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Autore: Verdeirlanda    05/05/2014    3 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Conosceva Firenze, la conosceva molto bene, per questo aveva preso una scorciatoia per arrivare a casa dei fratelli Da Vinci.
Le strade della città non avevano segreti, aveva vissuto lì molti anni prima, era stata la sua casa. Poi tutto era cambiato, tutto era diventato un intricato groviglio di eventi.
Nessuno si era aspettato il tradimento di Lupo Mercuri, era stata una doccia fredda quando glielo dissero.
"No! Lupo non lo farebbe mai!" aveva sbraitato.
E invece quella notizia era vera, Mercuri si era fatto irretire da quel Papa, Sisto IV, era rimasto abbagliato dalle spire luccicanti di quel viscido serpente.
La famiglia Mercuri era cristiana, devota, ma non aveva mai avuto atteggiamenti fanatici.
Ma forse la colpa non era solo di Lupo, pensò. Avevano spinto loro l'uomo ad accettare l'incarico di responsabile degli archivi vaticani, loro lo avevano mandato lì confidando nella sua lealtà, e così lui aveva conosciuto Sisto, e tutto era precipitato. 
Scosse la testa per scacciare i ricordi di quei giorni terribili in cui il tradimento di Lupo si era realizzato contro di loro, si guardò attorno, ricominciò a camminare nervosamente per le strade di Firenze.
Arrivò di fronte a palazzo Medici, era ancora bellissimo, lo ricordava leggermente diverso ma in fondo erano passati tanti anni. Aveva varcato quella soglia, aveva incontrato Cosimo de Medici un paio di volte, aveva conservato un bel ricordo di quell'uomo sorridente e così ricco di coraggio.
Percepì un movimento dall'altra parte della piazza e voltò la testa, erano i luridi mercenari di Riario. Cercano me, pensò, sono giorni che perlustrano la città e i luoghi in cui andavo più volentieri, è sicuramente stato Mercuri ad informarli su dove cercarmi.
Serrò la mascella per la rabbia, lanciò un rapido sguardo intorno a sé, doveva lasciare il lato destro della piazza e portarsi dall'altra parte dove loro avevano già guardato, ormai era il suo modus operandi quando vedeva arrivare i mercenari, così si allontanò perdendosi tra la folla, avrebbe circumnavigato la piazza passando per i vicoli per arrivare sul lato sinistro, da lì avrebbe proseguito verso la bottega del Verrocchio.
Nascondersi, allontanarsi, trovare nuovi sotterfugi per passare inosservati. Questo erano costretti a fare da quando Lupo aveva tradito. 
Camminò silenziosamente passando dietro le bancarelle di frutta e verdura e si infilò in una stradina stretta, da lì scivolò velocemente in una via, per poi risalire lungo un vicolo. Sbucò da lì nuovamente nella piazza, i mercenari erano lontani, ma da dietro a un palazzo ne sbucarono altri. Dannazione, è come se avessero sentito il mio odore, pensò la donna. Se l'avessero fermata non avrebbero avuto dubbi sulla sua identità, in caso di perquisizione non avrebbe potuto celare ciò che la rendeva riconoscibile. 
Non poté far altro che abbandonare il percorso che aveva progettato, vide un gruppo di pellegrini e si confuse tra di loro per poi andare ad infilarsi tra le vie del mercato.
Ci avrebbe messo più tempo per arrivare alla bottega, la cosa la fece arrabbiare, ma non poteva rischiare di essere catturata. Era anche per questo che aveva tardato ad avvicinarlo e parlargli, ma ora era giunto il momento di agire.
Si strinse nel suo mantello grigio e proseguì il suo cammino.


Leonardo attese che un nervoso Dragonetti lasciasse il laboratorio che Lorenzo gli aveva messo a disposizione a palazzo Medici. Il capitano non era felice delle nuove disposizioni dare da Riario, ma d'altronde non aveva scelta, doveva accettarle.
Una volta rimasti soli Leonardo decise che non poteva perdersi nel tergiversare subdolamente, così chiese: "Mi parlerete mai di questa missione misteriosa?"
