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Autore: Lady Alice    22/07/2008    1 recensioni
La storia di Alice e Nico... una storia d'amore. Entrambi ricchi e viziati, stessa scuola e stessi amici... che dite ce la faranno a sopravvivere? E cosa succederebbe se il paese delle meraviglie di Alice improvvisamente si trasformasse in un incubo? Beh leggete e saprete!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi e mi ritrovo a fissare il soffitto di camera mia.

Che due stramegapalle…

Scendo dal letto sbadigliando come un ippopotamo e mi avvio verso la doccia.

Nemmeno l’acqua fredda riesce a svegliarmi, perciò quando ritorno in camera mi ritrovo a fissare imbambolata uno degli armadi.

Cosa posso mettermi per uno dei tanti pallosi lunedì mattina?

Scendo le scale di corsa vestita con una maglietta bianca con la scritta ATTENZIONE, MORDO e i jeans scuri tutti sbrindellati, scarpe nere con il tacco a cono e novecentomila braccialetti neri al polso sinistro.

Metto gli occhiali con le lenti color fumo che mi coprono mezza faccia e mi infilo in macchina.

"Però, che tenuta da rockstar! Cos’è, paura dei flash?" mi chiede l’autista divertito.

"Ma va, ho messo sul la prima cosa che è capitata!"

"Se come al solito" replica lui ridendo.

"Un mocaccino, un cappuccino d’orzo, un espresso e tre decaffeinati!" grida Federico alla barista che si sta per avvicinare al nostro gruppo.

Riccardo ha provveduto a divulgare la notizia della serata fra me e Nico a tutta la compagnia e adesso almeno tre persone sono girate verso Nicolò che ha appena varcato la soglia della scuola, e le loro espressioni non sono molto amichevoli…

Arrivano le nostre tazze e dopo aver consumato la colazione, o meglio dopo aver dovuto dividere la mia brioche integrale con Riccardo e avergli bevuto quasi tutto il mocaccino ed essermi di conseguenza attirata tutto il suo odio, ci alziamo in formazione gregge di pecore e ci spartiamo nelle varie classi.

Quando Nico si siede accanto a me mormorando un ciao piccolo piccolo io mi limito a tirare via gli occhiali per guardarlo con aria di sufficienza.

"Alice non puoi continuare a fare questi capricci, non hai sette anni."

"Proprio tu mi parli di crescere quando dai più retta alla tua ex che a tua mamma?"

"Quello che c’è stato fra me e lei non ti deve riguardare."

"Non mi riguarderebbe se non me la trovassi ogni due per tre in mezzo ai coglioni."

"Beh ti ci dovrai abituare visto che i nostri genitori saranno colleghi…"

"Ma smettila, vuoi lasciarmi in pace?"

"Alice io lo sto dicendo per te… prima te ne fai una ragione…"

"E prima la smetto di pensare che tu la vuoi ancora e che io sono solo un rimpiazzo?"

"Io non…"

"Alice, siediti qui" la voce di Riccardo arriva da dietro, fredda e controllata. Mi prende un braccio e mi tira su, indicando il banco vuoto a fianco al suo. Federico è già pronto a prendere il mio posto.

"Faccio compagnia io al tuo tipo… sempre che tu voglia ancora stare assieme a uno così."

"Così come?" chiede Nicolò, improvvisamente aggressivo.

"Così incredibilmente cafone e imbecille, primo perché non hai il minimo rispetto per Alice e secondo perché sbavi ancora dietro a una che ti ha fatto pestare dal suo amante…"

"Gliel’hai detto tu?" si rivolge a me stavolta.

"No lo sapevano già, non sei l’unico figlio di un pezzo grosso sai?"

"Mai quanto te, peccato che io evito di essere così stronzo con te e i tuoi amici."

"In compenso quando sei in presenza di una certa Martinelli Veronica ti trasfiguri… ma questo non è più un mio problema dato che non ho più intenzione di stare con te."

"Almeno prendi questo…" dice lui porgendomi lo stesso pacchetto dell’altra sera.

"Dallo a quell’altra."

"L’ho preso per te."

Non faccio in tempo a rispondergli perché entra la prof.

"Alla buon’ora..." dico io scocciata.

"Prego Crespi? Potrebbe ripetere?" mi chiede la prof.

"Ho detto alla buon’ora, non stavo più nella pelle per assistere finalmente ad una sua lezione, prof."

"Crespi, il difetto di pretendere che vi sia tutto dovuto deriva dalla vostra supposizione di essere padroni del mondo, ma non è così ne per te ne per nessuno dei tuoi compagni di classe, quindi ti pregherei di evitare di trattare i tuoi superiori con sufficienza, così com’è tua abitudine fare recentemente… e inoltre gradirei evitassi di cambiare posto senza prima consultare un docente…"

"Io non avrei cambiato posto se Pigni…"

"E basta con questo vizio di fare lo scarica barile sugli altri! Assumiti le tue responsabilità!"

"Ma cos’ha in testa, prof, le pigne?"

Non ce la faccio più a resistere e le sclero dietro come una pazza, tacendo solo quando Riccardo mi tappa la bocca.

