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Autore: JanineRyan    01/05/2014    1 recensioni
La storia è ambientata alcuni mesi dopo la grande vittoria di Harry & co., ma con alcuni cambiamenti... Voldemort non è morto, anzi si è riorganizzato per un nuovo e grandioso attacco! Altri personaggi, importanti nella mia storia, non sono morti: Piton, Silente, Bellatrix e...
Storia completamente concentrata sul mio personaggio preferito: Lucius Malfoy!!! Il quale dovrà confrontarsi con una ragazza di origini babbane che metterà in crisi le sue convinzioni di purosangue!
***
Ho modificato l'intro per la piega differente presa dalla storia!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IN GUERRA E IN AMORE NIENTE REGOLE'
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Per gli studenti di Hogwarts fu una levataccia la mattina per il primo giorno di lezione, dopo le vacanze. Hermione, terrorizzata di essere rimasta indietro con i vari corsi che seguiva, si era svegliata alle cinque di mattina per ripassare. Chloe non ci aveva ancora fatto l’abitudine agli orari assurdi della riccia. Ma, quella notte, non aveva chiuso occhio. Continuava a pensare a Lucius. Si domandava se era stato uno sbaglio lasciarlo… dopotutto, se davvero si amavano, avrebbero dovuto lottare per il loro rapporto e non gettare la spugna davanti al primo ostacolo. Invece, per quanto riguardava l’avversità di Draco dopo aver saputo del suo rapporto col padre, avrebbe saputo farsi perdonare. Chloe era giunta alla conclusione che fosse stato lo choc iniziale a farlo reagire così malamente, ma avrebbe rimediato alla situazione… si alzò a sedere sul letto: “Beh, sempre se l’occhio nero svanisca presto…” pensò.
Indossò una pesante vestaglia di pile grigia a pois bianchi, sopra la canotta nera ed i pantaloncini lilla che usava come pigiama. Hermione non c’era; sospirò ed uscì dalla camera.
«Hermione… posa quel libro, è l’alba! E poi vorrei parlarti…» disse Chloe, mentre scendeva le scale raggiungendo la sala comune dei Grifondoro.
La bruna indossava un pigiama blu con disegnati innumerevoli pinguini in posizioni buffe, con berretti rossi. Chloe raggiunse l’amica e si accomodò sul divanetto accanto a lei.
Posando il grande libro di Rune Antiche, Hermione guardò l’amica prendere posto.
«Parlami… sono tutt’orecchie.» le disse con dolcezza la ragazza, donandole un sorriso.
«Non ti ho detto la verità ieri sera… o meglio… non ti ho detto tutta la verità…» iniziò Chloe, con lo sguardo chino, mentre si stropicciava le dita delle mani, nervosa.
Un forte boato fece tremare i vetri della Sala Comune. Terrorizzate, Chloe ed Hermione si guardarono, scattando in piedi. Il libro cadde con un tonfo sul pavimento.
«Ma cosa…?» chiese Hermione guardandosi intorno senza capire cosa stava accadendo.
Non terminò la frase che un secondo boato, più forte, fece scuotere non solo i vetri, ma anche i muri del castello. Un quadro si staccò dalla parete e, cadendo per terra, la cornice si spezzò. Alcuni studenti scesero dai dormitori, ammassandosi nella Sala Comune. Tutti in pigiama e tutti ancora mezzi addormentati.
La professoressa McGranitt entrò nella Sala della sua casa, ansimante, la bacchetta in mano e lo sguardo serio.
«Ragazzi non muovetevi. Restate al sicuro qui.»
«Al sicuro? Da cosa?» chiesero all’unisono diversi studenti, tra loro anche Harry.
La strega cambiò espressione. Si fece, se possibile, ancora più seria e, posando la tonalità della voce, rispose.
«Siamo stati attaccati…»
«Attaccati?» chiesero gli studenti, sovrastando la sua voce.
«Per favore!» richiamò tutti all’ordine, gesticolando con le braccia per far abbassare la voce. «Per favore… lasciatemi parlare… ragazzi!»
Scese il silenzio.
«Bene.» continuò, riprendendo il controllo. «Non c’è tempo da perdere… stiamo cercando di tenere i Mangiamorte fuori da Hogwarts… ma hanno trovato un sostegno dall’interno…»
Un brusio si alzò tra i Grifondoro; per lo più cattiverie sulla casa dei Serpeverde.
«Silente ordina agli studenti minorenni di restare al sicuro nella propria Sala Comune. Non siamo pronti ad un attacco. Ci hanno tagliato le vie di fuga. Siamo prigionieri nel castello…»
«E i maggiorenni?» chiese Harry agguerrito, molti annuirono.
«Possono decidere di combattere.» concluse la professoressa. «I membri dell’Ordine sono stati avvisati… dobbiamo resistere almeno fino al loro arrivo….»
Non sembrava nemmeno lei convinta delle sue parole e, per nascondere le sue ansie, uscì dalla Sala Comune.
All’inizio nessuno dei Grifondoro si mosse, probabilmente ancora preda dello choc iniziale.
