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Autore: biberon    08/05/2014    4 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Salve a tutti! Buon giovedì! Saluto il belloccio Stand_by_me e il mio amore *_* Blood_Love

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“Gwen!” esclamò l’ispanico puntandole un dito contro.
“Che c’è?!”
“I tuoi … I TUOI OCCHI!” esclamò stupida Heather, portandosi una mano Alla bocca.
“Che cos’ hanno di strano?”
“Sono … luminosi!”
“Beh … io …”
“Sei stata tu a mandare via quei cosi!”
“Non ne ho idea!”
“Sì che sei stata tu! È l’unica spiegazione possibile!”
“Ma … come hai fatto?” chiese stupito Al avvicinandosi.
“Io … io non lo so! So solo che ho avuto, come … come una visione. E poi basta.”
“E cosa hai visto?”
“Una casa … una bambina … un uomo … la morte.”
Heather storse il naso. “Sì, beh, chissenefrega di cosa hai visto, Alla fin fine. Abbiamo un piccolo problema.”
“Io non lo definirei ‘piccolo’” ghignò Al. Alle due ragazze ci vollero pochi secondi per capire che la calzamaglia di Gwen non aveva Retto Alla caduta, ed era rimasta impigliata per intero ad una roccia.
“Copriti, per l’amor del cielo” sbottò Gwen.
“Sì, suona strano, ma ho veramente voglia di coprirmi, stavolta. Insomma, questo posto è lurido.”

Anche se i bambini erano scomparsi, a terra era pieno di macchie di sangue rappreso e piccoli insetti che camminavano ovunque sulle pareti.
Rimasero per qualche secondo in silenzio, pensando a come avrebbe potuto rendersi presentabile.


“Oh, Al diavolo!” esclamò improvvisamente Heather. Con un gesto rapido della mano si sfilò il top rosso, sotto Al quale teneva solo un Reggiseno di pizzo Nero, e glielo porse.

“Wow, le cose si fanno piccanti” ridacchiò Gwen, ma una sola occhiata da parte di Heather bastò a farla tacere.
“Comunque, quando ho detto che abbiamo un problema, non mi riferivo ai tuoi genitali scoperti” sibilò Heather All’ispanico,
bensì Al fatto che non abbiamo idea di dove siamo finiti. Tu qui sai orientarti?”
“In effetti, no. Non ero mai finito in una della trappole della Grigia, prima d’ora. La prima Regola per raggiungere la Caverna è andare dritto. E poi, non credo che queste trappole siano progettate per fare in modo che chi ci finisce dentro ne esca vivo.”
“Quindi pensi che non ci siano vie d’uscita, a parte la bocca del Pozzo?”
“Una strada ci deve pur essere! Insomma, quei bambini qualcuno dovrà metterceli, qui dentro, no?” intervenne Gwen.
“E se ce li buttassero, qui dentro?”
“Buttassero chi? Non è sola?”

Alejandro si esibì in una sonora risata. “Sola? Ce ne sono a decine che la servivano come me.”

“Vuoi dire che è tipo, una sorta di Regina in questa … ehm … dimensione?” chiese stupida Gwen.
“Ovviamente no.” Disse pungente Heather, “Il Re Nero comanda. Anche Stephanie, a modo suo, era una sua umile schiava.”
“E questo Re Nero … è per caso il padre del Principe Nero?”
“Smettete di nominare sua maestà!” esclamò indispettito Alejandro, abbassando però la voce.
“Che c’è? Chi vuoi che ci senta, quaggiù?”
“Se anche ci sentissero?”
“In quattro parole: finiresti come i neonati.”
“Own.” Gwen storse il naso disgustata.
“Ehm … ragazze, guardate la in fondo!”
Qualche metro più in la, immersa nel buio, s’intravedeva una cavità nella parete rocciosa.
“Quindi che facciamo? Andiamo di la o proviamo a risalire?”
“è impossibile. È troppo Alto, e io non posso reggere nessuna sulle spalle.” Disse Alejandro, accennando Alla sua gamba destra, nella quale era aperta una grossa ferita.
“Oh, Al! Non ti fa male?”
“No, le ferite di questo tipo non sono un problema per noi licantropi. Si rimarginerà da sola a breve, ma per il momento non posso fare sforzi.”
“FANTASTICO!” esclamò seccata Heather. “Allora non ci rimane che infilarci nell’oscurità.”

Non ci furono obiezioni: la gotica e Al la seguirono in silenzio mentre apriva la strada nel buio  quasi totale.




