Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Yumeji    04/05/2014    0 recensioni
"L'organizzazione per lo studio e la soppressione delle entità spiritiche apre le sue porte a un qualunque giovane abbastanza coraggioso e spavaldo da essere disposto a rischiare la vita (e la propria anima) per un lavoro part-time nella nostra società."
La famiglia Kuroko è maledetta, da secoli è indelebile sulla loro pelle il segno del demonio e non può essere cancellato. Neppure Tetsuya fa eccezione, ciò che nasconde appena sottopelle è destinato a logorarlo, ad annientarlo, di lui non rimarrà nulla, neppure un frammento d'anima.
Non è il tipo d'arrendersi, ma sa di non poter sottrarsi all'inevitabile.
"Inevitabile" non è però qualcosa che due teste calde come Aomine e Kagami riescano a comprendere cosi facilmente.
Non sono disposti ad accettare la fine di Tetsu (entrambi spinti dal medesimo sentimento), e saranno pronti a tutto pur di impedirlo! Persino a cadere nel tranello del diavolo...
Tra spiriti, battaglie, esseri mitologici e pazzoidi vari scopriremo se la forza dell'animo umano può davvero battere un fato scritto da secoli.
[Avvertenza: Questa FF è stata ispirata dal manga Ga-rei (non è però un crossover)]
p.s: per ovvi motivi non ho tradotto il titolo in italiano. Godetevela!
Genere: Avventura, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Cap 5 –

Per fortuna di tutti, degli effetti personali di Midorima soprattutto - poiché ci mancò davvero poco che Daiki cominciasse a cercar sfogo alla propria frustrazione su un qualunque oggetto fragile e costoso fosse a portata di mano -, Akashi non volle farsi attendere oltre e finalmente, poco dopo, si presentò alla porta del laboratorio dove i tre lo stavano aspettando.
Kagami aveva creduto che Aomine si sarebbe subito scontrato con il nuovo arrivato, tempestandolo di domande e forse arrivando anche a qualche atto di violenza. Per questo si stupì quando l’altro si limitò a salutarlo in tono freddo e distaccato, come volesse nascondere tutta l’irrequietezza che il suo ritardo gli aveva provocato, ma non gli ci volle molto per comprendere il comportamento del compagno. Bastò che anche Taiga desse una sola occhiata all’aspetto con cui Seijuro gli si mostrò di fronte, perché ogni intento omicida verso la sua persona - partorito da quel pomeriggio -, venisse represso ed estinto.
Il ragazzo rimaneva ancora sulla soglia, appoggiato alla porta quasi temesse che questa gli potesse cadere addosso se si fosse allontanato o, più semplicemente, non sentendosi molto sicuro sulle gambe. Uno sguardo lucido e la fronte imperlata di sudore (nota strana per lui anche nel caso avesse partecipato ad una maratone), tradivano il suo stato febbrile, profonde e scure occhiaie facevano invece intuire una forte mancanza di sonno, forse d’insonnia. Le guance gli si erano accese di un intenso e vivido rossore, molto vicino al colore dei suoi cappelli, i quali, solitamente sempre in ordine, quel giorno sembravano aver avuto una brutta avventura con il pettine, scombinati come se fosse finito in una centrifuga.
La giacca e la camicia che indossava erano stropicciare, la cravatta storta e mal annodata. Visto il modo in peccabile in cui Akashi era solito apparire, sempre molto esigente anche con i propri abiti, il presentarsi in un simile stato, con l’aspetto di qualcuno sopravvissuto per poco ad un ressa da stadio, era qualcosa di assolutamente inedito, imprevedibile. Entrambi i ragazzi rimasero scioccati da quella vista, Midorima un po’ meno, essendo ancora privo di occhiali e non potendo giudicare l’aspetto dell’altro, ma persino nel suo stato di quasi cecità totale poteva percepire che qualcosa nel rosso non andava.