Chloe si guardò attorno: gli studenti più piccoli piangevano terrorizzati, mentre i più grandi reagirono. Con le bacchette in mano, si precipitarono verso il ritratto della signora Grassa per gettarsi nei corridoi. Nervosi, spaventati ma con il gran desiderio di proteggere la loro scuola.
Vani furono i richiami dei due prefetti e del caposcuola Grifondoro verso gli studenti minorenni che si riversarono nel corridoio, andando contro le istruzioni della McGranitt.
«Chloe tu non vieni?» chiese Hermione voltandosi ed incrociando lo sguardo di ghiaccio dell’amica.
Era rimasta paralizzata: non era pronta… non ancora… non dopo quello che aveva visto e fatto… non dopo Karkaroff…
Hermione la raggiunse e, afferrandola per le spalle, la scosse.
«Vieni o no?»
«Io…» Era spaventata. Non sapeva cosa fare. «…io non so.»
«Chloe i Mangiamorte uccidono a vista. Sono qui per una ragione: catturare Harry... catturare Silente… purificare il mondo magico.»
Uccidono a vista… dopo quelle parole non aveva ascoltato altro…
Se Tom si era mostrato raggiungendo il castello, avrà avuto una ragione valida. Probabilmente i tempi erano maturi…
«Ok… vengo.» concluse la ragazza, annuendo. Prese la bacchetta dalla tasca della vestaglia e seguendo i Grifondoro fuori dalla Sala Comune.
La scena che si presentò ai suoi occhi la sconvolse. Diversi studenti stavano correndo lungo la scalinata principale per raggiungere il cortile, i Mangiamorte si stavano materializzavano per i corridoi o sulle scalinate… erano vestiti di nero e mascherati. Guardandoli,  fecero venire la pelle d’oca alla bionda…
«Non potrebbero materializzarsi qui!» urlò Chloe.
Correndo, seguiva gli amici lungo il corridoio del secondo piano per raggiungere le scale secondarie e raggiungere il giardino.
«Non so perché riescano…» rispose Hermione.
Era preoccupata: questo indicava che le difese del castello stavano crollando…
Si fermarono dietro un angolo. Ron trattenne Hermione che stava proseguendo, afferrandola per un braccio. Lei lo guardò, irritata, ma lui, posando l’indice davanti alle labbra, le fece segno di tacere.
Un boato fece tremare ancora le mura.
Chloe sentiva nel suo petto il cuore battere all’impazzata. Come mai si erano fermati? Guardò i compagni senza capire cosa stesse accadendo. Non fece a tempo di chiedere spiegazione che un lampo verde attraversò il corridoio, davanti a loro… colpendo il muro di roccia, il lampo causò una luce talmente abbagliante che fece strizzare gli occhi ai ragazzi.
«Mio dio…» sussurrò Hermione.
Chloe aprì gli occhi; il lampo aveva colpito uno studente che indossava la divisa dei Tassorosso, facendolo sbattere contro il muro. Il ragazzo era per terra, con il volto sporco di sangue, non respirava… gli occhi virei, il volto pallido, sconvolto da uno sguardo pieno di terrore… non si muoveva… era morto. A pochi centimetri da loro.
Una risata folle infranse il silenzio, era accompagnata da dei passi che si stavano avvicinando. A Chloe venne la una forte nausea: l’aveva riconosciuta. Era Bellatrix.
«Andiamocene… subito…» implorò sussurrando ed afferrando gli amici per le felpe che portavano, mentre cercava di spingendoli dalla parte opposta.
Aveva avuto modo di conoscere la donna e non si sarebbe mai messa contro di lei… l’unica cosa saggia era scappare… allontanarsi prima di essere scoperti…
«Ma cosa dici…»
«Lei… è lei… è Bellatrix Lestrange!» rispose Chloe.
Quel nome fece sbiancare anche i suoi compagni: la fama della donna l’anticipava.
Un altro lampo, stavolta rosso, fece risplendere il corridoio. Si udirono i lamenti di dolore di una ragazza.
Chloe chiuse gli occhi, come se questo bastasse per non farle udire le urla, si appoggiò al muro. Non voleva più ascoltare quello strazio, iniziava a sentirsi male...
«Harry dobbiamo intervenire.» s’intromise Ron, guardando l’amico negli occhi.
Il moro annuì. Era d’accordo con lui: dovevano fare qualcosa. Dovevano intervenire. Aiutare quella ragazza… stava ancora urlando per il dolore.
Chloe pensò che fossero matti ad affrontarla: erano solo dei ragazzini. Che speranze avevano? Scosse il capo. Non poteva impedire loro di sfidarla e nemmeno avrebbe fatto qualcosa per aiutare la giovane malcapitata. Sapeva che Bellatrix stava combattendo per una giusta causa…
«Ok… al mio tre…»
Annuirono.
Senza perdere tempo, i tre si lanciarono nel corridoio: urlando maledizioni. Chloe si sentiva una stupida ad essere rimasta nascosta, mentre loro stavano affrontando Bellatrix. Respirò a fondo: non poteva intervenire. Lei era alleata di Tom, come Bella... ma i modi usati della strega per raggiungere i suoi scopi erano raccapriccianti.