 
 



Bridgette rimase qualche secondo a fissare il punto in cui prima c’era il vampiro, e poi si voltò con un sospiro.

La stanza era imbrattata di sangue, Courtney e Duncan giacevano svenuti a terra in posizioni improbabili, e Ge0ff era accucciato in una angolo, preso dalle convulsioni.

Era sveglio? Poteva vederla? Sentirla?

Si avvicino a lui, con gli occhi lucidi,  i capelli incollati dal sangue sul collo, e un sorriso in volto.

Gli sfiorò la spalla e lo scosse leggermente.

“Geoff … amore … puoi sentirmi?”

All’improvviso il braccio del ragazzo si alzò di scatto e le dita della sua mano cinsero con violenza la gola di Bee, mozzandole il respiro.
 
“Geoff … ma che diavolo fai?!” esclamò cercando di indietreggiare.

Lui non la lasciò andare, anzi, la strinse, se possibile, ancora più forte.

“Tu … tu … tu!” ruggì, sbattendola a terra con violenza.

Bee non riusciva a parlare, il viso le era diventato rosso e gonfio in pochi secondi.

Batté le mani violentemente a terra e cercò di spingere via il biondo con i piedi.

“PUTTANA! STRONZA! LURIDA MIGNOTTA!” le urlò lui, e le sferrò un poderoso pugno sulla mascella.

Bridgette, piuttosto Allenata grazie ai numero consistente di anni di kick boxing fatti da bambina, incassò il colpo spostando velocemente il viso e lasciando che lui le colpisse solo la parte più superficiale della mandibola. Lui alzò di nuovo il braccio per colpirla di nuovo, ma lei fu più svelta e lo colpì Allo stomaco, facendogli mollare la presa sulla gola.

Gli sfilò via dalla braccia tossendo forte, ma fu subito costretta a rialzarsi in piedi.

Lui la caricò con violenza e la colpì Al fianco torcendole un braccio dietro la schiena.
“Geoff! CHE STAI FACENDO!? SONO IO, BRIDGETTE!”
“TROIA!” fu l’unica risposta di lui, mentre le colpiva con un calcio il Retro del ginocchio facendola cadere di nuovo.
“Lasciami andare! Sono io, Bee! La tua ragazza!”
“TU MENTI!” urlò, afferrandola per i capelli e colpendola di nuovo in viso.
La vista della bionda si annebbiò, un po’ per il colpo e un po’ per le lacrime.
“Tu sei colei che mi ha trasformato … colei che mi ha condannato! PAGGHERAI PER QUESTO! TI farò A PEZZI!”
“Ti prego, no!” pregò Bee, giungendo le mani supplichevole. Lui la colpì con un cAlcio in pieno mento, facendola stramazzare ancora sul parquet.
“MUORI! MUORI!” la rialzò per un fianco e le piazzò una raffica di pugni Al fianco destro, mentre lei spruzzava una zampillo di sangue bluastro dalla bocca.
“Lasciami … amore mio … ti prego … ti prego … sono io, Bee … era l’unico … unico .. modo …” balbettava lei, tra un pugno e l’Altro, mangiandosi le parole, la mente annebbiata dal dolore atroce.
 
“HEY, TU! LASCIALA STARE!” esclamò una voce maschile dall’altro capo della stanza.
“Duncan, no!” esclamò Bridgette macerando nel sangue che le colava giù dal mento.
“Che hai detto?!” Geoff lasciò andare il bavero della camicetta azzurra di Bridgette e guardò il punk appena sveglio negli occhi.
“Ho detto di lasciarla stare. Amico, può averti fatto qualsiasi cosa, ma la violenza sulle donne no! Si può risolvere in Altri modi!”
Geoff rimase zitto, a fissarlo con sguardo omicida.
“E poi”, aggiunse Duncan spavaldo, “se la tocchi ancora poi io ti faccio la bua.”
“Duncan, non interferire, ti prego …” biascicò Bee, accucciata a terra a quattro zampe.
“No, Bridgette! Non posso lasciare che ti tratti così!” esclamò il punk, serrando i pugni. “Fatti sotto” disse poi rivolto a Geoff.
Courtney aprì gli occhi in quell’istante.
“Che succ …” non fece in tempo a finire la frase che cacciò un urlo inorridita, Alla vista di Bee coperta di liquido blu e piena di lividi, a terra tremante, e Geoff con le mani chiuse a pugno.
“Che cosa le hai fatto?!” strillò terrorizzata, correndo dalla sua amica.
“Bee … shh … va tutto bene … Bee …” la rassicurò, tenendola stretta.
“SEI UN MOSTRO!” urlò poi rivolta Al surfista, che sorrideva soddisfatto.
“Ridi anche, eh?! Bene, vediamo quanto riderai quando ti spaccherò il naso!” esclamò Duncan balzandogli addosso.
“NO! DUNCAN! NON è COME CREDI! NON PUOI BATTERLO!” urlò Bee, ma era già troppo tardi. Nel giro di un secondo, l’innocente Duncan era steso a terra, piegato in due, con un filo di sangue che usciva dal labbro.

