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Autore: sallythecountess    01/05/2014    1 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 58: La verità su Emily

 

Uscirono dall'ospedale in piena notte e Lor non riusciva neanche a dire quello che provava. Era ancora spaventato e temeva che potesse succedere qualcosa ad Alice, ma Emily gli aveva giurato che lo avrebbe avvertito se fosse successo, anche perchè era un'ipotesi molto remota. Dunque Lor era confuso, quasi non voleva credere a tutta quella felicità: Bibi stava bene, Ali stava bene, poteva essere tutto perfetto?Beh...sì.

Dug ovviamente era con lui, lo sorreggeva e ascoltava e aveva cercato di calmarlo quando aveva dato di matto in infermeria, eppure aveva il cuore a pezzi. La sua Emily, sua moglie, era così cambiata e così diversa. La loro separazione le aveva fatto male, aveva perso molto peso e sembrava quasi uno scheletro, eppure aveva messo a rischio la sua carriera solo per lui e per la sua famiglia.

“Io lo so a cosa pensi. E se vuoi il mio parere, non smetterò un attimo di dirti che devi darle un'altra chance...”sussurrò Lor accendendosi una sigaretta nel parcheggio del pronto soccorso. Dug sorrise e rispose “sì, certo. Adesso ha salvato Ai e tu la faresti santa.”

“Ovviamente. Ha salvato la mia vita e la mia famiglia, se fossi single la sposerei io!”

Ribattè Lor felice. Sì, quel San Valentino aveva fatto schifo, ma ora sembrava quasi tornare tutto a posto.

Mentre i quattro amici parlavano tranquilli nel parcheggio, un'ombra misteriosa li raggiunse. John Fitzpatrick, chirurgo di spicco dell'ospedale, voleva da molto parlare con un uomo. Aveva causato alla sua amica fin troppi problemi e voleva riparare, ma lei gli aveva sempre detto di starne fuori. Eppure John era convinto che Dug dovesse sapere come stavano davvero le cose; Emily aveva messo a rischio il suo posto di lavoro per aiutarlo e Dug doveva saperlo.

“Posso parlarle un attimo, Mr Mac Neil?” disse una voce seria alle loro spalle. Dug capì immediatamente di chi si trattava e quale fosse l'argomento di conversazione; si era accorto che quell'uomo non faceva che squadrarlo. Non voleva dirgli neanche una parola, o meglio qualcuna sì, ma non era gentile. Eppure doveva anche a lui la vita di sua sorella.

“Congratulazioni per la bambina. Vedrete che la mamma sarà fuori in qualche giorno, sono interventi piuttosto di routine e se non ci fosse stata la questione del gruppo sanguigno sarebbe andato tutto per il verso giusto...” John parlava a ruota libera, non sapeva come far passare quel silenzio imbarazzante e Lor gli accennò un sorriso, ma rimase serio.

Finalmente Dug decise di ascoltare quello che aveva da dire, anche se sapeva bene in che direzione sarebbe andato il discorso: voleva giustificare il comportamento suo e di Emily e magari parlare anche di un loro futuro matrimonio. In quel momento Dug si sentì come se qualcuno gli avesse appena succhiato con una cannuccia tutta la gioia e la speranza nel suo cuore, ma credetemi si sbagliava.

“Senti” esordì l'uomo giocando nervosamente con le chiavi della sua mercedes “...ti devo delle spiegazioni. So quello che hai visto, so che hai chiesto delle assenze di Emily, ma la storia è molto più complicata di quello che sembra. Non abbiamo avuto una sordida storiella...”

“Ma certo che no, è stato un grande amore, giusto? Vuoi sposarla? Questo devi dirmi? Beh cosa vuoi da me? Che ti faccia le congratulazioni? Se non avessi salvato la vita a mia sorella credo che in questo istante staresti agonizzante per terra nel tuo stesso sangue...” Ribattè Dug con una furia che non aveva mai provato. Ora tutto l'odio per Emily stava tornando, eppure non ne aveva ragione.

