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Autore: sku    23/07/2008    1 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. Leian annaspava in cerca dell'aria che la stretta della bestia impediva arrivasse ai suoi polmoni. "Non voglio morire..."
Improvvisamente la presa attorno al suo collo si allentò e lei cadde a terra tossendo. Guardò in alto e vide la spada di Dreiden trapassare il corpo della bestia da parte a parte. La bestia li osservò con stupore poi Dreiden estrasse la spada e un liquido nero sgorgò dalla ferita. L'uomo con le ultime forze rimastegli portò la bestia al muro e la buttò oltre, nel fiume di fango sottostante.
Dreiden si avvicinò alla ragazza e la aiutò ad alzarsi in piedi e sorreggendosi a vicenda si avviarono nei corridoi della fortezza, un percorso che sembrò loro infinito.
- Cosa state facendo qui? Voi dovreste essere a letto, giovane elfa. - La voce autoritaria di Hardel fece alzare loro gli occhi. - e voi... - il suo sguardo clinico percorse il corpo di Dreiden - ... a giudicare dalle ferite, voi dovreste essere in infermeria, giovane uomo. -
- Non è grave come sembra... - non voleva che quella donna di ghiaccio si occupasse di lui.
- Non sta a voi deciderlo, l'infermeria però è piena... -
Leian aveva notato l'imbarazzo di Dreiden e decide di aiutarlo - Può venire nella mia stanza e io posso occuparmi delle sue ferite, sono abbastanza pratica. -
Hardel valutò la ragazza poi con un sospiro disse:- Va bene, manderò qualcuno con l'occorrente, adesso è meglio che vada. La frana ci ha salvato ma ci sono stati molti feriti lo stesso. - Si allontanò a passo veloce e i due malconci si diressero verso la stanza, dove Leian fece sdraiare sul letto l'uomo.
- Non ce n'è bisogno... - protestò lui.
- Non sta a voi deciderlo... - gli rispose imitando la voce di Hardel. Bussarono alla porta e Leian prese l'occorrente.
- Ti laverò le ferite, poi suturerò quelle più pericolose e se riesco ti farò un impacco con delle medicine che... - cercò il suo zaino e ne estrasse dei piccoli sacchetti con dei simboli.
- Sei sicura di quello che fai? -
Lo sguardo di disapprovazione dell'elfa lo fece sorridere - Se non bastasse il fatto di aver viaggiato per anni con Allanon, siamo stati anche dagli Stor dove ho imparato un sacco di cose molto interessanti... e se metti in dubbio ancora una volta le mie capacità userò quello che ho imparato sulle piante per ucciderti senza lasciare traccia. - lo minacciò.
- Per quello ti basterebbe la tua magia... - mormorò lui.
Leian non rispose e si mise all'opera.
- Avresti dovuto dirmi della magia. - Lei scosse la testa e il suo viso si rabbuiò.
Leian finì la medicazione in poco tempo e lo bendò, poi si occupò delle ferite più superficiale e pulì il viso dell'uomo con un panno. - Questo potrei farlo da solo. - protestò. Leian si strinse nelle spalle e mise in ordine quello che aveva usato.
- Non mi dirai che sei venuta fino alla torre e mi hai medicato a piedi nudi? - esclamò l'uomo accorgendosene solo in quel momento. - Adesso sdraiati, sarai stanca. -
La ragazza si lavò i piedi e il viso poi si coricò sul letto. Dreiden era indeciso se andarsene o meno poi decise di restare e portò la poltrona più vicina al letto.
- Perché non  mi hai detto della magia? -
- Tutti hanno dei segreti, anche tu immagino. - Il volto dell'uomo divenne inespressivo. - Non mi piace che si sappia del mio dono, è pericoloso. Le bestie vogliono la magia e non sono gli unici. Le persone ne hanno paura e diffidano da chi la usa. Anche tu mi hai guardata in modo diverso quando l'hai scoperto. -
- Mi dispiace... - mormorò.
- Non devi, la gente è così, teme quello che non conosce. -
- Ma è come la magia di Allanon? - era incuriosito.
- No, la mia è magia innata. Il druido ha detto che è la magia degli Elfi che ritorna dopo millenni. Nessuno sa perché. - Si guardò le mani poggiate in grembo, sentiva un senso di liberazione mentre parlava con qualcuno del suo segreto. Ma Dreiden fraintese lo sguardo.
- Non volevo essere invadente, non devi rispondermi se non vuoi. - Lo sguardo verde della donna si poggiò su di lui.
- A dir la verità mi piace poterne parlare con qualcuno, i miei genitori adottivi non amavano molto l'argomento e Allanon... beh, lo sai com'è Allanon... Te lo dirò al momento giusto! - rise. - Cosa vuoi sapere? -
- Cosa fa la tua magia? -
- Comando l'acqua, fa quello che voglio, posso parlarle in un certo senso. Posso fare molte cose. -
- Ecco perché abbiamo sempre trovato da bere durante il viaggio. - Rimase sovrappensiero per qualche attimo - La frana è stata opera tua? -
Lei annuì e si rattristò - Ho fatto quello che dovevo, ma mi sento in colpa... -
- Non dovresti, hai salvato delle vite. -
- Ma tante le ho spezzate. Ed è stata una lotta impari, sleale -
Dreiden non rispose e la fissò, la stanchezza lo assaliva e avrebbe voluto chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno.
- Grazie. - gli disse Leian.
- Per cosa? -
- Per avermi salvata dalla bestia... e per avermi ascoltato. -
Leian si sedette sul letto posando i piedi a terra e mise le mani sulle ginocchia dell'uomo e lo fissò negli occhi. Si avvicinò a lui e lo baciò con dolcezza sulle labbra. Dreiden inspirò l'odore della pelle della ragazza e le mise le mani ai lati della testa, approfondendo quel bacio, giocando con la sua lingua, senza capire più niente.
- Vuoi dormire qui? - gli chiese sussurrando. Dreiden rimase interdetto vedendola coricarsi vicino alla parete e indicandogli lo spazio creatosi. - Non aver paura di me, non ho intenzione di approfittare di te! - lo prese in giro. Dreiden sorrise e si tolse i vestiti sporchi di sangue. Si coricò accanto alla ragazza che si accoccolò molto vicino.
- Grazie, buona notte. -
- Buonanotte Leian. - Dreiden si addormentò all'istante. Leian ascoltò il suo respiro regolare e si sentì al sicuro come poche altre volte.

