Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: simply_me    24/07/2008    2 recensioni
"E' stato allora che ho iniziato a capirlo. Sono riuscita a veder dietro la maschera e finalmente sono riuscita a sentirla: la voce dell’anima, la voce della sua anima. Una voce gentile, delicata… come il suono di un’arpa circondata da tamburi battenti: tu non la senti, ma se presti bene orecchio lo capisci… è lì! Io… l’ho sentita…"
la mia storia parte esattamente dalla fine del volume 42
Capitolo 23 up
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXI

Gli ultimi giorni gli addestramento di Maya al circo si erano fatti particolarmente intensi.

La sera rientrava a casa praticamente distrutta e, a volte, era così stanca che, piuttosto che cenare, preferiva direttamente stendersi sul suo futon.

L'uscita con le amiche dello scorso sabato pomeriggio le era stata utile, da ogni punto di vista.
Le aveva fatto acquisire una maggiore fiducia e le aveva risollevato il morale, oltre a farle finalmente comprendere il cuore della Dea Scarlatta.

Per questo motivo in quella seconda settimana si stava impegnando ancora di più, facendo incredibilmente passi da gigante.

Dimitri era sempre più soddisfatto: Maya aveva preso il suo lavoro seriamente.
Ogni giorno la spingeva a compiere nuovi esercizi, sempre più complessi, ma lei, impegnandosi al massimo, li superava tutti.
La cosa che trovava eccezionale era il modo in cui Maya sorrideva sempre. Era attenta ad ogni spiegazione, imparava le tecniche con diligenza, interpretandole. Ed era proprio questo il punto: Maya stava facendo esattamente quello che le aveva chiesto, stava interpretando una di loro.

Vlad e Irina le mostravano movimenti e mosse rapide, ma non per questo meno aggraziate. Le davano istruzioni sulla postura dei fianchi, delle mani, delle gambe. Maya, senza batter ciglio, si cimentava.
La musica di sottofondo mentre pattinava era stata scelta da Irina. Era il valzer dei fiori de "Lo Schiaccianoci". La prima volta che lo aveva sentito era stato a casa di Ayumi, durante lo studio per il ruolo di Ardis.
La vivacità e la dolcezza di quel valzer ormai le erano entrati dentro e Maya era ben lieta di pattinarlo.
Ogni volta che Vlad e Irina la vedevano roteare, correre, voltarsi, notavano una maggiore sintonia con le note e maggiore grazia nei movimenti. Il suo tempismo era quasi perfetto.
Anche loro, come Dimitri, cominciavano a credere che non sarebbe stato impossibile per quella ragazza, riuscire a diventare qualcun altro, una Dea.


Anche allo studio di recitazione i suoi progressi erano notevoli.
La luce negli occhi di Kuronuma finalmente si era accesa e la sintonia che Maya e Sakurakoji avevano raggiunto nelle scene dei due innamorati era perfetta. Lo sguardo, l'espressione, il rossore del viso, il tremore delle labbra, la delicatezza del loro toccarsi, la tristezza e il dolore di doversi separare: tutto ormai funzionava.

Quel giorno poi, anche Sakurakoji stava dando il meglio di sé: aveva deciso di esprimere a Maya il suo cuore nelle vesti di Isshin.
Forse, sperava, in questo modo Maya avrebbe capito.

Avevano provato assieme tutto il pomeriggio e adesso il regista stava facendoli provare la scena in cui venivano cacciati dal villaggio: Isshin, l'estraneo, aveva rovinato Akoya, la ragazza che parlava con le creature.

La dolcezza con la quale Isshin la guardava, la sofferenza che regnava nel suo viso per averle causato quel dolore, la disperazione di Akoya nel vedere l'uomo che amava ferito per proteggerla facendole scudo col proprio corpo, le lacrime... gli attori non coinvolti nelle scene non riuscivano a credere che stessero solamente recitando: nei loro sguardi, nelle loro voci, c'era un sentimento concreto, incredibilmente reale.

