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Autore: I Fiori del Male    04/05/2014    3 recensioni
Alcuni credono che il nostro mondo sia governato da un’entità superiore, che traccia un percorso prestabilito per ciascuno di noi. Altri preferiscono pensare che caos e caso regnino sovrani. Nessuna di queste ipotesi è valida per Panem, dove la vita di ognuno si regge sulle scelte e sul coraggio che si deve avere per compierle, sull’abilità di governare le fiamme, notoriamente volubili, ma capaci di grandi cose, se utilizzate con abilità e saggezza.
- Io e Haymitch ci guardiamo, non appena lui raggiunge il palco, e senza che Effie lo dica ci stringiamo la mano con gli occhi fissi l’una nell’altro. Un accordo ci unisce. - [Capitolo I]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- 14 –

[ Haymitch’s POV]
 


Annegare ventiquattro anni della mia vita nell’alcol non è stata una buona idea, a conti fatti. Non credo di averlo mai pensato con tanta sicurezza quanto ora che mi trovo chino sulle mie ginocchia, nel disperato tentativo di riprendere fiato.

Mi volto quanto basta per verificare che a farsi strada nella boscaglia dietro di me ci sia Katniss e non qualche altro tributo pronto a ficcarmi una lancia nelle viscere. Il mio cervello registra l’ondeggiare della treccia scura sulla spalla destra mentre lei si ferma alle mie spalle, ed io torno ad ansimare, fissando il terreno ricoperto di foglie in parte secche.

- Ce la fai? – mi chiede, e mi sembra scocciata. Mi volto verso di lei solo per raggiungere l’albero più vicino e accasciarmi con la schiena contro il tronco secolare, il viso rivolto al cielo ancora azzurro. Non ho né la forza né la voglia di insultarla, al momento.

Lei si guarda attorno, poi si siede vicino a me. Per un attimo, mi trovo a chiedermi quanto sarebbe durata lei contro il me stesso di venticinque anni fa. Subito mi rispondo che avevo una vita davanti. I miei familiari erano ancora vivi, quindi se fosse servito a tornare a casa l’avrei uccisa senza esitare.

Eppure Ivy è morta in un posto che aveva lo stesso identico odore. Di nuovo mi volto verso Katniss, che ha i suoi capelli e i suoi occhi e la sua pelle. La cosa mi disgusta enormemente; tanto che mi viene persino da vomitare, come se a rovistare in quello zainetto color fango ci fosse un morto vivente, venuto direttamente dal mio passato.

Mi sfugge uno sbuffo mentre trattengo una cinica risata. Ma certo. E’ questo il gioco di Snow, ridurti in mille pezzi dall’interno, giorno dopo giorno. Se penso che a ridurre me in pezzi basta solo l’aria di questo posto, non oso chiedermi cosa mi attenda per i giorni successivi.

- Allora... qui abbiamo una borraccia, ovviamente vuota. Della frutta disidratata, qualche pezzo di carne secca e... –

La sento trattenere il respiro ed è solo in quel momento che mi rigiro a guardarla, lottando per evitare che il suo volto e quello di Ivy si sovrappongano, guidandomi dritto verso la follia. Così la vedo con un paio di occhiali scuri stretti nella mano destra tremante. Dei visori notturni.

All’improvviso si alza e li scaraventa poco lontano, per poi raggiungerli e pestarli una, due, tre volte. Sento il rumore delle lenti che si spezzano e i frammenti che si polverizzano, tanto profondo è il silenzio; e tra essi forse una specie di singhiozzo. Sarebbero potuti servire sicuramente, ma non ho voglia di lamentarmi: so perché l’ha fatto. Quando torna indietro, mi aspetto di vederla con gli occhi lucidi, invece le sue iridi sono una fredda lastra d’acciaio. Eppure di certo qualcosa si agita dietro quel muro apparentemente impenetrabile.

- Nel tuo cosa c’è? – mi chiede. Così mi ricordo dello zainetto che ho preso al volo, tanto per non rimanere completamente a mani vuote. Alzo stancamente un braccio, lo afferro per la spalla e lo apro.

- Anche qui una borraccia vuota. Niente cibo però. C’è una corda, dei fiammiferi e... –

Tiro fuori due piccoli coltelli. Nel farlo sfioro la superficie liscia di un vetro, sicuramente un altro paio di occhiali. Decido di non dirglielo. A lei piacerà anche l’idea di brancolare nel buio, io preferisco vedere bene.

- Be, meglio di niente. – commento. – Con una buona mira, una persona puoi ammazzarla. – .