“Dunkino!” esclamò Courtney terrorizzata, parandosi le mani alla bocca.
Sembrò ancora più terrorizzata quando vide che Geoff stava rivolgendo la propria attenzione a lei.

Le si avvicinò e la sollevò per i fianchi, per poi buttarla sul letto.

“Che diavolo fai?!” esclamò lei colpendolo con dei piccoli pugni sulle braccia.
“Quello che ho sempre desiderato … cibo e una bella ragazza … insieme!” bisbigliò lui.

Bridgette emise un suono lamentoso.

“Cos’hai, Bee? Sei gelosa, per caso? SEI GELOSA? Sai una cosa? Ho sempre desiderato Courtney, era da anni che provavo questo desiderio scosceso per lei … è così dannatamente sexy! Ma ora … ora che sono così … diverso … io, la vedo ancora più attraente!”
“Fermo! FERMO, PORCO!” urlava Courtney, mentre Geoff incurante le sfilava maglioncino e leggings per poi lanciarli sul pavimento.

“BRIDGETTE! TI PREGO, FA QUALCOSA!” gemette l’ispanica, mentre il ragazzo le sbottonava la camicia bianco perla.
Bridgette emise un singhiozzo sconsolata. Avrebbe forse potuto trattenerlo per un po’, con la sua forza vampiresca, ma lui era pur sempre un uomo … era pur sempre il suo Geoff … e lei era pur sempre una donna, giovane e ferita.

L’ispanica cercava in tutti i modi possibili di cacciarlo via, ma lui le fu sopra di nuovo e la costrinse sdraiata con le gambe e le braccia.

Le tenne fermi i polsi sul letto e con la bocca scese fino alle sue labbra, baciandole passionalmente mentre lei si dimenava. Ogni volta che le sue labbra entravano in contatto con quelle di Courtney, si voltava a guardare Bridgette, come per vedere la sua reazione, per farla soffrire.

“Sai, sei veramente uno spettacolo.” Disse rimirandola dall’alto, quando ebbe finito di baciarla. “terribilmente sexy … terribilmente. Ma io ho troppa fame per pensarci.”

Courtney, non capì, ma a lui non importava: si chinò sul suo collo e iniziò a sfiorarlo con le labbra, emettendo lunghi sospiri.

“Che delizia, il tuo sangue emana un profumo … ahh … devi essere squisita!” asserì scoprendo i lunghissimi canini.
“Giù le mani dalla mani ragazza!” urlò Duncan, che si era evidentemente ripreso. Gli saltò addosso dalla schiena e tentò di tirarlo giù, ma Geoff si voltò e con un gesto fulmineo lo sbatté di nuovo sul pavimento. Scese da sopra a Courtney e lo colpì tre volte in pieno viso, facendogli schizzare sangue sul pavimento legnoso.
L’ispanica era rimasta in intimo, piegata in due sul letto tra urla di terrore e lacrime.
“Che cosa stai facendo, GEEEOOOFF! Sei impazzito” riuscì a balbettare tra un singhiozzo e l’Altro.
Il biondo colpì ancora una volta Duncan, lasciandolo agonizzante sul pavimento, e risalì sul letto.
“Io e te abbiamo una faccendina in sospeso” disse con un sorriso malizioso. Dopodiché le premette le mani sui seni e fece per affondare i denti nel suo collo abbronzato, Quando Bridgette, in uno scatto vampiresco di velocità, gli fu addosso e lo spinse di lato, giù dal letto.
“Ti sei già ripresa!” ringhiò lui, accecato dall’odio.
“Sì. E stavolta non ho più paura di farti male. Per quanto mi riguarda, puoi farmi tutto quello che vuoi, ma devi tenere quelle luride manacce lontane dalla mia migliore amica.”
“Forse sei solo gelosa!” la provocò lui serrando i pugni.
“Gelosa io? Gelosa di che?! Tu non sei il ragazzo che amo. Sei diventato un mostro.”