Forse la situazione era più grave del previsto, pensò Aomine avvertendo una forte stizza fargli digrignare i denti e stringere i pugni. Se persino Seijuro si trovava in simili condizioni allora la faccenda era davvero grossa, non lo aveva mai visto tanto sfiancato, lui che tanto amava mostrarsi perfetto e intoccabile, non umano quasi. Avvertiva come il fatto di aver voluto abbandonare l’organizzazione fosse stato solo un atteggiamento stupido e infantile, dettato dalla sua incapacità di riflettere e dal senso di colpa - poiché per la seconda volta non era stato in grado di proteggere il proprio partner. Come suo solito si era comportato da egoista ottuso che pensava solo a se stesso, lo avrebbe probabilmente rimproverato a quel modo Momo e lui per una volta non avrebbe saputo darle torto, riconosceva il proprio errore. Aveva abbandonato la nave proprio quando era in procinto di affrontare una tempesta, come un qualsiasi codardo aveva rubato una scialuppa di salvataggio ed era fuggito per acque sicure, ignorando il fatto che, presto o tardi, le nuvole scure da cui scappava l’avrebbero comunque raggiunto.
Aomine era riuscito a rinchiudere quel mondo dietro la porta della propria stanza per due settimane, ora però la realtà lo richiamava a sé.
La tempesta, quella di cui Akashi portava già i segni, lo aveva trovato.

Tutti i presenti nella stanza erano ben a conoscenza del fatto che gli ultimi incidenti sismici a cui era stata soggetta l’intera regione non erano affatto di origine naturale, come i mass media li stavano spacciando al loro pubblico, bensì spirituale. Un enorme ammasso di miasma si era concentrato nel sottosuolo, ricoprendo un area vastissima che sembrava allargarsi ogni giorno di più, ed erano proprio questi ampliamenti improvvisi a cui la massa era soggetta a causare i terremoti.
Il miasma veniva creato dall’agglomerarsi di pensieri e sentimenti negati, essi attiravano un gran numero di spiriti, fantasmi, mostri che si cibavano di simili emozioni e che finivano con il produrne a loro volta.
Non appena era stata scoperta la vera natura di quei insoliti eventi sismici l’organizzazione era stata subito messa in allerta e, nonostante alcun cliente fosse giunto per chiedere il loro intervento, da giorni tutti gli uffici e laboratori erano in modalità “lavoro non-stop”. Per quanto si fosse compreso da che genere di energia fossero stati messi in moto quegli eventi, ancora nessuno sapeva cosa creasse quel mare di miasma, né come fermarlo. Alcuni credevano bastasse distruggerlo per risolvere il tutto, ma ciò avrebbe potuto portare ad un terremoto su vasta scala, a cui nulla sarebbe sopravvissuto. Altri ritenevano più sicuro e logico tentare di limitare la zona in cui si concentrava il miasma, cercando di ridurla a poco a poco, sino a quando non si fosse stati in gradi di arginarla del tutto. Quest’ultima però non si rivelava una vera e propria soluzione, visti i tempi estremamente lunghi a cui un simile progetto avrebbe portato e al fatto che ciò non avrebbe comunque eliminato del tutto il problema. Era una proposta basata solo su un tentativo di “limitare i danni”.
Com’era ovvio pensare ad Akashi nessuna delle due opzioni era andata troppo a genio, un perfezionista del suo calibro non poteva permettersi di agire in maniera tanto sconsiderata. A suo parere non erano ancora pronti per pianificare una controffensiva, sapevano ancora troppo poco su quel fenomeno per poter agire, dovevano prima trovare le giuste risposte e solo allora sarebbero stati in grado di stendere un piano degno di tale nome.Ed era seguendo quest’idea che il ragazzo aveva cominciato a dare tutto se stesso alla ricerca, arrivando persino a dimenticarsi di dormire, credendo di essere ormai ad un passo dalla soluzione.
Visto il ritmo estenuante e forsennato con cui viveva nell’ultimo periodo: scuola, laboratorio, scuola, laboratorio; in molti credevano fosse un miracolo che i suoi risultati scolastici non ne avessero per nulla risentito, ma per quanto esausto Akashi manteneva il proprio immenso orgoglio e quella perenne credenza di non poter mai perdere.
