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Autore: Nephilim13    01/05/2014    4 recensioni
Sofia è scappata per proteggere coloro che più ama, i suoi amici, da se stessa.
Nida le ha rivelato un terribile segreto sul suo conto, e la ragazza lascia la sua casa e i suoi amici per difenderli dal Male più assoluto. Per difenderli da se stessa e la sua maledizione.
Per difenderli da ciò che ha scelto di essere per proteggere lui, per proteggere l'amore della sua vita.
L'amore genera sacrificio.
Il sacrificio, dolore.
Il dolore, vendetta.
"Sofia si avvicinò alla flebo che una volta era attaccata al suo polso, staccò l'ago e tornò dalla sua preda. Si inginocchiò accanto a lui e fece scorrere con forza l'ago sul suo collo, facendo sgorgare sangue a fiotti. Con un sorriso di vittoria, la sua bocca raggiunse il punto dove il sangue zampillava."
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Georg Schlafen, Nidafjoll, Sofia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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How long will you play this game?
Will you fight or will you walk away?
How long will you let it burn?

Red - Let it burn.

 
Quella notte la luna splendeva rossa nel cielo di Roma, attorniata da tanti piccoli puntini bianchi. 
Atterrarono nelle vicinanze dell'ospedale, dopo essersi assicurati che nei paraggi non ci fosse  nessuno. Lidja richiuse le ali e Fabio la imitò, avviandosi verso l'ospedale con Sofia in braccio, incurante degli altri. Chloe bloccò Lidja prima che lo seguisse. -Lidja, è inutile che attiriamo ancora di più l'attenzione presentandoci tutti insieme appassionatamente. - disse. -Noi tre andiamo alla villa.
Lidja annuì, poi, inaspettatamente, gettò le braccia al collo di Chloe. 
-Grazie. - le sussurrò all'orecchio.
I due ragazzi sembravano contrariati; Stavano per protestare, ma Chloe li gelò con una sola occhiata, facendoli ammutolire. Poi Lidja seguì di corsa Fabio all'interno della struttura.
Ewan e Karl le chiesero subito spiegazioni non appena spiccarono nuovamente il volo.
-Try to understand... Sono gli amici più stretti di Sofia, immagino vogliano essere lasciati un pò in pace.  
Karl chinò il capo, facendo cadere lo sguardo su una mozzafiato Roma notturna che si stendeva sotto di loro.
Ewan, invece, scosse la testa. -Te lo avrebbero detto loro, Chloe...
-Ci sono cose che devono essere capite da sole. Andremo a trovarla domattina.
-Sempre se a domani ci arriva. - bisbigliò Karl, a voce talmente bassa che nessuno dei fratelli MacAlister udì il suo bisbiglio.

Il professore rispose al secondo squillo.
-Lidja? Allora? L'avete trovata? Come sta? Dove...
-Prof, calmati! Si, l'abbiamo trovata. Al momento siamo in ospedale...
Schlafen non le permise nemmeno di concludere la frase.
-D'accordo, arrivo. Siete solo tu e Fabio, vero?
Lidja riusciva quasi a vedere il professore raccogliere in fretta e furia le chiavi dal mobiletto all'ingresso, raggiungere la macchina correndo ed accendere il motore, per poi partire a tavoletta. 
Beh, per quanto quel catorcio della sua auto glielo avrebbe permesso.
-Si. - rispose. -Siamo solo noi due. Gli altri stanno andando al lago.
-Immaginavo. Ho già avvisato Gillian, li aspetterà lei.
Lidja abbozzò un sorriso; in altre circostanze, lo avrebbe preso in giro dicendogli che era suo destino fare il chiaroveggente. -Ci vediamo tra poco. - gli disse invece.
-Sto arrivando. 
Tu, tu, tu...
Chiuse la chiamata e rimise il cellulare nella tasca dei jeans.