Lui le saltò addosso e fece per colpirla al viso, ma Bee fu più rapida e gli affondò i lunghi canini nella spalla, facendogli inarcare la schiena dal dolore. Approfittando della sua distrazione, lo spinse indietro con i piedi e lo colpì con una raffica di pugni sul viso fino a farlo cadere a terra. Fece per sferrargli un calcio nella pancia, ma lui le afferrò il piede e la strascinò giù con se, per poi colpirla con uno schiaffo alla cieca.

I due rimasero per qualche secondo a terra a cercare di farsi quanto più male possibile in un groviglio di gambe e braccia, ma Duncan, testardo, intervenne di nuovo cercando di colpire il vampiro.

Geoff lo afferrò e lo sbatté Al muro più volte per la schiena, mentire le urla selvagge di Courtney invadevano la stanza.
La surfista prese il suo ex ragazzo per le spalle e lo tirò indietro, colpendolo nella schiena con un calcio.
“è tutto qui quello che sai fare?!” la rimbeccò lui spingendola a terra. Le fu di nuovo addosso e cominciò a sbatterle la testa contro il pavimento.
Courtney ebbe un guizzò, afferrò la lampada del comodino e si gettò addosso a Geoff, colpendolo ripetutamente in fronte.
“SOLO QUESTA CI MANCAVA!” ruggì lui. La colpì con un pugno molto forte sulla clavicola, facendola cadere addosso Al punk accasciato sul pavimento.
Bridgette fece per rialzarsi, ma aveva la vista troppo annebbiata e le orecchie che ronzavano … ricadde da sola a terra, perdendo ancora quel liquido blu da una ferita che le si era aperta sulla fronte, e provò a sgusciare via da un lato, ma il ragazzo la afferrò per un piede e la colpì a raffica sula schiena, facendola contorcere come un verme e urlare a squarciagola.
“Sì … sìììì! SOFFRI! SOFFRI, PUTTANA! SOFFRI COME TU MI HAI CONDANNATO ALLA SOFFERENZA ETERNA!” urlò selvaggiamente, continuando a colpirla sempre più forte.
In quel momento la finestra si chiuse con uno scatto e tutto si fece buio e scuro.
Geoff si fermò per un’istante.
“CHI DIAVOLO è!?” urlò All’oscurità.
Un secondo dopo la luca elettrica della lampada a neon illuminò la stanza, e il nuovo arrivato.
Bridgette non riusciva a vederlo molto bene, aveva macchie colorate e spesse negli occhi … tuttavia … era Alto … capelli scuri … aveva qualcosa di familiare ….
“Per Dio.” Fu il suo unico commento, ma ne riconobbe istantaneamente la voce. Era lo strano tizio dagli occhi smeraldo. La vista si fece ancora più appannata.
“Che macello. Quanto odio i neonati … voi vampiri appena trasformati siete esseri veramente riprovevoli. Cielo, se devi fare del male a qualcuno, fallo Almeno con stile.”
“Che CAZZO STAI DICENDO?! E CHI CAZZO SEI TU?!” ruggì Geoff Alzandosi di scatto.
“Sh sh sh sh … non Alziamo i toni. E poi, che bisogno c’è di usare queste parole così volgari? Dopotutto, siamo tra amici.” Ridacchiò l’Altro, avanzando lentamente.
“STAMMI LONTANO, BRUTTO FROCIO!” lo apostrofò Geoff cercando di colpirlo con un pugno.
Trent lo schivò facilmente.
“Ah, proprio non ti decidi ad essere un po’ più garbato? Peccato, mi sembravi simpatico.” Disse, poi schioccò le dita e Geoff stramazzò a terra come un sacco di patate bagnato.
“Tu … osa … ci … ai … qui?” biascicò Bridgette, accecata dal dolore.
“Per qualche strana ragione non riesco a passare. Quell’idiota di Harold mi ha detto che dobbiamo essere Almeno in due … chissà perché, poi?!” disse, più a se stesso che a Bridgette.
“Chi … è … Harold? E per … ché … tu … sei torn … ato?”
“Ah, lascia perdere, non ho ne tempo ne voglia di mettermi a spiegare. Tu devi venire con me.” Disse, sollevandola per un braccio.
“Ah!”
“Oh, giusto … sei ferita.”  Disse, con aria annoiata. Schioccò le dita e Bridgette tornò come nuova, senza nemmeno un graffio.
“Ora spiegami … che diavolo di creatura sei tu?”
“Sono un Nobile … un vampiro, che è anche un mago.”
