Serie TV > Xena
Segui la storia  |       
Autore: GirlWithChakram    07/05/2014    2 recensioni
Pochi mesi sono passati dalla morte di Xena e Gabrielle deve trovare il coraggio di andare avanti per dimostrare al mondo di essere la degna erede della Principessa Guerriera. Ma cosa accadrebbe se, in una terra lontana, trovasse qualcuno disposto a darle una seconda possibilità per stare con la donna che ama?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Un po' tutti, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2: Non si può dimenticare
 
And I still see your reflection inside of my eyes
That are looking for purpose, they're still looking for life

I'm falling apart, I'm barely breathing
With a broken heart that's still beating

In the pain… Is there healing?
In your name… I find meaning

(Lifehouse – Broken)
 
Avrebbe voluto poter osservare il cielo stellato, ma fuori il maltempo imperversava e non poteva certo dormire sotto la pioggia battente. Il moto delle onde, dal morbido abbraccio di poche ore prima, si era trasformato in un inarrestabile sconquasso che agitava la nave senza sosta.
Gabby si rigirò sullo scomodo sacco riempito di paglia che le avevano assegnato come giaciglio e si mise ad ascoltare i rumori della stiva: i cavalloni che si infrangevano contro la chiglia, l’acquazzone che picchiava sulle travi sopra la sua testa, il respiro pesante di Argo a cui era stato affidato uno spazio poco distante.
Entrambe erano state relegate in quell’angusto angolo atto a magazzino galleggiante perché per il cavallo non c’era altro posto, inoltre i marinai non si fidavano ad avere una donna in cabina con loro. A Gabrielle la cosa non era poi dispiaciuta molto, da sola aveva la possibilità di rilassarsi senza il timore che a qualcuno degli altri passeggeri venissero strane idee in testa. Per sicurezza teneva comunque la armi a portata di mano.
Una semplice precauzione, non ne avrò bisogno si ripeteva, eppure la presa attorno all’impugnatura dei sai si faceva sempre più stretta ogni volta che pronunciava mentalmente quelle parole.
La verità era che gli uomini, sebbene fossero stati ben pagati per accoglierla a bordo, non potevano fare a meno mormorare a mezza voce le dicerie sulle maledizioni toccate alle navi che avevano accettato di traghettare una donna. Probabilmente era anche per quello che cercavano di tenerla a distanza. O almeno, questo era quello che la bionda era arrivata a pensare. Non poteva essere certa di quello che si dicessero i marinai, in quanto quasi tutti, per comunicare tra loro, usavano lingue e dialetti locali che lei poco conosceva. L’unico con cui poteva discorrere era il capitano, un ricco signore latino di mezza età che aveva deciso di investire nel commercio. Da quando l’Egitto era divenuto una colonia romana, gli scambi si erano intensificati e il possedere una barca resistente disposta a portare le merci da una sponda all’altra del Mediterraneo garantiva un consistente numero di guadagni.
Il proprietario era il solo a parlare correntemente la lingua comune ed era l’unica compagnia che Gabby poteva concedersi, fatta eccezione per Argo. L’uomo le aveva raccontato la propria esistenza fin nei minimi particolari e quando era stata lei a dover parlare di sé si era tenuta sul vago. Certo, la propria muscolatura e le armi non potevano farla passare per una comune giovane donna in cerca di fortuna. Chiunque avrebbe riconosciuto in lei una guerriera. Aveva dunque dichiarato di essere una mercenaria stanca della vecchia vita e pronta a mettersi al servizio di qualche potente nella terra delle Grandi Sabbie.
La tempesta fuori sembrava aumentare di intensità e Gabby volle assicurarsi che le casse e i barili con cui condivideva la stiva fossero fissati a dovere così da non investirla durante la notte. Vedeva il mondo attorno a sé oscillare pericolosamente ad ogni nuova scossa, persino Argo non sembrava molto sicura sulle sue solide zampe.
Voleva assolutamente evitare di addormentarsi, il dolore era l’unica cosa che avrebbe potuto impedire al suo corpo di collassare a causa della stanchezza. Da qualche giorno ormai riviveva nei sogni alcune delle esperienze passate, il che la faceva star male oltre ogni dire. Nel mondo onirico Xena era ancora con lei, ridevano insieme, condividevano lo stesso cibo, dormivano l’una accanto all’altra. Era tutto perfetto, dolce, invitante, talmente realistico da convincerla che quanto avvenuto in Giappone fosse solo un incubo. Però ogni volta si svegliava, ritornando alla dolorosa realtà.
Quando fu certa che nulla le sarebbe crollato sulla testa, si sedette stancamente sul sacco, consapevole che la forza di stare sveglia le veniva sempre meno. In pochi minuti, volente o nolente, avrebbe chiuso gli occhi e sarebbe scivolata tra le braccia di Morpheus. Trovò curioso il fatto che durante una delle loro prime avventure la Principessa Guerriera l’avesse salvata, appunto, dal dio Morpheus che l’aveva scelta come sua sventurata consorte. Quella era stata solo una delle innumerevoli volte in cui Xena era intervenuta in suo soccorso. Faticava a contarle tutte.
Iniziò ad enumerarle, ma si accorse troppo tardi dell’errore: la cantilena di numeri che sussurrava per tenere il conto la portò a poco a poco nel mondo dei sogni, lasciandola in balia dei rimorsi.
 
