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Autore: ansaldobreda    02/05/2014    1 recensioni
allora, prima di tutto è la mia prima storia (vi prego non sbranatemi!) e volevo dedicarla al mio personaggio preferito di sempre, C-17. da quando ero piccola mi sono sempre divertita a creare storie insieme a lui, e vorrei raccontarvi la mia versione della sua storia, o almeno provarci :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"L'adolescienza è l'epoca in cui l'esperienza la si conquista a morsi." Jack London

Non riesco a credere che sia già passato quasi un mese di scuola. Forse mi sono finalmente abituato allo schifo della mia vita... Mi sdraio sul banco mentre ragiono (certi ragionamenti si possono fare solo a scuola) su quanto la mia vita sia piatta. Le sfuriate del mio patrigno sono la cosa più interessante che mi capita ormai, i locali sono sempre gli stessi, le serate sempre le stesse. Per questo aumento sempre di più il numero di bicchieri e canne? Per questo ormai vado con qualsiasi ragazza me la sventoli in faccia? Ormai è un obbiettivo irraggiungibile, lo sballo… La droga e l’alcool fanno sempre meno effetto, e con droghe intendo anche il sesso. Sono stato con molte ragazze, molte di più di Tony e della maggior parte dei ragazzi che conosco. Quando succede è straordinario, più inebriante di qualunque pastiglia, lo sballo più perfetto che possa esistere, quello naturale. Ma quando finisce tutto la vita ritorna la stessa, non cambia niente, anzi, sembra ancora più piatta di prima. Questo mi spinge a farlo ancora, e ancora, fino a quando non significa più niente. Non credo di essermi mai innamorato, solo qualche cotta, niente di serio. “Ha una bella faccia, mi piacerebbe portarmela a letto”. E molto spesso ci riesco. La realtà è che non posso innamorarmi, perché alla persona i cui sei innamorato, se ci stai insieme, non puoi nascondere niente. E io ho così tante cose da nascondere… “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”. È questo che scrivo sul banco, mi riconosco molto in questa frase. Forse non sono umano, forse sono anch’io un replicante. Se fossi un replicante ne avrei uccise di persone, di sicuro la scuola non ci sarebbe più, e neanche Hector. E neanche quella troia che sta parlando di Shakespeare. Le sue parole sono interrotte dal suono della campana dell’intervallo. Odio l’intervallo. Durante le lezioni posso dormire o farmi i fatti miei, ma nell’intervallo non si può. Durante questi dannatissimi minuti gli altri ti esaminano, spiano ogni tuo movimento cercano di capire se sei degno di loro. Se stai da solo sei un asociale, se stai seduto sei uno sfigato, se fai il cretino sei un poveretto, se fai qualunque cosa non facciano loro sei una merda, e la tua vita è rovinata per cinque anni. Io non sono mai stato normale, e siccome non hanno trovato altre scuse dicono che mi do delle arie. È un po’ vero, è così un problema se penso di non essere un ragazzetto stupido e omologato? Non mi sono ancora alzato dal banco. Tony mi trascina fuori dalla classe, ci fermiamo a parlare con dei suoi amici (cioè loro parlano, io ascolto, è dannatamente imbarazzante). Mi si avvicina una ragazza che mi sembra che era sulla decapottabile rossa quel giorno, non sapevo che studiasse qui, mi sembra che si chiami Emily. Ha una faccia molto preoccupata e viene proprio verso di me. Oggi sembra una di quelle ragazzette timide e impacciate, se non mi stesse guardando non l’avrei riconosciuta. Alla fine mi arriva di fronte e dice con un filo di voce «Posso parlarti per favore?» Gli amici di Tony si girano e ridono. Perché la gente è così stupida?
«Certo, dimmi.»
«Ehm, in privato.» Mi trascina via per un braccio, cerco di ignorare le risate alle nostre spalle. Troviamo un angolo dove nessuno sembra badare a noi.
«Allora?» Lei respira affannosamente.
«Sono incinta.» Mi obbligo a ridere. Se vuole mettersi con me ha scelto la strada sbagliata, insomma, non può essere incinta!
«Su, avanti, cosa c’è?» Lei mi fissa con uno sguardo che non mi piace. L’impressione che non stia scherzando mi colpisce in faccia come uno schiaffo gelido. È impossibile! Mi guardo intorno per vedere se c’è qualche sua amichetta che sghignazza, potrebbe essere una penitenza, oppure si divertono a prendere in giro la gente. Ma non ci sta guardando nessuno. «Sei seria? Se è una di quelle cazzate tipo obbligo o verità…»
«Ho fatto dodici test, certo che sono seria!» Sta quasi urlando, è seria. Rimango un attimo bloccato, come se la mia mente fosse uno schermo nero. Impreco, bestemmio, ma non mi aiuta.
«Qualcuno lo sa?»
«No, prima volevo dirlo a te.»
«Hai fatto bene. Non dirlo a nessuno, soprattutto ai tuoi genitori, non devono saperlo, neanche i miei…» Sono morto se Hector lo scopre. Morto.
«E io cosa faccio? Non voglio avere un bambino!»
«No, no, devi… abortire.»
«E come se non devo dirlo a nessuno?» La afferro per le braccia, mi abbasso leggermente per guardarla negli occhi. Ha le guance rosse, delle leggere occhiaie e i capelli corti tutti spettinati. Non deve avere dormito stanotte. «Senti, i tuoi genitori non devono saperlo, okay? Devi trovare un dottore, qualcuno, che ti faccia abortire.»
«Non è così facile! Non sono neanche maggiorenne, cazzo!» Mi passo le mani fra i capelli. È assurdo che stia accadendo davvero. Lei sembra sul punto di mettersi a piangere. Abbassa lo sguardo e si nasconde con le mani. Non ce la faccio a vederla così, forse perché mi sento responsabile, è colpa mia in un certo senso. La abbraccio, lei si rifugia nel mio petto e la sento singhiozzare. «Come faccio?»
«Andrà tutto bene, okay? Troveremo una soluzione.» non ci credo nemmeno io. È proprio una situazione di merda. Una dannata situazione di merda. Certe cose possono capitare solo a me, a me o in un film.

 

Angolo autrice: Ciao a tutti!! Okay, questo capitolo è un disastro… Però finalmente mi sono imposta di tirare fuori qualcosa di decente da vedere e di scrivere questo spazio. Prima di tutto penso che abbiate capito che il nostro Nicholas è il futuro C-17 e Alison C-18 (lo so, lasciamo perdere i nomi) e hanno una vita bella incasinata, perché se fossero stati due ragazzi normali, secondo me, il dottor Gelo non li avrebbe mai scelti. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato la mia storia e inserita fra le seguite, e per tutti quelli che la leggeranno potete lasciarmi un commento anche piccolo piccolo? Grazie :)
 

  
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