Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Ramiza    23/07/2008    4 recensioni
Sono i suoni che le corde vocali di rifiutano di far vibrare e il cervello si rifiuta di trasformare in parole, sono quelle che la bocca non vuol saperne di scandire. Questa è la storia di un uomo e di tutte queste parole, di gesti che non corrispondono mai ai pensieri, e di pensieri che raramente si trasformano in fatti. Questa è la storia di come il mondo vede quest'uomo e di tutto quello che quest'uomo nasconde al mondo. CAPITOLO RIVELAZIONE!!!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha, Tenten
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Gli inizi-
TENTEN


E' una giornata nuvolosa di aprile. Domenica.

I compiti, come al solito, li ho finiti da un pezzo.

Ho anche finito di leggere le Heroides, di Ovidio, un autentico capolavoro della letteratura. Adesso, comunque, mi sento svuotata. Mi succede sempre così quando finisco un libro veramente bello, è come se mi venisse improvvisamente a mancare qualcosa. Tutto il resto mi sembra banale e quasi inutile.

E adesso cosa faccio?, mi chiedo.

Mi infilo la giacca e scendo le scale.

«Vado a fare due passi» dico a mia madre

«Stai attenta» mi risponde.


Bene.

Questo è l'inizio di quella giornata.

Cos'ha di particolare quella giornata è una cosa che vi racconterò tra poco, prima suppongo però che vogliate sapere qualcosa di chi sta scrivendo, almeno per farvi un'idea di chi sono e di come potranno evolversi gli avvenimenti che mi riguardano.

Mi chiamo Tenten Amano e ho 14 anni. Sto finendo il mio primo anno di superiori e vivo a Pisa, con mia madre. I miei genitori, che si chiamano Anna e Fabio, sono divorziati, ma forse questo non è importante, vanno d'accordo e si vedono di tanto in tanto. Sono figlia unica. Mia madre è un tipo iperattivo, si fida di me (effettivamente sono una ragazzina affidabile) e mi permette di fare praticamente tutto quello che voglio, così, per esempio, mi basta dirle «vado a fare due passi», senza nemmeno specificare dove sono diretta. Di questo le sono grata, anche in considerazione del fatto che ho amiche a cui non è permesso mettere il naso fuori di casa.

Per come la vedo io, mia madre, che ha fatto il 68, ha nel dna un certo rifiuto dell'autorità che si è poi trasmesso anche nel modo di educare me (devo ammettere che, per quando io sia acuta e intelligente, questa idea non è tutta farina del mio sacco. Una volta ho sentito un amico di mio padre dire «noi del 68 abbiamo confuso l'autoritarismo con l'autorità e ora ne paghiamo le conseguenze. È colpa nostra se i nostri figli vanno a scuola e fanno cose che noi non ci saremmo mai sognati di fare, sputano fuori dalla finestra e rispondono alle professoresse»).

Ora, io non sono affatto questo tipo di persona. Tutt'altro. Sono tranquilla e molto pacata, lo vedrete con il proseguire della storia. Mio padre mi chiama “il suo angelo” e dice che avrei fatto bella figura anche a Versailles. Rido spesso, non mi arrabbio quasi mai e urlo pochissimo. È difficile che mi offenda. In compenso, per elencare i miei principali difetti, sono perfezionista fino alla nausea, molto puntigliosa («vuoi sempre mettere i puntini sulle i» dice mia madre che i puntini sulle i non li ha mai visti), parlo solo se trovo interessante la persona che ho davanti e credo anche di essere intellettualmente un po' snob (sto cercando di migliorare, almeno su questo). Mi piace leggere, come avrete intuito. Leggo continuamente, voracemente, talvolta rabbiosamente tutto quello che mi passa per le mani e quando comincio a leggere il mondo smette di esistere.

Sto finendo la prima superiore e sono iscritta all'istituto d'arte. Magari non sono un genio ma ho tutti voti abbastanza alti, compresa matematica, cosa di cui vado molto fiera dal momento che, a parte Sakura, sono l'unica della mia classe.

Questo giusto per darvi un'idea di chi sta scrivendo.

La cosa importante, tuttavia, non sono io.

La cosa importante è quella domenica nuvolosa di aprile.

Cammino.

Accendo la mia pennina mp3 (mia madre si è rifiutata di comprarmi l'I-pod per un suo deciso odio nei confronti delle marche e del «monopolio dell'informatica, vale a dire di internet, vale a dire dell'informazione») e ascolto la musica.

Mi fermo incuriosita da un camion dei traslochi, parcheggiato davanti alla villa che una volta apparteneva a dei conti, ora disabitata. Ci sono anche degli operai.

Vi ho detto che sono estremamente paziente, amo stare per conto mio, mi piace osservare quello che mi accade intorno, così mi siedo sul muretto lì accanto, decisa a seguire le operazioni.

Dopo circa un'ora arriva alla villa una grossa limousine.

Saranno i conti?, mi chiedo.

Scende un autista in livrea e apre la porta dietro. Scendono, nell'ordine, un uomo in completo grigio, una signora in tailleur rosa pesca, che prende il braccio dell'uomo, una ragazzina che potrebbe avere la mia età, un ragazzo forse poco più grande di me, una bambina di circa dieci anni.

Sono tutti eleganti, anche i tre ragazzi, mia madre direbbe, con un certo orgoglio proletario, che hanno addosso all'incirca quello che noi abbiamo in banca.

C'è qualcosa però che mi colpisce più dei loro vestiti, qualcosa che non so come spiegare, una sensazione strana che mi rende triste. Non so darle un nome.

Quando sento la voce allegra di mio padre che si sporge dal finestrino mi riscuoto da quel torpore.

«Angelo!» mi chiama. Gli sorrido.

«Prendi un po' di fresco?» mi chiede

«Guardavo loro» rispondo. Li guarda anche lui.

«I rampolli degli Hyuuga» mi dice «una delle famiglie più ricca della città».


Quella volta non gli ho parlato.

Ma quella nuvolosa giornata di aprile, poche settimane prima del mio quindicesimo compleanno, ho visto per la prima volta la persona che avrebbe segnato, con la sua presenza o con la sua assenza, molti, moltissimi anni della mia vita.




Beh, come avete visto qui c'è stato un salto temporale all'indietro.

Spero risulti chiaro, comunque si farà tutto più semplice andando avanti.


Grazie a tutti i lettori e naturalmente a

Uki: quali perché ti sei fatta? Scrivi, scrivi, che magari mi dai qualche idea.

celiane4ever: cercherò di stupirvi!!! Prometto.

Pikkola Rin: che bello rivederti qui...mi mancano un po' le tue recensioni sul Segno (giuro, io tifo sempre per Neji-Ten, vedrai...). Qui non ci sono risposte a cosa abbia fatto Neji per fare scappare Ten, ma arriveranno...arriveranno.


Arrivederci a presto!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ramiza