I fantasmi del passato
Dolore.
Tanto dolore.
E il fuoco ardente.
Intorno a me non c’era nulla, o forse ero io che non riuscivo a vedere. Mi sentivo bruciare, come se qualcuno mi stesse iniettando dell’ammoniaca nelle vene; il dolore era insopportabile, volevo morire…Non riuscivo a capire dove mi trovassi, o cosa mi stesse succedendo…non sapevo nemmeno il mio nome. A tratti riprendevo lucidità, riuscendo a pensare razionalmente a ciò che avrei potuto fare quando il dolore fosse cessato. Durante questi momenti, sentivo delle voci che parlavano, ma non sapevo quale, o chi, fosse l’oggetto della discussione.
Dopo quella che mi parve un’eternità, il dolore cominciò a diminuire, e il fuoco a spegnersi. La mia agonia stava per terminare.
Lentamente, sentivo che le mie energie stavano ritornando. All’improvviso, avvertii una forza incredibile scorrermi dentro; mi sentivo rinvigorita, invincibile…e affamata.
Che mi era accaduto?
Cercai di aprire gli occhi, ma fui costretta a richiuderli immediatamente, c’era troppa luce. Dopo qualche tentativo, riuscii a tenerli ben aperti, e osservai il luogo in cui mi trovavo. Il divano di pelle nera sul quale ero sdraiata e la stanza che lo ospitava -più simile ad un negozio di dischi, visti gli interi scaffali di cui erano colmi- non mi erano affatto familiari. Ma ancor meno familiari mi erano quegli occhi di topazio che mi osservavano, sconvolti ed apprensivi.