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Autore: jomarch    25/07/2008    11 recensioni
E' una sorta di seguito per Once upon a December. Sono passati quindici anni da quel Natale trascorso con i suoi genitori: la malinconia per ciò che ha perso raramente lo colpisce come durante il periodo di Natale. Toccherà a Sirius e Remus, ciò che gli resta della sua famiglia, parlargli di Lily e di James e farlo sentire amato, fargli capire che loro sono lì, per lui.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' una sorta di seguito per “Once Upon a December”, comunque, non siete costretti a leggerla per capire. Ringrazio chi l'ha commentata e chi l'ha inserita nei preferiti



Thinks I Almost Remenber


Dancing bears Painted wings
Things I almost remember
And a song someone sings
Once upon a December

Someone holds me safe and warm
Horses prance through a silver storm
Figures dancing gracefully
Across my memory

Far away, long ago
Glowing dim as an ember
Things my heart
Used to know
Once upon a December


Grimmauld Place n° 12, 25 dicembre 1995

Harry, persino con la porta chiusa della stanza che lui e Ron avevano scelto come propria, li poteva sentire.

Poteva sentire le loro voci allegre e gioiose ridere, scherzare, giocare a tombola o ad uno qualsiasi di tutti i tradizionali giochi che le famiglie facevano a Natale, ed i Weasley non facevano eccezione.

Famiglia... che cos' era una famiglia?

Era proprio grazie ai Weasley, che ora stava tentando di evitare, che Harry sapeva cosa significava essere amati ed avere qualcuno che si preoccupa per te, qualcuno che, qualunque cosa farai, sarà sempre lì, pronto ad accoglierti, consolarti, aiutarti a rialzarti.

Per lui, solo e senza nessuno, fare la conoscenza della famiglia Weasley era stato come entrare in un altro mondo e si rendeva conto che Molly lo considerava un ottavo figlio e che Arthur era lì, disponibile ad elargire i suoi consigli paterni anche a lui.

Eppure, Harry, era ben conscio di una cosa: quella non era la sua famiglia.

In nessun periodo dell'anno come a Natale Harry sentiva la mancanza dei suoi genitori.

Certo, dopo essere stato scelto come Cercatore al primo anno avrebbe voluto avere un padre che si congratulava con lui, ad ogni compleanno gli sarebbe piaciuto avere una madre che preparava la sua torta e persino qualche mese prima, durante il Torneo Tremaghi, avrebbe desiderato che, ad augurargli buona fortuna non fossero Bill e la signora Weasley, ma la sua mamma e il suo papà.

Tuttavia, Harry era abituato alla loro assenza, ormai, quel sentimento di malinconia che lo accompagnava ogni volta che sfogliava l'album di fotografie donatogli da Hagrid era parte di lui. Harry sapeva di dover affrontare tutto da solo e quindi si era sempre rimboccato le maniche: non poteva passare la vita a piangere su qualcosa che, alla fine, non aveva mai conosciuto.

Ciò nonostante, a Natale, la mancanza dei suoi genitori si faceva sentore più forte.

Quello era il motivo per cui si era rifugiato nella sua stanza, a riguardare le vecchie fotografie di Lily e James.

Il suo posto non era in cucina con i Weasley.

Harry voleva la sua famiglia, quella vera.

Ogni volta che sfogliava le pagine ingiallite di quell'album, Harry, arrivava a chiedersi se quel bambino che sorrideva dalle braccia di sua madre o dalle spalle di suo padre fosse realmente lui, se quei momenti erano stati vissuti davvero.

Anche quel giorno non faceva eccezione e, soffermandosi sulla fotografia del suo primo Natale, Harry cercava in ogni modo di immaginare come doveva essere stata quella giornata.

Forse sua madre l'aveva svegliato, oppure, più probabilmente, era stato proprio lui, con i suoi pianti ed i suoi capricci, ad interrompere il sonno dei suoi genitori.

Magari, al pranzo di Natale, erano presenti anche Sirius e Remus... Avrebbe potuto chiederlo direttamente a loro, se solo non fosse stato un motivo di ulteriore dolore per i due uomini...

Bussarono alla porta ed Harry, che ancora fissava la fotografia, alzò la testa per dire:

Tra un po' scendo, Ron. Ho delle cose da sistemare!”

Fu come se Harry non avesse parlato, perchè la porta si aprì.

E che cosa hai di così urgente da fare il pomeriggio di Natale, Harry?” a parlare era stato Sirius che, con Remus al suo fianco, aveva ignorato la protesta del ragazzo.

Oh... siete voi. Venite.” si scusò Harry che si alzò dal letto e fece posto a due uomini.

Non volevamo disturbarti, Harry.- iniziò Remus, con quel suo solito tono in grado di tranquillizzare chiunque- Volevamo solo assicurarci che tu stessi bene. Non è bello chiudersi in camera il giorno di Natale.” continuò, sorridendo.

Harry bofonchiò qualcosa, allontanando da sé l'album.

