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Autore: Dark_soul    25/07/2008    1 recensioni
In una cella una donna attendeva. Nulla decorava le pareti spoglie di quella prigione se non una piccola immagine in bianco e nero su cui tante volte la maga posava lo sguardo. Quell’immagine era il suo obiettivo... Alya è la figlia di Bellatrix e Rodulphus Lestrange, ha una missione da portare a termine..
Genere: Triste, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il sole del tardo pomeriggio illuminava Hogwarts e creava strani giochi di luce sulle increspature del lago. Gli studenti stavano cominciando a ritornare dal villaggio di Hogsmeade alla spicciolata: ormai era quasi ora di cena.

Nella foresta, Alya aveva perso ormai la cognizione del tempo, mentre pensieri confusi le annebbiavano la mente. Sentiva solo un’unica lacrima scivolarle piano sulle guancie, per arrivare sulle labbra, congiunte nel bacio leggero ed insperato di Sargas.  Le sue braccia forti erano strette attorno alla vita, mentre si sentiva confortata, appagata, conscia solo del contatto con lui.
Mille domande, di cui non c’era alcuna risposta, e se ne rimaneva lì immobile, incapace di reagire, cercando di dare un significato a quello che stava accadendo.

Sargas si scostò, allontanandosi dal suo viso, e allentò l’abbraccio, come se volesse darle una possibilità di scappare, un’ultima occasione. Alya inizialmente non si mosse, completamente svuotata di tutta la rabbia e la frustrazione che aveva dentro, sostituita quasi immediatamente dalla paura, dal sentirsi perduti, come se con quel piccolo gesto di allontanamento, Sargas se ne potesse andare.
Le mani si chiusero a pugno sul suo petto, le stesse mani che prima lo avevano picchiato, con la testa bassa per non incontrare gli occhi di lui, come se fosse possibile, con le palpebre chiuse.
E adesso?

Sargas aspettava, non accennò a lasciarla, né a parlare. Aspettava che fosse lei a decidere: doveva farlo lei, e nessun’altro.
E adesso?

Nella mente si Alya si susseguivano decine immagini: il Marchio impresso sulla pelle, le lettere del Maestro, le torture in quella camera, e alla fine, Seginus, il suo volto truce, la vendetta negli occhi.
Serrò più forte le palpebre.
E adesso?

Alya accennò un passo indietro, incerta, e sentì Sargas irrigidirsi. Non alzò lo sguardo al viso, non poteva vederne la delusione e la tristezza. Le braccia del ragazzo divennero più deboli, non le avrebbero impedito la fuga. Un’altra?
Una nuova visione si fece spazio: una notte piovosa, una bambina che piangeva per terra, infangata. Il ricordo della perdita di quattro anni fa. Non aveva ancora smesso di scappare?
Un pensiero strano si insinuò nella sua coscienza: perché avrebbe dovuto farlo, andarsene? Cosa le importava di fatti che stavano accadendo a centinaia di chilometri di distanza, quando accanto a sé poteva avere Sargas, il suo calore e il suo sorriso? Perché non cedere alla questa bellissima tentazione, lasciando fuori dal mondo, anche solo per un poco, tutte le ingiustizie e l’oscurità?
In fondo, anche se non ha mai voluto ammetterlo, non poteva continuare a negare che l’unica cosa che desiderava in quel momento era sentirsi abbracciata a lui, protetta come tante volte tanti anni fa. Perché non smettere di mentire a se stessa? Perché non concedersi il lusso dell’egoismo?
Alya allentò lentamente  i pugni sul suo petto, e, vacillando un poco, si lasciò andare, finalmente, appoggiando la testa vicino al suo cuore ed assaporando il suo odore.
Sargas non rispose subito all’abbraccio inaspettato, ma quando capì che lei aveva finalmente deciso, sorrise teneramente e le circondò al schiena con le braccia, nascondendo il suo viso tra i capelli di lei.