- Saraia... - La bambina chiamava a bassa voce ferma sulla soglia della camera.
- Leian, cosa ci fai qui? E' tardi. - le rispose alzandosi e inginocchiandosi vicino a lei. La bimba aveva pianto e gli occhi rossi le fecero tenerezza. Aveva pianto tanto da quando era arrivata sei mesi prima, diffidente e impaurita.
- Ho fatto un brutto sogno... - La voce della piccola era tremolante. Anche Flick si alzò e seduto sul letto le ascoltava. - C'era un grosso uomo nero che mi voleva prendere, aveva le mani lunghe e le unghie come i gatti e mi rincorreva e poi qualcuno urlava e io piangevo... - La piccola Leian aveva ripreso a piangere e il suo corpo era scosso dai singhiozzi. >Saraia la abbracciò - E' solo un brutto sogno... -
- Ho paura e se poi torna e mi raggiunge? -
Flick chiamò la moglie e si guardarono per un momento comprendendosi all'istante.
- Vuoi dormire con noi? - Saraia temeva che si rifiutasse, non si era ancora abituata all'idea che avrebbe vissuto con loro, che avrebbero sostituito i suoi genitori.
La bambina li guardò e annuì asciugandosi le lacrime. Si coricò stringendo la mano della donna mentre Flick le accarezzava i capelli. Leian si sentì protetta finalmente e si addormentò.

