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Autore: Nihal07    06/05/2014    2 recensioni
Dopo continui attacchi a villaggi vicini, il Team Kakashi è costretto ad indagare e soccorrere gli eventuali superstiti. Qui Kakashi incontra una ragazza. Una strana ragazza, tremendamente somigliante a Rin. Che sia lei?
Forse si. Lei conosce la sua storia, le sue emozioni, ma sembra essere tornata per vendicarsi di lui.
In questo momento difficile, il jonin sarà però affiancato dai suoi allievi, in particolare da Sakura...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo VI

 
“Hey, tu… Mi senti?”
Kakashi sentì una mano appoggiata sulla sua spalla scuoterlo leggermente e aprì gli occhi sperando di trovarsi a Konoha.
Errato.
Venne pervaso dal dolore che lo attraversò da parte a parte.
Vide, in maniera un po’ confusa, la sagoma di una ragazza mora, dai capelli lunghi, lisci, in parte raccolti in una coda. Indossava una maglietta a maniche corte, molto rovinata e di colore rosso. Lo guardava preoccupata, così l’uomo cercò di mostrarsi il meno sofferente possibile.
“Chi… Sei? Dove sono?”
La donna sospirò rassicurata. “Mi chiamo Miko. Ho l’obbligo di occuparmi dei prigionieri.”
“Prigionieri?”
La ragazza annuì. “Non fraintendermi. Anche io sono rinchiusa qui dentro da un po’ e…” Si asciugò una lacrima. “Devi scusarmi, ma non sono mai uscita da quando mi hanno trasferito qui. Non so dove ci troviamp. Ogni tanto vedo una ragazza che entra ed esce.”
Kakashi si fece attento. “Come si chiama? Hai visto qualcuno di nuovo, oltre a me? Magari una ragazza dai capelli rosa.”
Miko fece segno di no. “La donna che ogni tanto fa il giro delle prigioni si chiama Rin.”
L’uomo strinse i pugni e lasciò continuare la mora. “Comunque non è arrivata nessuna ragazza dai capelli rosa.”
Kakashi ringraziò tranquillizzato, poi si guardò intorno. Era rinchiuso in una stanza buia e l’unica finestra dalla quale entrava un po’ di luce si trovava troppo in alto per raggiungerla. In più, delle catene lo tenevano bloccato. Le mani erano legate dietro la schiena e da lì, la catena finiva nel muro.
Tornò in sé quando sentì qualcosa appoggiarsi sulla sua ferita al fianco. “Hey!”
Miko si ritrasse di colpo. “M-Mi dispiace… Non volevo farti male.” Arrossì. “Non conosco nessun tipo di arte medica, devi scusarmi.”
Kakashi sorrise. “Lascia stare. Sto bene. Hai finito? Scusa, ma sono davvero stanco.”
Miko annuì. “Ci vediamo domani.”
La donna uscì e il ninja rimase solo.
Solo con i suoi fedeli ricordi che lo tormentavano ovunque e con uno strano sentimento di irrequietezza e rabbia che diventava sempre più forte.
 
 
“Ti obbligo ad aspettare il ritorno di Naruto!”
Sakura negò con la testa più volte. “Lady Tsunade, non posso lasciare Kakashi da solo. Potrebbe essere troppo tardi quando Naruto tornerà.”
“Se l’è sempre cavata. Non è un jonin alle prime armi.”
La rosa capì che era tutto inutile. Qualsiasi cosa avesse detto, la sua maestra non avrebbe cambiato idea.
“Come vuole”.
 
E fu così che Sakura decise di partire contro il volere dell’Hokage e ora si trovava lì, nel villaggio abbandonato in cui Kakashi aveva iniziato a vedere quella ragazza.
Rin.
Sakura strinse i pugni, sentendo dentro di lei una sensazione di impotenza, mista a rabbia e paura.
Si trovava in un villaggio che non conosceva.
Kakashi poteva essere ovunque.
E per colpa di quella donna.
Respirò profondamente, ripetendosi di non piangere.
Era nel posto giusto, se lo sentiva. Era lì, che tutto era iniziato.
E se fosse stato il villaggio sbagliato?
Bè, sempre meglio che rimanere a Konoha ad aspettare Naruto.
La zona, ormai abbandonata, le trasmetteva un senso di angoscia.
Cercò di rimanere nascosta, mentre si faceva strada tra le strade strette e sporche.
Cercava qualcuno. Qualcuno che potesse condurla da Kakashi.
Si fermò quando sentì un rumore e dopo un paio di secondi si nascose su un tetto.
Vide un uomo alto e massiccio trasportare del cibo e delle bevande dentro un grande edificio.
Forse una vecchia prigione, o una casa in rovina e in disuso.
Era immensa, ma con pochissime finestre.
Sakura si morse un labbro ed entrò in una casetta lì vicina.
Avrebbe aspettato la notte del giorno seguente e spiato quell’uomo in ogni suo movimento.
“Kakashi, aspettami.”
 
 
 
Kakashi si svegliò di nuovo verso il tardo pomeriggio.
Era senza forze e probabilmente il sangue che aveva in corpo era sempre di meno, di ora in ora.
Non aprì gli occhi, e non potè affermarlo con certezza, ma sentì i passi veloci e incessanti di qualcuno farsi strada nel corridoio al di là della porta della sua stanza.
 