Due membri del cast ne parlavano sottovoce:

– Ultimamente Maya e Sakurakoji sono molto migliorati... - diceva uno dei due.
– Già... si vede proprio che sono innamorati... d'altronde la giornata al parco trascorsa assieme può avere un solo significato... -

Una ragazza dietro loro ascoltava preoccupata.

– Infatti... Sakurakoji ha saltato un giorno di prove per lei... e poi so che l'altra sera sono usciti assieme... - disse maliziosamente il primo.
– Eh si! Sono proprio una bella coppia di fidanzatini!!! - rise il secondo.

La ragazza dietro di loro si portò una mano alla bocca.
Non riusciva a credere a quello che dicevano, ma osservarli per lei era un tale dolore...

Lo sguardo di Sakurakoji, i suoi occhi, non l'avevano mai guardata come adesso lui osservava Maya Kitajima.
E poi, lui... non l'aveva mai dimenticata.

Lei lo sapeva.
Lei, Mai, sapeva che era sempre stato così.
Sakurakoji era dolce con lei, le voleva bene, l'aveva anche rassicurata, ma in tutti questi anni aveva imparato a conoscerlo, a capire quando le mentiva. E sapeva che le aveva mentito.
Lui ne era innamorato, era innamorato di Maya. E adesso anche Maya sembrava ricambiarlo.
Così dicevano tutti, così diceva lo sguardo di Maya mente recitava la parte di Akoya.

Lei ormai si sentiva di troppo.
Una lacrima le rigò la guancia destra: era di troppo, non c'era più spazio per lei nel cuore di Yuu.

“Che cosa ci faccio qui. Che stupida... che stupida!” pensò Mai, asciugandosi la lacrima e uscendo di corsa dalla sala prove.


Nessuno l'aveva vista entrare nel pomeriggio.
Era entrata aprendo la porta in silenzio e si era piazzata sul fondo, dietro tutti gli altri e vicino a una pianta a foglie larghe che ne nascondeva per metà la figura.
Aveva assistito alle prove degli altri, aveva visto Sakurakoji aprire la porta della sala prove e fare accomodare Maya osservandola con una dolcezza infinita e infine li aveva visti recitare.

A vederli così innamorati, così in sintonia, il suo cuore a poco a poco aveva cominciato a sgretolarsi e lei, disperatamente, aveva cercato di farsi forza ripetendosi:

“Sta tranquilla Mai...Stanno solamente recitando... solo recitando.”

Ma neanche lei riusciva a crederci, in fondo.

E adesso quelle parole, le parole di quei due membri del cast, avevano reciso quel sottile filo al quale aveva appeso le proprie speranze per il loro rapporto e l'avevano fatta cadere a terra in un tonfo doloroso e disperato.

Fino a quel giorno lei gli era rimasta vicino. Aveva curato le cicatrici del suo cuore e lo aveva aiutato, confortato.
Aveva creduto, sperato, che un giorno finalmente anche Sakurakoji si sarebbe accorto dell'amore sincero che lei gli rivolgeva, ma Maya... non l'aveva mai scordata. E adesso era lei che lui aveva vicino.

Era un po' che lui non si faceva sentire.
Non aveva risposto neppure ai suoi messaggi. Era semplicemente scomparso dalla sua vita.
Adesso sapeva il perchè.

Eppure... avrebbero dovuto avvisarla.
Avrebbero dovuto parlarle.

Uscì dall'edificio lentamente, con gli occhi ancora lucidi ma rossa in viso dalla rabbia.
Si sentiva ferita, offesa, tradita.
Voleva delle spiegazioni...

Decise di aspettare là, fuori, sino a che Maya non fosse uscita.
Era con lei che voleva parlare, con Sakurakoji non ci sarebbe mai riuscita.


Le prove dei ragazzi non si protrassero a lungo: il regista Kuronuma non li trattenne quella sera.

CLAP!

Il signor Kuronuma battè le mani.

