Cristopher
prese una cartina abbastanza grande, la pose sul tavolo della cucina,
proprio accanto a Jeanne, che ancora dormiva mentre lentamente beveva
una tazza di cappuccino. Quella stanza nella quale si era svegliata il
mattino precedente era solo una delle tante del grande palazzo in cui
consisteva la dimora del misterioso Cristopher. Il biondino avrebbe
potuto chiedere ai domestici di preparare la colazione, ma quel giorno
decise di prepararla egli stesso.
Poi aggiunse fissando il foglio
-bene , questa è la piantina della gioielleria: ci sono sistemi di sicurezza qui, qui, qui, qui, e qui e qui … dovunque!!-
-wow- fece Jeanne commentando con aria scocciata. Sembrava più uno sbadiglio o un suono emesso per sottolineare la sua presenza lì piuttosto che un segno di approvazione.
-Jeanne svegliati e ascoltami!- riprese alzando la voce il biondino- dobbiamo trovare un modo per entrare … -
-prego faccia lei genio!-
-ok facciamo le cose una alla volta. Bisogna innanzitutto superare i sistemi d’allarme a raggi infrarossi … tu li attraverserai e li disattiverai.-
-ehi calmati bello! La fai facile! Mi serve un percorso prima di … -
Il biondino le pose un dito sulle labbra indicandole di tacere poi con l’altra mano indicò un punto imprecisato oltre quella stanza
-ho preparato tutto di là , cara principessa-
Jeanne arrossì. Sicuramente per la rabbia: non sopportava essere chiamata “principessa”.
Poi aggiunse fissando il foglio
-bene , questa è la piantina della gioielleria: ci sono sistemi di sicurezza qui, qui, qui, qui, e qui e qui … dovunque!!-
-wow- fece Jeanne commentando con aria scocciata. Sembrava più uno sbadiglio o un suono emesso per sottolineare la sua presenza lì piuttosto che un segno di approvazione.
-Jeanne svegliati e ascoltami!- riprese alzando la voce il biondino- dobbiamo trovare un modo per entrare … -
-prego faccia lei genio!-
-ok facciamo le cose una alla volta. Bisogna innanzitutto superare i sistemi d’allarme a raggi infrarossi … tu li attraverserai e li disattiverai.-
-ehi calmati bello! La fai facile! Mi serve un percorso prima di … -
Il biondino le pose un dito sulle labbra indicandole di tacere poi con l’altra mano indicò un punto imprecisato oltre quella stanza
-ho preparato tutto di là , cara principessa-
Jeanne arrossì. Sicuramente per la rabbia: non sopportava essere chiamata “principessa”.
2° GIORNO
Jeanne
aveva passato l’intera giornata ad allenarsi in quel maledetto
percorso ad ostacoli che doveva in un certo senso riprodurre la sala
della gioielleria che precedeva il caveau e la cassaforte.
Allenarsi ancora ancora e ancora, fino a quando non l’avesse imparato alla perfezione. Chiuse gli occhi e ripercorse il tragitto ancora una volta attraverso mobili e corde sospese a mezz’aria. Esecuzione perfetta. Non urtò nulla. Si ritenne soddisfatta del suo lavoro e della velocità con la quale aveva memorizzato il tutto e si stese a terra stanca a fissare il soffitto e recuperare le forze.
Il soffitto: tutto in quella casa era tremendamente lussuoso e questo la faceva sentire a disagio anzi le provocava un vago senso di disgusto. Le sembrava una gabbia dorata, meravigliosa ma non abbastanza da nascondere la sua funzione primaria. Era tutta una finzione. L’oro odora sempre di guerre e morte.
-salve principessa!-
Improvvisamente il viso di Cristopher le si parò davanti sottraendole la visuale del soffitto.
Jeanne fece una smorfia.
-allora? Hai memorizzato il percorso?-
-certo sono una professionista io, cosa credi?-
-lo so, per questo ti ho scelta, oltre che per il tuo bel faccino ^.^ -
Si chinò e le diede un bacio sulla fronte.
Jeanne ricambiò gentilmente con un cazzotto e un “che cacchio fai?”
al quale seguì un sorriso.
-bene visto che sembri così sicura di te perché non mi fai vedere?-
Jeanne eseguì senza rispondere.
Si muoveva con agilità ed eleganza, sembrava quasi che danzasse attraverso la stanza, sicura e decisa nei movimenti anche se aveva gli occhi chiusi.
Ancora un esecuzione perfetta, Cristopher doveva ammetterlo.
Allenarsi ancora ancora e ancora, fino a quando non l’avesse imparato alla perfezione. Chiuse gli occhi e ripercorse il tragitto ancora una volta attraverso mobili e corde sospese a mezz’aria. Esecuzione perfetta. Non urtò nulla. Si ritenne soddisfatta del suo lavoro e della velocità con la quale aveva memorizzato il tutto e si stese a terra stanca a fissare il soffitto e recuperare le forze.
Il soffitto: tutto in quella casa era tremendamente lussuoso e questo la faceva sentire a disagio anzi le provocava un vago senso di disgusto. Le sembrava una gabbia dorata, meravigliosa ma non abbastanza da nascondere la sua funzione primaria. Era tutta una finzione. L’oro odora sempre di guerre e morte.
-salve principessa!-
Improvvisamente il viso di Cristopher le si parò davanti sottraendole la visuale del soffitto.
Jeanne fece una smorfia.
-allora? Hai memorizzato il percorso?-
-certo sono una professionista io, cosa credi?-
-lo so, per questo ti ho scelta, oltre che per il tuo bel faccino ^.^ -
Si chinò e le diede un bacio sulla fronte.
Jeanne ricambiò gentilmente con un cazzotto e un “che cacchio fai?”
al quale seguì un sorriso.
-bene visto che sembri così sicura di te perché non mi fai vedere?-
Jeanne eseguì senza rispondere.
Si muoveva con agilità ed eleganza, sembrava quasi che danzasse attraverso la stanza, sicura e decisa nei movimenti anche se aveva gli occhi chiusi.
Ancora un esecuzione perfetta, Cristopher doveva ammetterlo.