Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: ladyflowers    25/07/2008    3 recensioni
< < Ma ogni suo pensiero venne cancellato (non che ne avesse molti...) quando scorse sopraggiungere una creatura elfica presso il ponte. Che visione sublime! Era bella come la luna nel cielo, gli occhi azzurri luminosi come stelle i capelli lunghi e setosi. La riconobbe subito, l'avrebbe fatto anche tra mille elfe, era lei... era la sua speranza di vita, il suo amore proibito che rendeva ogni fatica un peso leggero al pensiero di tornare a vederla: "Hinata! - esclamò Sasuke facendo un passo avanti - Sei sempre bella e radiosa come ti ricordavo, delicata come un fiore e... un po' più altina... ma pur sempre affascinante e femminile!" Ci fu qualche istante di silenzio finché l'elfa non disse: "Sono Neji, idiota!">> Questo e altro in una delle parodie più assurde nelle quali i nostri ninja potessero venire coinvolti! Leggete per scoprire quali altre perfide idee l'autrice ha architettato... le avventure nella Serra di Mezzo continuano!!
Genere: Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bentornati nella Serra di Mezzo! Premetto che questo capitolo sarà qualcosa di assolutamente fuori dall'umana concezione in quanto ho inserito un personaggio che non c'entra  nulla con Tolkien.
Inoltre finisco, anche se non c'era molto altro da aggiungere, la Battaglia di Ehm... lo so, avrei anche potuto concluderla nell'altro capitolo ma ero alle strette col tempo e, prima di fare un'emerita schifezza, ho preferito finire ben bene con l'aggiunta di una parte extra! ^_^
Buona lettura!

CAPITOLO XVI: Gli Etchì al contrattacco!

La luce che li avvolse era pura come la neve, splendente quanto il sole e calda come un caminetto acceso in inverno... era una luce bianca quanto la...
"Forfora! - esclamò Neji - Bianco Forfora è tornato portando con sé Kakashi e i suoi cavalieri cacciati come barboni!"
Infatti Jiraiya, bastone in mano e sigaretta in bocca, era lì con gli altri uomini di Roar che piombarono giù per la collina come la neve in una valanga, travolgendo tutti gli Hora-mhai sul loro cammino, accecati dalla sua luce sommata a quella del sole... la potenza del solarium!
Nonostante tutto però lo stregone non era propriamente intenzionato a combattere ma quando, recandosi dal tabaccaio, aveva incontrato Kakashi intento a chiedere notizie su "Stregati dalla Pomiciata" non poté che intrattenere una piacevole conversazione con un suo accanito lettore.
Kakashi si rivelò entusiasta dei dettagli rivelati in anteprima e, bramoso come un caffeinadipendente necessita di caffé per svegliarsi, veleva sapere sempre nuovi particolari.
Fu così che, molto astutamente, Jiraiya gli promise una copia in anteprima del libro se avesse combattuto al suo fianco i crudeli Hora-mhai. Per questo più che nobile motivo, non certo per la salvezza del suo regno che lo aveva trattato alla stregua di un mozzicone di sigaretta, il buon Kakashi accettò.
Ecco quindi svelata la verità su questo prezioso intervento quanto mai gradito... certo, fossero arrivati prima che i guerrieri venissero decimati sarebbe stato meglio ma in questi casi bisogna accontentarsi.
Sasuke esultò sbracciandosi con allegria, vedendo gli Hora-mhai urlanti ridotti in cenere, la sconfitta ormai simile ad un'ombra lontana.
Trionfanti come se avessero vinto la medaglia d'oro Kakashi, con sospetti capelli grigi (evidentemente il parentame di Sarutobi doveva avere l'aria da vecchio come lui e lo stesso valeva per Ino e la sua odiat... ehm amica Sakura), redento cavaliere di Roar assieme a Jiariya entrarono per le mura di Ehm, ormai ridotte ad un cumulo di patetiche macerie.
Fu così che la battaglia presso la Bialera di Ehm si concluse con una faticata vittoria per conto degli umani.
Ma ancora le disgrazie per la Serra di Mezzo non si erano concluse... infatti Orochimauron, oltre a coltivare piantine, li osservava instancabile.

