma io non capisco, perchè vi preoccupate tanto? Io non vedo l'ora di litigare con Esposito." Lara, a differenza delle altre, aveva un sorriso soddisfatto in viso, già si pregustava le urla che avrebbe lanciato contro il ragazzo. 
"E' il miglior modo per sfogarsi." diceva sempre.
Intanto, in un'altra stanza, anche i cinque ragazzi si stavano lamentando.
-"Ragazzi, non me ne frega una minchia di quelle stupide regole, ho due conti in sospeso da chiudere: uno con Bordan e l'altro con la Rizzo." Chi poteva essere se non Esposito?
Era sdraiato sul letto matrimoniale, che era riuscito a conquistare con un balzo felino, ed ora, parecchio innervosito, lanciava improperi a destra e manca.
-"Andrè, lascia perdere la Rizzo, tanto non te la dà." Pietro, seduto sul singolo, lo guardava dall'alto, con un sorriso sornione sulle labbra. 
-"Davvero, non riesci a lasciarla perdere? Sfogati con Chiara e non stressare Lara." Era stato Simone a parlare, sebbene fosse amico di entrambi, non era mai riuscito a capire le ragioni del loro conflitto, in realtà sembrava non ce ne fossero. Si divertivano e basta.
-"Allora, mettiamo le cose in chiaro: uno, la Rizzo è l'ultima ragazza che potrei mai volere; due, non intendo farla vincere. Anche se volessi, comunque, lei di certo non mi lascerebbe stare." Tutti sbuffarono, pensando che tra i due ci fosse più di quello che volevano raccontare.
-"Iniziate a scendere, fra poco più di dieci minuti si cena." Manuel e Andrea avevano iniziato a fare il giro delle camere, avvisando gli atleti.
Le ragazze fecero come gli era stato detto, aprirono la porta e fecero per uscire. 
Proprio in quello stesso momento, dalla porta accanto, uscirono anche i cinque ragazzi.
-"Oddio, questa è proprio sfiga!" esclamò Lara vedendo Andrea e Pietro.
-"Non pensare che io sia contento, Rizzo." Anche Esposito non sembrava molto entusiasta.
-"Lara, pensa che almeno avrai me." Anche Simone era uscito dalla stanza e le si era avvicinato, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia, poi l'aveva agguantata per un fianco e l'aveva condotta verso la sala da pranzo.
Arrivati, notarono che l'altra squadra ancora non era scesa.
Presero posto a un lato dell'enorme tavolo e, quasi a farlo di proposito, Esposito si mise di fronte a Lara, sedendosi con un ghigno.
Arrivarono anche gli altri atleti e gli allenatori, sedendosi nei posti che rimanevano.
-"Spero che abbiate letto le regole,- iniziò Sergio- comunque volevo dirvi che stasera andremo a fare un giro per il centro di Roma, almeno potrete rilassarvi un po'."
Aveva appena finito di parlare, quando iniziarono ad arrivare gli antipasti.
Lara prese una fetta di prosciutto quando Andrea, con il suo solito tono arrogante le disse:-"Non ti conviene, sai? La pancetta inizia a farsi vedere."
La ragazza gli rivolse un'occhiata di puro odio, poi gli tirò un calcio da sotto al tavolo.
Esposito sobbalzò leggermente, stupito da quella reazione ma soprattutto dal fatto che non gli avesse risposto insultandolo.
Non ebbero altri confronti nel corso della cena.
-"Fra venti minuti vi voglio pronti nella hall, okay?" Avevano appena finito di mangiare e tutti avevano iniziato ad alzarsi per tornare alle camere
Chiara era saltata in piedi dicendo che non le sarebbero bastati per prepararsi, quindi si era messa a correre per arrivare il prima possibile e prendere possesso del bagno il bagno.
-"Che oca, quella ragazza." disse una dell'altra squadra, Erica.
Un po' lo era, a dire il vero.
Sempre a pensare a vestiti, capelli, trucco e manicure; nonostante ciò era loro amica, non l'avrebbero scambiata per nessun'altro.
Sofia fece per dire qualcosa ma Lara la fermò, scuotendo la testa.
-"Sofi, non ne vale la pena." disse, eppure sembrava stesse tramando qualcosa.
Una volta pronte, -Chiara era riuscita anche a mettersi lo smalto- uscirono in giardino e raggiunsero il pulmino.
Qui trovarono gli altri che le aspettavano, leggermente irritati.
-"Sono dieci minuti che vi aspettiamo!" Pietro le aveva aggredite subito, odiava ogni genere di ritardatario. 
Scese il silenzio, Lara sembrava parecchio innervosita in quel momento e tutti si aspettavano una litigata con i fiocchi.
-"Allora partiamo, così non dovrai aspettare ulteriormente." La voce calma e pacata di Emily ruppe il silenzio che si era creato dopo il commento del ragazzo. La guardarono stupiti, ma ancora più stupiti guardarono la rossa che saliva silenziosamente sul mezzo, sedendosi negli ultimi posti e girando la testa verso il finestrino.
-"Alzati." le disse Esposito, guardandola dall'alto al basso.
La ragazza girò lentamente la testa.
-"Se vuoi, siediti qua. Altrimenti sloggia." Il tono freddo con cui l'aveva detto stupì Andrea, era abituato a sentirsi insultare da lei con furore e rabbia. Questo suo nuovo atteggiamento lo stupì, doveva esserle successo qualcosa mentre era in camera.
-"Dopo dobbiamo parlare." Le aveva sussurrato queste tre parole vicino all'orecchio, in modo che solo lei le sentisse.
-"Non ce n'è bisogno, risolvo i miei problemi da sola. Se proprio non ce la faccio, chiedo aiuto agli amici." Gli rispose.
Non si rivolsero più nemmeno uno sguardo per il resto del viaggio.
Un osservatore più attento, tuttavia, avrebbe notato lo sguardo preoccupato sul volto di Andrea e la sua mano appoggiata sul ginocchio della ragazza, come per infonderle coraggio. 


Angolo autrice.
Mi scuso per l'enorme ritardo ma tra scuola, nuoto e amici non sono riuscita a scrivere nulla.
So che è abbastanza corto come capitolo ma arriverà un nuovo aggiornamento presto dato che ho quasi finito di scrivere.
Byee, fobic.

  
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