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Autore: inibizione    05/05/2014    1 recensioni
Dal testo: "(...) Forse Christina assomiglia a Joe, non ama i convenevoli e le formalità, è allegra, spigliata, tutta uno slancio, una questione di forza e fisicità, forse anche lei ha delle storie brevi, fatte di corpi che si tengono vicini e sentimenti che si consumano in fretta come sigarette.
Quello che i giornali hanno sempre detto di lui, invece, è che Nick Jonas è una persona tranquilla. Riservato, taciturno e con un perenne – incantevole - broncio sul viso, Nick è la persona più equilibrata del mondo, sempre impegnato a tenere perfettamente bilanciati tutti gli aspetti della sua vita. Niente colpi di testa, insomma. Nick è il classico bravo ragazzo, con un bel faccino e una collezione di dischi niente male."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Critical'
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(No) Control

 

 

 

I'm hot, you're cold

You go around like you know

who I am, but you don't

You've got me on my toes
(Burnin’ up, JB)

 

 

La città scompare lentamente, i palazzi di acciaio e vetro si fanno lontani, sostituiti da costruzioni di legno e mattoni, campi coltivati e scuderie, l’odore dell’asfalto si perde in quello di fieno e terra bagnata e la moto acquista velocità nella strada deserta.

Chris si tiene salda a Marcus, trattiene tra le dita la sua felpa e ne ispira l’odore.  Hanno fatto una piccola sosta ad un bar a metà strada, bevuto un caffe annacquato e si sono presi un po’ le misure, si sono studiati. Hanno parlato rimanendo sul vago, stando lontano dalle questioni personali, ascoltato il timbro di voce e la risata dell’altro, si sono sfiorati le mani con metodica distrazione e sono ripartiti. La moto di Marcus è grande, robusta, color canna di fucile, la forma di un proiettile sparato via lontano. I capelli di Christina sfilano nel vento da sotto il casco, le rimbalzano sulla schiena ed è già quasi la terza settimana che lui la riaccompagna a casa, dopo le lezioni.

“Ancora non ci credo che sono stato preso per il culo da una campagnola”, la prende in giro, come sempre, senza cattiveria.

“Fatti due domande”, gli porge il casco. Lui lo lascia sulla sella, si fa più vicino, le parla a pochi centimetri dal viso.

“Non tieni mai la bocca chiusa, tu?”

“Mai”.

Le labbra contro le sue, un contatto minimo, quasi inesistente. Continua a guardarla negli occhi, le sfiora un fianco con la mano aperta mentre preme sulla sua bocca con più decisione. 

“Grazie per il passaggio.”

“Dovere”, sorride di sbieco, poi monta in sella. “Ci vediamo domani, Gray”, le fa l’occhiolino e riparte. Chris recupera le chiavi dalla borsa ed entra in casa. Il calore le solletica il naso, assieme all’odore di candele e frutta fresca. Si gode il tepore per un attimo, con gli occhi chiusi, tutto il suo corpo vibra di energia e poi torna a rilassarsi.

 

“Dovresti fargli almeno un po’ di compagnia. E’ la tua macchina che sta aggiustando e scommetto che non lascerà che tuo padre gli paghi il disturbo”.

Mrs Gray ha le braccia immerse fino ai gomiti nell’acqua saponata del lavello e un ciuffo di capelli davanti agli occhi. Chris è seduta sul mobile con le gambe penzoloni: è una cosa che fa fin da bambina, la guarda lavare i piatti e prova a indovinare a cosa sta pensando. Le sposta con le dita i capelli dal viso e si spinge con le braccia giù dalla cassettiera. Recupera due birre dal frigorifero e “odio quando hai ragione, lo sai?”

“Sempre, allora” e dal suo tono Chris capisce che sta sorridendo. Fa schioccare la lingua sotto il palato e va in garage. Non vede nessuno - è sollievo o delusione quella sensazione di calore alla pancia? - poi una macchia marrone si sposta da dietro il cofano aperto e una massa di riccioli bruni entra nel suo campo visivo. Nick alza lo sguardo e stira appena le labbra. “Ciao.”

“Posso?”

“E’ casa tua”, si stinge nelle spalle lui.

Con un movimento rigido del braccio gli porge una lattina, dondola da un piede all’altro, poi si siede sulla lavatrice che il padre dimentica sempre di portare all’isola ecologica.

“E’ messo male?”

“No. Ma la guarnizione del cofano è difettosa, è entrata un po’ d’acqua e ha fatto qualche danno”.

Lei annuisce e lo guarda chinarsi di nuovo sul motore. Osserva la linea delle spalle sotto la camicia a quadri rossa e bianca, i jeans stretti sui muscoli appena accennati delle gambe, la striscia di stoffa annodata tra i capelli per tenerli dietro e le mani e le braccia sporche di nero, armeggiare tra le componenti della macchina.

“Università?” le chiede lui da sotto il portellone di metallo, cercando di fare conversazione. Lei annuisce, poi ricorda che non può vederla e mormora un si poco convinto. “Tu?”

Il rumore di uno scatto e un tappo che si svita, “Ho aiutato Frankie con i compiti e tuo padre mi ha chiesto di dare un’occhiata alla tua macchina”, riavvia un coperchio di gomma tondo e lo lustra con uno straccio. “E quando ha detto macchina, non pensavo…”, fa cenno col mento al pick up, vecchio e scrostato,  inarcando le sopracciglia.

“La Mercedes la tengo nascosta, sai com’è” e beve un lungo sorso, tanto per affogare gli altri dieci commenti sarcastici che le sono venuti in mente.

“Non volevo offenderti”.

