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Autore: YOUSHOULDLETMEBE    04/05/2014    0 recensioni
Le cinque protagoniste di Pretty little liars diventano le cinque protagoniste di Divergent.
***
Dal testo: «Io e te saremo sempre un porto sicuro in cui approdare, per quanto agitato possa essere il mare.»
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanna Marin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV EMILY
 
Mi siedo a tavola con mio padre e mia madre, dopo avergli preparato la colazione; latte e orzo, una tazza a testa.
Fingo di prestare attenzione alla loro conversazione ma mi riesce difficile, non riesco a smettere di pensare al fatto che oggi dovrò fare il test, il test che mi dirà se sono davvero un’abnegante.
Sono mesi che temo l’arrivo di questo giorno, che temo di dover abbandonare la mia famiglia, e adesso il momento è arrivato.
Consumo la mia colazione con fretta e nel completo silenzio.
«Posso andare?» Mia madre mi rivolge un cenno in segno di assenso, prendo la mia tazza e inizio a lavarla, senza smettere per un solo secondo di pensare a quel test, e a quanto il mio futuro dipenda da esso.
Indosso i classici abiti grigi da abnegante e lego i miei capelli in una comoda coda di cavallo.
Prendo lo zaino e prima di uscire do un bacio sulla guancia a mia madre e poi a mio padre. «Buona giornata» dico loro, «Buona giornata, Em» rispondono.
Decido di andare a piedi, per schiarirmi un po’ le idee.
Supero il quartiere solitario degli abneganti e mi ritrovo in quello degli esclusi, quelli che non appartengono a nessuna fazione.
Lo percorro correndo, aumentando la velocità ad ogni minimo movimento estraneo; dacché ero bambina, ho sempre temuto gli esclusi, in quanto abnegante non dovrei: dovrei voler bene a loro come agli altri, dovrei aver voglia di aiutarli, come dovrei avere voglia di aiutare tutti gli altri, ma non mi viene naturale.
Passo per i quartieri delle altre fazioni attirando lo sguardo di qualcuno qua e là, ma ignoro le occhiate di disappunto alla mia presenza e raggiungo la scuola, l’unico posto in cui i giovani di tutte le fazioni possono mescolarsi tra loro.
«Hey Em!» La mai amica Paige mi viene incontro, con indosso i soliti vestiti grigi. Sorrido in modo forzato «Hey Paige, tutto bene?» Annuisce silenziosa «…Sono solo un po’ tesa per il test attitudinale… Tu?» Mi scruto le mani con le unghie mangiucchiate «Anch’io…» Guardo dall’altro lato della strada quando sento il treno stridere sulle rotaie, una massa nera e deforme inizia a saltare giù dai vagoni: gli intrepidi stanno arrivando.
Mi ritrovo a immaginare come deve essere bello avere la libertà che hanno loro, poter saltare, correre…
La campanella suona risvegliandomi dalle mie insensate fantasie. «Smettila di guardarli Em, finirai per consumarli…»
«Ero solo… curiosa» Lei scuote la testa «Sei un’abnegante Emily, non dovresti esserlo» Già, sono un’abnegante, ma forse non lo sarò a lungo, forse nelle mie vene non scorre il sangue grigio degli altruisti.
La folla mi spintona dentro e saluto Paige con un sorriso, dirigendomi verso la mia classe.
**
Il professore ci fa uscire qualche minuto prima e così decido di aspettare Paige fuori dalla sua classe così da raggiungere la mensa insieme.
La campanella suona e la prima persona ad uscire è una pacifica dalla pelle chiara e i capelli scuri, mi inciampa addosso e cade a terra. Le porgo la mano per aiutarla ad alzarsi «Scusami…» Abbasso lo sguardo e mi chino per raccoglierle i libri caduti, lei li raccoglie con me e poi mi ringrazia. «Non devi scusarti, colpa mia…» Si aggiusta i capelli scombinati con una mano e poi me la tende «Piacere, Aria» dopo un attimo di incertezza la stingo «Emily» le sorrido. Fa per dire qualcosa ma Paige la interrompe «Em! Hey! Che ci fai qui?» Mi raggiunge e porge un sorriso umile a Aria «Scusatemi, non sapevo di stare interrompendo qualcosa…» La ragazza sorride imbarazzata «Non preoccuparti, davvero, ci vediamo in giro, Emily» si volta prima che possa rispondere e la perdo tra la folla.
Torno a guardare Paige con il volto velato di imbarazzo «Hey… Siamo usciti qualche minuto prima, ho pensato di passarti a prendere» Lei mi sorride di ricambio toccandosi il collo con la mano destra «Grandioso» Dice facendomi strada verso la mensa.