Lidja si avviò con passo lento lungo il largo corridoio, cellulare alla mano.
-Chiamo il prof. - aveva detto.
Fu di ritorno qualche minuto dopo con due caffè. Ne porse uno a Fabio, il quale lo buttò giù tutto d'un sorso, bollente e amaro com'era. Lidja storse la bocca, ma non disse niente. 
Era notte fonda, il pronto soccorso era deserto. Gli unici rumori che arrivavano alle orecchie dei ragazzi erano quelli provenienti dalle auto che passavano davanti all'ospedale. Lidja versò la bustina di zucchero nel suo bicchiere, quindi ne bevve una piccola sorsata e tornò a prendere posto accanto a Fabio. Poggiò la mano libera sulla sua spalla. -Andrà tutto bene, Fabio. Sof starà benone. 
Il ragazzo si prese la testa tra le mani, premendo con i gomiti sulle ginocchia. 
-Ma come cazzo abbiamo potuto essere così maledettamente stupidi, Lidja? Come?
Lidja si morse un labbro, ritraendo la mano e poggiandosela in grembo. Non sapeva cosa rispondere. Bevve un altro sorso di caffè.
Rimasero in silenzio per un pò, poi Lidja lo interruppe.
-Credo che a breve sarà qui la polizia. 
Fabio non si mosse di un millimetro. 
-Cosa raccontiamo? - continuò Lidja a bassa voce. In quel momento, per loro l'argomento era importante tanto quanto lo erano i due bicchierini di plastica gettati nel cestino dell'immondizia, ma non avevano bisogno di crearsi ulteriori problemi con la polizia. Ne avevano già abbastanza di loro.
-Ci penserò quando mi troverò i poliziotti davanti. - rispose alzando la testa; aveva gli occhi lucidi e la mascella contratta. -Ora non mi interessa granchè.
Fabio si mise in piedi e cominciò a girare in tondo, come un cane che vuole mordersi la coda. 
-Dio, Fabio, siediti! Mi stai facendo venire mal di testa! - gli intimò Lidja dopo un pò. Fabio si fermò, si poggiò vicino al muro di fronte a Lidja ed incrociò le braccia al petto.
Era diventato un agnellino docile.
Lo diventava sempre quando c'era di mezzo Sofia. 
Lidja trovava incredibile come il dolore fosse capace di avvicinare due persone. Lei e Fabio litigavano ogni volta che ce n'era l'occasione, ma quando si trattava di Sofia... le cose cambiavano. Ad esempio, quando avevano trovato il biglietto di Sofia nella sua stanza, Schlafen aveva detto, proprio come la prima volta, che la scelta era sua, loro si erano trovati d'accordo l'uno con l'altra. 
-Se ha deciso di andarsene – aveva detto Schafen più triste che mai -avrà avuto i suoi buoni motivi.
-Ma non puoi lasciarla andare così! - avevano ribattuto Lidja e Fabio. -Devi cercarla, farle cambiare idea..
Ma Schlafen era stato categorico. -Basta. La questione è chiusa. Se cambierà idea, la mia porta è spalancata, l'accoglierei a braccia aperte, sarei felicissimo... 
La voce del professore che la chiamava la riscosse dai suoi ricordi.
-Lidja! 
Lei le andò incontro e lo abbracciò di slancio, stringendolo forte. 
-Si sa qualcosa? - chiese lui sciogliendo l'abbraccio.
Lidja stava per rispondere, quando la porta della stanza dove si trovava Sofia si aprì, e ne uscì una donna in camice bionda e formosa.
-Siete parenti della ragazza? - chiese in tono autoritario. 
-Io. - fece Schlafen avvicinandosi a lei. -Io sono suo padre, e loro sono suoi amici.
La donna annuì, presentandosi come dottoressa Del Plato. Fabio sembrava impaziente.
-Le condizioni di sua figlia sono stabili. - annunciò. -Ha perso molto sangue a causa di un'emorragia esterna, così le abbiamo fatto qualche trasfusione e medicato tutte le ferite. Ha subito un trauma cranico, probabilmente dovuta a qualche botta, ma questo non è molto pesante. La terremo sotto osservazione per un pò.
-E' sveglia? 
-Per ora no, signore, ma il fatto che abbia perso tutto quel sangue è uno dei motivi per cui adesso non è cosciente. Non c'è da preoccuparsi per adesso. 
-Possiamo vederla? - chiese Fabio con voce roca.
-Certo. Se si sveglia, non esitate a chiamarmi. Io sarò qui a fianco. - indicò una porta accanto a quella di Sofia ed entrò dopo aver salutato.