“Non l’hai fatto. Non sei il primo a non amare Bessy. Mia madre ha fatto i salti di gioia quando mi ha lasciato a piedi, due settimane fa”.

“Bessy è…”

“Si, Bessy è lei”, indicando l’auto, seccata. Nick si morde la labbra e scuote la testa, tornando ad armeggiare tra i cilindri di metallo.

“Non ti farai pagare per questo, vero?”

“No”.

“Perché?”

“Perché non sono un meccanico. Ed è un favore”.

“Sarò in debito con te di un favore”, si lamenta.

“Non necessariamente”

Chris sbuffa e lo guarda imbronciata, facendo dondolare le gambe.

“Dove abitavate prima di trasferirvi?”

Lui impiega qualche minuto per rispondere, “California”.

“Cosa? E’ perché siete venuti qui?”

Nick sospira, poi si volta a guardarla. “Che vuoi dire?”

Bhe, insomma, c’è una bella differenza, no?”

Lui guarda in alto e un po’ ci pensa, a tutto quello che hanno lasciato a Los Angeles. Decisamente la California non è il Texas. “Si, sono su due binari paralleli. Ma io sono nato qui, in Texas”

“Davvero?”

“Si. Mi passi la chiave inglese?”

Chris fa mente locale tra i pomeriggi passati con Mr Gray a montare e smontare le rotelle alla sua bici e a quelle delle sorelle, per ricordarsi com’è fatta. Viene giù dalla lavatrice e si avvicina per porgergliela, poi rimane li, in piedi accanto a Nick. Sente l’odore del grasso, di ferro, del sudore del ragazzo e del suo profumo naturale. Dolce.

“Dove?”

“Dallas”

“Ma Dallas non vale!”

Nick riporta gli occhi su di lei, “perché?”

“Perché è la nona città d’America, ecco perché! Io parlo di paesini come questo, di stivali continuamente incrostati di fango, gente che rutta a tavola e tutta questa campagna, persone semplici, cavalli col panciotto e i nomi di attori da soap opera latina…”, il ragazzo la guarda gesticolare elencando tutte le cose del Texas che “non hai mai visto perché sei di Dallas, di Dallas!” e nel mezzo del suo discorso, cosi, improvvisamente, ride. Chris si ferma immediatamente, abbassa le braccia e lo osserva sconcertata, perché non era nemmeno sicura che lui sapesse farlo. Nick ha una bella risata, lieve, per niente rumorosa, contenuta proprio come lui e breve, decisamente troppo breve, tre secondi netti, un sorriso a voce alta. Beh, alla faccia di tutti i giornalisti che mi hanno dato del musone antiquato, pensa lui, abbastanza sorpreso da se stesso.

“… Linda”

“Come?” le chiede, tornando a prestare attenzione.

“Dicevo, ora ho capito perché vai tanto d’accordo con Linda”

 “E’ di Dallas anche lei?”, domanda confuso.

“No, ma scommetto che anche tu, come lei, non hai mai montato un cavallo né fatto a gara a mangiare l’anguria con le mani legate dietro la schiena”, si poggia col fianco alla portiera dell’auto. “Avete un’aria cosi… sofisticata.”

“Da come lo dici non sembra un complimento”.

Lei alza le spalle. Per un attimo la figura di Marcus si sovrappone a quella di Nick, le spalle ampie, la pelle abbronzata, il cerchietto di metallo che si sposta in base all’espressione del viso, la risata ruvida, l’odore di tabacco che ancora sente sulla bocca. Poi torna a Nick, il viso tranquillo, i ricci spettinati, il colorito chiaro del viso e l’odore di poco prima, sudore e sapone. Marcus e la velocità, la sua moto enorme e i discorsi di politica, l’aria da guerriero contro il mondo e Nick e le sue dita lunghe, la voce bassa e l’aria di chi sa esattamente qual è il suo posto. C’è qualcosa, un’incrinatura, un vetro rotto, una gessetto che stride sulla lavagna e quell’immagine le fa male in un punto indefinito dello stomaco. E non sa perché.

“Devo andare. Grazie per il pick up”

 

 

“Sono piacevolmente sorpreso. Non pensavo di rivederti cosi presto”. Le accarezza i capelli, le sfiora con le dita le spalle nude e il braccio, arriva fino alla mano e prova ad aprirle il pugno. Sorride, “sempre a provocare, eh?” e lei stringe più forte le dita.

“Perché fai resistenza?”. La guarda oltre il buio della stanza, cerca l’altra mano tra le lenzuola e se le porta entrambe sul petto, avvolgendole nelle sue.

“Finché rimane chiuso qualcuno continuerà a tentare e ritentare. Ma se lo apro e scoprono che è vuoto, il gioco finisce”.

Marcus chiude gli occhi e ispira profondamente.

“Capisco che vuoi dire”, le bacia la tempia, il mento e la bocca. “Chris”, il collo, il seno e la pancia.

 

 

 

 

eeeee… è circa un mese che non aggiorno e il capitolo era già scritto, vabbè. Cosa abbiamo qui?

Marcus, di nuovo Marcus (sono alla ricerca di un presta volto, immaginatevelo come più vi piace, per il momento). Non lasciatevi depistare dagli ultimi righi, lui non è un principe azzurro ma nemmeno il cattivo di turno, cosi come Chris non è una poco di buono. Ha vent’anni e ha sperimentato, autoimponendoselo in parte, solo questo tipo d’amore, breve, fatto d’istinto e per niente stabile o convenzionale. Senza contare che, nonostante il poco tempo, lei e Marcus sono amici e continueranno ad esserlo (eh, piccolo spoiler).

E poi c’è Nick che rideeee! E niente, come sempre vi lascio i miei contatti e aspetto i vostri pareri.

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