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Autore: S O N I A    03/05/2014    1 recensioni
Ci sono situazioni che i tuoi genitori ti hanno insegnato ad affrontare, momenti in cui puoi semplicemente chiedere aiuto per risolvere un problema, volte in cui si può lottare per raggiungere un obbiettivo.
Ma che fare quando non puoi permetterti di fidarti degli altri? Quando ogni secondo può essere l'ultimo? Quando lotti con tutto te stesso senza sapere dove tutto questo ti porterà?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un incontro inaspettato
I passi di Cristina riecheggiavano tutt'attorno interrompendo l'inquietante silenzio che permeava da ogni angolo.
Da quando era riuscita a fuggire dalla stanza in bianco quella quiete era stata l'unica cosa che aveva trovato;
non c'era stata traccia di sua madre né dei suoi rapitori, si era ritrovata di nuovo completamente e maledettamente sola.
Quando aveva scoperto che non c'era nessuno pronto ad aggredirla difronte alla botola, aveva fatto l'unica cosa che poteva fare: vedere dove potesse portare quell'androne oscuro, che adesso stava percorrendo.
Così, aveva preso la torcia posta alla parete di fronte a lei, unica fonte di luce, e aveva cominciato a percorrerlo.
Stava camminando da un paio di ore ormai e cominciò a chiedersi se quel passaggio avesse davvero una fine.
Si fermò e si appoggiò contro il muro per riposare qualche minuto e per decidere sul da farsi.
Ho solo due possibilità a questo punto:
  • Tornare indietro e rifugiarmi di nuovo in quella strana stanza.
  • Continuare a camminare nella speranza di trovare un'uscita.
Scosse la testa infastidita dai suoi stessi pensieri; com'era possibile prendere in considerazione di tornare indietro? No, la verità era che l'unica cosa che poteva fare era andare avanti, anche se questo avesse significato camminare per giorni, anche se questo avesse significato morire prima di trovare una via di fuga.
Se non fosse riuscita nel suo intento, sarebbe morta provando.
Forse andando avanti sarebbe riuscita a trovare sua madre, si disse poco convinta.
Si staccò dal muro e ricominciò a camminare.
Non capisco. Com'è possibile che abbia sentito così chiaramente la voce di mia madre, come se fosse a pochi metri da me, per poi scoprire che in realtà di lei non c'era la minima traccia?
Che fosse un'allucinazione dettata dalla disperazione del momento?
È plausibile, e tuttavia sembrava tutto così reale...
Cristina si portò la mano libera intorno al corpo in un improvviso attacco di freddo.
Era strano, in fondo era vestita con abiti relativamente pesanti: un paio di blue jeans, una felpa nera e i suoi stivali preferiti; senza contare che aveva ancora in mano la torcia.
I suoi lunghi capelli corvini cominciarono a ondeggiare dietro la sua schiena quando un'improvvisa ondata d'aria fresca la colpì.
Vento...quello era vento.
Con il cuore colmo di speranza cominciò a correre, e mano a mano che avanzava percepiva sempre più cose: odore di terra e di alberi, la freschezza dell'aria e anche un vago sentore di pioggia.
I passi si fecero sempre più frenetici, il respiro più corto, il battito del cuore sempre più veloce, tanto che pensò che le stesse per uscire dalla gabbia toracica.
Girò una curva particolarmente lunga e poi..
si immobilizzò.
C'era un'enorme apertura dai contorni irregolari nel muro davanti a lei, quasi come se qualcuno avesse buttato giù la parate a furia di martellate.
Cristina, più allerta che mai, si chinò e raccolse uno dei frammenti che erano sparsi per terra e con passo incerto oltrepassò l'apertura.
Si ritrovò in una...foresta?
Era completamente circondata da alberi, cespugli e tantissimi e meravigliosi fiori selvatici ma...
non erano normali, c'era qualcosa di davvero strano in quel posto.
Doveva andarsene da lì...subito.
<< Ciao >> al suono di quella voce infantile Cristina trasalì.
Si girò di scatto brandendo il frammento appuntito, ma quando vide chi aveva davanti, il suo braccio, già pronto ad attaccare un possibile nemico, si abbassò all'improvviso pesante.
« Fede?» disse con una voce che non le parve la sua.
So che questo bambino non può essere lui, eppure...
E' identico a mio fratello.
I suoi occhi si riempirono di lacrime « Federico s-sei davvero tu?» .
   
 
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