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Autore: drunkofcamren    06/05/2014    3 recensioni
Solo quattro mesi fa pensavo fossi finita e poi sei arrivata tu e mi hai salvato.
Tu che mi hai dato dei nuovi mattoni, nuovo cemento e una mano per aiutarmi a ricostruire il mio grattacielo e sono arrivata più in alto di quanto non sia mai stata, posso toccare il cielo con le dita, ma soltanto se tu sei insieme a me.
Ora non m'interessa più dei sogni che avevo prima dell'incidente, quelli sono sotto quella macchina e ci rimarranno per sempre, ora ci sei tu, il mio unico sogno, e mi basti.
Ora capisco perchè Dio ha voluto togliermi le gambe e sono grata che lo abbia fatto.
Grazie, perchè insieme a te non ho più paura di nulla.
Ora, grazie a te, la amo, lei : la stupida sedia a rotelle che ero abituata a odiare, la amo, ma solo se sono con te, solo se sei al mio fianco riesco a dare un senso a tutto ciò che è successo.
Perchè per ora questo mi basta, solo una sedia a rotelle e te.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Help?






Pochi giorni fa mi hanno dimesso dall’ospedale, quello in cui sono stata più di due mesi.

E’ assolutamente il posto che odio di più al mondo.

Pensavo che una volta uscita sarei stata libera e felice, ma ho dovuto affrontare la realtà, la quale mi ha colpita e affondata.

Io ormai sono la barca più piccola, quella che trovi più facilmente in battaglia navale.

Ormai sono il pedone negli scacchi, quello con cui non puoi vincere.

Desidero ritornare ai giorni in cui ero sul letto dell’ospedale, quelli in cui ero triste, ma non umiliata.

Perché ora sono in sedia a rotelle e non riesco a guidarla, non riesco ad aprire porte e non posso salire le scale senza l’aiuto di qualcuno.

Mi sento inutile.

Non riesco a fare nulla senza che qualcuno mi aiuti.

Stamattina dovevo prendere la scatola dei cereali che è sempre stata nella credenza più alta e io, seduta, non ci arrivo, perciò ho dovuto chiedere aiuto.

In più quando ritornerò a scuola i miei genitori dovranno svegliarsi prima per aiutarmi a scendere le scale, per prepararmi la colazione e per portarmi a scuola.

Forse sarebbe stato meglio se fossi morta, avrei evitato tanta fatica a tutti.

Suonano al campanello, almeno alla maniglia della porta riesco ad arrivare.

Apro la porta e mi sento totalmente travolta.

-LAUREN!!!!- urlano e mi abbracciano

Non posso fare a meno di sorridere, per la prima volta da quando sono uscita dall’ospedale.

-Come state?- chiedo loro

-Bene, ma la vera domanda è : come stai tu?- mi chiede Ally

Abbasso lo sguardo e non posso evitare che le lacrime mi si formino negli occhi, ma faccio di tutto per trattenerle.

-No, okay, la vera domanda è : ti va di fare una maratona di film horror con le tue migliori amiche?- mi chiede Normani

Ruoto la sedia a rotelle, dando loro le spalle e mi asciugo le lacrime.

-E’ un’ottima idea- mi dirigo verso il soggiorno per prendere i film

Ally mi ferma e Normani prende la saga di “Saw”

Cerco di salire sul divano, ma è piuttosto difficile usando soltanto le braccia

-Vuoi una mano?- mi chiede Normani

-NO!- le rispondo arrabbiata

Dopo alcuni tentativi andati male, Normani mi disobbedisce e mi aiuta a sedermi sul divano.

-NORMANI, TI AVEVO DETTO-

-Finiscila Lauren, non ho intenzione di  guardarti rovinarti in questo modo. Non m’interessa quello che dici, so quando una persona ha bisogno di aiuto e non ho intenzione di negarlo alla mia migliore amica-
mi interrompe Normani

Passano alucni secondi prima che io risponda

-Potete preparare i pop corn?- chiedo imbarazzata dalla mia invalidità

-Certo- Ally va in cucina e pochi secondi dopo sento il microonde

Normani mi abbraccia e poi va a sistemare il lettore dvd.

Dopo una mezz’ora che inizia il film sollevo le gambe e le poggio sul divano

-Mettile sopra le nostre gambe- mi ordina Ally

Dopo un paio d’ore sento le palpebre abbassarsi, lotto per tenerle aperte, non voglio lottare contro i miei incubi, non ora, ma mi addormento.