Riario sorrise: "Vi credevo più paziente artista."
"Io paziente? Dovete avermi confuso con un altro, Botticelli forse!" sbuffò "Se volete il mio aiuto dovrete conquistare il mio entusiasmo. Prima o poi mi dovrete raccontare qualcosa!"
Girolamo lo guardò: "Entusiasmo?"
"Se saprete rapire la mia curiosità sarà più facile per me aiutarVi conte." 
Riario sorrise, forse non era una cattiva idea. In fondo prima o poi avrebbero ottenuto ciò che volevano, ogni tassello del mosaico avrebbe trovato posto, tanto valeva anticipare qualcosa a Da Vinci e stuzzicare la sua mente.
"Molto bene artista." disse "PreparateVi ad ascoltare una storia che va ben oltre la Vostra immaginazione fervida e illimitata."
Leonardo si appoggiò al tavolo, incrociò le braccia: "Sono tutto orecchi."
"Molti anni fa Lupo Mercuri venne nominato responsabile degli archivi segreti del Vaticano, venne scelto per la sua preparazione eccellente e la sua fede leale. Mio zio il Santo Padre lo prese sotto la sua ala protettiva, lo stimava per il suo amore per la conoscenza e la sua capacità di celarla per riservarla solo ad occhi meritevoli." spiegò Riario.
"Ovvero solo i propri occhi di pontefice." commentò sarcastico Leonardo.
Riario lo ignorò e continuò: "Diversi anni dopo Mercuri rivelò al Papa un incredibile segreto, gli raccontò una storia a cui era difficile credere, ma che era assolutamente vera.
Avete mai sentito parlare del Libro delle Lamine?"
Leonardo scoppiò a ridere: "Quella leggenda? Sì, certo, molti studiosi si sono imbattuti nella favola del Libro che contiene tutta la conoscenza del mondo..."
"Non è una favola. È reale." disse Riario.
Da Vinci lo guardò sconvolto: "Non potete davvero credere a questa panzana! È una storiella raccontata per abbagliare i cercatori di tesori!"
Riario scosse la testa: "Credevo che la Vostra mente fosse più aperta, senza limiti! Immaginate macchine che volano eppure non credete che esista il Libro delle Lamine."
Leonardo si grattò la barba: "Io posso costruire una macchina che vola, posso toccarla, appurare che esista. Il Vostro Libro invece..."
"Mercuri lo ha visto Da Vinci, lo ha potuto vedere da bambino prima che i Figli di Mitra lo nascondessero in un luogo lontano affinché nessuno lo trovasse."
"Figli di Mitra?" chiese Leonardo.
"Sono un'antica congregazione, dedita a pratiche malvagie. La famiglia di Mercuri ne era membro. Dovete sapere che questa setta raccoglie persone di ogni religione, ed esse nascondono la loro appartenenza ad essa per poter perpetuare i loro orribili propositi."
Leonardo guardava incuriosito il conte: "Orribili propositi riguardo a cosa?"
"La corruzione del mondo artista. Tornando a Mercuri, egli un giorno realizzò che la congregazione avrebbe portato il mondo intero alla catastrofe, alla dannazione, e decise di fermarla, comprese che il sacro testo doveva essere affidato a mani benedette e più coscienziose. Si rivolse a mio zio e gli confermò l'esistenza del Libro e gli rivelò i nomi dei membri  più importanti di quella setta, i quali furono arrestati e giustiziati. Ma non tutti furono catturati, alcuni riuscirono a fuggire e si nascosero, portando con sé gli oggetti fondamentali per trovare l'esatta ubicazione del Libro delle Lamine, il luogo chiamato la Volta Celeste."
La mente di Leonardo si sentì improvvisamente attratta da questo racconto, la curiosità l'aveva invasa e ora Da Vinci voleva sapere di più: "Quali oggetti?"
Riario, compiaciuto dal coinvolgimento che traspariva sul viso dell'artista, rispose: "Una chiave e una mappa. Il primo oggetto è già in nostro possesso, io stesso lo ho recuperato dopo anni di infruttuosa ricerca da parte dei miei predecessori. Il secondo è ancora nelle mani di un membro della setta, i miei uomini sono sulle sue tracce."