Le porte delle aule si aprirono al suono della campanella e gli studenti uscirono finalmente nei corridoi, sgranchendosi le gambe dopo due ore seduti a lezione.  C’era chi si fiondava immediatamente in bagno, chi aspettava qualcuno all’uscita di porte ancora chiuse, e chi si aggregava ai campanelli di studenti che parlavano del più e del meno, mentre si dirigevano in Sala Grande per il pranzo.


Alya si mise in coda per uscire dall’aula del professor Ruf dopo un trio di ragazze di Tassorosso, che a quanto pare durante l’ora di Storia della Magia si erano messe lo smalto sulle unghie delle mani, e ora le ammiravano con grande orgoglio. Impaziente sbuffò, ma dovette aspettare con calma l’avanzamento della fila, così percorse mentalmente il tragitto per arrivare nell’aula dove doveva incontrare  il trio e preparare Harry alla terza prova.
Si divertiva un mondo ad insegnare al ragazzo gli incantesimi più elementari per la difesa e l’attacco, anche se doveva far attenzione a non lasciarsi prendere troppo la mano. Meglio non far vedere che era piuttosto preparata nell’argomento.

Ma chi poteva insegnarli meglio di lei? Certo, Hermione insisteva sempre nel leggere la teoria prima di passare alla pratica, e senza dubbio era d’aiuto. Almeno ad Hermione stessa.  Ma quasi sempre serviva un esempio pratico, e in questo Alya era maestra. Ovviamente il più delle volte sbagliava la mira apposta, oppure li compiva il più debolmente possibile, così da procurare il minimo dei danni:  non poteva certo lanciare un incantesimo perfetto, o avrebbe sicuramente destato sospetti. Ma certamente, si divertiva lo stesso. Quest’oggi avevano in programma di imparare lo Schiantesimo, incantesimo piuttosto comune, ma molto efficace.
Finalmente uscì dall’aula, ma non fece a tempo di avviarsi che notò subito una figura familiare appoggiata al muro opposto, accanto a una finestra. Il suo cuore improvvisamente accelerò, ma fece finta di niente e si incamminò verso le scale, e quasi subito venne affiancata da Sargas, sorridente come sempre.

“Sai? Non mi piace quando hai quel sorriso: hai in mente qualcosa.” Proruppe Alya guardandolo con aria scettica.
“Io? Quando mai? Tu sei troppo sospettosa, mia cara. Io sono venuto qui solo per salutare la mia ragazza.”  E detto ciò si sporse per abbracciare Alya e darle un bacio sulla guancia.
La ragazza agilmente si sfilò dall’abbraccio ed evitò il contatto allontanandosi di qualche passo da Sargas. Gli lanciò un’occhiata fulminante, si guardò attorno ed entrò in una classe vuota, chiudendo immediatamente la porta quando il ragazzo la seguì all’interno. Sargas si guardò attorno, esclamando ironicamente : “Vuoi già imbucarti? Non è da te!”, ma girandosi verso la ragazza, si zittì, osservando la sua espressione furiosa.

“Ah, no. Forse non hai capito bene. E’ da tre settimane che ti ripeto che odio quando mi chiami “tua ragazza” o “fidanzata”, o qualsiasi altro genere di appellativo più o meno simile.” Proruppe Alya, irritata.
“Tesoro va bene?” chiese soavemente il ragazzo.
“No.”
“E Amore?”
La ragazza fece finta di non aver sentito e continuò: “E non voglio dimostrazioni di affetto in pubblico. Mi da fastidio.  E’ già tanto che io ti lasci avvicinare per parlare.”
“Per merlino! Non ho mai sentito una ragazza fare richieste così assurde.” Esclamò Sargas incrociando le braccia, assumendo un’aria di compatimento.
“Ah beh, l’hai voluto tu, eh …”
Sargas sopirò, afflitto: “In che guaio mi sono cacciato …” Poi guardò Alya, che lo osservava con un sopracciglio alzato, e fece un sorriso sornione. “Però qui siamo noi due da soli …”


