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Autore: TheDepths_    02/05/2014    3 recensioni
"Mi facevo spazio tra le persone,cercando di trovare Ronnie. Quella sera non avevo neppure voglia di uscire,ma lui aveva insistito così tanto che alla fine avevo ceduto... Lo seguii verso l'uscita. Forse era stato coinvolto in quella rissa di cui stavano parlando prima.
-Ronnie che è successo?
Gli chiesi andandogli incontro.
-Non saprei dirtelo di preciso... Quel ragazzo però ci ha salvato."
Da quel momento la vita di Leslie cambiò per sempre.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 4

CAPITOLO 4

Aaron

Leslie rimase paralizzata davanti al demone.

-Vieni indietro. Piano, tenta di non fare rumore.

Le sussurrai sfiorandole il braccio e lei lo fece. Il demone scattò verso di lei così afferrandola per il braccio la tirai dietro di me. Brandii la mia spada, la mia Egcos. Riuscii a farlo cadere, così mi voltai verso le ragazze.

-SCAPPATE! ADESSO!

Non ebbi il tempo di voltarmi che subito sbattei la testa contro un albero. Il wendigo mi aveva scaraventato a qualche metro dalle ragazze. Tentai di rialzarmi ma non riuscendoci mi accorsi del graffio sul braccio. Mi aveva graffiato, vedevo la mia pelle diventare verde. Non conoscevo soluzioni se non il passare del tempo, ma io non ne avevo. Mi strappai la manica della maglietta e la legai strettissima sopra il gomito. Mi aveva graffiato il braccio destro. Era per questo che non riuscivo a muoverlo per aiutarmi ad alzarmi. Feci forza sul braccio sinistro e mi alzai sperando di aver bloccato il veleno.

Presi la mia spada, con la sinistra non riuscivo ad averne il pieno controllo, e mi diressi verso loro.

Leslie stava proteggendo la ragazza facendole scudo con il suo corpo. Gli lanciava pietre mentre il demone le si avvicinava lentamente.

-Hey! Mangia pelle! Non vorresti la mia?!

Cercai di attirare la sua attenzione e ci riuscii, molto probabilmente perché la mia ferita puzzava tremendamente. “Il veleno delle sue unghie lo aiuta a trovare le persone che ferisce, ecco scoperto il suo trucco.”

Lasciai il braccio destro steso sul mio fianco e mi preparai ad un suo attacco.

-Viene dai..- sussurrai impaziente.

Il wendigo si avvicinò cercando di attaccarmi, fortunatamente riuscii a non farmi colpire. Gli graffiai la gamba con la mia arma, dovevo concentrarmi o non lo avrei mai ucciso. Dovevo colpire i suoi occhi, ma non era così facile. Era alto, molto alto e incredibilmente secco. Ed io con la sinistra non riuscivo a tenere alta la mia spada. Dovevo pensare ad una soluzione mentre continuavo a sfuggirgli.

Se solo fosse più basso..” pensando non vidi l'albero abbattuto dietro di me e vi inciampai.

-Merda!

-AARON!

Leslie urlava il mio nome e poi iniziò a correre verso di me. Avevo battuto forte la schiena e non riuscivo a respirare bene, quindi nemmeno ad urlare. Il wendigo si abbassò ed iniziò a tagliarmi la carne del braccio destro.

Magari ha pensato che sono caduto perché il veleno mi è entrato del tutto in circolo.”

Trattenei le urla per il dolore e quando fu veramente convinto che io fossi ormai paralizzato alzai il braccio sinistro di scatto e infilai tutto il pollice nel suo occhio. Il demone urlò rimanendo fermo sopra di me, così ripetei l'operazione con l'altro occhio finché il demone non si accasciò accanto a me.

-Che schifo..

La mia mano era ricoperta di liquido denso e bianco. Mi alzai e pulendomi la mano ai jeans presi la spada e tagliai via la testa del demone che scomparve lasciando una pozza verde scura assorbita quasi subito dalla terra.



LESLIE.

Aaron aveva appena ucciso il wendigo. Il suo braccio destro sanguinava. Corsi subito verso di lui preoccupata.

-Aaron! Stai bene?

Gli chiesi spaventata. Da vicino il suo braccio emanava un odore nauseante ed era di un verde innaturale.

