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Autore: Makar    05/05/2014    1 recensioni
“Vedo ma soprattutto sento che c'è qualcosa di più in quel ragazzo, qualcosa di anormale, senza una spiegazione valida. Ne sono del tutto certa quando nei suoi occhi noto che le iridi non sono di un colore naturale. E' un colore acceso, molto intenso, che esprime tanta aggressività.
E' il colore degli occhi di un animale.
Quello di un lupo.
Poi penso a quelli del ragazzo della biblioteca. I suoi sono così freddi da congelarti il sangue.
Devono per forza avere qualcosa di più, qualcosa di spaventoso.
Di proibito.”
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Mike mi sorride e si siede accanto a me, sospirando. Poche ore prima, non sarei nemmeno stata capace di parlarci, ma ora mi sento capace di tutto.
«Che fai qui? Non entri?» mi chiede, con una voce roca.
Scuoto la testa e sorrido, facendo un tiro dalla sigaretta.
«Si sta bene qui fuori.» constato, per poi guardarmi intorno, in cerca di qualcosa da bere. Avevo la bocca secca ed in più ero vicina ad un ragazzo terribilmente carino, perciò avevo bisogno di imbottirmi nuovamente d’alcol. «Hai qualcosa da bere?» gli domando.
Senza proferire parola, mi passa la sua birra –ormai mezza vuota- ed ho la geniale idea di scolarla tutta d’un fiato, per poi alzarmi in piedi. La testa comincia a girare e sono sicura che da un momento all’altro potrei cadere. Fortunatamente, Mike riesce ad acciuffarmi prima che sia per terra, e tutti e due scoppiamo a ridere.
«Sei molto bella stasera.» alle sue parole, avvampo violentemente. Mike Evans mi ha appena fatto un complimento? Il mio corpo freme di una strana sensazione, ma non ci presto troppa attenzione. Rido nervosa, dicendo «Smettila, sei ubriaco.».
Lui mi fissa divertito «Sei tu quella sbronza, piuttosto.» e mi da una leggera gomitata nel fianco, ridendo. «Sono contento di essere qui con te.»
Strabuzzo gli occhi impressionata, e mi rendo conto che da quando questa conversazione è cominciata, non l’ho ancora guardato negli occhi. Ecco perché non funziona con gli altri.
Zittisco la me interiore, e lo guardo negli occhi, sorridendo.
Ho le mani sudate quando lo vedo avvicinarsi col suo volto verso il mio, e comincio inevitabilmente a tremare. Ho paura, ma di cosa? Di Mike?
Con una mano mi prende il viso, e io socchiudo gli occhi, non sapendo cosa fare; tuttavia, qualcosa lo ferma, e lui toglie immediatamente la mano, lasciandomi in quel modo.
Non appena sento delle voci e vedo delle ombre, mi rendo conto che non siamo più soli.
Mike si alza in piedi e io faccio lo stesso quando vediamo spuntare un ragazzo più vecchio di noi di qualche anno, che assomiglia molto a Mike. Suo fratello.
Quando ci vede, ci viene incontro allegro e abbraccia suo fratello, dicendo «Hey! Mike, la tua ragazza ti cerca, è meglio che tu vada.».
Mike mormora un ok e mi guarda con espressione triste, per poi andarsene e lasciarmi da sola con quel ragazzo, con un alito che sapeva da birra. Non che io ne avessi uno migliore.
«Io sono Blake, piacere.» esclama, porgendomi la mano «Danaë.» replico, stringendogli la mano con vigore. «Tu sei il fratello di Mike, giusto?» chiedo, stringendomi nelle spalle.
«Sì, ma non ci assomigliamo. Per esempio, non sarei andato dalla mia ragazza con una più bella qui.» risponde, senza preoccuparsi di ciò che ha detto.
Wow, due in una sola notte. Fai progressi ragazza.
Sorrido imbarazzata, rendendomi conto che tutto ciò che sta accadendo non ha nessun senso. Suppongo, quindi, che sia tutto merito dell’alcol, se ho adescato due ragazzi.
«Tuo fratello mi ha detto una cosa del genere, sai.» dico, lanciando la sigaretta per terra e pestandola con il tacco, per poi farmi coraggio. Le battute non sono il mio forte, ma di fronte ad un ragazzo del genere, che sembra una statua, non mi faccio problemi.
«E’ colpa del sangue. Siamo famosi per fare i deficienti con le donne, noi Evans!»
Sentendo queste parole, scoppiamo entrambi a ridere, finchè lui non mi fa una domanda.
«Quanti anni hai?»
«Presto diciotto.» finalmente, vorrei aggiungere. Tuttavia, mi limito a stringermi nelle spalle e a sorridere allegramente, mentre lui riflette.
«Con questo vestito ne dimostri almeno venti.» constata lui, indicando l’abito rosso che indosso comodamente. Ti paragonano addirittura ad un’adulta, ti stai superando. Spera solo che non sia un pedofilo.
Scuoto la testa, cercando di zittire la mia coscienza invano, ma non so come rispondere; tra di noi cala il silenzio, ed io comincio a dondolare sui miei piedi.
«Caspita, è tardi. Sono le tre.»
Spalanco gli occhi, visibilmente preoccupata, e lui se ne accorge, perché successivamente mi chiede «Hai bisogno di qualcosa? Ti serve un passaggio?»
«Sì, grazie.» rispondo, per poi seguirlo fino alla macchina parcheggiata davanti alla villa.