 
Sento qualcuno che mi scuote, mi risveglio spaventata.

Poi sento un abbraccio, sono le braccia di Ally, comincio a stringerla e dopo pochi secondi anche a piangere.

Dopo un po’ delle altre braccia si avvolgono attorno alla mia vita, Normani.

-Sempre lo stesso incubo?- mi chiede Ally

Annuisco

Sempre la stessa macchina blu che ormai vedo tutte le notti da quando mi sono risvegliata dal coma.

Mi perseguita tutte le notti, tanto che ho paura di addormentarmi.

Si staccano entrambe, Ally mi bacia la fronte e Normani la guancia, cosa ho fatto per avere delle amiche che mi stanno sempre accanto? Non merito il loro affetto.

-Abbiamo ordinato la pizza, arriverà- il suono del campanello interrompe Normani

-A quanto pare è già arrivata- dice Ally

Normani va ad aprire e a pagare le pizze, mentre Ally mi avvicina la sedia a rotelle

Mi guarda negli occhi e io annuisco, allora mi da una mano a sedermi sulla sedia a rotelle.

Ci mettiamo a mangiare, solo noi tre, i miei genitori sono usciti e i miei fratelli sono a dormire a casa di amici.

-Grazie della compagnia- dico loro

-Lo sai che ci fa piacere passare del tempo con te- mi dice Ally

-Siamo le tue miglior amiche dopotutto- continua Normani

-Già, peccato che di tutte le migliori amiche che avevo voi siete le uniche che mi sono venute a trovare- comincio ad arrotolare la mozzarella della pizza con la forchetta

-Sono delle bastarde stronze- sbotta Ally

La guardiamo stupite, Ally non è la persona da sparare parolacce, non posso fare a meno di mettermi a ridere, solo il pensiero di Ally dicendo parolacce fa ridere, ma il fatto che le dice di fronte a te è tutta un’altra cosa.

Dopo pochi secondi anche loro ridono con me.

-Scusate, ma dovevo. Sai cosa ho sempre pensato di loro-

-Magari non sanno che- fulmino Normani –Okay, è impossibile che non lo sappiano. Ma Ally ha ragione, non hai bisogno di loro, non hai bisogno di “amiche”- fa le virgolette con le mani –stiano con te solo quando non hai bisogno di aiuto-

Per quanto odi ammetterlo, è vero, io ho bisogno di aiuto

-Noi non ti bastiamo?- chiede Ally

-Certo che sì, non volevo dire quello! Assolutamente no!- mi affretto a specificare

Loro mi sorridono

Facciamo una specie di pigiama party anche se io mi addormento quasi subito.





Quando mi risveglio loro stanno preparando la colazione.

-Buongiorno bella addormentata- mi saluta mia madre Clara, avvicinandomi la sedia a rotelle

-Giorno mamma- le rispondo

Appena sono seduta a tavola i miei genitori si affrettano a darmi una “buona notizia”

-Lauren, da domani inizieranno i lavori per costruire l’ascensore dal piano terra agli altri, così non sarai costretta a chiedere aiuto per fare le scale- mi dice mio padre Michael

-Grazie- sussurro tanto che solo Normani e Ally mi sentono

-Vi vanno bene i pancakes?- ci chiede mia madre e Normani e Ally annuiscono, io non dico nulla perché mia madre sa già che sono i miei preferiti

Normani e Ally se ne vanno verso le dieci del mattino, ma io non voglio restare rinchiusa in casa per tutta la mattina

-Mamma, mi puoi portare al centro commerciale? Voglio fare un giro-

-Tesoro, non posso restare lì, devo andare a lavoro-

-Non ti ho chiesto di restare con me, ti ho chiesto solo se mi potevi accompagnare-

-Lauren, lo sai che non puoi andare in giro da sola-

-Mamma prima o poi dovrò farlo no? Allora, ti prego, non farmi rimanere rinchiusa in casa anche oggi-


Mi guarda, anzi mi scruta

-Va bene, ma devo finire i piatti. Papà ti accompagnerà su a cambiarti e a farti la doccia-

Dopo essermi lavata e vestita, mia mamma mi accompagna al centro commerciale, mi accompagna fino all’entrata.