+ * + * + * + * + * + * +
Piccolo excursus per distendere la narrazione: il passato di Orochimauron in quattro righe.

Sponsorizzato da: Fertiliaplus, concime per orti modificato dalle radiazioni, per crescite garantite!

C'era una volta un bambino cattivo che sognava di creare una grande casa in grado di accogliere tutti i malvagi del mondo e gli stupidi attratti dal male.
Con questi nobili sogni nel cuore Orochimauron, questo era il suo nome, decise di farsi crescere i capelli per ingannare la gente fingendosi un'aggrazziata fanciulla e attirarla nel suo primo Ostello: Miramordor.
Il suo sogno si stava realizzando, aveva tanti clienti malvagi e si sentiva soddisfatto.
Ma il poveretto, cresciuto senza uno straccio di amico o di gioco, si sentì terribilmente triste.
Su chi poteva contare? Su quei fetentoni che non gli pagavano mai il conto? No di certo.
Così decise di trasferire parte di se stesso su un chiavistello pensando:
"Chi altri meglio di me stesso può essere mio confidente?"
Peccato che l'idea, per quanto geniale quanto quella di mischiare il bianco col nero in lavatrice, non funzionasse alla grande visto che Orochimauron si limitava a parlare da solo. Ma sapeva accontentarsi.
Questo finché un giorno il suo adorato chiavistello non scomparve e il nostro caro Orochimauron non si trovò nuovamente solo.
Ma ebbe un'altra delle sue brillanti idee: trovarsi un hobby. Fu così che, ispirato dalle pacifiche nonnette che vedeva nei telefilm, decise di darsi ad un'occupazione assolutamente maligna: il giardinaggio.
Oltretutto colitvò un suo orto personale.
Ma, per crescere le piante ci vuole amore, e Orochimauron aveva tanto amore quanto la gassosa contiene alcool ragion percui nei primi tempi la sua coltivazione era arida quanto il suo cuore.
Il poveraccio era demoralizzato ma, proprio mentre stava per gettare tutto alle ortiche, passarono alla televisione la pubblicità del miracoloso fertilizzante Fertiliaplus.
"Perché non provare?" si chiese allegro.
Così entusiasta, dopo aver comprato il mirabile prodotto, il nostro eroe pianta due piantine di porri, belle distanti l'una dall'altra in modo che avessero spazio per crescere, non dimenticando il fertilizzante.
"Già domani saranno cresciute di qualche centimetro." pensò bello contento prima di coricarsi.
Al mattino, quando si alzò, Orochimauron però rimase asolutamente sorpreso.
Le sue indifese piante erano cresciute a dismisura, arrivando all'altezza di gigantesche torri... erano infatti divenute... due porri enormi!
Fu così che Orochimauron riuscì a portare avanti la sua passione, sentirsi meno triste e solo, ed ebbe persino la voglia di ricostruire il suo ostello, divenendo il signore assoluto delle catene alberghiere.
La morale di questa bella favoletta è che bisogna sempre credere nei propri sogni e quando non si avverano perché siete cattivi come della merde comprate un po' di fertilizzante: vedrete, tutto si risolverà!

