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Autore: spiritodellaspada    04/05/2014    1 recensioni
Era furibonda. [...] Ma cos’era che la faceva sentire così? Che cosa la faceva andare a fuoco? Era forse per quello scherzo? In fondo non le ne era importato nulla. Era uno scherzo così stupido…eppure la rendeva furiosa. Rivide mentalmente i fatti accaduti e realizzò.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolore. Principalmente  dolore al piede. Poi rabbia, in seguito voglia di capire che diavolo fosse successo. Era finita a fondo e si stava ancora tenendo la gamba fra le mani quando alzò lo sguardo e vide Mirko con una smorfia in faccia e le mani sul naso. Risalì in superfice aspettando che lo facesse anche lui e rimase terrorizzata quando vide delle bolle di sangue in acqua. Rimase impietrita finché grazie a Dio Mirko risalì. «Oh mio Dio! Mirko cos’è successo? »  urlò lei. « È successo che mi hai dato un calcio in faccia fortissimo! Ma perché ti sei fermata di colpo?! ». Marina capì: lui era proprio dietro di lei e stava facendo delfino; lei ha cercato di simulare un crampo e fra il suo calcio, la spinta che si era dato lui per uscire fuori dall’acqua con le braccia e la forza di gravità,  lui si era preso una botta allucinante in faccia. Il sangue usciva dal naso.                                                                                                                                                                         
«Oh.. scusa  io…ma ora muoviti devi uscire! » disse lei.                                                                                           
«Cosa? Ehi! Ma che fai aspetta! ». Lei lo stava praticamente trascinando fino al bordo.                                 
«Ahia! Mi fai male! Ma si può sapere che stai facendo? »                                                                                               
«Esci! »                                                                                                                                                                                        
«Cosa? Perché? »                                                                                                                                                                                
 «ESCI E BASTA! ». Lui uscì dalla piscina e lei lo seguì.                                                                                                     
«Puoi degnarti di spiegarmi che diavolo… »                                                                                                                               
«Ma non vedi che ti sta sanguinando il naso? Vuoi che ti si formi un lago di sangue intorno? Sai che bello in acqua? »            
«Ah.. » si mise una mano sotto il naso e la vide macchiata di sangue. «Non..non me ne ero accorto.. »    
«Già l’avevo notato…su andiamo devi sciacquarti, sembra che tu abbia scannato e mangiato a morsi un cane »                            
Si diressero nello spogliatoio dopo aver avvisato l’istruttrice e Mirko si sciacquò la faccia con abbondante acqua colorando di rosso tutto il lavandino.                                                                                                                        
«Come va?»                                                                                                                                                                           
«…abbastanza male… »                                                                                                                                                        
«Ti fa così male?»                                                                                                                                                            
«Un po’…senti puoi anche tornare in acqua se vuoi… »  disse lui con il sangue che gli usciva ancora a fiumi dal naso.                                                                                                                                                                                              
«Sicuro non ti serve aiuto? ». Pronunciò queste parole triste e rassegnata.                                                               
«Sì…e poi non puoi rimanere qui… ».                                                                                                                                   
«E chi lo dice scusa? Ma non si ferma più? »                                                                                                                              
«Mi sembra che stia già diminuendo… ora, però, vattene »                                                        
«Ma cos’hai contro di me? Se vuoi che me ne vado, me ne vado. Volevo solo scusarmi ed essere gentile. Addio ».Stizzita girò i tacchi (che non aveva poiché trattavasi di ciabatte) e fece per andarsene. “Maledetto, io gli offro il mio aiuto e mi caccia via, così imparo a essere gentile con la gente!”                                                                                                                                       
Era quasi arrivata alla porta quando, in quel preciso istante vide entrare un gruppo di ragazzi che la guardavano come un alieno. “Bhe? Cosa c’è? Oddio non è che mi si è rotto il costume… no è tutto ok… ma allora…”  
Mirko si avvicinò a lei e le sussurrò in un orecchio: «Ti ricordo che questo è lo spogliatoio degli uomini»                              
“AAAAH ODDIOOOOOOOO” esplose in un rossore violaceo. La prima cosa che desiderò fare fu sotterrarsi. Poi ordinò a se stessa di mantenere la calma. “È tutto ok. Nonchalance!”  uscì come se entrare nello spogliatoio dei maschi per lei fosse la cosa più normale del mondo e con un po’ di fortuna, tra le risatine dell’intero spogliatoio si allontanò.                                                                                                                             
“Ma Dio santo! Che succede oggi? Tutte le figuracce che non ho fatto in diciassette anni di vita devo farle in un giorno solo?” tornò in acqua ormai rassegnata “Al diavolo Mirko e la sua emorragia, può anche morire dissanguato per quando mi riguarda! Finita la nuotata, si precipitò nello spogliatoio, grazie a Dio quello delle femmine, e si fece una bella doccia. Non le piaceva l’acqua calda, la preferiva bollente, in pratica non si lavava con l’acqua, ma col vapore. Naturalmente si era fatto tardi: ”Al diavolo i capelli, si asciugheranno da soli”. Uscì  è si accorse che stava piovendo, ovviamente proprio oggi non aveva portato l’ombrello.
“Va bene, corsa fulminea fino alla macchina”.

Pioveva fortissimo, a gocce fine a taglienti. Corri! Più veloce! Ti stai bagnando non vedi? Non vedi che se qualcosa non cambia ti inzupperai? E poi cosa farai? Non ci si asciuga facilmente da della pioggia così. Diavolo, diluvia! Corri! Non ce la fai! Non ce la fai…sei zuppa ormai.
Arrivò alla macchina più bagnata di come era uscita dalla piscina.                                                                                         
«Ma che hai fatto? Non avevi l’ombrello »                                                                                                                                  
«No, oggi no» . 



In ritardo...sorry. Ma almeno il capitolo è lunghetto. So che probabilmente la metafora della pioggia non si capisce, ma in modo teorico è presente un significato dietro alla pioggia e a Marina che si bagna. Spero che possa risultare in qualche modo comprensibile. Tentativo di ironia con il pezzo dello spogliatoio :) c'è scappato un sorriso? Saluto anche qui la povera Marina (Fenio394Sparrow) a cui ho riservato una figuraccia e Aurora (mirtilla98) che in questo momento sta vivendo un'esperienza molto bella.  Al prossimo capitoloooo
  
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