Riario si avvicinò a Leonardo con un sorriso stranamente felice: "Con il Vostro aiuto troverò il Libro delle Lamine artista, e potrete anche Voi dissetarVi con la conoscenza che racchiude."
"Perché ritenete il mio aiuto così importante?"
"In Voi DaVinci c'è una grande genialità, Voi riuscite a leggere ciocche per molti è incomprensibile, a vedere ciò che per i più è oscuro. Questa ricerca sarà colma di tranelli, di imprevisti, ma grazie a Voi potremo superarli." spiegò Riario.
Leonardo era stupito, preoccupato, ma anche intrigato dal discorso di Riario. Per la prima volta da quando lo conosceva si sentì tentato come Adamo nell'Eden.


Beatrice diede una schiaffo alla mano di Zoroastro.
"AHIA!" protestò lui.
"Te la sei cercata!" rise lei "Così impari a sciogliere i nastri del vestito mentre io cerco di allacciarli!"
"Non ti sei lamentata quando prima ti ho convinta a rimanere a letto..." le mormorò all'orecchio, per poi baciarle il collo.
Beatrice si alzò dal materasso, si chinò su di lui e lo baciò sulle labbra: "E non mi lamenterò mai. Ma adesso devo andare a cercare le erbe per Clarice, farò presto."
"Starai via troppo tempo, ti conosco, sei come tuo fratello, vi perdete sempre a curiosare in giro, vedete una cosa e la osservate per mezz'ora." disse Zo "Dai rimani qui, le erbe puoi prenderle domani." la trascinò di nuovo sul letto tenendola abbracciata.
Beatrice rise: "Ti prometto che farò presto...Smettila!" rise più forte quando Zo le fece il solletico nel tentativo di slacciarle il vestito "Sarò velocissima, così potrò tornare qui da te. Ho un buon motivo per sbrigarmi. Va bene?"
Zo rifletté, poi annuì e la lasciò andare.
"Credimi, è importante che prepari le medicine per Clarice." gli disse mentre si infilava le scarpe.
Zoroastro sorrise: "Mi fido di te, basta che ti sbrighi. Forza, prima vai prima torni, fila!"
Beatrice gli diede un bacio a stampo sulla bocca e uscì con la sua borsa in spalla.
Zo rimase a letto ancora qualche minuto, poi si alzò e si infilò i vestiti. Guardò il letto sfatto e sorrise, non vedeva l'ora che Beatrice tornasse.
Era stato con tante donne e si era concesso qualche avventura con degli uomini in passato, la sua fama di libertino lo precedeva, il sesso gli era sempre piaciuto, ma con Bea per la prima volta era stato diverso, c'era qualcosa che lo rendeva più appagante. Forse perché l'amava, perché lei era quella metà che lo completava. Fai il fottuto romantico adesso? si disse. Non era da lui essere sentimentale, ma con Bea era, per l'appunto, tutto diverso.
Si sedette al tavolo da lavoro e sfogliò alcuni libri che Beatrice aveva appoggiato sul piano, fu distratto diverso tempo dopo dal rumore di passi leggeri.
"Sei già di ritorno? Allora devo proprio essere maledettamente bravo..." disse, ma si interruppe vedendo che la persona appena entrata non era Beatrice.
Era una donna alta e longilinea, indossava un mantello grigio scuro sotto il quale si intravedeva un vestito turchese, abbassò il cappuccio rivelando un paio di occhi nocciola e un'ondulata chioma color dell'ebano ormai sbiadita dal tempo, non indossava gioielli ad eccezione di un collarino composto da una decina di file di pietre nere e perle bianche che le nascondeva perfettamente il collo.
"Scusatemi, credevo fosse un'altra persona. Posso aiutarVi signora?" disse Zoroastro.
"Perdonate l'intrusione, ma non c'era nessuno a cui chiedere...Sto cercando Leonardo e Beatrice Da Vinci."