– Signori, per oggi abbiamo finito! Anche voi due, Kitajima! Sakurakoji! - disse a voce alta il regista – Ah! Quasi dimenticavo... da domani ci alterneremo allo Shuttle X con l'altro cast della Dea Scarlatta sino a venerdì prossimo... -
– Allo Shuttle X? - chiese uno dei due che prima aveva parlato sottovoce.
– Si, – proseguì il regista – sebbene gli operai stiano ancora completando e rifinendo la struttura, la sala teatrale è finalmente pronta e le sceneggiature sono state allestite dai membri dell'associazione nazionale per lo spettacolo in accordo con me e il regista Onodera. Ognuno di noi avrà a disposizione quattro giorni per provare lì prima delle rappresentazioni in cui si deciderà il cast ufficiale della Dea Scarlatta. Le nostre prove cominceranno domani. L'ultimo giorno per noi sarà giovedì prossimo. Sabato alle 21:00 si terrà la nostra rappresentazione. -

Fece una leggera pausa: tutti quanti nella sala attendevano che egli proseguisse. Parlò ancora:

- Oggi è giovedì no? Abbiamo poco più di una settimana. Per questo motivo da domani sarò ancora più severo. Esigo il massimo della concentrazione. Non soltanto per vincere... - addolcì per quanto poté l'espressione del viso e il tono della voce – recitiamo per il nostro pubblico. Trasportiamolo in quella dimensione onirica in cui tutti noi abbiamo la fortuna di potere recitare... rendiamo loro questo bellissimo sogno, vi va? -

Il signor Kuronuma aveva centrato i cuori di tutti: aveva colto lo spirito del teatro e glielo aveva mostrato con parole che mai a nessuno erano parse così vere.
Maya se ne era accorta, così come tutti gli altri: era un messaggio di incoraggiamento, ma era anche una calda sinfonia per il loro spirito di attori. Era lieta di essere sotto la guida del signor Kuronuma per la rappresentazione della Dea Scarlatta.

– Si. - rispose la ragazza con sicurezza e fiducia. - Vedrà signor Kuronuma, ce la faremo. -

Sakurakoji la osservò: come era bella in quel momento!

– Maya ha ragione: ce la faremo sicuramente. Non è vero ragazzi? - aggiunse con determinazione invitando tutti quanti a rispondere.

Un coro di acclamazioni positive si levò nella sala.
Erano tutti quanti euforici, entusiasti, carichi: la vera battaglia cominciava adesso e tutti avrebbero fatto del loro meglio per combatterla.

Ancora carica di entusiasmo Maya corse a cambiarsi e si diresse verso l'auto del signor Hijiri quando:

– Maya! - la chiamò mentre scendeva le scale una voce femminile.

Maya si voltò in direzione della voce, riconobbe la fidanzata di Sakurakoji.

– Tu sei Mai, vero? - le chiese Maya sorpresa – Ciao! - la salutò sorridendole allegramente – Era tanto che non ci si vedeva... Ah! Sakurakoji deve essere ancora dentro. Vuoi che te lo vada a chiamare? - le chiese, voltando il capo a osservare l'ingresso dell'edificio.

Mai la afferrò per un braccio.

– A dire il vero io... vorrei parlare con te Maya. - le disse nervosamente, rinforzando la stretta sul braccio – Mi concedi qualche minuto? - si sforzò di sorriderle.

Maya non sapeva che pensare.
Non conosceva bene Mai e men che meno si sarebbe aspettata che la ragazza venisse lì allo studio di recitazione in cerca di lei.

Osservò le mani che stringevano con forza il suo braccio: doveva essere qualcosa di importante.
Ascoltarla per qualche minuto non poteva di certo fare male.

– Dammi solo un minuto, ok? - le chiese sorridendo.

Mai vide Maya allontanarsi sino al taxi a una decina di metri da lei e parlare col tassista. Pochi minuti dopo vide l'auto partire e lei tornare indietro.

– Allora? - le chiese - Di che volevi parlarmi? -

La osservò in volto. Mai era a disagio, guardava in basso, serrando la mascella, come se dovesse combattere con qualcosa dentro di sé.