La luce ferì gli occhi di Sofia non appena li aprì. 
Avrebbe voluto proteggerli con una mano, ma si sentiva talmente stanca che persino sollevarla era faticoso, così ci rinunciò e chiuse gli occhi.
Sentiva una flebo collegata nell'incavo del braccio, sentiva la cannula dell'ossigeno nel naso. 
-Scusa tanto, non era mia intenzione ridurti in questo stato. 
Sofia aprì le palpebre giusto quel tanto che bastava per vedere la figura di Nida stagliarsi in piedi davanti al suo letto d'ospedale. 
-Devo ammettere di avere un tantino esagerato.
-Vaffanculo, Nida. - ribattè Sofia con voce flebile. Provò ad aprire completamente gli occhi, sperando che questi si fossero abituati alla luce. Quando constatò che la lampadina al neon sopra la sua testa non le dava più fastidio, potè distinguere nitidamente la figura di Nida.
Indossava i suoi soliti anfibi, accompagnati da una maglietta rossa di cotone senza scritte, che le metteva in risalto il suo caschetto biondo. Teneva le braccia incrociate sotto il seno, un sorriso canzonatorio stampato in faccia. Se ne avesse avuto le forze, Sofia gliel'avrebbe cancellato dalle labbra a suon di schiaffi. 
-Che ci fai qui? 
-Piccola visitina di passaggio. - rispose Nida, stendendo la mano davanti a sè per ammirare le lunghe unghie laccate di rosso. Voltò la testa verso la porta e rimase per un instante in ascolto. Poi tornò a guardare in faccia Sofia e disse: -Devo scappare. I tuoi amici stanno arrivando. E tieni d'occhio il cellulare.
Le fece l'occhiolino, poi schioccò le dita e al suo posto non rimase altro che una nube di fumo nero, che si dissolse dopo qualche secondo. 
Quando sentì il rumore della porta che veniva aperta, a Sofia salì il cuore in gola. 
Non era pronta ad affrontarli, non ancora. Nel brevissimo lasso di tempo che impiegarono il professore, Lidja e Fabio -li aveva riconosciuti- ad entrare, Sofia chiuse gli occhi e posizionò velocemente la testa di lato e la mano senza flebo in grembo. Cercò di restare più immobile possibile mentre sentiva dei passi avvicinarsi a lei, accompagnati da sussurri sommessi. Sentì il rumore di una sedia che veniva spostata, e successivamente qualcuno stringerle la mano. 
Riconobbe la stretta forte e salda del professore; le venne quasi da piangere mentre questo cominciava a parlarle e ad accarezzarle i capelli.
-Ciao. - cominciò con voce tremante. Sofia udì altri passi e la porta della stanza chiudersi. Probabilmente Lidja e Fabio avevano voluto lasciarli soli.
-Sofia... Io, mi dispiace davvero. Scusa se ho creduto davvero che tu saresti potuta andartene così. Non mi perdonerò mai per essere stato così stupido. Per colpa mia... hai quasi rischiato la vita. 
Sofia, in seguito, non avrebbe mai saputo cosa il professore le avrebbe detto, perchè in quel momento un dolore peggiore di una coltellata la prese allo stomaco.
Gridò con quanto fiato aveva in corpo.
 

Wee bella gente :D
Buona festa dei lavoratori innanzitutto!
Mi spiace tantississimissimo di averci messo così tanto ad aggiornare, solo ho l'esame di terza media quest'anno, quindi cercate di comprendermi :C
Il capitolo è venuto abbastanza lungo. Spero ne sarete soddisfatti\e e aspetto con ansia i vostri pareri!
Grazie ai lettori silenziosi, ai recensori e a quelli che hanno inserito la mia storia nella preferite\ricordate\seguite.
Vi lovvo tutti *sparge cuoricini*
Al prossimo aggiornamento!
N13
   
 
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