"Sono usciti entrambi, ma saranno di ritorno tra qualche ora, credo." rispose Zoroastro "Potete aspettarli qui in bottega..."
"No, Vi ringrazio, tornerò dopo..."
"Volete lasciare un messaggio madonna?"
"No, grazie..." disse la donna uscendo dalla stanza, per poi rientrarci frettolosamente imprecando, appoggiandosi al muro.
Zoroastro alzò un sopracciglio e avvicinatosi alla porta guardò fuori, nel cortile erano entrati alcuni soldati romani.
Guardò la donna, interrogativo, poi spalancò gli occhi: "Stanno cercando Voi..." commentò.
Lei annuì: "Nascondetemi, Vi prego!" mormorò.
Zoroastro le fece strada, spostò uno scaffale e le indicò un buco nel muro: "RannicchiateVi e non emettete un fiato."
La donna si chinò e si nascose, Zoroastro rimise a posto lo scaffale e tornò a sedersi al tavolo.
Pochi istanti dopo Lupo Mercuri fece il suo ingresso nel laboratorio.
"Messer Mercuri." lo salutò "A cosa devo la Vostra visita?"
"Zoroastro? Credevo che avrei trovato un Da Vinci, non Voi."
"Leonardo e Beatrice sono fuori al momento." disse Zoroastro.
"Vi cimentate anche Voi in queste stregonerie?" chiese Mercuri osservando le medicine sugli scaffali.
"Non sono stregonerie, è scienza medica." rispose con stizza Zo.
"Ho militato con l'Inquisizione mio caro moro, e sono uno stimato esorcista, so riconoscere la presenza del diavolo." disse Lupo "E so che spesso si nasconde dietro il grazioso aspetto di una bella fanciulla con grandi occhi lucenti." 
Zoroastro si morse una guancia per non replicare, era evidente il riferimento a Beatrice, si limitò a dire: "Posso forse aiutarVi io messere?"
"Forse. Sto cercando una donna."
"Dunque volete che Vi consigli un bordello. Io Vi suggerisco di privare sul lungarno, alla Perla d'Oriente..." 
Mercuri fece una smorfia: "Ma cosa dite! Intendo dire che i miei uomini hanno visto una donna dirigersi in questa strada. Volevo sapere se l'avete vista, se si è fatta viva in bottega."
"Mi capita di vedere molte donne passare per la bottega, molte di loro sono modelle o pazienti di Beatrice. Potete descrivere questa che cercate?"
"Una bella donna, non più giovane, lunghi capelli neri e occhi nocciola."
Zo sorrise: "Descrizione un po' vaga. C'è qualche dettaglio che potrebbe renderla riconoscibile? In caso la vedessi..."
Mercuri annuì: "Sì. Ha una vecchia cicatrice sul collo."
"Che tipo di cicatrice?"
"Quella lasciata da un coltello che vuole tagliare la gola di una persona da orecchio a orecchio." sorrise gelido Mercuri.
Zoroastro deglutì, ecco spiegato il collarino della donna: "Se si presenterà in bottega Vi faremo avvisare. Dobbiamo considerarla pericolosa?"
"Molto pericolosa."
"È coinvolta nella congiura dei Pazzi immagino." commentò Zoroastro.
"I suoi crimini non Vi riguardano, Vi basti sapere che deve essere arrestata." tagliò corto Mercuri.
"Non capisco una cosa, i Vostri uomini l'hanno vista da queste parti. Ma perché mai questa donna dovrebbe venire a cercare rifugio proprio in questa bottega?" chiese Zo.
Mercuri ignorò la domanda e gli rivolse un freddo sorriso: "Torneremo a controllare la zona, meglio essere prudenti con soggetti come lei. A presto Zoroastro." disse mentre usciva dal laboratorio.
Zo attese e poi si avvicinò allo scaffale, si appoggiò al muro e mormorò: "Resistete ancora un po', voglio essere sicuro che si siano allontanati prima di farVi uscire."
"Non Vi turba nascondermi dopo ciò che Vi ha riferito Mercuri?" bisbigliò la donna.
"Se siete sua nemica siete amica mia e dei miei compari. Avete riconosciuto la voce di quello stronzo?"