"Basta Alice."

"Bene Crespi, se ha finito con la sua tragedia la pregherei di attendere il mio arrivo in presidenza dove la raggiungerò dopo aver affibbiato ai suoi compagni di classe una bella verifica a sorpresa."

Nessuno osa fiatare o protestare dopo aver visto le occhiate che rivolgono in giro i miei amici.

Io esco dalla porta senza nemmeno dire una parola, camminando tranquilla per il corridoio.

Ma và un po’ te sta brutta baldracca schifosa… ma cazzo ma perchè viene a rompere le palle a me! Che nervi… e poi come se non bastasse ci si mette pure quello stronzo a darmi addosso… porca merda non voglio più vederlo, più!

Apro la porta della presidenza dopo aver bussato e assumo un’aria leggermente disorientata.

"Buongiorno signorina Crespi! A cosa devo la sua visita quest’oggi?" mi chiede il preside con un sorrisone.

Prendo posto sulla poltroncina e prendo la testa fra le mani, poi inizio a parlare.

"Signor preside, io non so cosa fare!"

"Prego?"

"Io… io sto impazzendo, non ce la faccio più, sono arrivata a rispondere male alla professoressa di arte solo perché…"

"Perché, signorina Crespi?"

"Perché mi sono innamorata! E io… io non capisco più niente, io ho paura, sono sempre nervosa e insofferente, non riesco ad avere un rapporto sereno con gli altri perché sono troppo gelosa e…"

"Alice, tutti ci sono passati…"

Alzo la testa, sorpresa. La professoressa è in piedi davanti a me, non l’ho sentita entrare.

"Vedi, il mio matrimonio è finito da poco, mio marito mi ha lasciata per un’altra, proprio per questo motivo, io ero troppo gelosa… ma lo amavo molto, quello era il mio modo per dimostrarglielo… e credo di aver capito che sia successo qualcosa fra te e Pigni, ultimamente…"

"Sì, è così professoressa… mi dispiace di essermi comportata male con lei poco fa, ma avevo altro per la testa e non ho realizzato quello che dicevo… mi scusi."

"Adesso che ho capito il motivo del tuo comportamento sono più che pronta a perdonarti… so cosa si prova, l’unico consiglio che mi sento di darti è di non esagerare… rischi di fare la mia fine dopo… beh visto che le cose si sono risolte così in fretta non vedo il motivo di rimanere ancora qui… buona giornata signor preside, ci scusi per l’intrusione nel suo ufficio. Alice, vieni, andiamo in classe."

"Arrivederci, preside."

"Arrivederci e buona fortuna Alice!"

"Grazie" gli dico con il mio miglior sorriso prima di richiudermi la porta alle spalle.

Fregati tutti e due per l’ennesima volta… ah ah! È sempre troppo facile fare la faccia triste e allisciarsi un po’ i professori… e adesso cerchiamo di resistere alla tentazione di far fuori quell’imbecille di Nicolò.

Quando rientriamo in classe la prof provvede subito a sospendere la verifica e inizia a spiegare come se niente fosse, lanciandomi di tanto in tanto uno sguardo dolce.

Io inizio ben presto a rivolgere delle occhiate dispiaciute e tormentate a Nico quando sono sicura che lei mi stia guardando.

La giornata passa senza ulteriori spedizioni in presidenza e ci ritroviamo tutti fuori da scuola, ognuno in attesa del proprio mezzo.

Mi attardo a parlare con la compagnia e quando entro in macchina mi trovo di fianco Nico.

"Cosa?"

"Alice, accendi il cellulare e troverai il messaggio in segreteria di tua mamma che ti avvisa che Nicolò rimarrà con voi per un paio di giorni" mi dice Sergio.

Merda.

"Che bello…"

Esco dalla macchina ed entro in casa senza preoccuparmi che lui mi stia seguendo o meno.

"Se hai fame apri il frigo e arrangiati" gli dico, ma subito dopo leggo il biglietto di mia mamma attaccato al forno

Ciao tesoro, visto che Nicolò si ferma da noi

ho fatto preparare le lasagne che piacciono

a tutti e due, devi solo accendere il forno

che fa tutto lui… ci vediamo stasera,

fai la brava e sii gentile.

Ciao bacio.

 

"Ok…" dico io mentre accendo il forno e imposto il timer.

"Nicolò, la tavola è già apparecchiata, io vado su a cambiarmi, tu… fai quello che vuoi.

Sono in mutande e reggiseno che rovisto nell’armadio quando sento le sue braccia attorno alla vita.

"Mi dispiace… scusami Alice, scusa…" sussurra contro i miei capelli.

Mi volto, trovandomi faccia a faccia con lui, specchiandomi nei suoi occhi così simili ai miei.

Appoggio la mia guancia contro la sua.

"Esci dalla mia stanza" gli sibilo prima di forzare la sua presa.

Esco poco dopo con un vestitino leggero, Nico ha già tirato fuori la teglia dal forno e sta facendo le porzioni.

"Quanto ne vuoi?"

"Fai tu, va sempre bene grazie."

Mi siedo al tavolo e lascio che lui mi serva.