Passiamo le porte di plastica bianca della mensa e ci dirigiamo verso il grande tavolo su cui stanno gli altri abneganti.
Tutt’attorno, agli altri tavoli, i ragazzi fanno confusione ridendo e parlando tra loro, la massa grigia è l’unica a stare immobile e silenziosa. Mi si stringe lo stomaco a pensare di far parte di quell’ammasso di tessuto grigio. Non sono mai stata un’abnegante, non davvero, adesso devo solo capire cosa sono.
Mi siedo tra un ragazzo dai capelli scuri e Paige, restiamo tutto il tempo in silenzio fino a quando non chiamano lei. Mi rivolge uno sguardo nervoso prima di alzarsi e quando mi passa davanti la stringo per il polso, costringendola a girarsi «Buona fortuna» sussurro, il suo sguardo mi ringrazia.
Per il resto del tempo guardo gli altri ragazzi: al tavolo dei candidi sono aperte piccole conversazioni tra tutti i gruppetti bianchi e neri, potrei mai essere una candida? Scarto subito l’ipotesi, mento fin troppo facilmente; a quello dei pacifici ridono continuamente senza ragioni apparenti, sarebbe bello vivere così, senza preoccupazioni, penso; a quello degli eruditi invece è aperto un vero e proprio dibattito, non so ancora quale fazione sceglierò, ma di certo non sarò un’erudita; al tavolo degli intrepidi i ragazzi si sfidano a fare cose molto probabilmente assurde, saltano e ridono. Tra tutti, forse il mondo degli intrepidi è quello che più mi affascina.
«Emily Fields» chiama un’erudita sulla soglia, insieme ad altri quattro nomi.
Mi fanno accomodare nella stanza numero due dove un’intrepida di nome Johanna si presenta, le tendo la mano dicendole di chiamarmi Emily ma lei la ignora, la ritiro subito dopo perdendomi tra le pareti rivestite di specchi: a noi abneganti non è permesso specchiarci praticamente mai, è sintomo di vanità e la vanità non è sintomo di altruismo.
«Accomodati» la donna mi indica una strana sedia lunga «E bevi questo» mi porge un bicchierino pieno di uno stano liquido e mi costringo a svuotarlo chiedendomi a cosa mi porterà. Le mie palpebre si fanno pesanti e l’ultima cosa che vedo prima di chiuderle definitivamente è il tatuaggio della donna sul viso: un grosso serpente che va dall’orecchio alla fronte.
Riapro improvvisamente le palpebre e mi ritrovo in una stanza simile a quella dove mi trovavo prima ma circondata completamente da specchi: senza Johanna o strane sedie lunghe.
«Scegli» una voce riecheggia tra gli specchi spessi. Dei recipienti mi appaiono davanti: uno contenente un pugnale e uno una fetta di carne, istintivamente, afferro il pugnale.
Pochi istanti dopo i recipienti di pietra scompaiono, sostituiti da un cane che corre veloce verso di me.
Inizialmente sorrido ma quando si fa abbastanza vicino perché me ne accorga capisco che non è un cane, bensì un lupo affamato.
Faccio per buttarmi su di lui ma si dirige verso un’altra direzione, verso una bambina apparsa dal nulla.
Cado a terra dopo essermi spinta nella direzione sbagliata, rincorro di nuovo l’animale e gli squarcio la schiena, affondando nel pavimento a specchio della camera.
Accanto a me, Johanna mostra uno sguardo compiaciuto.
«Quindi…?» Lei mi guarda per un altro lunghissimo istante
«Intrepida» e mi manda via.
Sono sola nel corridoio prima che l’erudita che mi ha portata qui mi riporti via. Mi ritrovo un sorriso stampato in faccia e un’allegria sovraumana mi attraversa il corpo, sarò un’intrepida, sarò un’intrepida senza nessun dubbio.
«Il tuo test ti ha soddisfatta Rigida?» Mi fa l’erudita, che ha notato evidentemente la mia espressione compiaciuta «Farà bene a non chiamarmi così tanto allungo» Attraverso la porta pronta per tornare a casa senza Paige, tutta la preoccupazione che prima mi assaliva è scomparsa, sono pronta a lasciarmi tutto alle spalle: mia madre, mio padre, e anche lei, la mia più cara amica che resterà abnegante tutta la vita.

ANGOLO AUTRICE:
Ed ecco a voi il secondo capitolo! Il prossimo è già pronto quindi non appena questo riceverà almeno un paio di recensioni, pubblicherò anche l'altro!
 
   
 
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