Eppure, anche lui riconosceva i propri limiti, e ora che era giunto ad un punto di svolta comprendeva di non poter andare avanti senza un aiuto. Aveva richiamato Kagami e Aomine proprio per quel motivo, solo loro due erano in grado di svolgere quel compito. Nessun’altro avrebbe accettato una missione simile, tremendamente stupida e disperata, ma nonostante questo Akashi aveva la netta sensazione che loro non l’avrebbero rifiutata. Era qualcosa che li riguardava da vicino, l’unico modo in cui avrebbero potuto rimediare ai propri errori.
L’ultima possibilità di riavere indietro ciò che credevano perso per sempre.

- Non è meglio se ti siedi? – domandò Aomine, in un moto di gentilezza assai stonato per la sua persona, solitamente tanto scostante e scontrosa, ma Seijuro sembrava sul punto di svenire, quindi una tale premura da parte sua era comprensibile.
- Grazie..- mormorò il rosso sedendosi sullo sgabello che l’altro gli aveva avvicinato, non trattenendo un sospiro stanco e frustrato quando finalmente ebbe modo di far riposare i muscoli, -… spero non badiate troppo al mio aspetto. Ultimamente il presidente non si sente molto bene e il lavoro d’amministrazione non fa che aumentare – fece, e a Taiga stupì la sua serietà e il modo in cui arrivava persino a scusarsi per la propria trascuratezza, per un momento si chiese se sarebbe mai divenuto un adulto anche solo minimamente simile a lui, ma conoscendosi lo dubitava.
- Avevo sentito delle voci sulla salute di ojiisan, ma credevo si trattasse di una semplice influenza – commentò Daiki rimanendogli affianco (per ogni evenienza), sembrava che anche il vero e unico nipote del boss dell’organizzazione avesse contratto un qualche virus.
- Infatti è così – gli confermò, - ma quel vecchio è tanto testardo da non dar retta a nessuno, ha continuato a lavora andando contro al parere dei medici, e adesso ci metterà un po’ a guarire… Si è dovuto quasi ammazzare di fatica prima di decidersi a riposare – si lamentò con quel tono seccato di chi nasconde una profonda preoccupazione, a qualcuno quel suo atteggiamento tanto scostante, che in realtà nascondeva un genuino affetto, avrebbe potuto far tenerezza.
- È a causa della malattia di ojiisan se ci hai chiamati Akashi? – intervenne Kagami andando dritto al punto, privo di un qualunque tatto come un toro infuriato dentro ad un negozio di porcellane, - Insomma, dubito che tu ci abbia voluti qui per del lavoro d’ufficio...- e faceva bene, perché piuttosto che affidare i preziosi documenti dell’organizzazione nelle loro mani, Seijuro avrebbe preferito farsi fare l’oroscopo da Midorima.
- Lo reputo altamente improbabile – ebbe difatti il sostegno dal ragazzo dai capelli verdi,
- Io dire impossibile – e dallo stesso Aomine.
- E difatti non vi ho cercati per un simile motivo, ci sono molte persone più affidabili di voi per un compito così delicato – fu la gratuita frecciatina che ricevettero, probabilmente lo avevano irritato non lasciandogli il tempo per parlare. Per quanto apparisse calmo e logico, il rosso proprio non sopportava l’essere ignorato. – Devo però avvertirvi che, sino a quando il presidente non si sarà ristabilito, io non posso accettare le vostre dimissioni –
- Ma non è solo questo, giusto? Altrimenti avresti potuto limitarti ad una telefonata – sorrise Aomine, un sorriso per nulla felice, colmo invece di sfida e arroganza, probabilmente lui già si immaginava ciò che stava per proporgli Akashi, cosa di cui Kagami, non conoscendo altrettanto bene il rosso, rimaneva all’oscuro.