-Si non è niente. L'effetto paralizzante passerà tra circa una mezz'oretta e il mio braccio tornerà normale.

Mi spiegò sorridendo. Rimasi sorpresa dal modo in cui tutta quella faccenda sembrava non turbarlo affatto. Il solo pensiero che quella fosse la sua routine quotidiana mi mise addosso una grande tristezza. Questo ragazzo rischiava la vita tutti i giorni.

-E tu Leslie? Tutto ok?

Rimasi sorpresa da quella domanda. L'unica cosa che ero riuscita a fare era quella di lanciare qualche sasso contro quella creatura.

-Si, sto bene. Mi dispiace di non esserti stata molto utile...

-Non dire così.

Mi interruppe.

-Hai protetto quella ragazza mettendo la tua vita in pericolo, mi dispiace ammetterlo ma sei stata brava.

Aggiunse subito dopo. Le sue parole mi fecero sorridere.

-Hey ragazzi, grazie per avermi salvato ma si può sapere cosa diavolo era quella cosa?

La ragazza ci fissava con gli occhi sgranati. Non sapendo cosa dire mi voltai verso Aaron. Sicuramente lui avrebbe saputo come rispondere.

-Quello era un wendigo. Dovresti ringraziare il cielo che c'eravamo noi altrimenti quella cosa, come la chiami tu, adesso si starebbe gustando la tua pelle. Anzi a proposito.

Concluse Aaron voltandosi verso di me.

-Tutto questo parlare di pelle mi ha messo fame. Andiamo a mangiare da qualche parte ho voglia di pollo.

Lo guardai scioccata.

-Voi due siete pazzi! Ora chiamo mio padre per farmi portare a casa!

Esclamò la ragazza avviandosi sulla strada fuori dal bosco.

-Questa è la gratitudine delle persone. Se davvero vuoi venire a cacciare con me dovrai abituartici.

Mi disse divertito. Non riuscivo ancora a credere a quello che aveva detto a quella povera ragazza.

-Ma ti sembra di avergli dato un'ottima spiegazione?

Esclamai sempre più sorpresa.

-Certo. Ma non parliamone più andiamo a mangiare.

Aaron iniziò ad incamminarsi verso la macchina.

-Ma sono le due di notte.

Urlai raggiungendolo.

-Alla fame non si comanda.

Rise mentre entrava in macchina. Quel ragazzo era davvero pazzo.


Aaron

-My body's failing, I think I've hit the floor, I cannot feel anything anymore! My body's failing, I think I've hit the floor, I can't remember anything, anymore! And I'm gonna miss your face, for a long long time! And I can't escape this place, it's in my mind!

Stavo cantando e tenevo il ritmo battendo le mani sul volante, muovendo la testa e mimando le chitarre. Leslie mi interruppe.

-Ma cos'è questa roba? Lo stanno uccidendo?

La guardai e sembrava contrariata al tipo di musica che ascoltavo.

-Hai presente quando al notte ti alzi per andare in bagno al buio e urti contro un mobile picchiando il mignolo?

-Sì..

Mi guardò confusa.

-Ecco, canta così per quello.

Sorrisi e continuai a canticchiare.

-Non avresti qualcosa di più soft?

-Macchina mia, discografia degli Of Mice & Men. Sono l'unico “lusso” che mi permetto.

Il che era vero. Non compravo giochi, cellulari tecnologici, computer, tv. Niente. Solo i loro cd. Mi era sempre stato vietato tutto ma la musica non si può vietare a nessuno. Nemmeno ad un cacciatore.

-Ah, è per questo che per accendere il tuo cellulare servono due pietre e dei bastoncini?

Mi voltai a guardarla male. Mi stava sfottendo?

-Come ti permetti di sfottermi?!

Leslie scoppiò a ridere ed io ammetto che mi ammorbidii e sorrisi scuotendo la testa.

Finalmente arrivammo al Burger King.

-Eccoci, il Burger King, l'amore della mia vita.

I miei occhi si illuminarono come quelli dei fumetti.

-Tu hai qualche rotella fuori posto. Questi posti fanno schifo! Non dovresti mangiare qui!

-Guarda che io ci mangio tutti i giorni, due volte al giorno in posti così. E al BK tutto è più buono! Tu non hai fame?