“Cioè … tu puoi … guarire le ferite?”
“Sì, qualsiasi ferita. Certo, non posso fare resuscitare. Ma se sei a un passo dalla morte, posso salvarti.”
“Che grandissima figata! Come si fa a diventare Nobili?”
“Pff, ma per favore!” esclamò lui indispettito “Nobili si nasce.”
“Nobili si nasce” gli fece il verso lei, storcendo la bocca.
“Ah, a proposito … il tuo amichetto sovraeccitato si risveglierà tra poco … probabilmente più incazzato di prima.”
“CHE COSA?! Ma li farà a pezzi!” gemette Bee indicando Duncan e Courtney.
“Non è qualcosa di cui m’importi.”
“E Allora perché mi hai detto che si sveglierà?!”
Lui sorrise. “Così, mi sembrava carino fartelo sapere.”
“E non puoi tipo … che so … smaterializzare lui da un’Altra parte?”
“Non ho tutti i poteri di questo mondo, sai? La smaterializzazione di qualcun’altro è l’incantesimo in assoluto più impegnativo e lungo da effettuare …occorrono formule particolari … e io non ho tempo! A quest’ora Gwen potrebbe già essere nei guai!”
“Che razza di … okay, senti. Non possiamo portarli con noi, ovunque stiamo andando?!”
“Ma che problemi hai?! Stiamo andando in una dimensione Grigia, non nel parco comunale dove far pisciare i cani.”
“Beh, perdonami il francesismo, ma vaffanculo. Questo coso li farà a pezzi appena finirà il suo sonnellino ristoratore!”
“Tel’ho già detto … non me ne importa niente!”
“Ma a Gwen sì!”
Trent si voltò di scatto.
“Voglio dire, Alla tua Principessa sì. Lei li adora. E se a loro verrà fatto del male … beh, sappi che lei di odierà per, diciamo … l’eternità.”
Il ragazzo soppesò quanto appena appreso.
“Non può odiarmi! Io sono il suo promesso sposo! DEVE amarmi!”
“Beh, invece non ti amerà affatto, se la privi delle due cose a cui tiene di più.”
“Beh, forse se gliele tolgo avrà più possibilità di concentrarsi su di me.”
“Fa come vuoi” borbottò lei scrollando le spalle, “Se è un rischio che ti senti di correre. Poi però non dirmi che non ti avevo avvertita.”
Trent sbuffò rumorosamente.
“Oh, d’accordo! Ma sappi che nel posto in cui siamo andando, hanno molte più possibilità di morire.”
“Ma c’è anche la possibilità che sopravvivano” sorrise Bee, “E con lui no.” Aggiunse acida, Alludendo a Geoff.
“Come vuoi … tanto, se muoiono non me ne importa nulla.”
“Aspetta un secondo … ma non è proibito per v … noi, entrare in contatto con gli umani? Stephanie voleva punire me e Gwen per questo!”
“Tanto Stephanie è morta.”
“Okay, ma ci sarà pure qualcuno Al di sopra di lei …”
“Nel posto in cui stiamo andando, no. Stephanie era sì una venditrice, ma anche la Maga Grigia, la persona più potente del settore Grigio, per l’appunto.”
“Oh. Perché, ci sono Altri settori?”
Trent si lasciò sfuggire una risatina. “Un giorno o l’Altro ti dovrò spiegare un paio di cosette. Ma solo perché sei molto carina.” Disse con voce suadente.
“Ma nessuno controlla i settori?!” insistette lei.
“No! Ti dico di no! Ognuno si gestisce il suo settore! E poi, io ho un posto molto di rilievo dall’altra parte, quindi … beh, diciamo che se due umani vengono a contatto con la nostra Realtà per mano mia, ci si può chiudere un occhio.” “Purché muoiano, dopo” aggiunse tra sé e sé senza parlare.
“Okay. Un’ultima domanda. I nostri genitori … umani … gli amici … insomma, i conoscenti di Duncan, Courtney e me?”
Lui sorrise di nuovo, schioccò le dita e al centro della stanza comparve un’enorme squarcio incolore, che dava su una specie di sostanza viscida trasparente. “Dimenticali.” Disse.
Prese Duncan e Courtney uno per un braccio e uno per l’altro, come se pesassero pochi grammi, e li fece sparire nel buco in una frazione di secondo. Entrambi sparirono senza emettere suono.
Si voltò, tese la mano Alla bionda, sorrise e sussurrò: “Prima le signore.”
 
 
   
 
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