La donna rispose: "Sì, l'ho conosciuto molto tempo fa." per un pò nessuno disse nulla, poi lei aggiunse "Grazie, Zoroastro."
Lui sorrise: "Voi avete avuto modo di conoscere il mio nome, ma io non so il Vostro."
"Leda." rispose lei "Chiamatemi Leda."


Quando Riario arrivò ai suoi appartamenti trovò Mercuri ad aspettarlo: "Come è andata la riunione con Da Vinci e Dragonetti?" chiese mentre entravano nelle stanze private.
"Molto bene. Ho predisposto nuovi posti di blocco, e ho chiesto a Da Vinci di potenziare la produzione di spingarde. E gli ho rivelato la natura della missione segreta, ho pensato che incuriosirlo potesse essere una buona idea."
Lupo era stupito: "Gli avete parlato del Libro?"
"Sì, ho fatto una breve introduzione più che altro. Lupo, cosa c'è? Avete una faccia truce." constatò Riario.
"È curioso che oggi gli abbiate parlato del Libro. La donna, Leda, i nostri uomini l'hanno vista nelle strade vicino alla bottega del Verrocchio." rispose Mercuri.
"Credete che abbia parlato con Da Vinci? Perché? Dubito che sappia che voglio sfruttarlo per cercare il Libro..." Riario riflettè, poi lanciò uno sguardo interrogativo verso l'archivista, parlò con tono nervoso "C'è qualche cosa che non mi avete detto su quella donna?"
Mercuri deglutì: "In effetti una cosa ci sarebbe Girolamo."
"Mi avete deliberatamente nascosto un'informazione?" la voce di Riario divenne rabbiosa, afferrò Mercuri per il bavero della giacca.
"Girolamo, Vi prego!" rantolò Lupo "Posso spiegarVi tutto...il Santo Padre concordò con me sul fatto che lo scopriste a tempo debito..."
Riario lasciò la presa e gridò: "Scoprire cosa? Parlate o Vi sbudello seduta stante!" 
Mercuri respirò a fondo: "Non è un caso se Vi ho suggerito Da Vinci per la nostra ricerca. Quella donna è legata lui, solo che il nostro astista, come Voi, non lo sa. Per ora."


"La nicchia nel muro è stata provvidenziale." commentò Leda mentre Zoroastro le porgeva una tazza di infuso caldo.
"Un ricordo lasciato da Leonardo anni fa. Voleva aiutare Beatrice nella preparazione delle medicine, ed ha fatto esplodere il muro." rise ripensando alla scena "L'ennesima esplosione nella carriera di Da Vinci!"
"Voi conoscete i Da Vinci da tanto tempo?" 
"Da quanto eravamo bambini, siamo cresciuti insieme. E Voi? Non mi avete ancora detto perché cercate Leonardo e Beatrice." disse Zoroastro.
Leda bevve un lungo sorso di tisana, sospirò: "È importante che parli con loro."
"E Voi da quanto tempo li conoscete?" chiese di nuovo Zoroastro.
"Non posso dire di conoscerli davvero, ma non appena Leonardo mi vedrà mi riconoscerà. Certo, sarà strano per lui vedermi, penserà che i suoi occhi lo stiano traendo in inganno."
"Perché?" chiese Zoroastro.
"Mi crede morta."
Zo strabuzzò gli occhi: "Morta?" scosse la testa "Non Vi seguo. Chi siete Leda? E perché gli uomini di Riario Vi stanno cercando?"
Leda sorrise: "Avete tante domande, ed è giusto. Quando Leonardo e Beatrice saranno qui saprete tutta la verità, lo prometto." bevve un secondo sorso "È buona questa bevanda."
"È una miscela inventata da Beatrice, dentro ci sono camomilla, menta, anice e valeriana." rispose Zoroastro.
"Beatrice ha davvero talento. I suoi nonni le hanno insegnato bene come dosare le erbe." commentò Leda.
Zo a quel commento divenne ancora più curioso: "Conoscevate i nonni di Bea?"