Le guancie della ragazza improvvisamente si colorarono di rosso vivo, mentre Alya si malediva per l’idea geniale di entrare in una classe vuota. Cominciò ad arretrare verso la porta: “beh, c’è Harry che mi sta aspettando per …”
Sargas in due soli passi colmò la distanza tra sé e la ragazza, e che ormai si vedeva preclusa ogni via d’uscita. “Harry, può aspettare, non è vero?”
Alya, evitando accuratamente lo sguardo di Sargas, sentì il cuore battere all’impazzata, e il proprio autocontrollo vacillare pericolosamente. “Si … No!..  no, no, non si può, perché …”


Il ragazzo sorrise davanti al suo imbarazzo, mise le mani sul muro e si chinò su di lei, sussurrandole all’orecchio: “Questa sera dopo la mezzanotte alla torre di astronomia, d’accordo?” e le baciò i capelli, lasciandola andare per poi uscire dalla classe.
Alya non si mosse finché non sentì la porta chiudersi dietro di sé, cercando di ritrovare la calma e la lucidità nonostante il tumulto di emozioni.
Proruppe in un “Quanto sono stupida!!!” pestando un piede a terra. Non si era mai sentita così in imbarazzo prima, oltretutto arrossire non era certamente un fatto abituale per lei. Tutto perché “quell’altro” aveva fatto un passo in avanti di troppo.
“Ti odio.” Disse, volgendosi verso la porta, come se lui fosse là. Ma subito un sorriso incurvò le labbra della ragazza, che si sistemò la borsa e uscì in fretta dall’aula, dirigendosi spedita verso la classe dove gli altri la aspettavano.


Arrivò di corsa e aprì la porta, trovando però i tre che stava già sistemando i cuscini che avevano usato per attutire la caduta mentre si esercitavano. Ron esclamò: “Eccoti qui. Dove ti eri cacciata?”
“Ho avuto un contrattempo. Avete già finito?”
Hermione lanciò un grosso cuscino ad Harry, che lo rispose sullo scaffale. “Si, mi dispiace – le rispose la ragazza, guardando l’orologio – tra poco inizia le lezione di Aritmanzia, e non voglio fare tardi.”
Ron sbuffò e riprese “lei non vuole saltare la lezione. Noi invece abbiamo Divinazione, sai che utilità.”
Harry annuì, e si rivolse ad Alya: “Tu invece che fai? Ti alleni insieme a noi? Se ci sei tu possiamo anche continuare.”
Alya ci pensò un attimo su, incerta, ma poi intercettando lo sguardo di Hermione rispose: “Mi piacerebbe, ma non sono poi così brava e rischieremmo solo di fare danni, specie se non c’è Hermione a vigilare. E’ meglio se continuiamo più tardi.”


Entrambi i Grifondoro si incupirono, pensando già alla sfilza di presagi di morte che avrebbero dovuto subire nella prossima ora, mentre Hermione prese un’espressione  da l’avete-voluto-voi, ma non commentò.
“Ok,  – riprese Alya – oggi avete imparato lo Schiantesimo giusto?”
“Esatto – le rispose Hermione – la prossima volta c’è in programma l’incantesimo di ostacolo.”
“Perfetto, allora ci vediamo quando?”
I quattro ragazzi consultarono gli orari e si misero d’accordo per quella stessa sera, subito dopo cena.
“Avremo un’ora e mezza prima del coprifuoco, penso potrebbe bastare.” Commentò Harry, guardando l’amica Grifondoro.
“E’ possibile, sempre se Alya non voglia provare anche lei lo Schiantesimo …” gli rispose la ragazza, rivolgendosi alla Serpeverde.
“Oh, no, no, non ti preoccupare  Hermione, l’importante è preparare Harry. Io posso imparare anche in un’altra occasione.” Osservo Alya con noncuranza, mentre proprio in quel momento suonò la campanella d’inizio delle lezioni.
“Ok – esclamò la Grifondoro, fiondandosi sulla porta – a più tardi!” e scomparve nel corridoio. Harry e Ron mugugnarono un saluto e uscirono dalla classe insieme ad Alya, salutandosi e dividendosi poi per andare alle rispettive aule.