- Mai... ti andrebbe un gelato? - provò a renderle le cose più facili - Non so te ma io ho davvero appetito! - le disse ridendo.

Anche Mai rise: Maya aveva smorzato la tensione.

– Che ne diresti invece di un bel panino? - le chiese Mai sorridente.
– Un panino...Si! Sarebbe fantastico! - esclamò Maya congiungendo le mani e portandosele di fianco al viso e inclinandolo leggermente verso destra – Che stiamo aspettando?! Andiamo? - le chiese allegramente.

Mai sorridendole fece cenno di si. Si avviarono lungo la strada verso una panineria.

Nella panineria, le due ragazze trascorsero più di mezz'ora parlando come se fossero due amiche del più e del meno.
Maya la osservava senza chiederle nulla. Mai le raccontò di come aveva stretto amicizia con Sakurakoji e come poi, col tempo, era diventata la sua ragazza. Maya le raccontò di come aveva scoperto la passione per il teatro e la recitazione e di quando era scappata di casa pur di recitare.

- Non deve essere stato facile per te… - commentò Mai
- In effetti… - disse Maya arrossendo e portandosi una mano dietro la testa imbarazzata – ma, vedi, recitare per me era tutto, è tutto. - spostò entrambe le mani sul tavolino e le intrecciò - Quando recito non mi sento la solita ragazza pasticciona buona a nulla, riesco a dimenticare tutti i miei problemi. Posso essere una persona nuova, diversa… - sollevò lo sguardo e sorrise mettendo le mani nei bordi del sedile della sedia e stringendo le spalle – Non trovi anche tu che sia fantastico potere recitare? –

Mai la osservò in silenzio.
A lei piaceva tantissimo recitare, ma non aveva la stessa passione per il teatro di Maya. Per lei era sempre stato un passatempo la recitazione, mai l'aveva considerata così seriamente.
La ammirava per questo: Maya prendeva il teatro con la stessa serietà e impegno di Sakurakoji, forse anche più di Sakurakoji. Una serietà che lei non aveva mai dimostrato.

Dopo una decina di minuti pagarono il conto e fecero due passi assieme, fianco a fianco. Nessuna delle due parlava.
Maya non sapeva più cosa dirle e Mai non riusciva ancora a trovare il coraggio per farle l'unica domanda che davvero le interessava. Poi, infine parlò.

- Credo di dovermi scusare con te Maya… - disse gravemente Mai continuando a camminare guardando in basso – Io… -
- Scusare? Ma... che dici Mai? – la interruppe Maya parlando a voce alta e avanzando velocemente sino a piazzarsi di fronte alla ragazza – Io… credo di dover essere io a dovermi scusare con te. - aggiunse a voce bassa – In quest'ultimo periodo ti ho rubato l'attenzione di Sakurakoji... Mi dispiace… - era sincera.

Mai rimase sorpresa all'udire quelle parole… cercò di mantenere il controllo di sé, dominare la rabbia, la disperazione.

- Nel pomeriggio io… ho assistito alla vostre prove. - riprese Mai con voce tremante – Voi… siete davvero bravi assieme… davvero. - fece una leggera pausa – Sakurakoji… lui… è tanto che non ci vediamo. Io ho provato a chiamarlo diverse volte. Gli ho anche lasciato dei messaggi, ma lui… non mi ha più richiamata. - una lacrima le rigò il volto: strinse i pugni e chiuse gli occhi nel tentativo di cacciare via le altre che le risalivano agli occhi - Oggi… io… non ho resistito. Ho visto le prove: il suo sguardo, il vostro sguardo… lui non mi ha mai guardata così Maya, mai! – scoppiò in lacrime.

Maya non sapeva cosa dirle. Non riusciva a capire perché stesse parlando con lei proprio di questo.