- Non ti credevo cosi perspicace Aomine – ricambiò Seijuro assottigliando il proprio sguardo eterogeneo, scrutandolo intensamente, sembrava che le sue iridi rosso e oro rilucessero di una strano luce nel guardarlo. Quella stanchezza che gli sfigurava il volto sino ad un secondo prima era come scomparsa di colpo, dandogli modo di fronteggiare senza cedimento la sfrontatezza dell’altro. – Hai ragione: ho un compito per voi -

Alla fine quella piccola e anonima porta blindata, che sino a quel momento sia Kagami che Aomine avevano completamente ignorato, senza neppur accorgersi della sua esistenza, venne aperta. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa si celasse oltre quella soglia, tranne ovviamente Midorima, il quale nelle ultime due settimane aveva vegliato in gran segreto su ciò che essa conteneva. Il ragazzo aveva agito su ordine diretto di Seijuro promettendogli di non far parola ad altri su cosa vi fosse lì dentro, custodirlo era anche nel suo interesse, poiché mai si sarebbe perdonato se quel qualcosa che aveva deciso di proteggere fosse stato trovato da terzi. Shintaro poteva immaginare cosa comportasse tenere un segreto simile in un organizzazione come la loro, in cui ogni fattore anche solo lontanamente spiritico veniva catalogato e analizzato con i più moderni marchingegni; il licenziamento sarebbe stato solo la punta dell’iceberg, per quanto debole ojiisan manteneva ancora alcuni saldi contatti con persone di largo spessore, a solo 17 anni di vita l’esistenza di Midorima sarebbe stata rovinata per sempre.
- Che… che scherzo è questo? – fu Daiki il primo a reagire, il più rapido quando si trattava di accusare un colpo, mentre Kagami ancora rimaneva stralunato, incredulo. A bocca aperta e andatura malferma, simile ad un sonnambulo, compì senza rendersene conto quei pochi passi - solo cinque, - che lo separavano da quella sagoma che poteva intravedere semidistesa su un lettino dallo schienale rialzato. Non poteva crederci, ripeteva la sua mente, eppure il suo cuore esitava, desiderava poterlo fare.
Tutto a Taiga appariva in maniera così irreale, come se il suo sogno più profondo e recondito avesse deciso di prendere corpo per materializzarsi proprio lì, in quella stanza adibita a camera d’ospedale. Aveva bisogno di toccarlo, di sentirlo, doveva assicurarsi che non fosse una semplice illusione, un crudele scherzo orchestrato da Seijuro per chissà quale motivo. Si avvicinò quel tanto che bastava e gli appoggio una mano sulla guancia, la sua pelle era calda, sempre pallida ma calda. Ebbe un sussulto quando finalmente la sua mente riuscì ad elabora una simile visione, strappandolo da quello stato di muta meraviglia.
- Kuroko… - lo chiamò, forse solo per riprovare il piacere di pronunciare nuovamente il suo nome, una parte di lui ancora dubitava di quel miracolo, ma sul momento preferì farla tacere.
Kuroko era di fronte a lui, vivo, seppur non desse segno di volersi svegliare, e gli sembrava molto più reale di tutti gli incubi di cui gli si erano riempite le notti.

- Akashi, hai tre minuti – gli intimò Aomine in tono freddo, glaciale, staccando a fatica e con un certo dispiacere lo sguardo da Tetsuya, a così breve distanza da lui che, come Kagami stava già facendo, avrebbe potuto toccarlo. Però si trattene, ben consapevole di cosa significasse la presenza del ragazzo in un simile luogo (quando in realtà era stato dato per morto durante la loro ultima missione), Seijuro doveva aver nascosto la sua presenza alle alte sfere dell’organizzazione – alias: suo nonno. E questo comportava che il destino di Kuroko, anzi, quello di tutti i presenti nella stanza, essendo appena divenuti complici di qualunque piano avesse in mente il rosso, era in uno stato al quanto precario.
- Dimmi prima cosa vuoi sapere – il tono del ragazzo, e il suo sguardo eterogeneo, non tradivano alcun segno di nervosismo,
- Tu cosa credi? – si scaldò invece ancor di più Daiki, facendo un segno verso Tetsu, si sentiva preso in giro.
- In verità non è fatto insolito che il corpo di chi è stato posseduto dall’Inugami sopravviva dopo che la sua anima è già stata divorata – spiegò, ma nessuno si sarebbe preso la briga di sistemare tutte quelle apparecchiature (assai delicate e costose) in una ben misera stanza solo per prendersi cura di un morto,
- Che cos’ha Tetsu di diverso? –
- Midorima, continua tu – chiamò Seijuro, ritenendo che l’altro fosse più adatto per dare una spiegazione, infondo era quello tra loro più pratico quando si parlava di lavoro in laboratorio e di medicina. Era l’ambito di sua competenza, e nessuno poteva mettere in dubbio le sue capacità, altrimenti, il rosso non si sarebbe mai affidato a lui per la custodia di Kuroko.