Si affacciò al corridoio, incuriosita. Ron era steso a terra, mentre Hermione stava china un una ragazza bionda. Harry, invece, la stava affrontando... da solo. Chloe pensò che era molto coraggioso…
Guardò il combattimento per alcuni minuti: era evidente che Harry era in netto svantaggio. Bellatrix aveva il volto contratto per la concentrazione, ma un sorriso folle si apriva sul viso e gli occhi spalancati lanciavano sguardi omicidi.
Con passo tremante, cercando di non farsi vedere, la bionda raggiunse Ron. Voleva essere certa che fosse ancora vivo. Lo voltò: una profonda cicatrice lo segnava sul volto sporco di sangue. Iniziando sulla fronte e, attraverso l’occhio sinistro, raggiungeva la guancia. La palpebra calata rientrava nell’orbita… spostò lo sguardo, inorridita. Perdeva sangue anche dal petto, ma respirava! Respirava ancora.
Sospirò di sollievo: era vivo!
Facendo fondo alle sue forze, prese Ron da sotto le braccia e lo trascinò lontano dal corridoio, contro un muro, stendendolo supino. Si tolse la vestaglia che portava e, piegandola, la posò sotto il suo capo a mo’ di cuscino. Un brivido di freddo attraversò il suo corpo, ignorò la pelle d’oca.
«Tutto qui quello che sai fare, ragazzino?»
Udì la voce di Bellatrix, parlare con voce infantile, giocandosi di Harry e delle sue abilità come mago.
«Sei solo una stupida puttana! Combatti!» rispose arrabbiato.
«Crucio!» urlò la strega con rabbia.
Le urla di Harry fecero sussultare Chloe. Doveva fare qualcosa, doveva intervenire… non poteva permetterle di far del male a Potter… nonostante quello che dicevano era una brava persona…
Alzandosi, camminò verso Harry che, sollevato dal pavimento, si contorceva tra le urla. Impugnò, impacciata la bacchetta, puntandola contro Bellatrix. Lei non l’aveva nemmeno vista, troppo concentrata a osservare e ridere del giovane.
«Adesso non dici più nulla, vero?» chiese lei, folle, scoppiando a ridere.
Non sapeva che formula usare per attaccarla: aveva la mente vuota… stringeva la bacchetta con forza, nonostante il braccio le tremasse.
«Diffindo!» urlò Chloe.
Un lampo attraversò la sala e colpì Bellatrix al braccio, procurandole un profondo taglio che le fece perdere la bacchetta dalla mano. Harry cadde per terra, sfinito, con un tonfo cupo.
La Mangiamorte alzò il volto per capire da dove fosse arrivato l’attacco.
Prima d’essere individuata, Chloe sussurrò: «Nox!»
Attorno a loro scesero le tenebre. Approfittando del buio, Chloe a tentoni raggiunse Harry e lo trascinò lontano dal centro del corridoio, accanto a Ron.
«G-grazie…» sussurrò il ragazzo, tossicchiando.
«Non preoccuparti…» rispose lei. «Credo di aver sbagliato qualcosa… non vedo nulla…»
«Va bene così… se proseguiamo fino in fondo al corridoio ci sarà ancora la luce e potremo andarcene.» convenne Harry.
«Hermione?»
«Sta bene. Si è allontanata con la ragazza mentre Bella era concentrata su di me.»
Chloe annuì: «Andiamo… è inutile restare qui.»
Harry afferrò Ron e, tutti e tre, corsero verso l’inizio del corridoio.
Tutta quell’oscurità era opprimente, quasi fredda… talmente fredda che le gelava l’anima. Faticava perfino a respirare, si sentiva pesante… senza forza… come se, da un momento all’altro, sarebbe caduta a terra… ma poi, all’improvviso, di nuovo luce! Fu stupendo… una boccata d’aria! Una boccata di vita!
«Harry non possiamo restare qui… dobbiamo portare Ron in infermeria o da qualche altra parte…» sussurrò Chloe agitata.
Il ragazzo diventava pallido mentre perdeva sempre più sangue. L’orbita attorno all’occhio sinistro iniziò a gonfiarsi leggermente e a diventare livida.
Un altro boato fece nuovamente tremare i muri di Hogwarts.
«Hai ragione. Non possiamo lasciarlo qui.» convenne Harry.
Si guardarono, scambiandosi uno sguardo d’intesa. Entrambi sapevano cosa fare: dovevano riportarlo nella Sala Comune. Al sicuro.
«Bene bene bene… guardate cosa abbiamo qui! Potter!»
Ad entrambi si gelò il sangue. Una voce maschile, alle loro spalle, stava parlando: serio e misurato.
«Ti stavamo cercando…» concluse una seconda voce, sempre maschile.
Chloe conosceva bene entrambe le voci… voltandosi, capì che Hogwarts ormai era sotto scacco.



Spero vi sia piaciuto... in anticipo rispetto al solito!
Ale
 
  
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