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Autore: Flos Ignis    06/05/2014    3 recensioni
Ohayo, minna!
Sono nuova del fandom, e questa è solo la mia seconda fanfiction, per cui vi prego di essere clementi e di farmi sapere se vi piace o meno, così da potermi migliorare. Spero comunque di intrattenervi piacevolmente!
Ambientata dopo il secondo film: Sakura fa un incubo che la tormenta, e capendo che si tratta di un sogno premonitore decide di consultare i Tarocchi delle Carte per scoprire cosa attende lei ed il fratello.
Nell'ombra si nasconde un Cacciatore.
Dalla Cina e dall'Inghilterra, due ragazzi accorrono per aiutare i loro amici in questa nuova impresa della Padrona della Carte.
In un gioco frenetico di guardie e ladri, a determinare la vittoria sarà solo la magia più forte di tutte.
L'Amore.
Ok, non sono brava nelle introduzioni, ma spero di avervi dato un'idea. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Lee Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Yukito/Yuki | Coppie: Shaoran/Sakura, Touya/Yukito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenza: questo capitolo, e probabilmente anche il prossimo, sono il motivo per cui il raiting della storia è arancione. È la prima scena di rapporto sessuale che descrivo, per cui non so com’è venuta, ma ci ho provato. Se non vi va, potete semplicemente leggere fino al momento dell’inizio del sogno di Lee. Il resto non è importante ai fini della trama della storia.
 
SOGNI – 1° parte
 
Nel corso dei secoli erano stati in molti a porsi domande sull’essenza e il significato dei sogni.
A volte si era creduto che fossero messaggi delle divinità; altre che predicessero il futuro; altre ancora che fossero reminescenze delle proprie vite passate. Negli ultimi due secoli in particolare, da quando la psicologia e la scienza ebbero uno spiccato e rapido sviluppo, molte furono le teorie a riguardo: furono visti come semplici mescolanze di immagini viste nella realtà e poi mescolate e riadattate, ma in particolar modo ebbe molta fortuna l’idea freudiana dei sogni come espressione dell’ ‘IO’ più vero e nascosto dentro di noi.
È molto romantica l’idea del sogno come luogo in cui essere veramente e completamente sé stessi, davvero liberi di esprimere alla massima potenza la grandezza e la complessità dei propri sentimenti.
 
Quella notte, in una casa come tante nella città di Tomoeda, tre ragazzi poterono scoprire quanto i sogni fossero l’ombra più vera delle loro emozioni più profonde grazie alla magia di una Carta molto particolare…
 
Sakura aveva appena finito di dare istruzioni alla sua Carta del Sogno, quando quest’ultima si moltiplicò per quattro e si diresse come un fascio si brillanti nelle menti dei tre giovani addormentati e di Sakura, che cadde addormentata vicino a Tomoyo, che aveva osservato tutta la scena con curiosità malcelata.
 