- All’inizio, era per puro scrupolo se Akashi ha portato qui Kuroko – ammise Midorima, sistemandosi gli occhiali con la mano sinistra, aveva ancora l’abitudine di fasciarsi le punte delle dita, - E credo che tutti qui possiamo capirlo, lasciare il proprio compagno morire in una fogna è qualcosa di vergognoso, per quanto sia destinato comunque alla morte, gli si vuole donare una fine dignitosa. Purtroppo ojiisan, con i problemi finanziari che abbiamo, gli avrebbe negato un simile favore e, anzi, probabilmente avrebbe cercato di accelerare il processo di “frammentazione della materia” da cui era stato colpito Kuroko –
- Aspe..! Cos’è che aveva Kuroko? – lo interruppe Kagami, si era voltato verso i tre quando gli era sembrato che il discorso si fosse fatto serio, ma rimaneva comunque al fianco del ragazzo addormentato.
Ora che lo aveva ritrovato faticava a staccarsene.
- La “frammentazione della materia” è ciò che colpisce il corpo di un posseduto quando l’entità che lo possiede ne ha logorato a tal punto l’anima da diventare troppo grande per essa. Insomma, il momento in cui lo spirito, il demone o la qualche-si-voglia-cosa diventa più forte del suo contenitore – gli spiegò Midorima,
- Questo è accaduto a Tetsu quando ha sfruttato quel poco di energia spirituale che gli era rimasta per evocare l’Inugami. Allora la sua anima è stata divorata e il corpo, vinto dal potere immenso di quello spirito cane, ha cominciato a disfarsi, giusto?.. - si intromise Daiki, - Ciò che non mi convince è quell’”era”…- l'incalzò cercando il tranello nel quale Akashi prevedeva di farli cadere, perché era certo che il rosso avesse già steso la sua tela, pronto a catturarli come insetti nella carta moschicida.
Difficilmente credeva a tutto quel buonismo con cui Shintaro aveva aperto il suo discorso, era un azione troppo “umana" per qualcuno che da sempre tentava di liberarsi della propria umanità.
- Qualche giorno fa abbiamo potuto appurare che la distruzione delle cellule, a livello molecolare, è cessata. Ci sono ancora delle fratture nelle ossa delle gambe e lacerazioni della pelle, ma tutto sommato sono eventi di poco conto, come se avesse avuto una brutta caduta dalle scale – a quel punto Seijuro si fece avanti, facendo tacere il più alto con un gesto disinvolto della mano.
Concluse le spiegazioni toccava di nuovo a lui parlare:
- In pratica, il corpo di Tetsuya non è più in pericolo di vita – e per un breve momento vi fu il più totale silenzio, rotto solo dall'incessante bip del macchinario per il monitoraggio cardiaco.
- Però la sua anim…- sussurrò Kagami non sapendo se gioire a quelle parole, poiché sapeva di stringere la mano di un involucro vuoto,
- La sua anima è stata distrutta. Per quanto il corpo fisico sia vivo, senza lo spirito che lo riempiva Tetsu non si risveglierà – come sempre Daiki era il primo a reagire quando si trattava di notizie scomode, e fu tanta la rabbia che lo pervase in quella manciata di secondi, simile ad una violenta scossa elettrica, che gli fu impossibile trattenersi. Veloce si gettò sul rosso, afferrandolo per il bavero della giacca, già leggermente sgualcita, sollevandolo da terra di tutto il suo peso (non molto in realtà), lasciandolo solo con la punta dei piedi a sfiorare il pavimento.
- C’è attività celebrale – non si scompose Akashi, sfidando fiero lo sguardo da belva di Aomine,
- Che..?- allentò lui la presa, interdetto, non sapendo dove quel discorso sarebbe andato a parare.
- In questo preciso momento, la mente di Tetsuya sta sognando – lo colse in fallo, facendogli perdere del tutto la presa su di lui.
No, questo non se lo aspettava.

- N-non è una cosa possibile... - si ritrovò a balbettare il grande e forte Aomine, inciampando sulle proprie parole come colpito da una bastonata in pieno volto.