Me ne strappa di mano uno sbuffando. – Spero di potermelo risparmiare.-

- Non riuscirai a non uccidere nessuno. Sembri Peeta. –

Sussulta. Posso vedere una qualche immagine di Peeta formarsi nella sua testa. A volte mi viene spontaneo chiedermi cosa pensi davvero Katniss del ragazzo del pane. Ci sono genti che sembrano parlare chiaro, altri che smentiscono quel che penso di aver capito un secondo prima. E’ quasi frustrante per me non riuscire a capire, figurarsi per lui cosa dev’essere. Decisamente ha scelto la persona sbagliata.

  – E cosa ci sarebbe di male in questo? – dice. 

In effetti, assolutamente nulla. Anzi se fosse più somigliante a lui, non ci sarebbe bisogno di nasconderle niente, sarebbe parte attiva dell’intero piano.

- Salgo a vedere cosa c’è intorno. – mi avvisa. In pochi secondi, sento il tronco dietro la mia schiena vibrare leggermente mentre Katniss si arrampica. Tendo il collo e spingo la testa all’indietro, nel tentativo di allentare un po’ la tensione, e la vedo salire agilmente da un ramo all’altro, come se fosse nata per questo.

Per un minuto, sono circondato dal silenzio più assoluto. Poi sento un ramo spezzarsi e il fruscio di fronde spostate provenire da dove siamo arrivati. Mi alzo di scatto, il coltello stretto in mano, pronto a lanciarlo alla prima occasione.
Poi dal folto della foresta sbuca Finnick, con Mags aggrappata al collo. Vedo il coltello di Katniss volare dall’albero e piantarsi nel terreno, a meno di un centimetro dal piede di Finnick.

- No, Katniss! Tutto a posto! – esclamo. Lei scende dall’albero, osservandoli con quell’aria sospettosa che non si leva mai di dosso.

- Forse ti conviene usarlo in un corpo a corpo, questo... – commenta Finnick, mentre Mags scivola giù dalla sua schiena e lui si china a raccogliere il coltello, per poi porgerlo a Katniss con un sorriso. Lei ovviamente non ricambia e gli strappa di mano la lama.

- Haymitch, spiegati. – mi dice.

- Alleati. – rispondo. Sbuffa e alza gli occhi al cielo.

- Mi pareva di aver detto che non ne volevo. Tu sei anche troppo da solo. –

- Mi spiace Dolcezza, ma non ci tengo a morire il primo giorno. – rispondo. – Comunque se vuoi, puoi andartene. Ti verremo a cercare più in là. – le propongo, ma lei non si muove ovviamente. Per quanto sia in gamba e la foresta sia il suo habitat naturale, la ragazza in fiamme sarebbe normalmente il primo obiettivo di qualsiasi altro tributo e lei non sa che in realtà siamo quasi tutti alleati in questa farsa.

- Me lo farò andar bene, per ora. – dice, e guarda Mags. Lei è forse l’unica ragione che la spinge a restare in realtà. Sarebbe abbastanza folle da andarsene altrimenti.

- Torno sull’albero, non ho fatto in tempo a vedere nulla e voglio sapere se ci sono altre fonti d’acqua in giro, prima che faccia buio. –

Mi avvicino a Finnick non appena mi pare sia abbastanza in alto da non sentirmi.

- E questa è superata. – sussurro. – Per un secondo ho pensato che ti saresti giocato un piede il primo giorno. Gli altri che direzione hanno preso? –

- Non lo so. – risponde Finnick. – Avrei voluto raggiungere la cornucopia e recuperare qualcosa di più utile prima di raggiungervi, ma questa volta l’hanno fatta grossa. Di solito ci vuole una manciata di secondi per arrivare alla cornucopia, invece ci hanno fatti partire più lontani. Avrebbe significato perdervi del tutto di vista, per incontrarvi chissà quando, o forse mai. Quindi  ho badato solo a voi e abbiamo preso questi. –

Alza le braccia e solo ora noto i due zaini, che regge per i manici.

- Vediamo un po’ che c’è qui dentro, eh? – dice, sedendosi a terra.

Dagli zaini portati da Finnick e Mags tiriamo fuori un altro paio di borracce vuote, un sacco a pelo, dell’altra carne essiccata e della frutta disidratata, altri due coltelli e una cerbottana.

- La sai usare? – chiedo a Finnick.

Rabbrividisco pensando a Maysilee che mi salva la vita usando proprio una di quelle, ma Finnick non ha la minima idea di che cosa sia e così mi ritrovo a spiegargli il funzionamento, fin quando non annuisce soddisfatto e io posso ritirarmi per un attimo, pensando a quanto sia faticoso ricordare qualsiasi cosa sia associata a lei, a Ivy e a tutti coloro che hanno fatto parte della mia vita prima che accanto al mio nome comparisse il titolo di vincitore.

Katniss scende giù dall’albero con un tonfo.