Leda si morse un labbro, inclinò la testa ed annuì: "Sì..." si bloccò sentendo dei passi "Chi sarà?" chiese preoccupata alzandosi dalla sedia.
Zoroastro fece lo stesso, serrò la mano sull'elsa della spada, poi rilassò le dita sentendo in lontananza la voce di Leonardo.
"Bea? Zo? Siete qui? Non immaginerete mai..." disse entrando, poi si fermò a pochi passi dal tavolo vedendo la donna "Scusate, non sapevo che Bea avesse una paziente..." fece per uscire la Zoroastro lo fermò.
"Non è una paziente, cercava te, e tua sorella." disse.
Leonardo fece qualche passo verso di lei: "Me? E come posso aiutarVi signora..." 
Leda si avvicinò a Leonardo, la figura della donna fu illuminata dal sole del pomeriggio che entrava dalla finestra del laboratorio, Da Vinci vide bene il suo viso, gli occhi, i capelli, e la trovò familiare, improvvisamente spalancò gli occhi e sbiancò.
"Non può essere..."
Leda sorrise dolcemente: "È passato tanto tempo."
"Tu sei...morta...non puoi essere tu."
"Lo so, ma sono io Leonardo. È incredibile, eri così piccolo quando mi hai vista l'ultima volta eppure ricordi bene il mio viso. Ma perché mi stupisco, tu hai sempre avuto questa incredibile memoria." 
Zoroastro li guardò, poi chiese: "Qualcuno vuole spiegarmi?"
Leonardo deglutì e senza staccare gli occhi di dosso dalla donna rispose: "Lei è Leda, Zo."
"Mi ha già detto il suo nome..."
"La credevo morta..." 
Zo annuì: "Me lo riferito."
Leonardo scosse la testa "Mi hanno detto che eri morta, mio padre mi ha detto che..." si passò una mano tra i capelli "Allora non è vero...non sei morta nel partorire Beatrice..."
Questa volta fu Zoroastro a strabuzzare gli occhi: "Cosa? Che cazzo stai dicendo Leo, vuoi dire che lei è..."
"Sì." disse Leonardo sospirando "Leda è la mamma di Beatrice."

Riario batté il pugno sul tavolo con una tale forza che i candelabri d'argento su di esso tremarono: "Questo cambia molte cose...dannazione a mio zio e ai suoi segreti! Perché non dirmelo subito?" la storia che Mercuri gli aveva appena raccontato metteva sul piatto nuovi elementi "È per questo che mi avete suggerito Da Vinci." constatò.
"La sua genialità è innegabile, era chiaro che si sarebbe stata utile. Ad ogni modo sì, non era solo per essa, ma anche per la sua storia personale." rispose Lupo "Era importante che rimanesse segreto..."
"Non per me! Avreste dovuto informarmi, avrei gestito le cose diversamente. Ma ormai quel che è fatto è fatto." disse Girolamo infuriato "Dobbiamo modificare il nostro piano, è chiaro che Leonardo sa qualcosa, la donna gli avrà detto tutto." 
Mercuri rispose che non poteva esserne certo, ma per Riario era evidente: "L'hanno vista vicino alla casa di Da Vinci, forse ci era già stata in passato."
Girolamo riflettè tamburellando le dita sul bordo della scrivania, poi andò alla porta e si rivolse al soldato di guardia: "Fate chiamare Grünwald, ho un incarico per lui."
Quando fu tornato Mercuri gli chiese: "Cosa volete fare Girolamo?"
Il sorriso spietato del conte lo fece rabbrividire: "Intendo rimediare alle Vostre menzogne Lupo, a modo mio." 


"L'ultima volta che ti ho vista avevo tre anni, ed eri incinta di Beatrice, mancava un mese alla sua nascita. E poi sei sparita, un mese dopo mio padre mi svegliò una mattina e mi disse che eri morta durante il parto, e mi fece conoscere mia sorella, era così piccola..." ricordò Leonardo "E invece non sei morta! Cosa è successo? Perché hai abbandonato Beatrice?" 
Leda lo guardò, scosse la testa: "Non ho avuto scelta." 
