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Autore: Tuna_salad    08/05/2014    1 recensioni
I protagonisti sono ovviamente Yu e Miki (altrimenti che ff sarebbe?), ma in un contesto molto diverso da come li conosciamo. si, si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto e si, si amano di nascosto..ma tanto per cominciare non c'è stato il doppio matrimonio, solo quello di Rumi e Yoshi, che oltretutto sono l'esatto opposto di quelli del manga. Lei è una donna fragile e insicura, Lui un padre severo e autoritario. E se questo non bastasse, scoppia il finimondo quando Miky parte per un viaggio in Europa e non torna più a casa....tratto dal capitolo 2:
“ non vedi proprio l'ora di iniziare eh?” chiese Miky. Era ancora pallida, ma Yu sembrò non farci caso.
“ assolutamente” disse con lo sguardo puntato fuori dalla finestra, la voce ferma. Il ritratto della determinazione. “ e non permetterò a niente e nessuno di ostacolarmi”.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miki/Yuu | Coppie: Miki/Yuu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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ce l'ho fatta!!! mille volte perdono per l'assenza prolungata.....la sessione estiva si avvicina e DEVO combinare qualcosa... chiarito il fatto che la vita accademica mi uccide...ecco a voi un capitoletto piccino piccino per farmi perdonare.  nel prossimo  cercherò di esaudire un vostro desiderio...sarà una sfida, ma per voi questo e altro. Bene, dopo questo sproloquio inutile,
Buona lettura, Tuna_




L'aveva incollata all'anta dell'armadio, in modo tale da poterla osservare anche mentre era a letto, girata sul fianco. All'inizio vedeva solo una specie di triangolo grigiastro, poi il dottore le aveva fatto notare il profilo del naso, i piedini, le manine che si aprivano e chiudevano e poi le aveva indicato una piccolissima bolla un po' più scura... “sa cos'è questo signorina?” le aveva chiesto il dottore sorridendole “ questo è il cuore del suo bambino...e adesso...- disse mentre cliccava di qua e di là sulla macchina – adesso le faccio sentire quanto è forte il suo ometto”. Miky si accarezzava il ventre, nella testa ancora quel suono meraviglioso, il suono della vita...e di immaginava di accarezzare dall'esterno, quel suo bambino ritratto in fotografia. Nonostante tutta la consapevolezza della sua condizione, che aveva maturato nell'attimo in cui aveva deciso di scappare, quella fu la prima volta che riusciva davvero, sinceramente e felicemente a pensare a se stessa come a una madre. Aveva amato quel bambino fin da quando il dottore le riportò l'esito degli esami, aveva amato quel bambino anche quando l' aveva fatto vomitare in strada...ma ora, ora amava quel figlio,anche se l'aveva visto solo in fotografia, lo amava alla follia.

 

 

I giorni passavano lenti e tranquilli. La vicinanza di Reika era un toccasana e Miky aveva riacquistato colore e salute. Non dovendo più fingere di uscire presto la mattina per andare a lezione, riuscì finalmente a trovare un secondo lavoro come commessa in un negozio di abbigliamento donna. Certo era solo un lavoro temporaneo. Solo 3 mesi, ma la paga era decisamente migliore di quella del supermercato e inoltre aveva diritto a una percentuale del 2% per ogni vendita. La loro coinquilina, Joanna, era finalmente arrivata. Studentessa il lingue e culture occidentali, passava ore e ore con le cuffie nelle orecchie a ripetere probabilmente, frasi in francese o tedesco per migliorare la pronuncia. Era una tipa tutto sommato simpatica, poco invadente e per niente capricciosa. Se finiva il latte lo andava a comprare, se finiva l'acqua calda ne riscaldava un po' sul fuoco. Insomma si sapeva adattare, per di più era una cuoca più che discreta cosa che le fece guadagnare subito parecchi punti bonus. Joanna era nata e cresciuta nel Kansai (*) è talvolta parlava in modo così strano che le altre due scoppiavano a ridere senza ritegno. Lei sbuffava dicendo “ io parlo in modo del tutto normale, siete voi qui quelle con un accento strano” ma poi scoppiava a ridere anche lei.

Joanna non sapeva tutta la storia di Miky. Avevano preferito così. Tuttavia, con lo scadere di quelle famose 3 settimane, le due ragazze erano sempre più nervose. Miky poi, in quei giorni aveva letteralmente i nervi a fior di pelle. L'apice di questa agitazione fu raggiunto quel venerdì sera. Le tre ragazze stavano mangiando in cucina, col televisore accesso in sottofondo. All'improvviso a Joanna cadde la forchetta da mano e si voltò a guardare Miky con terrore. Sullo schermo ,in alto a destra, il telegiornale nazionale mostrava una sua foto.