“Non stiamo insieme, non siamo mai stati insieme e lei si sta macerando e distruggendo per suo marito.”

In quell'istante Dug morì per un secondo. Rimase immobile e muto, deciso a lasciar finire quel bastardo.

“Emily ed io ci conosciamo da molti anni, ma voglio che tu sappia che non c'è mai stata una relazione tra noi. Non che non ci abbia provato, sia chiaro, ma lei non mi ha mai assecondato. Quando ti diceva che era a lavoro e che faceva gli straordinari, era tutto vero. Illegale, ma vero. Sono stato schiavo della cocaina per circa cinque anni. Mi serviva per tirarmi su, per fare anche cinque interventi in un giorno. Mi faceva passare il sonno, la fame e tutto il resto. Mi sentivo Dio, ma lei se n'è accorta. Un giorno ho cominciato ad avere una crisi d'astinenza in sala operatoria; la mano ha cominciato a tremarmi e ho inciso un paziente nel modo sbagliato. Quella sera la tua straordinaria moglie mi ha sbattuto in un angolo e mi ha fatto il peggior discorso che avessi mai sentito. Vedi per me è stato imbarazzante, lei è molto più giovane eppure mi ha trattato come se fossi un ragazzino.”

Dug non capiva una parola di quel discorso, ma quasi non ci poteva credere. Emily non avrebbe mai e poi mai potuto amare un drogato, quando erano al liceo gli faceva un sacco di storie perchè non voleva che frequentasse Lor che fumava l'erba. L'uomo davanti a lui, però, effettivamente aveva degli strani tic e un modo quasi maniacale di giocare con le chiavi dell'auto.

“...avrebbe potuto rovinarmi, ed invece non lo ha fatto. Avrebbe potuto farmi rapporto, così mi avrebbero radiato dall'ordine e non avrei avuto più nulla nella vita, se non la mia dipendenza dalle droghe. Ed invece no, lei mi ha salvato la vita. Non chiedermi perchè, non lo saprò mai. Probabilmente perchè sono stato un suo professore e mi ha stimato un tempo. Ad ogni modo mi ha concesso un po' di tempo per disintossicarmi. Lavorava come un mulo e senza dire nulla a nessuno copriva anche i miei turni. Grazie a lei nessuno ha scoperto nulla, mi ha salvato la reputazione e...la vita. Ovviamente non ho avuto nessuna remora ad eleggerla come primario, ma allo stesso tempo si è creato un legame tra di noi. Lei era l'unica che sapeva della mia disintossicazione, ma anche dei miei problemi. Le ho aperto il cuore e l'ho chiamata anche nel cuore della notte quando stavo male.”

Sì, questo era vero. Dug se lo ricordava, e più di una volta si era tormentato pensando a quante volte avesse avuto la chance di capire che era una bastarda traditrice, ma non ci era arrivato. E poi ora scopriva che non era vero. La testa stava quasi per esplodergli. Ma perchè non gli aveva detto nulla se era innocente?

“...era lei che mi prescriveva i farmaci per il dolore e per la nausea. Era la mia ancora di salvezza, l'unica che poteva aiutarmi a guarire. Ricordo che un giorno, a Natale, sono passato a trovarla e lei era arrabiatissima con me, perchè suo marito non voleva che lavorasse per le feste, ma per colpa mia aveva dovuto farlo.”

Eh sì, quella lite la ricordava anche lui, ma ora gli occhi tristi di lei assumevano un altro significato. Tutte le bugie che aveva detto erano così stupide; perchè non aveva semplicemente detto a suo marito che stava aiutando un collega? Oh beh, semplice: lui era geloso e il collega aveva una cotta per lei.

“Ti garantisco che lei non ci è mai stata, ma proprio mai. Più di una volta mi sono offerto di portarla a cena, anche solo per ringraziarla per tutto quello che faceva per me, ma lei ha sempre rifiutato. Aveva paura che suo marito ci vedesse insieme e fraintendesse, ed è quello che è successo. Il giorno in cui ci hai trovati insieme, lei ovviamente stava facendo il mio turno, ma è uscita un attimo per parlarmi. Ero pulito da ben sessanta giorni e volevo festeggiare con lei, ma ovviamente si è infuriata. Le ho fatto una lunga confessione quel pomeriggio e lei mi ha rifiutato. Volevo mettermi il cuore in pace, dirle addio e darle un ultimo, unico, bacio e l'ho fatto e...tu hai assistito all'unico bacio tra me e lei.”