Un raggio di sole colpiva il viso della ragazza ancora addormentata, Dreiden la fissò imprimendosi nella mente i suoi lineamenti elfici, la pelle abbronzata, le labbra dischiuse, le ciglia imbiondite dal sole. Era bella. Ed era pericolosa, quello che aveva fatto la sera prima era enorme e spaventoso, qualcosa al di sopra delle sue capacità di comprensione. Si chiese cosa avesse provato a scatenare quel disastro. Sapeva che si sentiva in colpa ma c'era qualcosa di più.
Leian si mosse e si avvicinò a lui ancora di più, così che poté sentire il calore del suo corpo a contatto col proprio. La camicia da notte che indossava rivelava anche troppo e lui distolse gli occhi imbarazzato ed eccitato. Scivolò con lo sguardo lungo le braccia fino ai polsi e si chiese il perché di quelle fasce che non le aveva mai visto togliere, mai neanche quando era caduta nel fiume. Doveva assolutamente ricordarsi che era pericolosa e che forse Allanon non avrebbe gradito tutta la confidenza che si era instaurata con la sua protetta. Il pensiero di quello che il druido avrebbe potuto fargli lo terrorizzò non poco. Doveva alzarsi, doveva andarsene da quel letto, eppure non riusciva, si sentiva incatenato a lei. "Che mi abbia stregato?" Scacciò quel pensiero in fretta. Leian non era così. Non poteva essere così, non voleva crederlo. "Cosa mi sta succedendo, sto impazzendo?"
- Buongiorno. - lo salutò con la voce ancora piena di sonno.
- Ti ho svegliata? -
- No, non preoccuparti. Ho dormito abbastanza. E tu? -
"Ho dormito magnificamente." - Non dormirò mai più vicino a te! -
- Perché? - Lo guardò con perplessità e forse, Dreiden non ne era sicuro, con delusione.
- Stanotte mi ha tirato un sacco di calci! E' una tortura dormire con te! - rise e vide l'espressione dell'elfa rasserenarsi.
- Tu russi invece. -
- Non è vero, stai mentendo per ripicca. -
- No! - Cominciò a fargli il solletico e lui cercò di bloccarla ma la ragazza era molto veloce. Finirono l'uno sull'altra, occhi negli occhi, le bocche a pochi centimetri di distanza, il respiro affannoso. Dreiden sentiva che quell'improvvisa attività aveva messo a dura prova le sue ferite ma il dolore che avvertiva era soffocato dal desiderio per la ragazza. Avvicinò la bocca a quella di lei e la baciò con foga.
Qualcuno bussò alla porta interrompendoli. Dreiden si alzò di scatto trattenendo a stento un grido di dolore e si vestì rapidamente mentre Leian si copriva con le lenzuola.
- Avanti. -
Hardel entrò con un vassoio con tutto l'occorrente per le medicazioni. - Non vi ho trovato in camera vostra ed ho immaginato che foste qui. - disse con finta noncuranza - Se volete seguirmi in infermeria mi occuperò delle vostre ferite. - Dreiden era riluttante ma non poteva rifiutarsi e annuì.
- Bene, allora aspettatemi qui fuori mentre mi occupo della giovane. -
- Ma io sto bene! - protestò l'elfa.
- Questo non sta a voi deciderlo. -
Dreiden rise e uscì chiudendo la porta sui tentativi della ragazza di ribellarsi.

Era passata una settimana e non avevano più subito attacchi da parte degli Gnomi. Dreiden e Leian decisero di partire per Culhaven, le strade erano libere e Allanon li stava già aspettando di sicuro. Salutarono e ringraziarono i Nani per l'ospitalità e le provviste e si offrirono di portare un messaggio per loro al consiglio degli Anziani.
Si incamminarono in una mattina di sole che rendeva impossibile credere che qualcosa di maligno incombesse su di loro. Ma le ferite di Dreiden in via di guarigione e i lividi sul collo di Leian erano lì a riportarli alla realtà, la loro guerra era appena iniziata.

***
Alaide: non importa se la recensione non è lunga, la tua frase "riesci a far vivere questa avventura in perfetto stile-Shannara" è un complimento che mi fa arrossire e gioire saltellando per tutta la casa!
sakura_kinomoto: ho aggiornato. Non capisco il tuo odio per Allanon, un personaggio così solare e pieno di simpatia! XD Spero che ti sia ripresa dall'infarto. Ah, complimenti per la poesia, Montale al tuo confronto non è nessuno...
Grazie anche a chi legge senza recensire.
A presto,
sku
  
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