 

Alya aprì la porta dei sotterranei, entrando  nell’Ingresso Principale, e si aggregò alla massa di studenti diretti alla Sala Grande per la cena. Il suo stomaco protestava rumorosamente, complice anche il fatto che aveva saltato il pranzo quel giorno. Quando si sedette al tavolo di Serpeverde scrutò tutta la tavolata, ma non vide Sargas da nessuna parte, un po’ delusa si voltò verso il tavolo dei Grifondoro e non trovò Harry né Hermione né Ron da nessuna parte. Dove si erano cacciati tutti?


Mangiò in fretta un po’ di patate e roasbeef, pensando che era possibile che i tre avessero già mangiato e avessero già cominciato ad allenarsi, e, stava quasi per alzarsi quando sentì un frammento di una discussione di due serpeverde del quarto anno lì affianco: “… e ha urlato come un ossesso con una mano sulla cicatrice, cadendo a terra e interrompendo la lezione. Dovevi vedere la Cooman, era praticamente impazzita: era convinta che lui avesse avuto una premonizione o qualcosa di simile. Quando Potter ha aperto gli occhi, ha cercato di farlo parlare su cosa avesse visto, ma lui è scappato via subito, dicendo che voleva andare in infermeria a farsi medicare. Te lo dico io, quello là ha finto tutto ….”
“Si – gli rispose l’altro – quasi sicuramente l’ha fatto per attirare l’attenzione: scusate, sono il povero ragazzo sopravvissuto, guardatemi! …”

Alya si alzò uscendo dalla Sala Grande e salendo le scale per raggiungere l’aula dove si erano dati appuntamento lei e i Grifondoro qualche ora prima. Così Harry era svenuto durante la lezione di Divinazione; forse era per questo che il trio non si era fatto vedere a cena. Si fermò di colpo nel corridoio, incerta: quasi sicuramente non si sarebbero fatti vedere neppure all’allenamento.
Aggrottò la fronte, incerta, ma decise di entrare comunque nell’aula per aspettarli all’interno: doveva assolutamente saperne di più sulla “visione”.  Si sedette su un banco a gambe incrociate e si perse nell’intrico dei propri pensieri.

Cosa poteva aver visto Harry? Riguardava il Signore Oscuro? Quasi certamente si, dato che l’altro ragazzo aveva detto si stava toccando la cicatrice quando era caduto a terra. Non poteva certo essere un caso l’improvvisa visione e la rinascita di Voldemort. Magari poteva aver qualche indizio sull’identità della spia ad Hogwarts senza nemmeno accorgersene. Una cosa era certa, qualsiasi cosa avesse visto  non era confortante, indicava solo che l’Oscuro Signore stava riprendendo i suoi poteri.
Distrattamente si accorse di aver stretto la mano destra sull’avambraccio sinistro, e, con il cuore in gola, sbottonò la manica della camicia e la sollevò, trovandosi a fissare il Marchio Nero, quasi completamente formato. Non era decisamente un buon auspicio.
La mente volò immediatamente a Sargas, e sentì al coscienza roderle: è giusto che corra dei pericoli solo per stare con me?
Alya zittì subito quella vocina maligna, anche se ormai, la punzecchiava da tempo.


La ragazza si alzò in piedi, e guardò l’orologio: era passata ormai l’ora fissata per l’incontro, era ovvio che non sarebbero venuti. Riabbottonò la manica sinistra e si diresse verso l’uscita. Avrebbe aspettato nel dormitorio l’ora per andare alla Torre.

 

 

Ciao! Chiedo umilmente perdono per il solito ritardo, ma è stato veramente difficile riuscire a scrivere qualcosa di decente, sopratutto per quanto riguarda la prima parte. La seconda era pronta da settimane ormai, ma non andava sicuramente bene: dovevo spiegare la decisione di Alya di rimanere con Sargas. Bene, ora finalmente ho ritrovato l'ispirazione, almeno per questo capitolo xD. Comunque buona metà del prossimo è pronta, manca solo il finale. Ringrazio di cuore una mia amica compaesana che mi ha prestato il libro di HP che mi serviva, visto e considerato che il mio non lo trovo più... Questo capitolo lo dedico a lei. Quando avrò un po' più di tempo provvederò a rispondere alle recensioni. Auguro a tutti buone vacanze! :)

Dark Soul

 

  
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