Dug non rispose al dottore, non disse una parola. Neanche lo ringraziò. Si allontanò confuso e perplesso, senza sapere bene cosa pensare. Quando Lor chiese cosa volesse, però, vomitò letteralmente tutte le parole che aveva sentito e il suo amico morì: lo diceva sempre che non doveva giudicare, ma questa volta era ridicolo quasi. Non riusciva a credere che Emily avesse una storia così simile alla sua e ovviamente rimproverò Dug per non averle creduto e perchè non ci credeva ancora totalmente.

“Oh tutti uguali voi Mac Neil, ma cosa deve fare una persona per meritare la vostra fiducia?Uccidersi?”

Gridò Lor sconvolto. Era incredibile quanto Dug somigliasse a sua moglie per certi versi, ma lui non rispose. Nella sua mente cercava solo di ricomporre i pezzi del puzzle. Quella notte nessuno dei due amici dormì e al mattino dopo, non fu solo Lor a ricomporre la sua famiglia. Mentre Lor e Ai conoscevano Bibi, Dug decise di affrontare sua moglie.

La trovò nella sala dei dottori, ed era sola. Si accostò alla porta con il cuore in subbuglio e la trovò senza il camice. La poveretta aveva fatto un turno di ben dodici ore ed era pronta a tornare a casa. Aveva giurato a Lor di vegliare sulla sua famiglia ed era stata di parola, quindi non aveva dormito quasi per niente.

“Ciao...”le sussurrò una voce, quella voce che aveva sperato di sentire per tanto tempo. Dug l'aveva lasciata, non aveva mai creduto alle sue spiegazioni e aveva anche voluto il divorzio. Lei aveva scelto di lasciarlo libero, ma voleva ricordargli costantemente che l'amava, lui però non prendeva neanche in considerazione le sue parole. O almeno così credeva, nella realtà lo sappiamo tutti che Dug moriva dalla voglia di tornare da lei.

“Ciao” rispose col cuore in gola ed un sorriso. Dug aveva una strana espressione dolce, quella del suo amato 'cucciolo'.

“Volevo invitarti a cena...se ne hai voglia.” Aggiunse lui in un sussurro. Non era facile provare a recuperare quella storia, ma lo voleva disperatamente.

“Se è per Alice, guarda che non mi devi nulla. So cosa dice in giro Lor, ma probabilmente lo avrei fatto per chiunque altro, è il mio mestiere...”

“Non è per Alice, è perchè...io non ho mai smesso di amarti.” Sussurrò lui senza parole e finalmente le diede un tenerissimo bacio. Stare insieme era così scontato, così semplice, come svegliarsi dopo un lungo incubo. Emily sapeva che l'aveva tradita, che aveva avuto una storia con un'altra, ma era pronta a lasciarsi tutto alle spalle.

Quella mattina un'altra famiglia si ricompose. Dug e Emily tornarono insieme quasi subito, e neanche un mese dopo annunciarono al mondo di aspettare un altro figlio. In seguito, poi, fu Lor a svelare ad Emily tutto quello che era successo in quei mesi. Fu lui a dirle la verità su Sachico e su tutte le altre donne che Dug non aveva neanche sfiorato per amor suo, ed entrambi seppero per certo che le aveva restituito il favore. Non vi dirò che da quel momento Lor e Emily divennero amici, continuarono a detestarsi per sempre, ma per lo meno...beh finsero di sopportarsi di più.

NOTA IMPORTARTE:

PER TUTTI I VERI FAN DI AI E LOR: SONO TORNATI. SE VOLETE LEGGERE LE LORO NUOVE STORIE PASSATE A VEDERE QUI http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2588011&i=1

   
 
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