Non devi metterlo via solo perchè ci siamo noi, Harry.” gli disse Sirius, a cui non era sfuggito ciò che il suo figlioccio stava facendo.

Harry non rispose e fu ancora Remus a prendere la parola, guardando negli occhi il ragazzo seduto sul letto.

Vuoi dirci qualcosa, Harry?” chiese gentilmente.

No, no. Va tutto bene. Andate pure dagli altri. Tra un po' scendo anch'io.”

Sei sicuro?” domandò Sirius, perforandolo con lo sguardo e leggendo solo tristezza nei suoi occhi.

Harry non disse nulla e Sirius e Remus, dopo essersi scambiati uno sguardo, fecero per avviarsi verso la porta.

No, aspettate. Potreste restare?” Harry li fermò e li guardò speranzoso.

Voleva anche lui passare il Natale con la sua famiglia e Sirius e Remus erano tutto ciò che gli rimaneva dei suoi genitori.

Certo che possiamo restare! Che domande fai!” Sirius tornò subito indietro, aprendosi in un largo sorriso in direzione di Harry.

Remus richiuse la porta e si avvicinò agli altri due.

Aveva intuito che Harry avesse bisogno di parlare e aspettava che fosse proprio lui a fare la prima mossa.

C'è qualcosa che vuoi dirci o chiederci? Avanti, Harry, non avere vergogna. Noi siamo qui per te!” esclamò Sirius, con tutta l'impazienza che lo caratterizzava, ma che riusciva sempre a mettere a proprio agio le persone.

Harry si sentì come rinfrancato, da quelle parole e , quasi senza che se ne rendesse conto, la domanda salì alle sue labbra.

Mi parlereste di mamma e papà?”

Si pentì immediatamente di quanto chiesto, avrebbe potuto essere una richiesta inopportuna, farli soffrire.

Ma certo! Chiedici tutto quello che vuoi!” esclamò Remus, sollevato dal fatto che Harry stesse iniziando a tirare fuori tutto quello che si agitava dentro di lui.

Mi mancano, mi mancano tanto... soprattutto in momenti come questi. Io... vorrei tanto che fossero qui- Sirius gli strinse forte il braccio e Remus, dalla sedia di fronte, si spostò sul letto, all'altro fianco di Harry. Era come se volessero testimoniargli che loro c' erano, erano lì per lui-E' stupido, lo so. Ed è anche egoista... e poi... voglio dire, non me li ricordo neanche. Quando guardo le foto, in quei momenti io c'ero, eppure non ricordo nulla.”

Harry sospirò.

Sirius guardò Remus, come per cercare sostegno, come per avere la sicurezza di non essere solo.

Harry, i tuoi genitori ti amavano, ti amavano sopra ogni altra cosa. E non devi pensare di essere un egoista solo perchè li vuoi accanto a te. E' normale. E' giusto.” a parlare era stato Remus, con quel suo modo di fare sempre così calmo, tranquillo, sempre con quelle sue parole che sapevano portare serenità.

Però...” provò a dire Harry, prima di essere fermato da Sirius.

Però niente, Harry. Io me li ricordo, i tuoi genitori. Me li ricordo quando parlavano di te. James... Merlino, James era... come è che lo chiamavo, Rem?”

Gli dicevi che si era completamente rincitrullito, Sirius....” Remus abbozzò un sorriso e Harry non potè fare a meno di fare altrettanto.

Perchè? Perchè Sirius?” chiese Harry, curioso.

Come perchè? Harry, il quoziente intellettivo di tuo padre, da quando nascesti tu, si ridusse notevolmente!”

E dire che era già scarso in precedenza!” scherzò Remus

Insomma, Harry,- proseguì Sirius- non faceva altro che spedire gufi a noi due raccontandoci cosa avevi fatto, quanti nuovi gorgoglii che, nella sua ottica, dovevano somigliare a parole, avevi emesso e cose del genere. Eri il suo vanto ed il suo orgoglio. Parlava di te in ogni momento: ti immaginava giocare a Quiddich, ti vedeva ad Hogwarts, a Grifondoro, ovviamente... e immaginava per te il miglior futuro possibile. Non ricordo di aver mai visto James più felice: penso sia stato il periodo più bello della sua vita.”

Ripensando a tutte le volte in cui si era visto James, capitombolare nel suo soggiorno per annunciargli cosa aveva fatto Harry quel giorno, Sirius non potè non provare nostalgia. Tutto sommato, però, gli faceva piacere ricordare il suo migliore amico in quel modo.

Harry ascoltava quello che il suo padrino raccontava meravigliato: davvero per suo padre era così importante? Davvero gli voleva così bene?

E tua madre... tua madre, Harry, ti mostrava a chiunque, come un trofeo. Eri il suo bambino. Il suo bellissimo e perfetto bambino. Prima che tu nascesti si era documentata sui bambini magici: non vedeva l'ora che tu compiessi la tua prima magia. E tutte le favole che ti raccontava prima che ti addormentassi... una volta, si prese il compito di metterti a letto Sirius... ti lascio immaginare cosa è venuto fuori...” rise Remus

Che hai fatto, Sirius?” domandò Harry, mentre il suo padrino si grattava nervosamente la nuca.