- Io lo so... – proseguì Mai piangendo – lo so che per lui sono sempre stata come una sorella minore… ma per tutto questo tempo io… ho aspettato che si accorgesse di me… che io ero lì per lui, solo per lui! C'è stato un momento in cui ho creduto che se ne fosse accorto… e invece? Mi sbagliavo. Il modo in cui ti guardava, il modo in cui ti guarda… lui non ti ha mai scordata… mai! Perchè non ha scelto me? Perché? – scappò via di corsa, singhiozzando tra le lacrime.

Adesso tutto era chiaro a Maya: Sakurakoji era innamorato di lei e Mai credeva che lei lo ricambiasse.
No!
Non era possibile!
Era tutto un equivoco: Sakurakoji recitava.
E anche lei.
Erano solo amici.
E come vecchi amici si frequentavano: nulla di più.
Solamente come vecchi amici.

Doveva fermarla.
Si voltò di scatto, le corse dietro.

- Mai! Aspetta! – le gridò Maya inseguendola.

Riuscì a raggiungerla dopo una breve corsa e la fermò afferrandola per un braccio.

- Ascolta Mai… è tutto un equivoco! Io e Sakurakoji non siamo innamorati! – esclamò affrettata ancora col fiatone, poi più dolcemente - Ti prego, Mai, credimi: io e Sakurakoji siamo solo buoni amici. -

Mai si portò le mani alle orecchie e scosse la testa piangendo.

- Sta zitta! Zitta! Non voglio ascoltare le tue bugie! – le gridò in preda alla rabbia – Non voglio! – chiuse gli occhi.
- Mai… - le disse Maya dolcemente prendendole la testa tra le mani e costringendola a guardarla dritto negli occhi – non ti sto mentendo. Noi due stiamo recitando, solo recitando. - cercò di rassicurarla – Io non sono innamorata di Sakurakoji. Lui è solo un buon amico. Vedi, io… sono innamorata di un'altra persona. - forse questo era l'unico modo perchè Mai le credesse, continuò a dirle la verità - Il mio però è un amore impossibile, un'illusione… e Sakurakoji… credo lo abbia capito. Mi ha visto soffrirne: per questo da buon amico mi è stato vicino. Non c'è altro, credimi: io e Sakurakoji non siamo innamorati. Recitiamo soltanto Akoya e Isshin, le due anime gemelle, solo questo. -
- Ma… - disse Mai esitando
- Niente: "ma"! Mai, è la verità. Pura e semplice verità: siamo solo buoni amici. E, se recitando, diamo davvero l'impressione di essere innamorati, allora vuol dire che siamo diventati due bravi partner no? – le sorrise dolcemente inclinando la testa.

Anche Mai si sentì rassicurata. Assentì con un cenno del capo.
Maya tolse le mani dal volto della ragazza.

-Vedrai: faremo un buon lavoro! Prometto che mi impegnerò affinché tu possa essere fiera di noi due. Tu, in cambio, promettimi di non abbatterti più e di non dubitare… ci stai? – le chiese Maya sorridendo dolcemente e mostrandole il mignolo della mano destra.

Mai si asciugò le lacrime, strinse il suo mignolo a quello di Maya e sorrise:

- Si… te lo prometto… - disse serenamente.
- Era ora di vederti sorridere! – le disse Maya scherzando a voce alta.
- Già! – rise Mai, poi guardò le stelle in cielo – Si è fatto tardi. Meglio che vada, la mamma sarà preoccupata per me. Grazie ancora Maya! Non vedo l'ora di vedere la vostra Dea Scarlatta… - fece un leggero inchino e corse via salutandola agitando la mano – A presto Maya! –
- A presto! – anche Maya ricambiò il gesto.

Non appena Mai scomparve dalla visuale Maya smise di agitare la mano. Si voltò pensierosa: non si sarebbe mai aspettata quanto era accaduto.
Per un attimo ebbe il dubbio che Mai avesse ragione:

" Sakurakoji… ma no!"

Non poteva essere.

Andò a casa di corsa cacciando via questi pensieri.
Era eccitata: domani finalmente avrebbero provato al teatro, con le scenografie.
Non vedeva l'ora…

  
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