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Autore: sereve    06/05/2014    2 recensioni
Raf e Cry, una storia romantica in uno sfondo apocalittico, ma, come si sa, non si può decidere quando l'amore ti colpirà.
tratto dal ... capitolo: "Mi ritrovai davanti ad un paio di occhi grigi; quasi facevano paura da quanto erano chiari. Cercavo di muovermi ma ero come bloccata, ipnotizzata, quasi, da quello sguardo, che sembrava volermi leggere dentro. Vidi dietro di lui uno spostamento d’ombre e osservai, terrorizzata, il mostro che avanzava lentamente verso il ragazzo sconosciuto, puntando dritto al suo collo."
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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hallo! sono tornata da Roma, e con me questo altro capitolo! questa settimana è incasinata quindi non garantisco niente a nessuno sui prossimi aggiornamenti, spero che si calmino le acque! sereve

radura


~~-ok va bene. – mi arresi.*
Ci avviammo quindi a casa mia, che mia non lo era più e vedemmo in lontananza altri cinque o sei tra ragazzi e ragazze. Parlottavano tra loro ma, quando vidi i capelli di Raf sovrastare il gruppo mentre parlava, la paura prese il sopravvento, tanto che più ci avvicinavamo all’abitazione più ero nervosa.
-tranquilla- mi disse Red – sono il nostro gruppo. Li troverai simpatici. Adesso te li presento.
Stava alzando la mano per attirare l’attenzione del gruppo, quando gliela presi e lo fermai, trascinandolo poi dietro una macchina per parlargli.
-io non voglio conoscere nessuno, né tantomeno farmi vedere da Raf, ok?
-avete litigato?- mi chiese schiettamente.
Stupita dalla mancanza di ilarità nella sua voce borbottai un si triste. Lui mi abbracciò e mi chiese se avessi un numero di telefono, così che gli telefonassi appena arrivata al sicuro a casa. Glielo diedi senza troppe cerimonie e gli diedi un bacio sulla guancia mentre usciva dal suo nascondiglio; fortunatamente non aveva capito che quella era casa mia e mi mossi un po’ per allontanarmi. Mi sporsi per vedere la situazione e osservai la scena che mi si presentava davanti: Red che veniva preso in disparte da Raf per discutere e a quanti capii dalle urla, doveva essere una discussione animata se urlavano così. Il biondino disse qualcosa che fece impallidire il moro e poi farlo diventare rosso di rabbia; lo vidi prendere il telefono, guardare un attimo in mia direzione e comporre un numero.
Guardai il mio telefono, sperando che non fosse me che chiamava; purtroppo la suoneria di “Of Mice & Men <>” si spanse per tutta la strada, facendo girare tutti nella mia direzione. “cazzo ti odio!” maledii mentalmente Red, mentre vedevo tutta la combriccola avviarsi verso la macchina dov’ero nascosta. A carponi, iniziai a svignarmela, prima lentamente poi, quando sentii passi più vicini, mi alzai di scatto, sorprendendo un po’ tutti e iniziai a correre più che potevo, inoltrandomi nel bosco del mio sogno; alla fine non capii se mi stavano ancora seguendo, ma guardando il telefono squillare, supposi di si, quindi lo spensi prima di continuare a ripercorrere la stradina dell’incubo, anche se stavolta nessun albero diventava cenere.
Arrivai allo spazio verde dove avevo parlato con Lu per la prima volta. Mi sedetti, incrociando le gambe e passando sull’erba verde coperta di neve il palmo della mano. Schiacciando la mano più forte ed entrando in contatto con il terreno freddo e bagnato, mi apparve un flashback di quel sogno : io, Lucy, le sue scuse, le mie grida. Tutto in un secondo, troppo velocemente, quasi da farmi perdere i sensi e lasciarmi cadere all’indietro, sbattendo violentemente la testa; l’unica cosa che vidi prima del nero, furono due occhi grigi terrorizzati.