 
Dopo un paio di minuti Rin riprese piena consapevolezza del suo corpo.
Si tirò su lentamente e si guardò intorno.
Annusò l’aria e sentì un odore pungente farsi strada nelle narici.
Si guardò i vestiti e un brivido le percorse la schiena.
“Rin.”
La ragazza con i capelli castani, corti e gli occhi color nocciola ritornò di colpo in sé e si girò spaventata verso la persona che la stava chiamando.
“M-Miko?”
La mora socchiuse la porta dietro di sé e le lanciò il completo di una divisa.
Rin la guardò per un attimo. “Sono i miei vestiti… Ma perché?”
“Non è un tuo problema.”
A questo punto la donna fece segno ad un uomo di entrare e questo, una volta varcata la soglia della porta afferrò malamente Rin per un polso e la bloccò.
“Lasciami!”
Miko sorrise. “Perché ogni volta devi dimenarti per niente? Sai che non riuscirai a liberarti.”
“Perchè i miei vestiti sono sporchi di sangue?!”
La mora finse di pensarci. “Io non lo so. Forse esci di sera e non te ne accorgi. Takao, tienila ferma.”
L’uomo annuì.
Rin d’altra parte era ancora più spaventata. “Perché ogni volta che mi sveglio, non ricordo mai quello che è successo? Che cosa mi fai?! Dimmelo!!”
Miko la fulminò con lo sguardo. “Oppure?”
Il silenzio proruppe molto più fastidioso e inquietante di ogni altro rumore e la mora aspettò un attimo per continuare. “Tranquilla Rin, tra un po’ finirà tutto.”
 
 
Qualcuno aprì la porta, ma Kakashi non prestò molta attenzione a causa delle condizioni in cui si trovava.
“M-Miko?”
“Risposta sbagliata.”
Il jonin vide pian piano la figura di una donna prendere forma, e una volta colpita dalla luce che penetrava dalla finestra  quest’ultima divenne subito riconoscibile.
“Rin?!”
La ragazza annuì e Kakashi abbassò lo sguardo. “Cosa vuoi?”
“Vedere come stai.”
“No… A te non interessa.”
“Kakashi, io non voglio tu muoia. Altrimenti sarà stato tutto inutile.”
Il respiro dell’uomo si fece più affaticato. “Spero allora di morire al più presto…”
Rin sorrise. “Farò di tutto perché non accada.”
Il jonin la guardò per un paio di secondi. “Come puoi essere cambiata così tanto? Tutto questo odio non ti ha mai caratterizzata…”
“Oh, è sempre il solito discorso. Con me non attacca.”
“Perché? Perché dopo tutte quelle belle parole? Avevi detto di…” L’uomo si zittì per un attimo. “Amarmi.”
“Pensavi di avere l’esclusiva Kakashi?”
Rin si alzò e continuò a parlare. “L’amare un ragazzino spocchioso ed egoista come te è stata una delle cose più belle che potessero mai accadermi. Mi ha aperto gli occhi e mi ha permesso di dare una svolta alla mia vita. Quello che non ti uccide, ti fortifica, no?”
“Non può essere vero…”
“La verità Kakashi, è che la Rin che tanto brami, non esiste più. Quella gentile ed altruista se ne è andata. E tutto grazie a te. È colpa tua se ora ti trovi in questa situazione.”
“Vuoi solo convincermi di qualcosa che non è vero.”
“Hai ragione sai? Facciamo finta che tu non sia incatenato ad un muro e che io non stia cercando di farti impazzire. In realtà domani ti sveglierai e sarà stato tutto un sogno. Ti sveglierai nel tuo letto, ti alzerai e  ti recherai davanti alla mia tomba, a piangere e a chiedere il perdono di un fantasma che speri ti stia guardando dall’alto.”
Kakashi abbassò lo sguardò e non rispose.
“Kakashi, tu sei solo un uomo tormentato dai ricordi, dai rimpianti e dai sensi di colpa.”
Forse era vero. Ma lui voleva ritornare alla sua vita. Ai suoi sensi di colpa, alle uscite con i suoi amici, ai suoi libri, ai suoi appuntamenti, ai suoi arrivi in ritardo, alle missioni, al sangue, ai combattimenti e ai suoi compagni di squadra. A Sakura… A Naruto… Asuma, Genma, Gai…
“Nessuno ti concederà il perdono che brami così disperatamente. Mettiti la coscienza in pace e continua a tormentarti, fino a quando sarai vivo.”
“Finiscila!” Il jonin le gridò contro e le gettò addosso tutta la rabbia e la disperazione che aveva in corpo. “Che tu possa andare all’Inferno Rin.”
La donna rise, prima di aprire la porta e andarsene. “Ecco il vero Kakashi. Finalmente il finto buonismo se n'è andato dai tuoi occhi.”
La porta venne chiusa, Kakashi si lasciò andare, e senza forze chiuse gli occhi.
Bruciavano.
Per la prima volta nella sua vita pregò.
Forse le sue parole non vennero ascoltate da nessuno, forse vennero accolte da un Dio caritatevole e umano, forse furono sentite ed ignorate.
In ogni caso, si ritrovò a sperare ancora una volta che la vecchia Rin tornasse e quando capì che il suo desiderio probabilmente non sarebbe stato soddisfatto, perché impossibile, sentì il fiato mancargli, circondato dalla paura e dall’angoscia.
Forse, morire in quel momento, sarebbe stata la soluzione migliore.


 
  
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