C'erano eventi che nessuno poteva superare completamente integro, dopo aver creduto per ben due settimane alla morte di Kuroko, scoprire il contrario, con possibilità vere, reali che non fosse tutto solo una semplice illusione, era per lui come essere investito da un tir.
- Cos'è che collega l'anima al corpo? Quel che lega ciò che è astratto (anima), con il concreto (corpo fisico)  - gli chiese Akashi, cercando nella logica di una simile domanda di riportare indietro anche l'autocontrollo di Daiki. Il ragazzo dalla pelle bronzea lo aveva finalmente lasciato, ma non sapeva quando avrebbe potuto avere un altro attacco d'ira, e dubitava che se la sarebbe cavata anche una seconda volta.
Se possibile voleva assolutamente evitarsi un pugno in faccia.
- ... - per un momento sembrò sul serio che Aomine vi stesse pensando, ma non gli serviva farlo, la risposta la conosceva; il silenzio in cui cadde servì solo al suo cervello per elaborare le informazioni che faticava ad accettare, a credere veritiere.
Ancora sospettava? Certo, da come Akashi gliel’aveva presentata era tutto troppo perfetto, doveva esserci una fregatura. Il mancato risveglio di Tetsu lo metteva in allarme.
Le risposte ai suoi dubbi le avrebbe però ottenute solo seguendo il percorso impostogli dal rosso, doveva accettare di divenirne una pedina prima di potersene liberare.
- La mente - si decise a rispondere, si era schiarito le idee ritrovando una sorta di calma, non molto stabile a dirla tutta (ma lui non era mai stato una persona tranquilla).  Aveva deciso cosa fare. - … essa impedisce all'anima di separarsi dal corpo. Nel caso venisse danneggiata si ha la morte celebrale, l'anima crede di essere morta e abbandona il corpo; nel caso sia invece il corpo a morire, ma la mente non se ne dovesse accorgere (per un qualche motivo, come ad esempio una morte violenta e/o improvvisa), si creano quelli che comunemente vengono definiti "fantasmi", esseri incorporei composti di sola anima e della mente, che li tiene ancorati a questo mondo - ripeté la lezione radicata in lui sin nel profondo, dal giorno in cui una mocciosa dai capelli rosa di circa otto anni gli aveva sbattuto un volume di duemila pagine sulla nuca.
- Non esistono casi in cui sia l'anima a morire? -
- No, non naturalmente almeno. La morte dell'anima avviene a causa di una possessione, l’entità maligna divora lo spirito dell’ospite, ecc... Questo avrebbe dovuto essere il caso di Tetsu -
- Ma non è andata esattamente cosi - confermò ciò che Kagami e Aomine avevano già intuito da un po'.
- A..anche una parte dell'anima di Kuroko si è salvata? - intervenne Taiga all'improvviso - dovendo alzare il tono della voce per attirare l'attenzione - , faticava ad entrare nel discorso, trovando l'atmosfera da cui erano avvolti Akashi e Daiki come una cortina scura ed impenetrabile. Una sottile ma vibrante minaccia aleggiava trai due, come due animali feroci pronti ad azzannarsi a vicenda.
- No, se fosse sopravvissuto solo una parte allora per lui non ci sarebbe comunque nulla da fare… è però vero che la sua anima è stata fatta a brandelli - gli rispose Midorima, il quale si sentiva nello stesso modo di Kagami: fuori posto, quasi si fossero trasformati entrambi in elementi superflui dell’arredo.
- Ogni frammento da cui era composta la sua anima è ancora vivo. Ho indovinato? E questo che esitavi tanto a dirci Seijuro? - intuì Aomine, trovando conferma nello sguardo compiaciuto dell’interessato.
- Se è cosi allora... se ci fosse un modo per ricomporla - cominciò a ragionare Taiga, intravedendo un barlume di speranza dietro quel corpo vuoto di fronte a se, parve  però sbiancare di colpo nel parlare, un pensiero simile avrebbe fatto esitare chiunque. Era come se avessero ottenuto la possibilità di riportare indietro un morto - per quanto in realtà morto non fosse- , qualcosa che pareva troppo grande per loro mani, ma a cui non avrebbero rinunciato per nulla al mondo. Anche se il prezzo da pagare fosse stato inimicarsi dio stesso.