Guardai Leslie mentre mi fermavo davanti la colonnina per ordinare ma lei scuoteva la testa.

-Preferisco saltare la cena.

-Noi non possiamo andare a mangiare in ristoranti di lusso!

-Ok ma almeno potremmo mangiare a casa!

-Tu si. Io non ho una casa. La mia famiglia è morta. Non ho più una casa.

Mi voltai per non guardarla ed ordinai. Andammo avanti per pagare ed ancora più avanti per ritirare l'ordinazione. Avevo preso cinque panini, tre litri di coca, cinque patatine fritte grandi.

-Mangerai tantissimo..

La voce di Leslie era triste ed io ancora non avevo il coraggio di guardarla.

-Si, la caccia mi mette fame. Dovresti vedermi quando compro il pollo fritto, ne compro cinque contenitori, mangio la pelle e poi se mi fa ancora fame anche il pollo!

Avevo un tono quasi divertito ma allo stesso tempo distaccato. Mi fermai in un parcheggio vuoto ed isolato e spensi la macchina.

-Se hai sete o fame e vuoi assaggiare chiedi pure, anzi, prendi e basta ok?

Sussurrai prendendo il primo sacchetto.

-Si, grazie Aaron.

Presi a mangiare lasciando lo stereo acceso, mangiavo lentamente per darle la possibilità di prendere qualsiasi cosa volesse senza la paura che non avesse tempo.

Since when did you become so cold and such a life-less piece of work?”

Magari ero davvero troppo preso dal mio lavoro che non mi preoccupavo di chi avevo intorno, forse era davvero così. La canzone mi fece riflettere.


LESLIE.

Mentre ero a lezione ripensavo alla notte prima. Nonostante avessi le occhiaie perché Aaron mi aveva riportato al dormitorio alle 5, avevo deciso di andare lo stesso alla lezione delle 8. Emily mi fissava in attesa di sapere qualche notizia interessante. Chissà come avrebbe reagito se le avessi raccontato che in realtà ero andata a cacciare un wendigo nel bosco con il ragazzo del parco. Sorrisi solo all'idea della sua reazione.

-Allora? Non hai niente da dirmi? Da quanto vedi quel ragazzo? Devo dire che non è niente male...

Quando Emily attaccava a parlare difficilmente si fermava. Mi voltai verso Linda che invece sembrava presa dalla lezione. Tutta quella tranquillità da parte sua mi sembrava molto strana.

-Non c'è molto da dire in realtà. Aaron è solo un amico.

Le spiegai annuendo. Un amico. Ripensandoci bene non lo conoscevo affatto. Ricordai di come sembrava freddo appena gli chiedevo qualcosa in più su di lui, forse quella freddezza era dovuta al fatto che non avesse più una famiglia.

-Si come no! Solo un amico.

Esclamò ridendo Emily ritornando a prendere appunti. Il cellulare nella mia tasca vibrò. Fortunatamente avevo messo il silenzioso.

Quando esci da lezione raggiungimi al motel. Devo parlarti.”

Un messaggio di Aaron. Allora ,nonostante tutto, il cellulare preistorico che si ritrovava funzionava almeno per mandare i messaggi. Per fortuna dovevo seguire solo la prima lezione. Appena finì mi alzai salutando frettolosamente Emily e Linda e mi diressi alla mia macchina.

-Hey Les!

Mi voltai sentendo il mio nome.

-Ronnie! Come va?

L'ultima volta che lo avevo visto era stata quella sera al Bronze, quando incontrai per la prima volta Aaron.

-Ieri ho provato a chiamarti ma eri scomparsa. Stasera c'è una festa a casa di Thomas, sei dei nostri?

Cercai intanto le chiavi della macchina nella borsa poi tornai a guardarlo.

-Non credo comunque dopo ti faccio sapere meglio. Ora devo andare Ron! Ci sentiamo.

Entrai in macchina e misi in moto. Non sapevo per quale motivo ma non vedevo l'ora di raggiungere Aaron per sentire cosa aveva da dirmi. In poco tempo raggiunsi il motel. Parcheggiai vicino alla sua macchina e mi diressi velocemente alla sua stanza. Non feci in tempo a bussare che la sua porta si spalancò.

-Entra dobbiamo parlare!

  
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