- Pessima notizia: non vedo ruscelli o fiumi in giro. Temo che l’unica risorsa d’acqua sia il lago. –

- Propongo di addentrarci un po’ di più e poi proseguire più avanti. La foresta si stringe attorno al lago ad un certo punto. E’ lì che secondo me dobbiamo andare, così in caso di pericolo possiamo tornare subito al riparo - Propone Finnick, e sembra essere proprio l’unica possibilità, così ci avviamo.

Ad accompagnarci, solo il silenzio occasionalmente rotto dal frusciare delle foglie al nostro passaggio e il verso stridulo di chissà quale strano uccello.
Ben presto il sole comincia a scendere. Qualche stratega starà girando un meccanismo per simulare il calar delle tenebre e della temperatura, che comincia a farsi più rigida.

- Fermiamoci, ormai è notte e non si vede quasi più nulla! – propongo.

- Ok, ma io dormo lassù. – dice Katniss, indicando la chioma di un albero. Annuisco e lei pesca la grossa fune da uno degli zaini, per poi cominciare a salire.

- Mags, stai bene? – sento Finnick sussurrare e lei annuisce debolmente, la schiena appoggiata al tronco di un albero. Non posso fare a meno di pregare che, se proprio deve morire qui, si tratti di una morte facile, indolore, anche se forse non esiste niente del genere. Spero solo che non soffra. In tutti questi anni ho imparato a conoscere Mags molto bene, e so che non se lo meriterebbe.

Finnick si volta, accorgendosi dei miei occhi puntati su di loro.

- Nessun problema, sta bene. – mi dice. – Certo potrebbe andarle meglio, se fosse fuori di qui, ma... –

Mags scuote la testa sorridendo. A quanto ne so, ha preso il posto di Annie, una vincitrice andata fuori di testa dopo aver vinto i giochi, e come biasimarla. Credo che lei e Finnick stiano insieme, un’altra coppia d’innamorati sventurati, e chissà quante ce ne sono, in dodici distretti coinvolti nei giochi.

Tiro fuori il sacco a pelo. – Falla dormire con questo. – suggerisco a Finnick.  – Per noi questa temperatura non è così bassa ma lei potrebbe sentire freddo. –

Finnick mi ringrazia ed io sbuffo in risposta. Odio essere ringraziato, perché non c’è nulla per cui io meriti gratitudine. Sono il fantasma di me stesso ma se avessi una sola ragione valida potrei facilmente tornare ad essere un mostro. Non sono di certo una brava persona.

Cerco una posizione comoda a terra, a pochi passi da Finnick e da Mags, proprio sotto Katniss. Sono profondamente stanco e mi aspettano ancora diversi giorni. So che dovrei dormire e che non ho motivo di preoccuparmi di chi ho attorno, ma l’istinto ha ripreso vita nel momento stesso in cui mi hanno catapultato di nuovo nell’arena. Non dormirò, questa notte. Ne sono sicuro.
 
Non so quanto tempo sia passato, quando all’improvviso un forte rumore di foglie smosse mi fa alzare la testa di scatto. I battiti accelerano immediatamente, l’adrenalina sale senza controllo mentre porto una mano al manico del coltello. Anche Finnick è sveglio e mi guarda, come a chiedermi se so quale sia la causa di questo rumore. Un tonfo e tra me e lui sbuca Katniss, saltata giù dall’albero. Prima che io possa dire una sola parola, sta già correndo davanti a noi, addentrandosi ancora di più nella fitta vegetazione.

- Katniss! – esclamo, per poi zittirmi immediatamente. Potremmo avere altri tributi nelle vicinanze e questo sarebbe stato un modo perfetto per rivelare la nostra posizione. Cerco di capire verso cosa Katniss stia correndo, ma la vegetazione mi copre la visuale, così mi alzo, Finnick dietro di me, Mags che ci osserva atterrita.

Scosto lentamente con la mano sinistra delle grosse foglie. La destra stringe ancora saldamente il coltello ma quasi lo mollo quando vedo verso cosa Katniss sta correndo.

A pochi metri da noi, con gli abiti strappati e lo sguardo di chi sta per morire di paura, c’è Prim.



* Angolo Autrice  * 

Ciao a tutti :) Vi chiedo innanzitutto scusa per aver lasciato passare tutto questo tempo. Purtroppo l'università non mi ha consentito di fare di meglio. 

A dire il vero, l'università per un certo periodo ha cancellato completamente la mia vita sociale, oltre che il tempo da dedicare alle mie varie passioni, inclusa ovviamente la scrittura. Approfitto di questo momento di quiete per aggiornare la maggiorparte delle mie storie, di modo che vi sia impossibile dimenticarvi di me <3 

Spero che il capitolo vi piaccia. Come sempre vi invito a recensire :) Mi piace sentire la vostra presenza :) 

Spero anche di poter aggiornare più spesso in futuro. Purtroppo non posso promettervelo, solo incrociare le dita ;) 

Un bacio :* 

 
   
 
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