- C’è una forte probabilità che Tetsuya si risvegli - concluse per lui Akashi, una faccia da poker che non tradiva neppure uno dei suoi pensieri,
- Quanto forte? - lo incalzò Daiki,
- Ha davvero importanza? -
- … No - ammise, sconfitto. Per quanto Aomine fosse consapevole di star andando proprio nel punto in cui Seijuro voleva che  arrivasse, non poteva fare altrimenti. Avrebbe sottostato nuovamente a quella testaccia rossa se in cambio avesse riavuto Kuroko.
Il ragazzo si grattò la testa, prendendo un aria annoiata e un poco scocciata, - Sono una testa calda, fosse anche una possibilità su un milione, mi impunterei sino a dare tutto me stesso perché accada - ma nonostante l’espressione sul volto, nello sguardo che rivolse ad Akashi non vi era il barlume della resa, di qualcuno che accettava gli ordini imposti, ma solo le fiamme ardenti di una volontà irremovibile.
Daiki lo stava sfidando, seppure non apertamente: “non so cosa tu abbia in mente e non mi importa, basta solo che non mi intralci”; fu il muto dialogo che gli trasmise.
- Non credere che ti lasci fare tutto da solo! - proruppe in quel momento Kagami alzandosi in piedi, cieco allo scambio di sguardi trai due, ingenuo ai piani che sottobanco si stavano svolgendo in contemporanea al loro discorso. - Non mi lascerai fuori - decisi riuscendo a trovare abbastanza forza di volontà per abbandonando la sua postazione, di lasciare dietro di se Tetsuya, cosi da fronteggiare testa a testa Daiki, - Ciò che è accaduto a Kuroko è anche colpa mia, e (come mi hai ricordato), anch’io sono una testa calda. Voglio fare la mia parte! - decise sul momento, senza riflettere su ciò che una simile ammissione avrebbe comportato, solo agendo. Da bravo impulsivo quale era.
- Sapevo che avreste detto qualcosa di simile - sorrise a quel punto Akashi, osservandoli guardarsi l’un l’altro in cagnesco, Aomine sembrava essersi completamente dimenticato di lui, troppo occupato a rispondere per le rime all’ultima affermazione di Taiga.
- La tua parte?!... ma se neppure un ora fa ti stavi comportando da cagnolino smarrito -
- Davvero? Me ne ero già scordato -
- Hai la memoria breve… e comunque, lascia perdere, posso farcela da solo. Ti lascio alle tue turbe psicologiche -
- Se lasciassi fare tutto a te di certo finiresti per causare un qualche cataclisma di proporzioni epiche, razza di mezzo isterico con un potenziale fuori controllo -
- E tu credi di potermi fermare (se mai dovesse succedere), mezza calzetta?! -
- (Allora la prendi davvero come una possibilità?), certo, razza di debosciato. Già una volta sono riuscito a…-
- Se non fosse stato per Kuroko non sarebbe accaduto, fidati -
- Ma comunque è successo, signor. Mi può battere solo me stesso -
- Brutto..!-
- PIANTATELA!! - e all’urlo furioso di Akashi, tutto tacque.
Pian piano Seijuro comprendeva quanto potesse rivelarsi un impresa ardua far collaborare due persone cosi simili tra loro, si rischiava che si scannassero a vicenda prima ancora dell’inizio dell’operazione.
- Sentite, sono felice di vedervi tanto entusiasti, ma state dimenticando un punto fondamentale (Ascoltatemi, razza di microcefali!) - la sua seconda personalità lo portava ad usare un linguaggio al quanto scurrile, quando perdeva il controllo, era però bravo a nasconderlo, riducendo gli insulti a puro pensiero.
- Ovvero? - lo guardarono confusi i due, nel mentre Midorima, oramai totalmente tagliato fuori dal discorso, era tornato al proprio laboratorio (la stanza affianco), intento a cercarsi una altra porzione di ramen istantaneo, doveva essercene pur una seconda nascosta da qualche parte. Aveva fame.
- Avete una qualche idea su dove cominciare la ricerca? – dal silenzio che segui, Akashi fu certo che no, non ci avevano nemmeno pensato.