"È assurdo." commentò Leonardo, alzò un sopracciglio "Forse non sei tu! Sei una che finge di essere Leda!"
"Che motivo avrei?"
"Potrei trovarne cento di motivi! Dimostrami che sei tu." disse Leonardo.
Leda sospirò: "Quando ero incinta di Beatrice ti dicevo di mettere le tue manine sul mio pancione e di parlarle, di cantarle quella filastrocca che ti avevo insegnato. E ti dissi che dovevi prenderti cura della tua sorellina." ricordò "Mi chiedesti come facessi ad essere sicura che fosse una femmina, e io ti risposi che in sogno avevo visto il suo viso."
Leonardo rimase in silenzio per un po', poi annuì: "D'accordo, sei veramente tu."
Zoroastro chiese: "Perché ti nascondevi dagli uomini di Riario? Cosa vogliono da te?"
Istintivamente a quelle parole Leonardo rispose: "La mappa...sei tu il membro della setta che ha la mappa!"
Zoroastro gli chiese che cosa stesse blaterando, Leda invece strabuzzò gli occhi e si innervosì: "Tu sai della mappa? Riario ti ha già raccontato la sua versione della storia allora!"
"Mi ha raccontato alcune cose, e dato che che sono uscite dalla sua bocca non mi fido molto. Ma dalla tua reazione deduco che qualcosa di vero c'è." rispose Leonardo "Il Libro delle Lamine dunque esiste."
"Libro delle Lamine? Ma è una favola per stuzzicare l'avidità dei predatori di tombe." disse Zo.
"È realtà invece." disse Leda con una punta di orgoglio "Noi figli di Mitra lo custodiamo da secoli affinché non cada in mani sbagliate. E purtroppo esso è in pericolo. Per questo sono qui Leonardo, perché il Libro venga tenuto al sicuro." 
Zoroastro si grattò la testa: "Sì, decisamente devi spiegarci molte cose, perché io non ci sto capendo nulla."
"Quando Beatrice sarà qui vi dirò ogni cosa."
"E come le spiegherai chi sei?" chiese Leonardo "Bea è cresciuta credendoti morta Leda. Non reagirà bene scoprendo che invece sei viva e vegeta."
"Beatrice capirà. Quando conoscerete la storia lei capirà." disse Leda, ma i suoi occhi tradivano la sua paura, era conscia del fatto che Beatrice avrebbe potuto respingerla. Si era chiesta ogni giorno che donna fosse diventata sua figlia, e ora lo avrebbe scoperto.
Leonardo guardò Zoroastro: "Beatrice sarà di ritorno presto?"
"Doveva prendere delle erbe per le sue medicine, non penso che tarderà." rispose Zo, poi guardò Leda "Bea è una ragazza forte, e buona. Ma preparati al peggio, non ti perdonerà facilmente il fatto di averla abbandonata."
Leda lo guardò stupita e infastidita: "Sei molto indelicato nel dirmi una cosa del genere."
"Sono solo realista. Conosco bene Beatrice, credimi, non ti allargherà le braccia felice di aver scoperto che la sua mamma è ancora viva. Potrebbe capirti, forse perdonarti un giorno, ma ci vorrà del tempo."
Gli occhi nocciola di Leda si inumidirono, Zoroastro era stato sicuramente molto diretto e forse troppo crudo, ma in fondo la donna sapeva che aveva ragione, non poteva pretendere il perdono e l'affetto di sua figlia, poteva solo sperare di conquistarli un poco alla volta. 
Ma forse sarebbe meglio se Beatrice mi odiasse, si disse, perché se dovessi morire, se il pericolo che incombe di di noi dovesse avere la meglio, almeno lei non soffrirebbe per aver perso sua madre una seconda volta.



Angolo dell'autrice: 
Perdonate l'attesa, questo capitolo è stato un parto con lungo travaglio! :)
Il prossimo ci racconterà la misteriosa storia di Leda e dei Figli di Mitra, quindi non cambiate canale! ;)
Tanti Abbracci! 
Vedrei 
















  
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