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Autore: Mel_mel98    03/05/2014    4 recensioni
Dal 2° capitolo:
[“Tu sapevi, vero?!”- gridò.
“Sì”- disse lei, guardandolo negli occhi.
“Tu lo sapevi, e non me lo hai detto.”- continuò lui, sempre più in collera.
“Esatto”- rispose lei.
“Perché? Perché Jade?”- fece afferrandola per i polsi.
“Come puoi avermi tenuto nascosta una cosa simile?!”- sbraitò infine.
“Non te l'ho nascosta. Semplicemente, non te l'ho detta.”]
È paura, quella che ormai regna nel cuore del ragazzo. Che lo ha reso pazzo, cieco.
Nella mente dell'altra, invece, vince la rassegnazione. La rassegnazione ad un futuro incontrollabile.
Qualcosa si è rotto. L'amore a volte è capace di distruggere se stesso.
Sta a loro adesso rimettere insieme i pezzi di un amore così fragile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tell me something you like'
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“Buongiorno! Ma guarda un po’ chi abbiamo qui? Ben tornato!”
Esclamò Sikowiz vedendo entrare Beck nella classe.
Lui sorrise leggermente, poi andò a sedersi al suo solito posto.
Avrebbe voluto André al suo fianco, ma quest’ultimo venne prepotentemente portato via da Tori, che lo strattonò per la manica della giacca.
“Allora, gli hai parlato…?”- sussurrò.
“Ma certo che no! E come avrei dovuto fare, secondo te? Ci siamo visti solo stamani per colazione!”- esclamò lui, ma contenendo la voce. Non voleva certo farsi sentire.
La lezione passò velocemente.
Sikowiz era uno spasso, come sempre.
I suoi esercizi, uno più strambo dell’altro, erano riusciti a far dimenticare a Beck tutti i suoi problemi.
Si sentiva più leggero, più rilassato.
Sorprendentemente, si trovò a sorridere un sacco di volte, senza che se ne rendesse davvero conto.
Ma c’era qualcosa che lo impensieriva.
Tori ed André non avevano smesso un attimo di parlare tra loro sottovoce, guardandosi furtivamente intorno. Più volte gli era sembrato di sentire il suo nome, nei loro discorsi.
Ma aveva preferito non pensarci.
Per adesso l’unica cosa che voleva davvero fare era recitare.
Per questo, quando il prof, alla fine della lezione gli chiese: “Ehi Beck, ho finito ieri di vedere i provini per lo spettacolo del semestre. Ti andrebbe di provare la parte del protagonista?”, esplose di gioia. Non vedeva veramente l’ora.
Poi Sikowiz, fattosi più vicino, gli sussurrò: “Sai, nessuno mi ha convinto davvero…”- e gli fece l’occhilino.
Si vedeva da lontano che era stato informato dell’accaduto. Forse non proprio nei dettagli, ma sapeva eccome.
Era piacevole il modo in cui cercava di tenere alto il morale di Beck.
Lui gli era davvero riconoscente.
 
“Ma certo!”- esclamò il ragazzo.
“Bene! Ecco il copione!”- disse Sikowiz, porgendogli una pila di fogli tutti stopicciati.
“Ehm… posso provare adesso?”
Il professore rimase un attimo interdetto. Poi gridò: “Questo è lo spirito giusto! Ma certo, prego ti cedo il palco, emozionaci con il monologo a pagina 13!”
I due si scambiarono di posto.
Beck scorse velocemente quelle righe, e subito visualizzò la scena nella sua mente.
Ce l’aveva nel sangue, la recitazione.
Inutile dire che il monologo uscì fuori benissimo.
 

“Adoro il fatto che, dopo aver passato una giornata con te, possa ancora sentire il tuo profumo sui miei vestiti. E adoro il fatto che tu sia l’ultima persona con la quale voglio parlare prima di addormentarmi la notte. Non è che mi senta solo, e non c’entra il fatto che sia Capodanno. Sono venuto qui stasera perchè quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il prima possibile.”

L’applauso fu inevitabile.
 
“Allora ragazzi…”
“Oh Beck, sei stato fantastico! Avrai sicuramente ottenuto la parte!”- esclamò Tori, una volta fuori dall’aula.
“Oh beh, sarebbe fantastico… Ma…”- fece lui.
“Ma cosa?!”- fece André, già super agitato. Non aveva proprio voglia di mettersi a discutare con Beck per la storia di Jade, adesso che sembrava aver raggiunto una fase di equilibrio.
Ma purtroppo…
“Sbaglio o ho sentito il mio nome pronunciato almeno una decina di volte da voi, prima in classe?”
“Ehm… certo, stavamo parlando della tua performance di poco fa…”- mormorò André, ormai tutto sudato per l’agitazione.
Poi sentì una gomitata di Tori arrivargli alle costole.
Lei si affrettò ad aggiungere: “Sì beh, ma io e André stavamo parlando anche di un’altra cosa… non è vero?”
“Ah sì, e che cos’è?”- disse Beck.
André sarebbe voluto scappare, pur di non pronunciare quel nome.
Tori, di conseguenza, fu costretta a caversela da sola: “Beh vedi… ieri sono stata all’ospedale.”
Il ragazzo si rabbuiò un poco: “Continua”- disse.
“Jade viene dimessa domani pomeriggio, pensavo che…”
“Come domani pomeriggio?! E dove pensa di andare? A casa?”- Beck parlò senza pensare. Subito infatti si morse la lingua e rimase in silenzio.
“No, ha detto che va a stare da Cat. E probabilmente tornerà a scuola lunedì, o martedì.”- disse Tori, spiazzata dalla reazione dell’amico.
“Sì, tutto molto bello, ma che c’entro io?”- Beck tentò di darsi un tono, maledicendosi mentalmente per aver perso il controllo, anche se solo per pochi secondi.
Ma quando si trattava di Jade, era difficile recitare.
“Beh pensavo che… domani potresti andare all’ospedale con Cat, no?”
Lui non rispose.
Il mondo cominciava lentamente a cadergli addosso. Di nuovo.
Non voleva, non poteva permetterselo.
Decise di andare fuori, a prendere un po’ d’aria, a riflettere.
O forse per scappare.
Da quel nome, che gli portava alla mente tante, troppe cose.
Perché non riuscivano a capirlo? Lui voleva semplicemente tornare alla normalità.
Già, normalità.
In quel momento capì come questo fosse impossibile.
Aveva scelto di evitare il dolore, di ignorare il problema.
E cioè, detto in quattro semplici lettere, Jade.
E questo comportava di non tornare mai più alla normalità.
Poiché lei ne faceva parte.
 
“Beck! Beck!”- gli urlò Tori.
Lui si voltò, con un misto di stanchezza e frustrazione sul volto.
“Promettimi che ci penserai, ti prego”- disse Tori, avvilita.
Per tutta risposta lui fece un cenno del capo, in segno di assenso.
Poi sparì in cortile.
Tori e André sospirarono.
La loro missione si rivelava più ardua del previsto.
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Sì, lo so è un po’ corto… ma diciamo che è solo un capitolo di passaggio, il bello deve ancora arrivare…!
Comunque mi piacerebbe sapere che ne pensate… È davvero troppo cosrto?
Attenderò il vostro parere ;)
Per adesso un bacione…
A presto!
Mel
   
 
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