- Di certo tu hai già qualche indizio, Seijuro, altrimenti non ci avresti richiamato qui - per un momento Aomine fu fulminato dall’occhio dorato del rosso, che lo fissò arcigno, ma solo per un secondo, non gli piaceva quando l’altro lo chiamava apertamente per nome, solo suo nonno aveva l’autorità per farlo.
- L’anima di Tetsuya, essendo stata ospite per lungo tempo di uno spirito potente come l’Inugami, ha finito con l’assorbire una parte del suo potere – sospirò decidendo che non era né il luogo né il momento per ricordargli che non aveva il permesso di prendersi certe libertà.
- Mai in questo caso ad ogni frammento dell’anima di Tetsu ci sarà legata anche una parte dell’Inugami?.. Allora, anche se riuscissimo nell’impresa, questo non cambierebbe di molto la situazione da come è ora – guadagneremo solo pochi istanti prima di doverci separare di nuovo, ragionò il ragazzo dalla pelle bronzea, rabbuiandosi un poco.
-  Non esattamente – negò Akashi, notando come gli si fosse smorzato di colpo l’entusiasmo, deciso a riaccenderglielo (anche a costo di dire qualche piccola menzogna), aveva bisogno del membro più forte della sua squadra. - L’anima dell’Inugami (se cosi si può chiamare essendo lui un demone), si è definitivamente separata da Kuroko con lo scioglimento del contratto e, non avendo più patto con alcun essere umano, ha perso tutti i suoi poteri o per lo meno la maggior parte – decise di spiegargli, parlando come se lo facesse per tutta l’organizzazione, - Non abbiamo idea di dove sia finito ora: può essere tornato alla terra perché ormai privo di poteri e resusciterà tra qualche centinaio di anni quando avrà finito la ricarica dell’energia; Al momento non lo sappiamo e non ci importa, l’Inugami è per noi un capitolo chiuso – respirò affondo quasi trovasse molto faticoso continuare, e quando riprese sembrò che gli tremasse la voce, - Ora però pensiamo solo a riportare da noi Tetsuya. Stavo dicendo:..- tossi un paio di volte per riprendere il giusto tono, -… in ogni pezzo dell’anima di Kuroko vi è anche una parte dei poteri dell’Inugami, e questo attira attorno al frammento un gran nugolo di entità spiritiche, le quali puntano ad assorbire una simile, straordinaria, fonte di potenza. Quindi, contando questo, in un luogo dove si radunano un gran numero di fantasmi cosa si crea?
-  Il miasma – fu Kagami il più veloce a rispondere, tentato all’idea di andare nell’altra stanza con Midorima, ma provando un ultima volta ad inserirsi nella discussione.
- Risposta esatta – confermò Akashi, e il sorriso che aveva sul volto prese una piega crudele ed inquietante, quasi sadica - Vi basterà andare a controllare tutti i luoghi in cui si sia verificato un improvviso picco di attività spiritica e di concentrazione del miasma; anche nel caso in cui un fantasma o essere da prima tranquillo si sia trasformato di colpo in qualcosa di pericoloso dovreste controllare, potrebbe darsi che si sia impossessato del frammento d’anima -
- Praticamente ci stai dicendo di andarci ad infilare in ogni buco squallido e fetido della città e, una volta lì, di combattere ogni entità maligna fino a quando “per caso” non ci imbatteremo in ciò che cerchiamo..? – il tono di Aomine aveva una nota di rassegnazione, ma allo stesso tempo sembrava anche molto divertito. Quella prospettiva in realtà non doveva dispiacergli molto.
- Si , più o meno è quello che vi chiedo -
- Bene, lo faremo – rispose dei getto Daiki, anche per Taiga, - ma ad una condizione… -
- Quale? – si incuriosì il rosso, non se lo aspettava, credeva che Kuroko fosse una motivazione sufficiente,
- Dovrai aumentarci la paga! – era pur sempre un part-time scarsamente stipendiato.
- Prima fate bene il vostro lavoro poi parleremo dei compensi –




Nda: ringrazio pubblicamente cake per le sue recensioni, danke ;)

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Yumeji