NEI SOGNI DI LEE
Era così palese che si trovasse nel mondo onirico che Lee si chiese addirittura quante ore gli mancavano per recuperare le energie e svegliarsi. Gli mancava Sakura. Era stato talmente tanto tempo lontano da lei, che ora dormire a due passi di distanza nella stessa casa era una dolce tortura per lui.
Si sentiva galleggiare in una nebbia grigia talmente familiare da soprannominarla mentalmente ‘la mia culla mentale’.  Ehi, che avete contro questo nome? Avrà anche coscienza di essere addormentato, ma non potete pretendere che sia efficiente, serio e pragmatico come nella realtà! È pur sempre nel regno in cui tutto è possibile…
…anche vedersi apparire di punto in bianco un paio di occhi verdi molto familiari che brillavano tanto intensamente da illuminare la nebbia, facendola dissolvere. Dietro quel grigiore si era nascosta una natura selvaggia e incontaminata, dominata dal rumore dell’acqua scrosciante e dal vento che cantava tra innumerevoli alberi folti di verdissime foglie. Il suo corpo sembrava molto più consistente in quel luogo, e guardandosi Lee capì di trovarsi in piedi su uno strapiombo roccioso, a pochi metri da una cascata.
Il sonno del ragazzo era talmente vigile che raramente gli capitava di averlo abbastanza profondo da sognare qualcosa di diverso dalla consueta nebbia, per cui si volle godere il paesaggio nella sua interezza facendo un paio di giravolte per abbracciare con lo sguardo tutto il panorama.
Non seppe il perché, ma si trovò improvvisamente senza appiglio mentre cadeva nel vuoto. Il sogno sembrava talmente reale… gli spruzzi d’acqua sul suo corpo, il vento che lo sbeffeggiava, gli alberi tutt’intorno che diventava una macchia indistinta di verde… fatto sta che sentì distintamente il suo cuore battere più veloce ed un breve urlo uscirgli dalle labbra contro voglia.
Breve appunto, perché dopo appena un paio di secondi si sentì afferrare delicatamente per le braccia, e rimase sospeso a mezz’aria grazia a quel miracoloso salvataggio. Il vuoto venne sostituito da un luogo ben noto al ragazzo per l’insolita quantità di guai avvenuti in quel luogo: il parco del Re Pinguino, insolitamente deserto e improvvisamente immerso nella luce del tramonto. E, dietro di lui, la ragazza che lo aveva trattenuto dal precipitare nel sogno: la sua Sakura.
-Sakura… È bello vederti anche nei miei sogni- non che una frase simile gli sarebbe mai uscita di bocca fuori dal sogno…
-Lee, amore mio… mi sei mancato tanto…-
Sakura si era fiondata ad abbracciarlo, più stretto che poteva, e aveva affondato il capo tra spalla e collo. Lee sapeva che le piaceva appoggiarsi in quel punto, anche se non ne conosceva il motivo.
‘Vorrei sognare così tutte le notti…’
Lee si stava beando di quella sensazione di pace, quando essa venne brutalmente ma piacevolmente infranta. Sakura stava… oddio
‘Questa è la prova decisiva che si tratta di un sogno… e che sogno! Ah…’
La sua ragazza gli stava baciando il collo con una sensualità senza pari. Aggrappata alle sue spalle, il corpo morbido che aderiva come una seconda pelle al suo, le lebbra leggermente umide che si muovevano sul suo collo… voleva forse farlo impazzire? Gli diede poi un morso deciso, succhiando subito dopo a mo’ di scusa il lembo di pelle che aveva torturato per tutto quel tempo. Da quanto erano in quella posizione? Lee sapeva solo che si sarebbe fatto torturare a quel modo in eterno.
Se quella fosse stata la realtà, probabilmente la ragazza gli avrebbe lasciato un ricordino abbastanza evidente sulla pelle con quel gioco eccitante, e lui ne sarebbe stato imbarazzato ma felicissimo, ma se fossero stati svegli lui di certo non avrebbe trovato il coraggio di fare quello che invece il sogno rese possibile.
-Adesso tocca a me, Sakura-
Le avvolse con le braccia i fianchi snelli, sollevandola da terra e poggiandola contro un muro apparso proprio al momento giusto. Ah, che bello essere in un sogno…
I baci che si scambiarono i giovani innamorati erano quasi famelici. Le gambe di lei erano intrecciate ai fianchi di Lee, che le aveva messo le mani sotto le cosce toniche per sostenerla.  Le mani di Sakura che gli accarezzavano i capelli e la nuca gli levarono il poco di razionalità che aveva conservato fino a quel momento. Lasciò, un po’ a malincuore, le labbra arrossate della sua bellissima ragazza per passare al collo, rendendole pan per focaccia il gioco che li aveva condotti fino a quel punto.
 
