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Autore: oned has save me    08/05/2014    1 recensioni
dall'8 capitolo:
“nerd perché sei così?”
“Così come..?” –rabbrividii al suo tocco
“Così diversa..”
“Io..” -gemetti al suo tocco.
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Genere: Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                 15 settembre
Caro Diaro,
oggi è il mio primo giorno di scuola dell’ultimo anno del liceo. L’estate è finita e come al solito io l’ho passata a casa a studiare e ad ascoltare musica.
fortuna che a luglio e ai primi di settembre c’era atletica sennò mi sarei depressa del tutto.
Ora vado che sennò faccio tardi.
                                                          Tua Diana  


Mi andai a lavare e a vestire: jeans lunghi larghi e maglietta molto comoda. In teoria la nostra scuola aveva l’uniforme ma non me lo sarei mai messo: gonna sopra le ginocchia e camicia stretta, naah non faceva per me!
Legai i capelli in una treccia, non mi truccai, misi i miei occhiali da vista e presi quei pochi quaderni che mi sarebbero serviti, poi andai a fare colazione.

Mi chiamo Diana, ho 18, sono alta 1,68, sono magra, ho i capelli castano chiaro quasi sul biondo e gli occhi verde chiaro.
Fortunatamente quest’anno è l’ultimo anno di liceo.
4 anni di inferno e sicuramente anche questo non sarà da meno.
“secchiona nerd” così tutti mi chiamavano.
Secchiona perché ero la ragazza più brava della scuola, nerd per via degli occhiali.
Non avevo amici, o meglio ne avevo solo uno: Liam. Lo avevo conosciuto a atletica esattamente 5 anni fa e poi me lo ritrovai l’anno dopo al liceo. E’ il mio migliore amico. Dolce, simpatico, sensibile, mi consigliava sempre tutto bene e mi dava la forza di andare avanti e devo ammettere anche che è un bel ragazzo: castano e occhi color nocciola molto dolci.
Lui a differenza mia era conosciuto a scuola. Non era il ragazzo più popolare, ma era abbastanza conosciuto.
Praticavo atletica da 10 anni ormai e lì fortunatamente erano tutti gentili e simpatici, ottimi amici ma non li vedevo mai aldilà dell’atletica.
Vivo in un paesino vicino Londra, in un appartamento non molto grande, da sola senza genitori.
Mio padre ha abbandonato me e la mamma quando avevo 12 anni. Si era stufato di noi ci disse, ma la realtà è che non gliene è mai fregato nulla e in più aveva anche un’altra donna.
Il giorno che se ne andò avevo scoperto il sentimento dell’odio. Grazie a mio padre ho iniziato a odiare tutto e tutti. Provavo odio contro tutti e forse è anche per questo che non riuscivo ad avere amici. Solo a atletica mi riuscivo a sfogare e stavo bene. Quando correvo tutta la rabbia che avevo piano,piano spariva e mi sentivo meglio, più leggera, più LIBERA.
Mia madre invece mi è sempre stata accanto ma anche lei se ne andò, quando avevo 16 anni: incidente stradale. Un pazzo camionista ubriaco le era venuto addosso e la macchina volò di sotto. Morta sul colpo. Erano le 21 del 1 ottobre. Stava tornando a casa dal lavoro. Me lo ricordo come se fosse ieri.
Alla morte di mamma andai a vivere da sua sorella per due anni. Ora ne ho 18 e ho deciso di affittare un appartamento con i soldi che ho guadagnato con le borse di studio.



Erano le 7.50.
Uscii di casa e iniziai a incamminarmi verso scuola. Ci volevano 10-12 minuti a piedi.
Lungo il tragitto forse avrei incontrato Liam. Ci speravo, ma invece mi ritrovai Jessica, la ragazza più stronza e odiosa che conosca e anche molto troia.
Stava con altre due sue “amiche” se così si potevano chiamare poiché quelle erano amiche solo per convenienza.
Tutte naturalmente indossavano l’uniforme per mostrare le loro gambe e il seno. “Che schifo” -pensai
“Ma che razza di pantaloni hai? Te li ha prestati tua nonna?” –disse Jessica mentre le altre ridevano.
Non so il perché ma le guardai le gambe.
“tu invece fatti la ceretta la prossima volta!”
“senti nerd per caso i tuoi occhiali si stanno rompendo?”
“ti assicuro che vedo meglio di te, lo sanno tutti che porti le lenti”
Di solito alle sue critiche non le rispondevo mai, ma oggi mi andava di farlo non so il perché.
Non sapendo più che dire se ne andò.
Ad un tratto qualcuno mi tappò gli occhi con le mani. Mi spaventai.



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