«Se mi restassero solamente trenta secondi da vivere è così che vorrei passarli: guardandoti negli occhi.»
Gabby si imponeva di non starla a sentire, ma ogni notte era la stessa storia. Lei e Xena, una di fronte all’altra a fissarsi, poi ad un tratto, senza alcuna ragione apparente, la mora scompariva, lasciando posto ad uno specchio. La superficie lucida rifletteva i brillanti occhi verdi in cui ancora si poteva scorgere il sorriso della Principessa Guerriera.
Era un tormento indicibile e tentare di svegliarsi era inutile.
Poi la scena cambiò. Gabrielle aveva in mano l’urna contenente quanto restava di Xena ed era sul punto di immergere il tutto nella fonte, quando sentì altre dita stringersi intorno alle proprie, sottraendo ogni forza al gesto. Tristemente fissò gli occhi cerulei in cui poteva leggere il suo stesso sconforto. Era stato doloroso per entrambe, il loro addio, la fine di un’era.
La lucidità di Gabby emerse dal subconscio. Di ritorno da quel viaggio aveva parlato altre volte con Xena, ma non sapeva se fosse uno spirito, uno spettro o cosa altro. La sua parte razionale le suggeriva che si fosse trattato di allucinazioni.
La coscienza, tuttavia, non si scosse abbastanza per riportarla alla realtà.
In fondo non le dispiacque, in quei sogni sembrava ancora tutto reale. Poteva sentire le loro dita intrecciarsi, i respiri accelerati procedere all’unisono, le loro labbra sfiorarsi... Erano le sensazioni migliori del mondo. Nulla era mai riuscito ad emozionarla tanto; nemmeno Perdicas, nonostante lei lo avesse amato, era riuscito a farla sentire così.
Anime gemelle… si sarebbero ritrovate nel futuro, loro si sarebbero trovate sempre.
«Ma come posso io andare avanti senza di lei? Non mi importa delle reincarnazioni dei prossimi secoli! Anche io ho diritto alla mia felicità!» adesso si trovava ad urlare contro lo specchio, ma la sua immagine non reagiva, restava immobile a fissarla con sguardo severo, il volto di Xena ancora riflesso nel verde.
«Perché devo soffrire così!? Lei ha pagato abbastanza per gli errori del passato e io non ho fatto nulla per meritarmi questo! Perché non possiamo avere una seconda possibilità!?»
La ragazza bionda nello specchio, all’udire quelle parole, sorrise, poi cominciò a trasformarsi. Il busto si appiattì, braccia e gambe si allungarono, il viso mutò fino ad assumere le sembianze di un rapace.
Gabrielle rimase ad osservare quella trasformazione con non poco timore, ma la sua paura crebbe quando la figura con la testa di falco le diede la risposta che tanto bramava.
«Se davvero lo volessi, potresti ottenere la possibilità che desideri e, se sarai degna, potrai ritrovare la tua ragione di vita. Segui la Rana Gialla» e detto ciò la figura scomparve, lasciando dietro di sé un vuoto nello specchio.
 
La donna si svegliò di soprassalto, con il cuore che martellava all’impazzata.
Quello era un dio, quello era Horus. Aveva letto molti racconti sul giovane principe degli dei, protettore dei faraoni. Ma perché era apparso nel suo sogno?
In uno dei tanti brani veniva detto che i suoi occhi rappresentavano il sole e la luna, cosicché fosse in grado di entrare nella mente degli uomini in ogni momento, per guidarli e consigliarli. Doveva quindi essere abbastanza potente da interferire con i sogni.
Segui la Rana Gialla…
Cosa aveva da perdere? Intanto una volta sbarcata nella Terra dei Faraoni non aveva idea di dove dirigersi, quello poteva sempre essere un inizio.
Gabby sorrise nell’oscurità. Aveva riacquistato fiducia nel domani e il perché le si faceva sempre più chiaro: la speranza di una vita insieme era tornata o, forse, non se ne era mai andata.
 
Nota dell'autore: i soliti ringraziamenti a voi lettori e a Wislava per il suo supporto e le sue correzioni. Vi invito nuovamente a recensire, anche solo per farmi sapere cosa ne pensate della storia.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Xena / Vai alla pagina dell'autore: GirlWithChakram