Sakura però non riusciva a stare ferma tra le sue braccia, il suo corpo cercava di aderire sempre di più  a quello muscoloso del ragazzo che amava e quasi senza accorgersene compì un movimento col bacino, andando incontro al tangibile segno di eccitazione di lui, che fece boccheggiare entrambi. Vedendo una reazione così istintiva e appassionata di Lee, Sakura ripetè più lentamente, ma con più forza e consapevolmente stavolta, lo stesso movimento di prima.
Questa volta, le gambe di Lee cedettero. Improvvisamente si trovarono sdraiati tra coperte verdi e rosse morbidissime. Grazie sogno….
-Amore… ti prego... non fermarti….-
-Sakura… vorrei che tutto questo accadesse nella realtà…-
-Ma questo è reale…- gli prese una mano poggiandosela sul cuore, facendogli sentire il suo agitato tambureggiare.
 
Lee stava fissando la sua mano tra quelle di Sakura, posata sul suo petto. Non resistette alla tentazione di lasciare una carezza leggera sul seno di lei. Non l’aveva notato prima, ma la ragazza era scalza, coperta solo una un corto vestito fatto di tanti veli bianchi e trasparenti sovrapposti. Sembrava un angelo..
-Amore, sembri un angelo… sei il mio angelo-
Le posò le mani aperte sui fianchi, lasciandole carezze delicate ma talmente eccitanti che la ragazza si fece sfuggire dei mugulii ben percepibili, che fecero inorgoglire il ragazzo.
 
Stanca di aspettare, prese lei in mano la situazione. Afferrò i polsi di Lee e si posò entrambi le sue mani sui seni, per poi premergli contro le mani, per sentire il più possibile quel contatto, e chiuse gli occhi. Lei lo sapeva, che anche se non erano nel mondo reale, quello che stavano facendo ERA reale… era un sogno che stavano facendo insieme, fuori dalle loro teste. Era come se fossero in un mondo parallelo…
Lee prese ad accarezzarle deciso la terza piena ancora coperta dal vestito, ma la scarica di adrenalina che le vibrò nel sangue in quel momento le impedì di restare ferma a subire piacere e basta.  
Alzò il bacino per andare incontro a quello di Lee, e sentendolo duro contro di sé fu felice di avergli provocato tale eccitazione. Vedendo come si mordeva il labbro per resisterle, decise di fargli perdere il controllo rendendo ritmico e sempre più prolungato quel contatto tanto bramato da entrambi.
‘E pensare che l’idea iniziale era solo quella di stuzzicarlo un po’, giusto per vedere come reagiva…’
Lee aveva iniziato ad assecondare i suoi movimenti, facendole provare un piacevole pizzicore al basso ventre, dove si concentrò anche gran parte del calore del suo corpo. Si sentiva andare in fiamme, e non si era mai sentita tanto bene in vita sua.
Il tempo dei pensieri razionali era finito da un pezzo, per cui quando Lee lasciò solo una mano a stuzzicarle il seno portando l’altra al bordo del vestito per toglierglielo, lei non ebbe assolutamente nulla da ridire.
 
Per lui fu assai piacevole togliere quella massa di veli dal corpo di Sakura, primo perché spogliarla era uno dei suoi più oscuri desideri, secondo perché accarezzarle la pelle con i veli di quell’abito era oltremodo eccitante, e lei doveva pensarla proprio come lui da come sorrideva mentre mugolava di piacere.
Lui però voleva sentirla urlare…
Una volta che lei fu rimasta solo con l’intimo, provò un attimo di imbarazzo, ma l’espressione felice di Sakura glielo fece dimenticare. Erano nel suo sogno tanto, no?
-Sei bellissima, mio piccolo fiore di ciliegio…- Si tuffò sulle sue labbra, continuando a succhiarle e morderle con una passione che fino a quel momento era stata trattenuta, ma ora era finalmente libera di esprimersi.
 