Avevano scelto una del secondo anno di liceo, lei con indosso la divisa del club di tennis e i capelli legati in una coda di cavallo. Lo speaker stava già lanciando il servizio sui genitori affranti che chiedevano notizie, quando Reika, che non si erano neppure accorte essersi alzata da tavola, spense il televisore.

“ domani telefono al negozio e dico che stai male” le disse, come se stesse parlando di andare dal parrucchiere o alle terme.

Miky annuì debolmente,con lo sguardo assente, dirigendosi in camera sua, mentre Joanna osservava prima l'una e poi l'altra provando a capirci qualcosa.

 

 

 

 

Quattro mesi dopo l'anta dell'armadio era pienissima di ecografie, ultrasuoni, articoli su gravidanza e maternità presi dai forum al femminile. Il suo pancione era cresciuto a dismisura e benchè indossasse abiti larghi e sformanti, nessuno poteva più ignorare il suo stato. Quelli del supermercato l'avevano presa abbastanza bene, in fondo se stava alla cassa, seduta, avrebbe potuto lavorare senza problemi. Più difficili da gestire furono invece le sue colleghe del negozio d'abbigliamento. Secondo loro una ragazzina di appena 18 anni, incinta, faceva scappare le clienti. In effetti le vendite ultimamente erano calate e i proprietari non poterono fare altro che licenziarla. Con i piedi gonfi e la schiena sempre più dolorante, sperare di essere assunta come cameriera era impossibile. Per fortuna Reika le dava una mano e fra le altre cose, copriva anche buona parte della sua quota affittuaria. Miky non avrebbe potuto mai sdebitarsi abbastanza con quella ragazza, né rendere appieno quel sentimento di affetto e immensa gratitudine che provava nei suoi confronti. Era diventata come una sorella, una madre, una amica preziosa, una vice-mamma per il suo Toshiro.

Era stata Joanna però, a consigliarle di tingersi i capelli e cambiare pettinatura...come lei, molti altri avevano notato una somiglianza eccessiva fra la “loro” Miky e quella della foto che per giorni era apparsa al notiziario. Si preparò per l'ennesimo colloquio, gonna nera lunga al ginocchio e camicia bianca con un ricamo colorato in basso a destra. Scarpe comode, avrebbe dovuto stare in piedi a lungo. Si osservò allo specchio, ancora stupida da vederci una giovane donna dai capelli castani corti e dalle forme mature. Sull'autobus, un liceale con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo arrabbiato, si alzò per farla sedere. Avrà avuto non più di 3 anni di differenza, ma la fece sentire più adulta, segno, ancora una volta, che la sua adolescenza era finita da un pezzo.

 

 

“ si, signora, esatto. Il mercoledì dalle 8 alle 12, lunedì e venerdì dalle 15 alle 19, gli altri giorni siano chiusi...perfetto allora, la segno per mercoledì alle 10, arrivederci”. Disse Miky riagganciando la cornetta.

“una nuova cliente?” chiese Ayako, il suo capo, lì al centro benessere.

“ si- rispose Miky annuendo- ha detto di essere un'amica della signora Mitsuishi”

“ oh Kami, - disse la donna alzando gli occhi al cielo- prega che non sia come quella o finiremo di nuovo tutti i barattoli di cera!”

Miky rise tranquilla, in fondo le piaceva lavorare alla spa. Lei stava al bancone, accoglieva le clienti, spiegava i servizi e rispondeva al telefono. Non era un lavoro esaltante o entusiasmante, e non era neppure vicino casa, visto che ci impiegava più di un'ora con l'autobus per andare e un'altra per tornare, tuttavia era un lavoro semplice e pagato discretamente. Lì non avevano fatto storie sulla sua gravidanza, le avevano addirittura fatto gli auguri e concesso due mesi tra maternità e allattamento. Un sogno.

 

Bip bip. Un sms da parte di Reika. Fuori un altro. 24! stavo per baciare il professore. Stasera si festeggia!

Era felice per la sua amica e sorrise pensando che mentre tutti si sarebbero dati alla pazza gioia, lei sarebbe sgattaiolata in camera, per crollare nel letto addormentata.


* vi ricordo che nel Kansai, e quindi ad Osaka, in cui grosso modo è ambientata la storia, si parla una specie di dialetto caratteristico. Miky  invece parla il "giapponese ufficiale" e, per  una volta, è lei ad essere "strana".
  
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