“sono in spiaggia con mia sorella; l’aria calda mi fa sentire bene e asciuga più velocemente sia il costume verde che indosso, sia la mia pelle; mi volto verso Lucy, sorridendo, coprendomi gli occhi per il sole mentre mia sorella ricambia il sorriso. Siamo sedute in riva al mare, sopra i nostri asciugamani dopo una bella nuotata.
-ah, si sta così bene qui! Perché non possiamo rimanere?- chiesi, distendendomi.
-oh, già, magari- concordò lei- ma sai che non tutto può andare nel verso giusto.
-cosa sarebbe andato nel verso giusto, scusa? Tu, mamma e papà siete morti; io sono diventata un ibrido; il mondo sta finendo. Dove lo vedi il verso giusto. I miei sogni, sono l’unico posto dove posso essere almeno un pochino felice.
Le nostre espressioni divennero improvvisamente tristi, mentre eravamo immerse nei nostri pensieri personali. Ad un certo punto, vidi che tutto intorno a me stava sbiadendo, come una vecchia foto zuppa d’acqua. Mi voltai verso mia sorella, terrorizzata, mentre lei mi mormorava un “ci vediamo al prossimo sogno”. ”
Mi trovavo in casa mia, nella mia adorata mansarda. La luce filtrava dalle tende chiuse, una cosa veramente strana, dato che odiavo non svegliarmi con la luce del sole;era come una droga per me, mi rendeva la giornata migliore, anche se era una cosa così insignificante. Dopo aver scostato le tende, mi diressi a prendere dei vestiti putili per fare una doccia, ma quando mi ritrovai davanti allo specchio mi si strozzò un urlo in gola. Non solo avevo dei vestiti completamente diversi da quelli del giorno prima, e totalmente scoordinati tra loro, ma avevo anche la testa fasciata con una benda bianca. Chi diavolo mi aveva cambiato? E chi mi aveva riportato a casa? Mi prese il panico; doveva essere ancora giù; sentivo degli strani rumori dal piano inferiore. Oddio, e se era Rafael e il suo gruppo?
Presi un po’ di coraggio e scesi dalla mia camera, ma non prima di essermi cambiata e di aver messo qualcosa di più pesante, perché il freddo ormai mi attanagliava le ossa.
Scesi lentamente le scale, un po’ per paura e un po’ perché non mi sentivo granché. “si vede che ti stai trasformando” pensai, mentre varcai la soglia del salotto; di colpo tutti smisero di parlare, vedendomi: sedute sul divano, c’erano due ragazze: una era magra e alta, con i capelli corti fino alle spalle e rossi; i suoi occhi verdi mi scrutavano curiosi, come un paio di occhi marroni dell’altra ragazza. Lei, a differenza della rossa, portava i capelli castani legati in due trecce, mentre era un po’ più bassa della prima, ma magra uguale. Un ragazzo era in piedi vicino al camino, insieme a Red e Raf; aveva i capelli blu elettrico, sicuramente colorati a mano e con gli occhi di un colore simile al viola. Il fisico non era snello, né muscoloso, ma era equilibrato.
Avere gli occhi di tutti addosso non era affatto bello, soprattutto quando il tuo aspetto non è dei migliori; sempre a passo di lumaca, mi diressi in cucina per bere un bicchiere d’acqua, preparandomi mentalmente per varie urla o cose simili da Raf e Red. Era strano, ma secondo me i due erano imparentato, anche se non saprei bene in che modo; magari cugini alla lontana …
Mi appoggiai sul tavolo con un fianco; sinceramente, non avevo la minima idea di cosa fare in quel momento; sarei potuta salire a farmi la doccia, ma avrei dovuto aspettare che se ne fossero andati tutti, compreso il biondino; oppure potevo sempre salire ma andare in camera mia a leggere o a scrivere qualcosa. Per guardare la televisione avrei dovuto andare in salotto, non che avessi molta voglia;  potevo ascoltare musica, ma avevo già mal di testa di mio. Per farmelo passare, presi una bustina di Oki, ma, dopo averla bevuta, la vomitai sul lavandino subito; mi accasciai stancamente sul pavimento, cercando un po’ di sollievo sul freddo offerto dal marmo. Allarmato dai rumori sospetti, Raf comparve sulla soglia della cucina, guardandomi.


 
  
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