Si siede poco dopo e inizia a mangiare.

"Cos’hai detto alla prof per ridurla ad un agnellino?"

"Quello che voleva sentirsi dire… è bastato poco per infinocchiarla così…" rispondo io.

"Non è bello prendersi gioco così delle persone."

"Non sei tu a dovermi dire cosa fare."

"Il mio era solo un consiglio, Alice."

"Non voglio sentire i tuoi consigli allora."

"Senti possibile che…"

Il telefono inizia a squillare.

Mi alzo per andare a rispondere, interrompendo la conversazione.

"Pronto? Ciao Riccardo… sì tutto bene grazie, tu? Bene dai… allora oggi uscite? Sì? Sì, sì ok vengo… però c’è qui Nicolò… e lo so è quello il problema… dici? Sì questo risolverebbe i problemi… tanto la casa è grande… ok dai! Ciao tesoro, bacio!"

"Qual è il programma?" mi chiede.

"Io esco fra un’ora, tu trovati qualcosa da fare."

"Come?"

"Non ti ho chiesto di venire con me. Sei in casa mia ma non ti devo certo scarrozzare in giro… fai i compiti."

Si alza e viene verso di me.

"E già che ci sono ti lavo anche le tende e stiro la roba?"

"Non sarebbe una cattiva idea…"

"E poi?" mi chiede con un tono diverso da prima.

"E poi cosa? Non ti basta?"

È come se esplodesse un temporale. Nico mi guarda, poi mi afferra per un braccio e mi spinge contro il muro.

"Al contrario, mi hai riempito le palle di tutte le tue cazzate e del tuo menefreghismo. Sai cosa ti dico? Vaffanculo brutta stronza, vattene pure dai tuoi amici e non rompermi più i coglioni come hai fatto ultimamente!"

"Calmati."

"CALMATI? CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE, LA PADRONA DEL MONDO? VAI A FARTI FOTTERE TU E TUTTI I TUOI CAZZO DI SOLDI! MI STAI TRATTANDO COME UNA MERDA E IO ANCORA COME UN CRETINO CHE TI CORRO DIETRO E TENTO DI SCUSARMI!"

"SE TU EVITASSI DI SBAVARE…"

"ED è TUTTA COLPA MIA? NON CI PENSI CHE QUELLA è SOLO GELOSA? STAI FACENDO IL SUO GIOCO COME UNA RINCOGLIONITA! CAZZO ALICE SMETTILA CON STI CAPRICCI DEL CAZZO, SONO STUFO! SONO ASSIEME A TE DA QUATTRO MESI E TU NON HAI FATTO ALTRO CHE DIVIDERE ME DAI TUOI AMICI perché GUAI A CHI TOCCA QUEI FOTTUTI RICCHI! COME SE IO ANDASSI IN GIRO CON LE PEZZE AL CULO! E MA TU DEVI FARE LA FIGA perché LORO SONO ANCORA PIù FIGHI! SCENDI DAL PIEDISTALLO!"

Lo guardo sconvolta, ogni parola è uno schiaffo, mi pungono gli occhi ma non voglio farmi vedere in lacrime da lui.

Metto il broncio e giro il viso verso sinistra.

"Alice, anche se adesso pensi che io sia uno stronzo gigantesco…"

"Sì lo penso, e allora? Mi hai buttato addosso tutte le tue frustrazioni, sei contento adesso che ti sei confessato?"

"Alice…"

"Alice, Alice, Alice! Cosa vuoi!"

"Io ho sempre voluto solo te…"

"Se…"

"Ascoltami, è la verità!"

"Non ci credo!"

"Perché sei così fottutamente ostinata!"

Siamo praticamente fronte contro fronte che ci ringhiamo addosso.

"Perché per colpa tua mi sto rincoglionendo! Per colpa tua oggi sono finita dal preside, mi sono sentita dare della cogliona dai miei amici perché ti difendevo, per colpa tua io da quattro mesi non capisco più niente! È tutta colpa tua!"

"E dimmi, Alice, ne vale la pena?"

Alzo gli occhi incontrando i suoi, vicinissimi, come il resto del suo viso.

Mi sporgo in avanti, strusciando il naso contro la sua guancia, lui mi prende per il mento, passando la punta della lingua sul mio labbro inferiore, baciandomi l’angolo della bocca, finendo sulle mie labbra.

 

CHIEDO SCUSA PER IL MOSTRUOSO RITARDO MA HO FATTO LO STAGE IN AZIENDA PER TRE SETTIMANE E POI ERO IN PREDA AL BLOCCO DELLO SCRITTORE u_u

COMUNQUE ADESSO SONO TORNATA! E RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE MI HANNO RECENSITA E HANNO AGGIUNTO LA STORIA NEI PREFERITI.

PROMETTO CHE IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO SARà ENTRO LA FINE DI QUESTA SETTIMANA, IN CASO CONTRARIO SIETE AUTORIZZATE/I A FUSTIGARMI!

ADESSO VI LASCIO, FATEMI SAPERE!!!

GRAZIE VI ADORO

1 BACIONE ALICE

  
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