-Tieni 50 dollari se vuoi mangiare qua o se vuoi comprarti qualcosa. Se non devi rimanere a mangiare chiama Normani o Ally, papà non è in casa-

-A che ore rientrate da lavoro?-

-Io alle otto e papà alle sei-


Annuisco, mi giro e comincio a spingere la sedia a rotelle verso l’entrata.

Il centro commerciale è pieno zeppo di gente e io mi ritrovo a non vedere quasi nulla, ritrovandomi faccia a faccia con la pancia delle persone.

Riesco a fare un giro completo dei negozi, quando mi accorgo che devo andare al bagno

"Sono fottuta"

Spingo la sedia fino ai bagni delle signore.

Cerco di aprire la porta, ma mi accorgo che una volta spinta ritorna indietro.

Provo ad aprirla almeno dieci volte, ma invano.

Poi qualcuno la tiene aperta per me.

Guardo verso l’alto e mi perdo in due occhi castani che trasmettono bontà.

Lei ha dei capelli castani lunghi, è palese che sia più alta di me, ma probabilmente non lo sarebbe più se potessi mettermi in piedi.

Dai tratti del viso, soprattutto dalle labbra, riconosco che non è americana.

Mi sorride gentilmente

-Grazie-

E’ per la prima volta che non provo rabbia verso chi cerca di aiutarmi

-Di nulla, tanto devo entrare anche io-

Non con senza difficoltà riesco a soddisfarei miei bisogni.

Quando esco dal gabinetto la vedo appoggiata al muro, appena mi vede si affretta ad aprirmi la porta.

Io passo senza dire neanche grazie, l’ho sentita di nuovo, la rabbia per chi mi aiuta, perciò faccio un altro giro del centro commerciale per smaltirla.

E’ ora di pranzo, ma, per quanto abbia fame, non voglio andare nei ristoranti e essere trattata o come un peso o come un’invalida bisognosa d’aiuto, anche se lo sono, sia un peso che un’invalida.

Mi dirigo alla libreria, scopro di non riuscire ad aprire neanche questa porta.

La gente mi passa davanti e mi chiude la porta in faccia e desidero di prenderli tutti a schiaffi, maleducati.

Anche se odio che gli altri mi aiutino sarebbe bello vedere la bontà della gente qualche volta, brutti bastardi.

Tento un’altra volta di aprire la porta, invano.

-Ma perché hanno inventato le porte che tornano indietro?-

-Probabilmente l’inventore non aveva nulla da fare al momento-
mi volto e vedo la stessa ragazza che mi ha aperto la porta del bagno –Sai, le odio anche io, spero vivamente che le tolgano dalla circolazione-

Mi passa davanti e proprio mentre credo che mi stia chiudendo la porta in faccia, si fa da parte e lascia la porta aperta per me.

-No, devo riuscirci da sola- mi guarda un po’ stupita

-Sei sicura?-

-Sì, ci riuscirò. Ma devo farlo da sola-


Mi rivolge ancora un altro sguardo, come se fosse dispiaciuta di lasciarmi lì a tentare invano di aprire quella maledettissima porta.

Esita un po’ a entrare, ma poi si chiude la porta alla spalle e giuro di non essermi pentita mai così tanto in vita mia.

Perché solo ora che se è entrata mi accorgo che la sua voce mi ha lasciata imbambolata e lo stesso vale per i suoi occhi e il suo sorriso.

Per la prima volta in vita mia mi pento di essere così testarda.

Perché tanto so che non riuscirò ad aprire la porta senza  l’aiuto di qualcuno, ma ho appena rifiutato l’aiuto dell’unica persona in questo fottuto centro commerciale che sia stata disposta ad aiutarmi.

Ho appena rifiutato l’aiuto della prima persona dall’incidente che mi guarda come se fossi una normale ragazza, senza tanto dispiacere, la prima volta che qualcuno non mi abbia guardata come un cane bastonato.

Ripenso a questo e mi godo tutto il piacere della sensazione, rinuncio alla porta e decido di tornare a casa.

“Spero di rivederla domani”




 


SPAZIO AUTRICE
diciamo che mi è venuta la voglia  e il capitolo l'ho pubblicato oggi, spero non vi dispiccia.
Comunque, giusto per specificare, Lauren le gambe ce le ha, ha una paralisi e basta, ma in seguito ne parla, so don't worry.
Fatemi sapere cosa ne pensate, per favore recensite, non spaete quanto mi fa piacere ricevere delle recensione, anche con delle critiche, voglio migliorare.
Alla prossima
Elena
   
 
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