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Autore: finnicksahero    05/05/2014    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo quarantuno.


 


 

Non capii l'agitazione di Katniss, era solo nebbia, di un denso bianco, copriva interamente le piante, nella mia posizione da semi-addormentato, non riuscivo a ragionare, solo quando la nebbia mi toccò la mano iniziai a capire, il cervello scattò sull'attenti, dove quel candido guanto m toccava si formavano dei micidiali foruncoli bianchi, schiumosi che faceva schifo, trattenni dei coniati di vomito e urlai a Mags di aggrapparsi stretta al mio collo, dovevamo uscire da li. E dovevamo uscire subito.

Katniss spronò Peeta a muoversi e gli urlò di correre, prendemmo poche cose e scappammo, tutti spaventati da quell'orribile foschia bianca argentea che avanzava lentamente verso di noi.

L'afa era troppa e le forze venivano meno, la nebbia ci raggiunse in meno di un minuto, ansimavo dalla fatica e così Katniss e Peeta, ogni tanto la presa al collo diventava meno forte, la supplicavo di rimanere attaccata, ma tutto era così difficile, eravamo stanchi e mi sentivo mancare, 'Plutarch, spero per te che Mags esca da qui viva' pensai 'Sennò la ribellione sarà il tuo ultimo problema' continuai a correre.

La nebbia era troppo strana, mi pungeva la pelle e arrivava ai nervi, I quali avevano spasmi insopportabile, non avevo il controllo del mio corpo. Di niente. Mi girai e vidi che pure Katniss annaspava.

Eravamo alla fine.

Niente aria nei polmoni.

Nessun controllo del proprio corpo.

Lanciai uno sguardo a Mags, era più morta che viva.

Trattenni un urlo di frustrazione.

No, non poteva finire così, le mie promesse, tutto quello che avevo da fare, da dire, il futuro roseo che sognavo per me e per Annie, non potevo morire li dentro, l'avevo superata una volta, ce l'avrei fatta anche la seconda, dovevo farcela.

Si, ce l'avrei fatta! Si, bastava sperare un pochino, perché la speranze è l'ultima a morire, le braccia in quel momento diedero il loro strattone finale, fecero cadere Mags, mi girai e gli urlai di ri aggrapparsi, fissai Katniss e mi chiese se potevo portare anche Peeta.

La risposta era ovvia, mi guardai attorno, la nebbia avanzava, non so quanto avremmo durato, cercai una via d'uscita attraverso quel denso fumo bianco, ma non trovavo niente, ero sconvolto, iniziai a piangere, avevo fallito. Niente futuro. Non avevo salvato Mags e non ero tornato indietro per Annie, chissene importava della ribellione, di quei due ragazzi, anche io avevo una vita ed era stata appena uccisa.

Non potevo morire quando avevo appena quattordici anni? Non avrei fatto passare tutte quelle cose alla mia famiglia, avrei ancora una sorella, Annie sarebbe stata felice, non estratta, senza essere inclusa in gioco troppo grande per lei. Troppo grande per tutti noi.

No, io ero vivo, gli alti ventitré ragazzi erano morti per lasciare me, vivo. Io, che la vita neanche la volevo. Non mi passarono immagini davanti al volto come dicono tutti, no vedevo chiaramente l'arena, la luce della luna che baciava quelle foglie enormi e lucide, la nebbia che brillava un poco, per quanto devastante era bellissima, intravedevo le sagome delle piante all'interno della nebbia e poi vidi il viso di Mags, sciupato dalla malattia, dalla vecchiaia e da tutto quello che aveva passato.

Allora lei mi vide piangere fece una cosa sorprendente. Mi baciò appena le labbra. Sapevo che ai suoi tempi nel distretto si faceva spesso, ma era in disuso, solo quando si diceva... quando si diceva....

-Mags- urlai, ma lei non si voltò, andò dritta verso la nebbia e ci entrò, con passo lento e insicuro, il suo fragile corpo, che tante volte avevo abbracciato si contrasse, e cadde a terra, mosse un poco le sue gambine rugose e non si mosse più, urlai un'altra volta, fissai il suo corpo e urlai, Katniss mi tirò su ma non sentivo più nulla, solo I colpi di cannone, vidi I suoi sorrisi, I suoi ami, e la vidi in tutto il suo splendore.

Cademmo e gli altri due fecero dei gemiti, io non riuscii nemmeno ad alzarmi, vidi Katniss avvicinarsi all'acqua, la quale gli diede sollievo, chiamo Peeta e lo butto dentro, si lavarono e lasciarono che la nebbia uscisse dai loro foruncoli bianchi.

Io non mi mossi.

Mags.

Mags.

Non riuscivo a pensare altro.

Mags.

Mags.

L'avevo uccisa.

Non l'avevo tenuta in vita, ero uno sporco assassino, era morta per la mia debolezza, avrei dovuto aiutarla.

Non avevo mantenuto la promessa, ero un'idiota, un mostro, mi odiavo, mi sentii strattonare e poi buttare in acqua, il dolore mi riportò alla realtà, urlai, tanto, tirai fuori tutto quello che avevo dentro.

Corremmo alla spiaggia e fissai gli altri, non li ascoltavo e loro non parlarono, forse, fino a quando Katniss disse -C'è qualcuno- li alzai lo sguardo e mi girai, sorrisi, era lei, sporca di sangue, incazzata nera, con la scure in mano, I capelli appiccicati al bel viso che aveva, era lei, gli altri mi vollero trattenere ma io scattai in avanti.

-Johanna-

  
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