Fine

+ * + * + * + * + * + * +

In quest'avventura piena di eroi (eroi paragonabili a chi ha appena completato la lista punti del supermercato ma questi sono dettagli...) c'é anche chi è stato dimenticato, relegato in un piccolo angolo di mondo come se fosse stato un fazzoletto smoccolato... di chi stiamo parlando?
Per carità, non ditemi che non l'avete intuito? Nemmeno voi, cari lettori, che pure dovreste avere a cuore le sorti di tutti i nostri beneamati personaggi?
Beh non importa, anche se sono stati trattati alla stregua di un virus da abbattere, sono comunque esseri viventi, un po' inquietati per via di quei piedi lunghi quanto il Missisipi, ma pur sempre Mobbit dotati di pensiero anche se ristretto come il caffé.
Eccoli, Kiba Brandibuck e Lee Tuc, poveri esserini vittime del destino trascinati, come lettere attaccate alla zampa di un piccione, per la Serra di Mezzo da un albero possente come una quercia e borbottante quanto una pentola di fagioli: Sbarbalbero, prode Etchì furibondo come un punk rivoluzionario per il fatto che molti dei suoi simili fossero stati ridotti a trucioli per le gabbie dei criceti.
Tutta colpa di quella massa di sterco fumante che rispondeva al nome di Kabutoman.
Ma incredibilmente, nonostante quella rabbia che covava come se fosse stato una gallina padovana, Sbarbalbero non si decise ad agire, massacrando i cattivoni di turno schiacciandoli come uova su un lastricato.
Passeggiarono a lungo tra le vallate di erba secca, gli alberi con solo più le radici, e di quando in quando qualche ramoscello abbandonato come si fa con una bicicletta arruginita.
Chiaro segno che la potenza disrtuttiva dell'ingordo Kabutoman arrivava fino a quei limiti, ma il nostro Sbarbalbero cosa fa? Inizia a massacrare gli orchetti come se fossero degli scarafaggi? No! Impreca come un turco, scuote qualche chioma scrollandosi di dosso gli scoiattoli abusivi e infine continua a camminare con la stessa lentezza di un vecchietto che si mette a fare jogging.
"Ehm Sbarbalbero? - intervenne timoroso Lee - Non dovresti prendere dei provvedimenti con gli altri Etchì per quanto successo? Insomma fare finta di niente..."
Ma Sbarbalbero lo interruppe: "Fare finta di niente giovane Mobbit Sopracciglione? Ti sembra che io faccia finta di niente?"
"No ma..."
"E allora tappati quella bocca e lasciami infuriare come ogni bravo Etchì dovrebbe fare. Mi passerà!"
Ma non stiamo parlando di un'influenza pirla di un albero geneticamente modificato!
Tentare di fargli cambiare idea era difficile... gli Etchi prendevano lentamente le decisioni, come con la morfina: col contagocce...
Fu Kiba, coi capelli ritornati del colore naturale grazie all'aria fresca dei boschi, che intervenne questa volta con decisione: "Insomma! Mentre tu stai qui a lamentarti come un moccioso a cui hanno tolto il pannolino la foresta è stata ridotta ad una falegnameria dal perfido Kabutoman il Bianco Perla! Devi agire!"
Ma, prima che Sbarbalbero potesse sbatacchiarlo a terra come uno straccetto, la discussione venne interrotta dal sopraggiungere di un'ondata di animaletti spaventati che correvano come se un cacciatore stesse sparando loro addosso.
In seguito, dopo qualche istante di silenzio, videro arrivare una creatura dai capelli castani raccolti, dei luminosi occhi chiari e un lieve sorriso nonostante il volto affannato.
Si arrestò quando vide Sbarbalbero e i suoi amici Mobbit appesi come prosciutti da stagionare.
"Voi siete un etchì?" chiese la ragazza, perché di ragazza si trattava, almeno fin qui i poveri Mobbit ci arrivavano.
Sbarbalbero rispose presentandosi, chiedendole poi con la solita fiducia piena di affetto:
"E tu chi saresti caccola viscida che prosciuga l'energia di questa terra con l'ingordigia di un aspirapolvere?"
La ragazza fu un po' indignata da ques'accoglienza degna di Bush che va in visita presso Al Qaeda.
Ma, visto il suo carattere determinato, risponde: "Sono Biancatenten, correvo per i boschi nuda come un'amazzone in cerca del mio Principe Occhiazzurri, fino a che, fischiando con gli altri animali, questi non mi hanno riferito che le foreste della Serra di Mezzo stavano venendo decimate..."
Kiba storse il naso perplesso: "Ma adesso non sei nuda! Chi ti ha vestito?"
Biancatenten alzò gli occhi al cielo: "Quella bigotta dell'Autrice... mi ha preso rifilandomi questi vestiti da hippie dicendo che se andavo nuda avrebbe dovuto alzare il rating della fiction. Pensa che roba!"
Kiba ammise: "E già, un gran peccato davvero! Maledetta Autrice!"