Sakura intanto gli aveva levato la camicia, riuscendo ad avere un contatto diretto con i muscoli sodi e ben delineati del suo torace. Si era distratta ad accarezzarlo e a star dietro alla lingua di lui nella sua bocca che faceva dei movimenti davvero stimolanti, per cui non si accorse dello strano movimento nelle parti più basse. Fu per questo che non riuscì a trattenere un sonoro gemito quando un dito freddo di Lee premette contro il centro pulsante e caldo della sua intimità. Era una sensazione così estranea e bellissima…
 
Sorridendo, il ragazzo si alzò leggermente da lei per godersi lo spettacolo che era il viso della sua ragazza sconvolto dal piacere che le stava facendo provare. Aggiunse un altro dito, senza premere troppo né tentare di violare quell’entrata che lo stava chiamando, limitandosi a muovere le dita delicatamente, stimolando ogni centimetro di quel magnifico fiore. Quando la vide tutta rossa in viso e senza fiato, intenerito le diede un casto bacio sulle labbra, pieno dell’amore che provava per lei, e scese col viso lasciando una scia di baci nell’incavo dei seni e sul suo addome, arrivando all’ostacolo che lo separava dal frutto della sua ciliegia. Fu lei stessa ad incitarlo a muoversi, per cui le tolse l’intimo, potendo finalmente massaggiarle liberamente i seni pallidi, mentre con gli occhi la divorava completamente.
 
Esposta com’era, nuda davanti a lui ancora quasi completamente vestito –per sua sfortuna – eccitata, a gambe aperte con lui in mezzo ad esse che la guardava con una bramosia tale da farle venire i brividi di piacere lungo tutto il corpo, si sentiva stranamente protetta, come sempre quando era accanto a lui. Non sentiva nemmeno un briciolo di paura. Tuttavia, non voleva che la loro prima volta fosse in un sogno di un mondo parallelo temporaneo…
 
Lee però non voleva farla sua in sogno. Anche se non sapeva che quella Sakura era la SUA Sakura, quella vera e non solo una sua immaginazione, l’istinto gli disse di evitare di andare fino in fondo. Quindi, decise per qualcosa di alternativo per farla urlare…
Accostò il viso all’intimità della ragazza, cominciando a leccarla. Aveva ottenuto quello che voleva: lei aveva urlato il suo nome per la sorpresa e l’intenso piacere. Non si fermò, aveva un sapore che gli dava alla testa e continuò così finchè Sakura, con un sonoro e prolungato gemito, non venne per la prima volta in vita sua. Accolse sulla lingua gli umori delle ragazza, per poi sollevarsi e sorriderle pieno d’amore.
 
Sakura era sconvolta, non aveva mai provato emozioni del genere. Non vedeva l’ora di svegliarsi per assaporarle appieno.. ma prima, voleva fare una cosa. Ribaltando le posizioni, Sakura spogliò lentamente il suo ragazzo, che la lasciò fare tranquillamente.
Sorridendo maliziosamente, Sakura accarezzò con una mano il suo viso, soffermandosi un istante sulle labbra, per poi scendere a tracciare le linee dei muscoli del suo torace, sempre più lentamente mentre si avvicinava all’inguine teso e trascurato di Lee, bisognoso d’attenzioni.
 
-Ci penso io a te, ora…-
In un istante, la sua mano si chiuse fermamente sull’erezione del ragazzo, che rimase senza fiato e boccheggiante. La visione della ragazza mentre muoveva lentamente su e giù la mano sul suo membro era quasi più eccitante del movimento in sé. Quando poi si abbassò per strofinare le labbra su tutta la sua lunghezza, senza mai toccare la punta sensibile Lee credette di uscirne pazzo. Venne un minuto di dolci torture più tardi.

L’ultima cosa che ricorda sono gli occhi verdi pieni d’amore e ancora lucidi per l’eccitazione che avevano provato, e poi il sogno finì.
  
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