Il tuo padrino, Harry, ha avuto la bella idea di raccontarti una storia piena di mostri... insomma, tu eri in pericolo, saresti stato dato in pasto a delle Acromantule e SuperSirius, a cavallo della sua moto volante, sarebbe venuto a salvarti.” disse Remus, perdendosi in ricordi lontani.

Harry rideva, come se potesse ricordare anche lui, quei momenti.

Oh, insomma, era una storia un po' diversa: prima che arrivasse la parte delle Acromantule ridevi, Harry! Lily era furibonda, non mi permise di farti da baby-sitter per un po'.... e James, bè, James, dopo essersi ripreso da un attacco di risa convulse, si unì alle rimostranze di tua madre.” continuò Sirius, raccontando la sua versione dei fatti.

Harry pensò che doveva essere stato un anno piuttosto movimentato, quello trascorso con i suoi genitori. Sarebbe stato bello poter essere tutti insieme.

Sentendo quei racconti la sua malinconia si acuì, però, ascoltare Sirius e Remus parlare dei suoi genitori gli faceva piacere. Era come averli di nuovo accanto a lui.

Sirius e Remus parvero accorgersi dello stato d'animo di Harry, infatti tacquero.

Dopo un po' Sirius si voltò indietro, alle sue spalle stava l'album, aperto sulla fotografia del primo Natale di Harry.

Sirius prese l'album e se lo mise sulle ginocchia.

Guarda questa foto, Harry. Io non c'ero quando è stata scattata. Remus ed io siamo arrivati più tardi, eppure ti posso assicurare di aver trovato, all'ora di pranzo, te e James, ancora in quella posizione! Te ne stavi sulle sue spalle e non accennavi a voler smettere di dare la caccia al Boccino... bè, in verità nemmeno tuo padre sembrava propenso a farla finita. Credo che si stesse divertendo quanto te.”

Harry fissò la foto di cui Sirius stava parlando: un ragazzo, che sembrava lui stesso con qualche anno più, teneva un bimbo di pochi mesi, che era la versione in miniatura del ragazzo, sulle spalle e, insieme, davano la caccia al Boccino, entrando ed uscendo dalla fotografia e ridendo.

Per un attimo gli parve di poter ricordare quel momento: le spalle di suo padre, le sue braccia forti e le risate. Tante risate... e la voce calda di una donna. Fu come avere una specie di flash, ed Harry attribuì tutto alla suggestione per quei racconti.

Ricordo che Lily era disperata- proseguì Sirius-: aveva bisogno che James la aiutasse ad apparecchiare...” Sirius rise e continuò Remus:

E qui entriamo in gioco noi, Harry! Tua madre ci schiavizzò e, quel Natale, se mangiammo qualcosa, fu solo grazie a me e a Lily.”

Non è vero!” protestò Sirius

Oh sì, non dargli retta! Lui ha solo messo in tavola i bicchieri, dopodiché si è subito fiondato in salotto a giocare con te e James!” lo accusò Remus.

Bè, se non altro abbiamo bevuto!” si difese Sirius.

Raccontarono altro della giornata.

Raccontarono di come il loro spettacolare travestimento da Babbo Natale fosse stato rovinato immediatamente da un bambino troppo sveglio, che si era divertito a tirare loro la barba. Raccontarono di come anche loro avessero giocato a tombola e di come Harry, seduto sulle ginocchia di Lily, estraesse i numeri e di come James e Sirius avessero inneggiato al complotto, in seguito alla vittoria della signora Potter.

Ricordarono anche di come si concluse la giornata: tutti insieme in cucina lavare i piatti e di Sirius, e del suo non preventivato bagnetto ad Harry.

Harry rise, rise di gusto, come se potesse ricordare, come se anche lui avesse la sua parte di ricordi, riguardo quella giornata.

Forse era solo la suggestione alla vista della foto sua e di suo padre e di un'altra, appena donatagli da Sirius e Remus, scattata durante quella giornata.

Lily e James, sul divano, lo tenevano sulle ginocchia, Remus stava al fianco di Lily e Sirius a quello di James. Parte delle gambe di loro due mancava, l'autoscatto non era riuscito a farli entrare tutti...

Quella foto però era bella, bella per le espressioni gioiose che vi comparivano.

Guardandola, ad Harry, parve di ricordare la risata argentina di sua madre, il suo abbraccio e le forti braccia di suo padre che lo sostenevano, pronte a divertirlo con i giochi più strani.

Harry abbassò lo sguardo, verso la fotografia, nuovamente, e poi osservò Sirius e Remus, seduti accanto a lui.

Accorsi lì per stare con lui.

Era Natale e lui era con la sua famiglia.



Someone holds me safe and warm
Horses prance through a silver storm
Figures dancing gracefully
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Things it yearns to remember

And a song
Someone sings
Once upon a December

  
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