KABOOOM!!!

Autrice: Adesso piantatela pivelli degeneri! Se vivete in questo mondo parallelo lo dovete soltanto a me! Quindi non scassate e ringraziatemi piuttosto! Vi lamentate ancora una volta e giuro che a te, Biancatenten, spetta un taglio di capelli degno di un Apache e quanto a voi altri un'altra parola fuori posto e vi faccio cadere un fulmine addosso! Vi tengo d'occhio.... sempre.

Con queste simpatiche parole la nostra Autrice si dilegua sparendo in una nebbiolina alquanto sospetta, mentre un lieve odore di Erba Pipa riempie l'aria.
Lee sorrise imbarazzato, tentando di rompere il silenzio pesante piombato sul gruppo:
"Ehm... comparsa a sorpresa! Un po' come le guest star dei telefilm!"
Biancatenten lo guardò di traverso: "Taci! Non importa, non dobbiamo ribellarci a chi ci è superiore... non posso venire brutalmente cancellata da questo scritto, devo ancora trovare il mio Principe."
Sbarbalbero sospirò: "Del tuo principe ce ne importa quanto delle elezioni per il sindaco di Mobbitville: assolutamente nulla. Quindi vedi di non scassarci tanto le pigne e invece dire cosa vuoi davvero da noi inquietante essere."
Biancatenten rispose: "Abbassa un po' la fronda ciccio! Prima di tutto sono un'umana, secondo io cerco aiuto per i miei amici della foresta e tu, Etchì, dovresti collaborare e salvare tutti i tuoi simili! Altrimenti con chi altri parlo io?"
Fu con queste parole che gli astanti vennero mossi a compassione: povera Biancatenten non poteva più zompettare con i suoi amici cerbiatti, rompere le ghiande, parlare con gli scoiattoli e fischiettare allegramente con i suoi amici usignoli... che amaro destino!
Così Sbarbalbero sospirò, gettando fuori qualche tarma che gli rodeva la corteccia, e si decise:
"Va bene, visto che la situazione sta precipitando come un aereo in fiamme (però, drastico come il taglio di una motosega!) allora, in via del tutto straordinaria, convocherò una riunione di Etchì. Delibereremo su come comportarci con Kabutoman..."
Fu così che i quattro, infatti anche Biancatenten si era unita per assicurarsi che Sbarbalbero non fuggisse senza mantenere quanto appena detto, si avviarono verso la nuova meta.
La beata ragazza, con due pon-pon incollati ai capelli, saltellava come una molla, faceva zompate degne di un canguro, raggiungeva alt... si insomma, non sapeva camminare normalmente.
Per giunta canticchiava allegramente, tanto allegramente che i timpani dei Mobbit vibravano come dei gong.
Ma, molto stoicamente, sopportarono questa tortura sperando di arrivare al più presto presso il luogo dell'incontro. Mentre Sbarbalbero, strada facendo, aveva raccolto delle foglie creando delle amene coroncine da disporre sugli invitati in modo da ringraziarli per la loro presenza.
L'Etchì, arrivato ovviamente prima degli altri, aveva sistemato tutto per la riunione preparando i funghi simbionti da attaccare alla corteccia altrui come segnaposto, l'antiparassitario da spruzzare nell'aria e anche un bel po' d'acqua ricca di sali minerali.
Finalmente, dopo qualche ora passata nel tedio più totale, si fecero vivi i primi Etchì: dallo zio Ramonodoso al cugino Arbustellobello, insomma, tutta la gigantesca e tardiva famiglia degli Etchì al gran completo.
Sbarbalbero li salutò con un sorriso (sorriso che nessuno riuscì a distinguere ma, come si suol dire in queste occasioni, basta il pensiero): "Cari amici miei! Benvenuti! Prendete pure posto attorno al tronco tagliato di questa preziosa quercia millenaria e discutiamo su quanto sta avvenendo nella Serra di Mezzo."
Il comprensivo zio Ramonodoso rispose: "Si ma vediamo di darci una mossa razza di seme ritorto che non sei altro!"
Prudentemente Kiba e Lee scesero da Sbarbalbero affiancandosi a Biancatenten che li aspettava poco più in là. Il povero Etchì, sentendosi chiamare a quel modo dall'adorato zio, non poté che cercare un pacifico accordo:
"Tieni chiusa quella tana di topi morti alberello rinsecchito! Le tue radici hanno ciucciato solo sterco di mucca in questi anni!"
Ramonodoso si erse in tutta la sua frondosa statura replicando: "Come osi nipote scellerato! Dal tuo legno massimo massimo ci possono ricavare la carta igienica!"
Fu così il cugino Arbustellobello, accanto al fratello, Scrocchiaradice a cercare di placare la rissa:
"Finitela voi due portatori di pulci! Non gliene frega niente a nessuno delle vostre risse da quattro soldi, avete il cervello muschiato e le vostre radici beh... sono piccole come quelle di un semino! Non saranno mai possenti come le mie!"
A quel punto la disputa degenerò in un conflitto di stampo mondiale che vide radici tagliate, linfa schizzare come se fosse stata ketchup e foglie calpestate alla stregua di tappetini.
Kiba, facendosi quatto, suggerì: "Direi che è meglio se aspettiamo finiscano allontanandoci da qui."
Così i Mobbit, seguiti da Biancatenten, se ne andarono lasciando gli Etchì al loro etchidio di massa, sperando che prendessero una decisione prima di ritrovare tanti bei tavoli.
Mentre aspettavano che gli alberi giganteschi finissero la loro rissa-riunione nel frattempo i tre presero un cappuccino, si fecero qualche bel pokerino puntando solo le ghiande, visto che erano più poveri di Orochimauron quando aveva deciso di usare il chiavistello come contenitore di parte di se stesso.
Se avessero aspettato ancora Lee si sarebbe anche deciso a depilarsi le sopracciglia e tagliarsi i capelli ma, sfortunatamente, prima che questo miracolo dell'estetica potesse avvenire, gli Etchì, col solito tempismo per il quale erano conosciuti, arrivarono a decidersi.
Fu un Etchì corpulento ad avvisarli: "Mi chiamo Fogliaccartoccio. La riunione è terminata."
Dicendo questo un ramo gli cadde spruzzando un po' di linfa. Poco dopo svenne: un'altra vittima di guerra.
Un po' timorosi infine i tre giunsero fino alla quercia tagliata e videro una serie di Etchi spossati sbattuti a terra come dei pugili dopo un incontro, con gli occhi pesti e le foglie strappate: insomma erano ridotti peggio della carta straccia masticata da un cammello.
Sbarbalbero, la corteccia sfregiata, si alzò a fatica rispondendo con il suo solito tono lento quanto un salmo:
"Finalmente abbiamo appianato le nostre divergenze con il nostro solito modo pacifito e calmo (calmo come il mare durante uno tsunami ma come al solito diamo per buona questa affermazione sincera quanto un truffatore...)"
Ci fu qualche istante di silenzio finché Biancatenten non chiese: "E quindi? Sconfiggerete Kabutoman vendicando i vostri amici morti ed evitando che la specie scompaia?"
"Assolutamente no."
Perfetto, menefreghisti al pari di un killer nei confronti di una sua vittima!
Kiba protestò: "Ma come? Con che coraggio lasciate perdere?!"
Sbarbalbero ci pensò qualche istante infine rispose: "La verità è che noi c'entriamo con la guerra di Kabutoman quanto i Backstreet Boys con i Placebo: assolutamente nulla. Perciò ci limiteremo ad inveire con rabbia e tanto ti deve bastare piccolo Mobbit scassapalle..."
Gentili ed altruisti quanto un cacciatore di frodo lo è con una quaglia...
Ma ormai non c'era più  nulla da fare, prima che gli Etchì potessero attuare un'ulteriore riunione dovevano ripopolarsi come fanno i panda allo zoo. Per questo motivo era impossibile che la decisione venisse cambiata.
Fu così, con questi nobili motivi, che i Mobbit vennero riaccompagnati da Sbarbalbero verso la strada di casa. Biancatenten, che aveva amici quanti ne potrebbe avere una tarantola, decise di seguirli accompagnandoli.
Dopo aver percorso qualche chilometro, lasciandosi alle spalle i cadav... ops i ramoscelli spezzati degli Etchì, improvvisamente Kiba, che aveva avuto un'idea brillante quanto l'argenteria lucidata, costrinse Sbarbalbero a fermarsi dicendogli:
"Aspetta! Ho cambiato idea, vorremmo andare a sud!"
Sbarbalbero grugnì come un brontosauro ferito: "Perché mai? Mi paghi poi tu le spese del viaggio, eh, barbone squattrinato? No, noi andremo a nord!"
"Sud!"
"Nord!"
"Sud!"
"Ovest!" Intervenne entusiasta Lee.
"Est?" Aggiunse Biancatenten esitando.
In ogni caso, nonostante la bussola vivente che si stava venendo a creare, incredibilmente alla fin fine il gruppo riuscì a dirigersi verso Sud, esattamente dove voleva Kiba.
Questo grazie ad uno stratagemma degno dela campione mondiale di scacchi. Io, siccome non mi faccio mai i cavoli miei, vi svelerò in esclusiva questa tattica a prova dell'oratoria di chiunque:
Kiba infatti insistette ancora: "Sud!"
"Nord!"
"Sud!"
"Nord!" ripeté Sbarbalbero esausto.
"Nord!"
"Sud!"