Entrambi saliamo, e quando lui mette in moto la macchina mi prendo il permesso di osservarlo per bene. Ha capelli castani chiari e corti, tenuti in disordine, mani gigantesche ed è più alto di me di almeno una dozzina di centimetri. E’ proprio bello, più di Mike.
«Che c’è?» mi chiede, accorgendosi che lo stavo fissando da un paio di minuti.
Sono così imbarazzata che vorrei sotterrarmi, ma purtroppo non ne ho la possibilità e l’unica cosa che posso fare è voltare la testa verso il finestrino.
«Scusa, non volevo fissarti.»
«Non ti ho detto di smettere.»
Il cuore smette di battere per un secondo, e la bocca mi si prosciuga immediatamente.
L’ha detto davvero, o l’ho solo sognato? Spero che sia la prima opzione, ma d’altra parte spero d’essermelo immaginato, forse perché anche in questo caso, ho paura.
Quando la macchina si arresta, siamo davanti a casa mia, che non è illuminata, dato che mia madre è sicuramente già fra le braccia di Morfeo. Poco male.
Scendo dalla macchina, e sento anche i suoi passi, dietro di me. Mi sta accompagnando alla porta? Sono perplessa, ma stranamente molto felice.
Quando mi giro, lui ha le mani nelle tasche dei jeans e mi sta guardando sorridente. Ha un sorriso bellissimo, e sentirlo vicino a me mi manda in palla il cervello.
«Grazie mille davvero Blake. Ti devo un favore.»
«10 cifre.» risponde lui, facendo spallucce. Inclino leggermente la testa, confusa, e corrugo la fronte cercando di capire cosa intende.
«Il tuo numero!» esclama ridendo, schiarendomi le idee. Torno seria dopo poco, e la mia coscienza dice Lo conosci appena, non dovresti.
Prendo il telefono che mi ha allungato e gli scrivo le dieci cifre tanto desiderate, zittendo definitivamente la mia coscienza, trionfante.
«Grazie, miss.» dice, inchinandosi e rialzandosi quasi immediatamente con la faccia verde.
«Se ti chini ancora così tanto poi vomiti.» dico ridendo, per poi guardarlo sorridere.
«No, ti sporcherei l’ingresso! Se lo facessi, non vorresti rivedermi più.»
«Non credo.» dico, senza riuscire a controllarmi. L’ho detto davvero io, perché oltre a me e a lui non c’è nessuno. Solo il bagliore fioco della luna che ci osserva dall’alto.
Hai pure scelto un’ambientazione romantica, geniale.
Lui si china verso di me e mi stampa un leggero bacio sulla guancia, e io riesco a biascicare solo un fievole “Buonanotte” e rinchiudermi in casa, con la schiena sulla porta.
Con la mano mi sfioro la guancia toccata dalle sue labbra, e per poco non grido come una pazza nel salotto dall’eccitazione. Salgo di corsa le scale e, una volta raggiunta la mia camera, chiudo la porta e mi lancio sul letto all’ultimo cielo.
Sono così felice che non penso a niente, se non al viso di Blake, e alla sua espressione costantemente sorridente. Qualcosa nel mio stomaco si stava muovendo, ma più forte rispetto a quando avevo conosciuto il ragazzo della biblioteca.
Sì, questa volta era cento volte più chiara e “violenta”.
Mi tiro su dal letto, seduta, e mi rendo conto di non aver ancora sentito il rumore della macchina di Blake partire ed andarsene. E’ ancora qui.
Corro ad affacciarmi alla finestra, che da sul giardino, e lo vedo, seduto sul marciapiede. Vorrei gridare il suo nome, consapevole di svegliare tutti, ma non ce n’è bisogno, perché lui si gira verso di me, verso la finestra da cui sono affacciata, e mi vede.
Lo saluto ridendo e lui saluta me, con la sua mano, e non potrei sentirmi più felice di così.
Purtroppo però, i miei occhi reclamano riposo, e sono costretta a chiudere la finestra e a tirare le tende, concludendo perciò quella nottata da sogno.
Indosso il pigiama in men che non si dica e dopo qualche minuto sto già dormendo serenamente, grazie alla quantità industriale d’alcol che ho ingerito.
E sono sicura che se fossi stata del tutto sobria, probabilmente non avrei dormito ripensando a tutto ciò che mi era capitato, sorridente.
Finalmente sorridente, oserei aggiungere. E’ come se, finalmente, la fortuna avesse deciso di aiutarmi, di darmi una mano per uscire dal mio involucro di timidezza ed insicurezza, e non potrei esserle più grata. D’un tratto, un soffio d’aria fredda si insinua fra le mie coperte, facendomi rabbrividire e sognare una coperta che mi tenga al caldo.
Mi ricordo, poi, che anche all’ingresso della porta stavo rabbrividendo, ed una lampadina si accende nella mia testa, riempiendomi di una gioia inspiegabile.
Ho lasciato il mio giubbotto di pelle nera a casa degli Evans, e questo significa una sola cosa.
Rivedrò Blake.
Senza rendermene conto, sorrido e il mio cervello si spegne, spazzando via i pensieri.




-don't read me-
Come promesso, ecco il terzo capitolo! Con questo, si aprirà un mondo di novità lol. Ringrazio di cuore Alexya per le sue recensioni, e anche Crow17, e che dire? Al quarto capitolo, e a presto (spero!). :)
  
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