Kiba alzò le spalle annuendo "Va bene Sbarbi e sud sia, l'hai detto tu!"
A quel punto il povero Etchì, fregato come se avesse partecipato ad una televendita coreana, si sarebbe tolto tutte le foglie della chioma non fosse stato che le aveva già perse durante la rissa di qualche ora fa.
A quel punto, non volendo rimangiarsi la parola come invece faceva coi moschini che di quando in quando gli giravano attorno, si decise a seguire le indicazioni dell'astuto Kiba.
La giornata trascorse allegra fino a che Sbarbalbero non si bloccò ad una vista scioccante quanto quella di un castoro che balla la samba: l'intera verde foresta attorno ad Isengard, casa adottiva del perfido Kabutoman, era stata completamente rasata, depilata come le gambe di una modella.
Gli alberi non si vedevano neanche con un microscopio elettronico, figurarsi il prato, cancellato come se fosse stato una traccia di matita.
Si vedevano fumi in grado di soffocare persino chi indossava la maschera antigas e orchetti che lavoravano infilandosi in cavità sotterranee: Isengard, la bella Isengard, era diventata una squallida fabbrica!
Sbarbalbero ruggì come un leone ferito e avendo davanti a sé la tana del diretto responsabile di cotale massacro inveì: "Kabutoman! Hai ucciso tutti i miei amici della flora! C'erano alberi che conoscevo da quando il loro genitore era stato impollinato!"
Poveraccio, si disperava in quel modo dopo aver praticamente sterminato la sua famiglia! Era una contraddizione vivente questo Etchì, davvero inquietante...
Biancatenten soddisfatta da una simile rabbia pensò di accendere la miccia:
"E bravo Sbarbalbero! Così si parla! Massacra quello sfigato di Kabutoman ce l'hai persino davanti... guarda, guarda! Ti fa la linguaccia dalla finestra!"
Ovviamente Kabutoman non stava facendo nulla di tutto questo, anzi ignaro della minaccia incombente su di lui, era in bagno a togliersi con estrema dovizia tutti i punti neri sul viso.
Ma questo il nostro arrabbiato Etchì non poteva saperlo così gridò:
"Basta, questo è troppo! D'ora in poi gli Etchì scenderanno in guerra!"
All'improvviso alle sue spalle spuntarono numerosi altri Etchì. Questi a dire il vero avevano intenzione di picchiare a linfa il loro compagno di botte una volta che fosse stato solo ma, vista l'occasione di sfogare le loro ire su una preda ben più grande, accettarono di buon grado di partecipare al massacro.
Così, per colpa di una linguaccia mai fatta, i poderosi alberi si fiondarono come paracadutisti sulla vallata spoglia di Isengard pestando gli orchetti che passavano da quelle parti con la noncuranza con cui si schiaccia una gomma da masticare, anche se a volte può dar fastidio.
"Che schifo! - commentò Sbarbalbero che nel frattempo si era caricato addosso anche Biancatenten che canticchiava per fare da colonna sonora - Sono appiccicosi, stasera mamma dovrà lavarmi le scarpe!"
Con queste encomiabili parole la rivolta degli Etchì continuò e non si limitò a spiaccicare qualsiasi cosa avesse solo anche un alito di vita, infatti prontamente degli alberi ruppero gli argini di una diga inondando così tutta la zona.
Appena vide l'acqua arrivare con la turbolenza di una lavatrice, Sbarbalbero piantò saldamente le radici al terreno e gridò ai suoi ospiti appesi ai rami come condor:
"Attenti! Tenetevi forte!"
Biancatenten si tappò il naso smettendo di cantare, Kiba si artigliò come un gatto e Lee... beh, Lee alzò le mani al cielo sedendosi come se fosse stato ad un parco divertimenti... ciascuno ha il suo modo di vedere le cose, è questo il bello di essere così diversi.
Dopo un po' le acque si erano calmate (ma che battuta...) così Sbarbalbero ebbe il tempo di valutare la situazione e, vedendo che Isengard non rappresentava più una minaccia, ammise:
"Fantastico! Non capisco come mai non ci avevo pensato prima..."
Kiba alzò le spalle lamentandosi: "Te l'avevo detto io!"
Ma non fece in tempo a rallegrarsi per la sua sagacia che ricevette un ramo in un occhio.
Così, grazie alla potenza degli alberi, alla prontezza di Biancatenten e alla determinazione dei due Mobbit Kabutoman non rappresentava una minaccia concreta per la Serra di Mezzo... anche se, nella confusione creatasi, lo stregone aveva lasciato una delle sue armi più pericolose... il Parlantin...


E ora... le risposte!

haily: Ma grazie tesoro!! Non ti preoccupare per Kiba, anche se sta piangendo in un angolino, in questo capitolo finalmente è ritornato! Inoltre come puoi vedere mi sono spremuta le meningi per far comparire anche Tenten, anche se in modo particolare, visto che il buon vecchio Tolkien non abbonda di figure femminili quanto di quelle maschili! Bacioni! XD

comix: Come al solito thank you mille per i complimenti! ^_^ Ecco che la battaglia ha termine e in che modo nobile Jiraiya convince Kakashi a parteciparvi! Al prossimo chappy!!!

Sabaku no Akari: Benissimo allora saremo in due a guardare la battaglia di Helm ridendo! Gli altri ci guarderanno come malate mentali da internare ma che importa? Hi hi hi! XDD Un abbraccionissimo anche a te! ^_^

Valery_Ivanov: Me felice che il chappy ti sia piaciuto!! Comunque si, povero Deidarà, davvero una brutta fine... credo sia l'unica morte con la quale uno non riesca a non ridere, come sono crudele (Tu es une merde! Non posso ajiunjere altro, sono tropò inignato! nd spirito tormentato di Deidarà)! E Neji beh, sono soddifatta di come l'ho plasmato! (Guarda che non sono mica pongo! >.<* nd Neji)

Come al solito 1000 ringraziamenti a chi legge, a chi ha messo la storia tra i preferiti:
Akatsukina fur immer, Akidu, comix, haily, Kabubi, Liby_chan, Missy_loves_blizzard, nenenene, piccola_teddy, Reyka, Sabaku no Akari, Saku89, Targul, Valery_Ivanov e Zelgadis91

Grazie anche a Missy_loves_blizzard che ha compiuto l'eroico gesto di mettermi tra gli autori preferiti! Peccato che tu non commenti... sob ç_ç
Al prossimo capitolo!! XD
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ladyflowers